Chi sarà mai quel ribaldo. Il lettore si chiederà adesso, chi sarà l’orribile uomo che tanto avanti si spinse, finanche a uccidere il glorioso Giuseppe Garibaldi?
[mks_dropcap style=”square” size=”41″ bg_color=”#bd0000″ txt_color=”#ffffff”]I[/mks_dropcap]l mercato del fumetto italiano, che si estende dai fumetti classici a graphic novel e illustrazioni, è il quarto su scala mondiale dopo l’irraggiungibile Giappone, gli Usa e la Francia. Collocarsi all’interno di questo tipo di mercato non è semplice, per la grande mole lavori presenti e per la capacità di avere una voce unica, un tratto distintivo e delle storie interessanti da raccontare.
Sull’Unità di Italia è stato scritto molto, molti libri se ne sono occupati, se ne occupano e ancora oggi, per la storia italiana, rappresenta uno snodo non pienamente compiuto. Ma sul piano della possibilità, di ciò che sarebbe potuto succedere, c’è ancora molto spazio per nuove narrazioni, esaltando la figura dei briganti che si sono opposti in ogni modo all’unità, e che talvolta rappresentano figure narrabili e tutt’altro che semplici da affrontare.
Ed è su questo piano che si inserisce Il grande sgarbo, primo romanzo grafico della nuova collana Illustri dell’editrice Effequ, disegnato da Stefano Cardoselli. Romanzo che si potrebbe definire distopico, e che racconta le gesta di Ferdinando Ragozzino, burocrate che vede crollare il suo piccolo potere a causa dell’imminente Unità d’Italia. La reazione di Ragozzino, come quella di molte persone italiane in quegli anni, fu di sostenere, in questo caso attivamente, il brigantaggio. Cosa sarebbe successo all’Italia se Garibaldi non fosse riuscito a unirla? Le vicende di Ragozzino incrociano diversi personaggi e arrivano nello stato pontificio, a Roma.
Nel lavoro di Cardoselli si notano le influenze americane che generano un tratto pulp che naturalmente tende a mischiarsi ad una poetica del linguaggio chiara e decisa, perché la parola non passa in secondo piano rispetto al tratto, ma ne trae forza, mostrandosi precisa e conforme alla storia:
Stordito. Irriso. Furibondo e amareggiato. L’indomani mattina l’ex burocrate volle recarsi al ponte delle disgrazie. Famigerato nella zona d’atravalle come luogo adattissimo a togliersi la vita. Nonostante la ben scarsa altezza del ponte. I corpi che volevano lasciare questa vita terrena riuscivano sempre a scomparire gettandosi dal drammatico cavalcone.
Il pulp, come da tradizione, porta con sé sangue e vicende asciutte, senza molti orpelli, in cui ci si scontra violentemente senza troppa difficoltà e in cui nessuno è realmente amico, nemmeno tua sorella. In questo contesto le gesta di Cardoselli abbandonano completamente la natura storica e si inseriscono in un tipo di narrazione che ha come unico obiettivo la godibilità della narrazione stessa e il piacere dei disegni. L’unità d’Italia diventa un progetto abbandonato, mai realizzato, nel quale le singole storie dei singoli Cardoselli, sono riuscite a intessere un altro tipo di cronaca, portando anche il lettore ad una visione differente, quasi ad oggi non fosse mai stata unita nazionale, si guarda il romanzo grafico chiedendosi realmente se l’Italia sia stata unificata o meno.
La storia si allontana dalla sacralità delle vicende raccontate anche attraverso il tratto, è il nero che sovrasta le forme. Il tratto è già narrazione, predispone e in alcuni passaggi costruisce la vicenda o la parola stessa. In questo senso, attraverso i particolari, Cardoselli riesce a mettere in scena la complessità di personaggi all’apparenza semplici, ma capaci di curare il loro privato a scapito di quella che sarebbe dovuta essere la nazione italiana.
L’impatto che hanno graphic novel e fumetti, o di quello che in questo caso possiamo definire romanzo grafico, in termini di vendite e di mercato, come si è detto, è notevole, e questo spesso è giustificato dalla qualità del prodotto realizzato. Da lettori non resta che augurarsi che il livello delle narrazioni e dei disegni rimanga sempre alto e che la considerazione rispetto a questo settore letterario, cresca.