In questi giorni (8-10 marzo 2024) si è tenuto il consueto appuntamento milanese di Bookpride 2024, a cui Linda mi ha spedita in avanscoperta per scrivere poi questo articolo (Linda mi sfrutta, sto alzando un cartello di aiuto: aiutatemi).
Ma partiamo dal principio: che cos’è Bookpride? Si tratta della Fiera Nazionale dell’Editoria Indipendente.
… e cos’è l’editoria indipendente?
Banalmente, può essere definita “indipendente” qualsiasi casa editrice che non appartenga ai giganti gruppi editoriali come Mondadori, Feltrinelli, Gruppo Editoriale Mauri-Spagnol, De Agostini…
È una macro definizione che racchiude al suo interno realtà poi diversissime tra loro per dimensioni, fatturati, generi pubblicati, fama e qualità del catalogo, ma che hanno in comune (o dovrebbero avere) l’indipendenza dalle strategie e dalle logiche che influenzano le holding editoriali e, a volte, anche soluzioni alternative alla distribuzione di Messaggerie.
Ma torniamo al Bookpride, dove io e il caro Santucci abbiamo chiacchierato con un buon numero di espositori per scoprirne i vari cataloghi e dove, appunto, non si trovano i soliti “big”. E no, questo non significa che “è un Salone che non ci ha creduto abbastanza”, così come ho testualmente sentito dire: per me, e non solo, il Bookpride ha un obiettivo completamente diverso, ovvero offrire spazio a quelle realtà che normalmente al Salone di Torino verrebbero fagocitate dai grossi editori, i quali “si magnano tutto”.
Quindi, è una buona alternativa per un piccolo editore e un lettore attento? Forse sì.
La mia esperienza al Bookpride 2024
Partiamo dalle prime impressioni. Abbiamo raggiunto il posto intorno alle 10:30, a mezz’ora dall’apertura. Essendo sabato, confesso che mi aspettavo molta più gente in fila per entrare, invece siamo stati solitari avventurieri per almeno un’oretta, quando poi il pubblico ha finalmente iniziato ad arrivare, riempiendo gli spazi. Questo però ci ha dato modo di esplorare la fiera con più tranquillità.
Passiamo agli espositori, ovvero gli editori: la scelta era abbastanza vasta, come ho detto c’erano editori di ogni tipo, con proposte molto diversificate e interessanti. E qui penso a tutti coloro che dicono “non trovo mai niente di questo o quel genere preciso” perché no, non è scontato un lettore conosca proprio ogni realtà editoriale presente ad esclusione delle big. In questo senso, il Bookpride è un evento che consiglio a chiunque abbia difficoltà a trovare titoli di generi non proprio comuni e che non è detto vengano abbracciati dalle grandi realtà che tutti conosciamo.
Come dicevo su, il poco afflusso iniziale di persone ci ha dato modo di chiacchierare con questi editori, di farci presentare i loro cataloghi e di scoprire nuove realtà che persino noi non avevamo idea esistessero. A tal proposito, bonus per lo stand del Festival del Romance Italiano, che racchiudeva alcuni degli editori che saranno presenti al FRI24 il 16 marzo 2024 al Forum di Assago (MI). È stato bello incontrare volti noti.
Purtroppo, però, il pubblico generalista (e quello con le toppe sui gomiti che frequenta alcuni spazi indie) molto spesso non ama il romance, si sa, ma questo non ferma noi autrici ed editrici di romance! Infatti è seguito alle 13:30 un evento proprio dedicato che ha raccolto numerose persone non avvezze all’argomento e che hanno partecipato con grande interesse.
E qui arriviamo al programma degli eventi: tanti! Divisi in 12 spazi tra sale, salette e laboratori, con un elenco di incontri fittissimo, molti dei quali dedicati anche alle scuole. Noi purtroppo avevamo a disposizione un tempo limitato e siamo riusciti ad accedere solo a quello sul romance, tenuto da Lidia Ottelli, autrice Newton Compton, organizzatrice del Festival del Romance Italiano e ora editrice con la nuova nata Peony Publishing, presentata brevemente proprio in questa occasione (la novella CE si occuperà della pubblicazione di narrativa e romance lgbt+ di provenienza asiatica – avete presente i drama coreani? Ecco, italiana e anche americana).
Dulcis in fundo, vorrei porre una menzione su quello che è stato l’espositore più interessante di tutti dal mio punto di vista: La Revue Dessinèe Italia, un editore che pubblica una rivista trimestrale di stampo giornalistico anche d’inchiesta, ma realizzato interamente a fumetti. Mi hanno regalato una copia del loro primo numero, un volume di oltre 200 pagine e del valore di 20 euro (sono pazzi) insieme al disegno di uno struzzo laser.
A termine della lettura rimane non una rivista, bensì un bellissimo artbook. Ci tengo a citarli perché in un’editoria spesso discutibile che non sempre paga i propri autori (o peggio, li fa pagare per lavorare), questi ragazzi appassionati pagano benissimo i loro autori e offrono loro molto spazio. Bravi!
Ebbene, questo è stato il mio viaggio a Bookpride 2024, che spero sinceramente possa crescere ancora e diventare un polo milanese parallelo al Salone del Libro e attiri sempre più persone, editori e autori indipendenti.
Cosa è mancato a Bookpride Milano, secondo me?
Con grande dispiacere, la gente. Parlando con editori e autori presenti agli stand è apparso chiaro che (forse complice la pioggia del week end) le vendite quest’anno non siano state in linea con gli anni precedenti, o con altre fiere di dimensioni simili. Alcuni autori si sono lamentati della poca pubblicità, paradossale per uno dei principali eventi di editoria legati alla città di Milano, soprattutto quella fatta sul territorio. Anche questo potrebbe aver influito sull’assenza di quella massa di curiosi che spesso affolla fiere più grandi; al loro posto c’erano più persone con titoli precisi già in mente e che puntavano dritti allo stand di interesse, perdendosi la possibilità di girovagare e scoprire altri possibili titoli o editori.
Inoltre, nonostante sia un festival dell’editoria indie, Bookpride non ha previsto alcun tipo di spazio per i self publisher (fonte: me stessa che ho provato a iscrivere Lux Lab), cosa che – ammetto – mi ha lasciata un po’ perplessa. In seguito ho scoperto quanto è costato lo spazio all’organizzazione e sì, forse c’era un motivo per cui non è stata prevista un’opzione del genere.
Auspico, per la prossima edizione, che lo staff consideri indipendenti anche gli autori e le realtà autoprodotte, tipo collettivi underground, sia di libri che di fumetti (esistiamo, giuro). E magari ripensi un po’ la pubblicità all’evento, che è buona sui social, ma poco pervasiva in altri canali.
Leggi anche il resoconto del Festival del Romance Italiano 2024!
Daniela Barisone, classe 1986, milanese.
È illustratrice e fumettista, scrive libri per Lux Lab e Quixote Edizioni.
Ama tantissimo i videogiochi e scrivere romance LGBT+