Dal 24 al 26 febbraio si è svolta la seconda edizione Testo, la fiera dell’editoria che si svolge ogni anno a Firenze, organizzata da Pitti Immagine.
Che cos’è Testo
Testo è il nuovo progetto che racconta come nasce un libro: da come si scrive a come si pubblica, come si traduce, come si disegna, come si vende fino a come si legge.
Un appuntamento annuale per lettori e addetti ai lavori che propone una visione in profondità del mondo dei libri e porta a Firenze la migliore editoria, con una selezione di titoli e novità letterarie, ospiti da tutto il mondo e un ricco programma di eventi.
Quest’anno per me era la prima volta alla fiera dell’editoria della mia città, Firenze. L’anno scorso, sicuramente per mia mancanza, avevo scoperto della tre giorni dedicata ai libri con molto ritardo e non ero riuscita ad organizzarmi.
Stavolta, complice il sabato libero, ho deciso che dovevo andare. Non ho prenotato nessun evento, perché l’unico che mi interessasse davvero era già esaurito, di conseguenza ho sperimentato solo il lato fieristico vero e proprio. Il programma delle presentazioni e delle conferenze era comunque molto ricco, quindi non partecipare è stata una mia scelta (avrei avuto scarsa attenzione).
Non sapevo bene che cosa aspettarmi dall’evento: avevo sentito sia opinioni molto positive (sulla varietà e la qualità delle case editrici rappresentate) che opinioni negative (soprattutto in merito alla scarsa visibilità delle case editrici indipendenti). Credo che non avere aspettative sia stato un bene perché in questo modo sono stata piacevolmente sorpresa.
Partiamo dal luogo, la stazione Leopolda. È uno degli ambienti più affascinanti a Firenze per eventi di medie dimensioni: il sapiente restauro ha reso l’antica stazione un vero gioiello di archeologia industriale. Mi sono piaciute decisamente meno le auto di lusso schierate all’ingresso, che con libri ed editoria mi è parso avessero ben poco in comune. Anche l’acquisto dei biglietti è stato un po’ strano: io l’avevo acquistato online, ma mio padre, acquistandolo in loco, è stato comunque obbligato a registrarsi sul portale online, lasciando il proprio indirizzo mail (per assurdo: se una persona non ne possedesse uno?).
Entrati all’interno, però, la meraviglia.
La fiera era articolata su tre eleganti corridoi, creati per l’occasione, che ricordavano la sacralità delle navate di una chiesa. L’ambiente dosava sapientemente ombre scure e luci al neon sui toni dell’arancione, colore del logo. Questa disposizione valorizzava la struttura e dava al visitatore l’idea di entrare in una sorta di dimensione parallela, quella che riguarda la nascita e la vita dei libri.
Ho apprezzato molto che le case editrici fossero disposte in ordine alfabetico, così che sia le piccole e medie che le grandi avessero la medesima visibilità (o almeno quasi: sappiamo tutti che i mezzi a disposizione delle une e delle altre non sono uguali). Nella presentazione dell’evento, infatti, era specificato che in ciascuno stand sarebbe stata presente solo una selezione curata di libri.
Ho speso tutta la mattina a curiosare tra le differenti proposte, con un’ottima scelta sia di narrativa che di saggistica e, ovviamente, a fare acquisti libreschi (lo giuro, smetto quando voglio…) e a fare chiacchiere (a infastidire Silvia di effequ, in realtà).
Per chi fosse incuriosito per la prossima edizione: merita? Sì, merita. Però, per favore, il prossimo anno niente macchinoni!
Le foto arrivano direttamente dal sito di Testo.