Il Salone del Libro di Torino di quest’anno è stato preceduto da una gran quantità di polemiche; ma tutto è bene quel che finisce bene, e il Salone si è concluso con un altro incremento di visitatori rispetto all’edizione 2018.
Dopo cinque giorni di full immersion in cui mi sono riempita gli occhi (e le mani, e lo zaino) di libri – e due di riposo – sono pronta a darvi un piccolo resoconto.
Oval, la grande novità
Eliminato il Padiglione 5 (che è stato venduto) si è aperto l’Oval, un gigantesco spazio di circa 20’000 mq pieno zeppo di bagni dove sono stati sfrattati collocati tutti i grandi editori più circa 200 editori normali.
Bello, l’Oval? Sì, direi di sì: corridoi grandi, luce decisamente migliore, aria meno asfittica, i già citati tanti bagni, angoli ristoro migliori rispetto agli altri padiglioni – anche solo per il fatto che la sezione Passaggi di Gusto con l’Hamburgeria di Eataly, Rossopomodoro e Guido Gobino l’hanno piazzata subito fuori dall’Oval. Anche il ristorante del Club Espositori era ottimo; i comuni mortali non ci potevano pranzare, ma potevano prendere caffè, bibite, ecc., e ne ho approfittato per prendermi un dolce che in teoria era una crema catalana, in pratica no, ma era comunque una cosa buonissima.
Sul fatto che l’Oval sia stato più o meno positivo per le vendite ci sono i soliti pareri agli antipodi: sia grandi che piccoli hanno dichiarato di essercisi trovati sia bene che male, c’è chi ha incassato considerevolmente di più, chi ne è stato penalizzato.
Su una cosa credo che si possa facilmente raggiungere l’unanimità: l’Oval è lontano. Ho fatto cinque giorni in fiera, e ho camminato 11km al giorno! L’ultimo giorno sono arrivata addirittura a 13km – e, per inciso, io odio camminare.
Considerazioni personali a parte, le indicazioni per arrivare al nuovo padiglione erano decisamente troppo poche. Sono stata fermata spesso per fornire indicazioni (il cordino porta pass con il logo del Salone al collo ha ingannato molti visitatori), e qualche cartello gigante con le indicazioni sarebbe stato molto gradito da tutti.
Il primo giorno ho avuto qualche difficoltà pure io, a dire la verità.
L’altro punto su cui mi sento tradita è la presenza delle panchine. Sul comunicato stampa erano state promesse, ma ho trovato le solite due panchine a due posti per ogni padiglione.
Organizzatori, al Salone la gente si stanca, cammina un sacco! Ho le vesciche ai piedi e mi sono dovuta sedere a terra perché le panchine non venivano liberate manco offrendo dei soldi a chi ci era seduto!
Poi, spiegatemi perché nell’area ristoro di Passaggi di Gusto avete piazzato giusto due o tre sedie. Io voglio mangiare seduta, accidenti…
Tolte queste critiche di grandissimo spessore (e il fatto che chi non ha i pass, come ogni anno, è prigioniero all’interno) posso dichiararmi molto soddisfatta dal Salone 2019. Inoltre gli sforzi logistici si vedono e si notano – pensando anche al print at home, la possibilità di stampare a casa non solo i biglietti ma anche i pass, evitando lunghe file agli accrediti! – e confido che ulteriori miglioramenti li vedremo nelle prossime edizioni.
Ogni anno il Salone del Libro è una festa, e dal mio punto di vista quest’anno lo è stato ancora di più.
Il bottino libresco
Mi sono portata a casa la bellezza di 35 libri di 18 case editrici diverse. Non so quanto ho speso in totale e non lo voglio sapere; ho comprato solo da piccole e medie case editrici indipendenti, scansando i big – l’unica volta che ho provato ad approcciarmi allo stand di una big, dopo aver seguito una presentazione, si è verificato questo dialogo tra me e il gentil signore:
– Salve, ci sono sconti per il Salone?
– (con sufficienza) No, non facciamo nessuno sconto fiera
– …Ma allora me lo compro su Amazon.
Ho posato il libro e me ne sono andata.
Piccola parentesi polemica: io ho il pass stampa, per cui non pago nulla per entrare. Un visitatore normale paga 10€ per l’ingresso al Salone; per quale motivo dovrebbe pagare per comprare a prezzo pieno ciò che può avere, scontato, in qualsiasi libreria di catena o su Ibs, o Amazon, o Lafeltrinelli? Io non chiedo mai sconti ai piccoli e ai medi e agli indipendenti in generale. Il caso vuole, però, che tutti i piccoli, i medi e gli indipendenti dove sono passata abbiano applicato sconti o promozioni senza che chiedessi nulla. E se un editore indipendente se lo può permettere te lo puoi permettere pure tu, grosso editore antipatico da cui comprerò solo online.
Eccovi titoli, autori ed editori partendo da in alto a sinistra:
- La misura imperfetta del tempo di Monica Coppola, Las Vegas Edizioni
- Trovami un modo semplice per uscirne di Nicola Nucci, Dalia Edizioni
- Guida all’immaginario nerd di Alessandro Lolli, Gregorio Magini, Jacopo Nacci, Irene Rubino, Fabrizio Venerandi, Odoya
- Luna d’Inverno di Ilaria Varese, La Corte Editore
- Terra senza cielo di Aislinn e Luca Tarenzi, Gainsworth Publishing
- Melusina di Aislinn, Gainsworth Publishing
- Panarchia di Gian Piero de Bellis, D Editore
- Datacrazia a cura di Daniele Gambetta, D Editore
- Grand Hotel Italia di Nicolò de Rienzo, Add Editore
- Ufficio salti mortali di Enrico Morello, Codice Edizioni
- L’ultima notte di X di Antonio Ciravolo, Splen Edizioni
- Tramonto a Oriente di Federico Galdi, Plesio Editore
- Restiamo così quando ve ne andate di Cristò, Terrarossa Edizioni
- Voglio vederti soffrire di Cristina Brondoni, Clown Bianco Edizioni
- Nerdopoli a cura di Eleonora C. Caruso, Effequ
- Di tutti i mondi possibili a cura di Silvia Costantino, Effequ
- Carezza blu di Michele Moro, inKnot Edizioni
- Il piano inclinato di Matteo di Pascale, Las Vegas Edizioni
- Lontano da qui di Giulia Meli, Las Vegas Edizioni
- Pillole di Guido Giustetto e Sara Strippoli, Add Editore
- Zagno di Alessio Gallerani, Lambda House
- Un altro giorno di morte in America di Gary Younge, Add Editore
- Il commensale di Gabriela Ybarra, Alessandro Polidoro Editore
- Non so di non sapere di Tony Brewer, Effequ
- Scansatevi dalla luce di James Williams, Effequ
- L’idra indecisa di Fulvio Risuleo, 001 Edizioni
- Il pantarèi di Ezio Sinigaglia, Terrarossa Edizioni
- Scale mobili di Lina Maria Ugolini, Splen Edizioni
- Incanto di Michele Bellone, Codice Edizioni
- L’occupazione di Alessandro Sesto, Gorilla Sapiens Edizioni
- Cacao City di Antonietta Usardi, Dalia Edizioni
- Un cerchio nel buio di Antonio Ciravolo, Splen Edizioni
- Deep web di Gianluca Malato, Lambda House
- Cronofagia di Davide Mazzocco, D Editore
- Di ferro e d’acciaio di Laura Pariani, NN Editore
Note a margine: I libri in cui non si vede il titolo non sono al contrario, è una precisa scelta di impaginazione di Splen Edizioni! E dove non ci sono i link al sito dell’editore ma ad Amazon è perché purtroppo il libro non era presente sul sito.
Lagioia confermato
Nicola Lagioia è stato confermato come direttore editoriale per i prossimi due anni, e sappiamo già le date non solo del 2020 ma anche quelle del 2021: l’anno prossimo il Salone ci sarà dal 14 al 18 maggio, e nel 2021 dal 13 al 17.
Arrivederci al prossimo anno!
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Nata nel 1991 nella nebbiosa Rovigo, si è diplomata al Liceo delle Scienze Sociali; nel 2014 si è trasferita a Palermo e nel 2015 a Torino, dove vive attualmente sperando di non dover fare altri traslochi. Non scrive ma ama i libri, internet, il rosso e le serie tv. A 12 anni si è innamorata dei forum e ha iniziato a crearli: nel 2008 ha fondato, cresciuto (e venduto otto anni dopo) Writer’s Dream. Nel 2016 ha dato vita a Ultima Pagina.
Bellissimo Il Pantarei
Appena lo leggo posto la recensione! Spero piaccia anche a me 😀