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[CSI#3] Rino e la mucca decapitata


Russotto

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-È finita. Finalmente se ne sono andati. No, bella la compagnia, mangiare assieme, asciugare due bottiglie di Barbera. Ma a un certo punto è bene che ognuno vada a casa sua a smaltire come meglio crede l’abbuffata. Io, per esempio, ora mi butto sotto le coperte, mia moglie e il piccolo dormono già beatamente, e tra un po’ dormirò pure io. Anche perché con tutto il cibo cibo e l’alcool che ho in corpo non credo ci sia altro che possa fare.

Questo fu l’ultimo pensiero che formulò Rino mentre si sdraiava accanto alla moglie che già dormiva. Poco dopo anche lui, aiutato dal Barbera, perse conoscenza.

Dopo che si fu rigirato un paio di volte trovò una posizione a lui confortevole e la casa piombò nel silenzio.

 

Non sapeva quanto tempo fosse passato quando un rumore lo strappò al sonno; subito il pensiero andò al figlio che dormiva nella stessa stanza ma nel suo lettino, attaccato al letto matrimoniale. Restò in attesa e sentì nuovamente quel rumore ma non era nulla di riconducibile al piccolo. Pensò di essere ancora troppo addormentato e attese ancora un po’. Lo sentì ancora e provò a sgranare gli occhi per focalizzare la stanza nella penombra creata dalla luce dei lampioni che filtrava attraverso le imposte.

Fu in quel momento che la vide, quell’enorme sagoma al fondo del letto sembrava viva, sembrava muoversi.

-Sarà il mucchio della roba da stirare, ma perché l’ha messo lì?- Pensò. Richiuse gli occhi e si girò su un lato pronto a riaddormentarsi ma subito un dettaglio di quella situazione lo fece ridestare.

-La roba da stirare non fa rumore. E soprattutto non si muove.

Spaventato trattenne il fiato e, con estrema lentezza, si rigirò e si tirò su appoggiando la schiena alla testiera del letto.

-Ciao Rino.

Quella voce strana così profonda e vibrata penetrò nei timpani di Rino con la violenza di un tuono e fece battere il suo cuore all’impazzata. Lui rimase immobile e atterrito a fissare quello strano essere che, in quella poca luce pareva sempre di più somigliare a una mucca.

-Ehi, ti ho salutato. Non mi rispondi neanche?

Rino chiamò a raccolta tutte le sue forze e si fece coraggio.

-Ehilà… co-come va?

-Non lo vedi da te?- Rispose il misterioso ospite.

-Beh, ti… ti trovo… bene.

Ma non ti sei accorto che mi manca la testa?

Il corpo di Rino fu percorso da un brivido di paura, quell’essere oscuro vagamente somigliane a una mucca e con quella voce vibrata e profonda parlava pur non avendo una testa.

-Allora? Ti sei ammutolito? Non hai mai visto una mucca senza la testa?

-In effetti- rispose Rino, quasi rincuorato dal fatto di aver indovinato di cosa si trattava -un paio di volte mi è capitato. Ma ti posso garantire che non parlavano.

-Ah no, eh? E come mai?

-Beh, perché erano… erano… mucche. Che diamine, le mucche non parlano! Ma cos’è uno scherzo questo? Chi sei? Che cosa vuoi?

A quella domanda la mucca senza testa rispose assumendo un tono affabulatorio -La tua testa, Rino. Io e te possiamo diventare una cosa sola.

-Ma sei scema? Sì che sei proprio una vacca! Solo a una bestia come te può venire in mente una cosa simile.- Tuonò Rino ora più indispettito che spaventato. -Ma che cosa sto facendo? Parlo con una vacca? Senza testa per giunta.

-Allora? Che c’è di strano? Io ti sto rispondendo.

Rino cominciò a pensare di essere diventato pazzo. Provò a svegliare la moglie per chiederle se anche lei vedesse quello che vedeva lui e quasi cadde dal letto per lo spavento quando vide la testa di un koala attaccata al collo di sua moglie.

-Cosa c’è?- Chiese il koala.

-Amore, va tutto bene?- domandò a sua volta Rino con voce tremante.

-Sì, va tutto bene perché?

-No, niente cara, continua a dormire.- Concluse Rino ormai certo di aver perso il lume della ragione.

-Il topolino dorme?- Chiese ancora la moglie marsupiale; Rino, d’istinto, puntò lo sguardo verso il lettino del figlio ma improvvisamente il nomignolo che lui e sua moglie avevano affettuosamente attribuito al piccolo gli fece paura, non osò guardare veramente quale essere stesse occupando il lettino. Si limitò ad ascoltare e, dopo aver riconosciuto il respiro della piccola creatura, rassicurò la moglie.

Tornò a rivolgersi alla mucca senza testa che era ancora lì ferma.

-Ascolta, a questo punto potrei anche dartela la mia testa; tanto non funziona più molto bene. Ma, sai com’è, ci sono molto… attaccato.- Detto questo sorseggiò un po’ di amaro dal suo bicchiere. Poi, facendo finta che quella fosse stata la più normale delle conversazioni, si alzò, salutò il centauro che gestiva il bar e già stava riordinando per chiudere e uscì dal locale.

Quando fu fuori si impose di non pensare di essere in salvo finché non fosse tornato a casa e, mentre sentiva il rumore degli zoccoli della mucca dietro di lui, si chiese come gli era venuto in mente di andare a bere con una mucca senza testa.

I passi della mucca si fecero sempre più vicini, tanto che li sentiva proprio dietro di lui. Quando la mucca lo raggiunse riprese a chiedergli la testa.

-Rino, ti rendi conto che sei rimasto l’unico a non aver ancora unito il tuo corpo con quello di un animale?

-Ma cosa vai dicendo? Lasciami stare.- Rino prese a correre per distaccare l’animale, corse per qualche minuto poi un’altra voce attirò la sua attenzione: qualcuno lo stava chiamando.

-Rino! Ti muovi? Sei sempre indietro. Per venire a cercare te sono partito in ritardo.

-Ero alla partenza come sempre, Massi. Perché mai sei dovuto venire… Massimo? Cos’è successo alla tua faccia?

-Niente. Cos’ha la mia faccia che non va?

-Hai le orecchie a punta, la faccia tonda e il naso… Massimo tu sei un… maiale!- Sentenziò Rino ormai in preda al panico, intanto alle loro spalle si sentiva la voce della mucca che chiamava con insistenza Rino.

-Rino, ci conosciamo da quindici anni e da quindici anni non facciamo altro che parlare di donne e sesso! E tu ora, mentre corriamo la Maratona ti metti a dire che sono un maiale?

-Ma hai la testa da porco!- Ribatté esasperato Rino.

-Ho capito, potrò scegliermi la testa che voglio, no?

Su quella Rino si guardò attorno e notò che anche gli altri atleti che partecipavano a quella gara erano metà uomini e metà animali. Esausto e confuso decise di fermarsi un attimo per capire cosa gli stesse succedendo. Andò alla macchinetta del caffè e inserì una moneta. Premette il pulsante accanto alla scritta “Cappuccino” e si appoggiò al muro in attesa che la bevanda fosse pronta.

Immediatamente sentì dei passi, il rumore dei tacchi delle scarpe da donna. E sembravano due.

-Meno, male. Speriamo che una di loro sia quella cavallona di Luisa; così mi rifaccio un po’ gli occhi.- Pensò mentre la sua mente focalizzava il corpo prorompente della ragazza.

Silvana arrivò proprio mentre Rino prelevava il suo cappuccino dalla macchinetta.

-Ciao Rino, come stai?

Rino rispose prima ancora di voltarsi. -Ciao carissima. Bene. Grazie. E tu? Sei in… oh mio Dio.

-Cosa c’è?- Chiese Luisa -Sto male vestita così?

-No… quella… sella… ti sta benissimo. E’ molto… succinta.- Fu la risposta migliore che venne in mente a Rino.

-Certo, è una sella inglese. Sono meno coprenti rispetto a quelle americane.- Commentò Luisa agitando maliziosamente la coda.

-Ehm, sì. Ho notato. Ora scusami devo andare.- Così dicendo, Rino corse via verso un lungo corridoio al fondo del quale notò due figure. Non riusciva ancora a distinguerle ma era certo che non voleva fare più incontri per quel giorno. Rallentò e cominciò a camminare per non sembrare spaventato e non attirare l’attenizione di quelle strane figure che sembravano essere in attesa del suo arrivo.

Mentre camminava passò accanto a una porta, incuriosito guardò attraverso la vetrata e lì vide la mucca decapitata e di fronte a lei un uomo alto con la testa da aquila. L’uomo con la testa d’aquila gli ricordava tremendamente un suo professore del quinto anno di superiori e gli sembrò che la mucca fosse a colloquio con lui come fanno i genitori degli allievi.

Provò a carpire qualcosa di quel che diceva il professore.

-...lo so, anche quando era mio allievo era il solito anticonformista paranoico. Tutto quello che facevano gli altri lui non lo faceva per partito preso.

-Non è vero! Coglione d’un prof.! Tutti uguali, pensano sempre di sapere tutto di noi. Altro che aquila, la testa di un asino doveva mettersi!- Si accorse di aver parlato ad alta voce e, prima che i due occupanti di quella stanza si accorgessero di lui riprese a correre. Le due figure al fondo del corridoio erano sempre lì e divenivano sempre più distinguibili: erano le due ragazze con le quali era stato assieme da giovane. Non provò alcuno stupore nel vederle entrambe mostrare delle maestose code di pavone.

-Ci avrei giurato!- disse mentre correva verso di loro senza alcuna paura prima di ricordarsi che i pavoni mostrano la loro coda in segno di minaccia. Quel pensiero lo fece arrestare di colpo, si voltò e notò il professore che gli correva dietro con la mucca senza testa al seguito. Si sentì braccato e cominciò a urlare. Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo finché senti qualcosa che lo colpiva ripetutamente sulla nuca.

-Pezzo di idiota! Piantala di urlare. Così svegli il piccolo e lo spaventi.-

Rino riconobbe subito la voce sussurrata ma decisa della moglie che lo redarguiva senza far troppo rumore.

Rino si voltò e con sua grande gioia vide il viso di sua moglie, le sfiorò la guancia con prudenza temendo di sentire la peluria di un koala ma sentì la pelle liscia alla quale era abituato.

-Mmm, che ruffiano che sei.- Fu la risposta della moglie che aveva scambiato quel gesto per una carezza -Adesso mi coccoli finché non mi riaddormento.

-Amore?

-Sì?

-Prima che ti avvinghi a me come un… koala. Volevo dirti che dobbiamo aggiustare quel soprammobile.- Sentenziò Rino con fermezza.

-Quale?

-La mucca, quella che ho fatto cadere e alla quale si è rotta la testa.

-Sì, bravo. Adesso dormi. E coccolami.

 

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Qualche segnalazione:

On 2/2/2017 at 01:07, CSI dice:

Anche perché con tutto il cibo cibo e l’alcool che ho in corpo non credo ci sia altro che possa fare.

refuso di cibo scritto due volte e metterei una virgola dopo corpo

On 2/2/2017 at 01:07, CSI dice:

-Sarà il mucchio della roba da stirare, ma perché l’ha messo lì?- Pensò.

se  è un pensiero, dovresti differenziare dal discorso diretto, magari con le virgolette o il corsivo.

On 2/2/2017 at 01:07, CSI dice:

Ma cos’è uno scherzo questo?

metterei una virgola dopo cos'è.

On 2/2/2017 at 01:07, CSI dice:

Detto questo sorseggiò un po’ di amaro dal suo bicchiere. Poi, facendo finta che quella fosse stata la più normale delle conversazioni, si alzò, salutò il centauro che gestiva il bar e già stava riordinando per chiudere e uscì dal locale.

Qui mi sono persa... dunque: era a letto, ha svegliato la moglie/koala, ha controllato il piccolo nella culla e poi esce da un bar gestito da un centauro?  Ok, presumendo che si tratti di un incubo dovuto alla digestione difficile, ci sta, ma spiazza un po' e comunque anticipa il finale.

Nel complesso è un racconto molto divertente, le disavventure del malcapitato sono molto particolari. È stato chiaro fin da subito che si trattasse di un incubo, ma il saperlo non mi ha fatto perdere la voglia di vedere come poteva andare a finire la storia. 

Brav@ a rileggerci presto.

P.S. L'associazione alla moglie al koala per la sua abitudine di accoccolarsi al marito l'ho molto apprezzata così come il fatto che tutti gli animali citati avessero una somiglianza caratteriale con i personaggi a cui erano stati  associati.

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Okay, questo racconto è folle :rotol: 

Potrebbe bastare così il commento, mi sembra degno del racconto, ma proviamo ad approfondire :asd: Abbiamo un tizio, decisamente brillo, che scambia un soprammobile per una mucca vera e propria e si fa di quei trip della madonna :asd: ora l'unica domanda è: Il nome Rino è diminutivo di rinoceronte? È una cosa voluta per stare in tema animali? :rotol: 

Strano ma bello, scritto bene e liscio come l'olio. Io pensavo che la mucca è senza testa perché Rino magari è un cacciatore e gliela ha staccata e appesa nel suo cottage come trofeo, ma così è meno banale :rotol:

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Ospite Pietro

 

Racconto molto divertente che introduce il lettore sin da subito nel vivo delle disavventure del malcapitato protagonista. La dimensione narrativa nella quale Rino si trova, per così dire, "ingabbiato" presuppone l'associazione caricaturale di figure animali a persone prossime o lontane nel tempo e nello spazio. Rino si scopre l'unico a sottrarsi a una simile anomalia. L'effetto di straniamento rende ciò che al suo sguardo appare incomprensibile, sensato e coerente in quella dimensione frutto di una efficace ubriacatura che ridesta ciò che la mente reprime durante la veglia.

La narrazione non è sempre lineare e in alcuni passaggi la sensazione che provoca al lettore è di smarrimento, com'è stato già notato da Mary:

"Detto questo sorseggiò un po’ di amaro dal suo bicchiere. Poi, facendo finta che quella fosse stata la più normale delle conversazioni, si alzò, salutò il centauro che gestiva il bar e già stava riordinando per chiudere e uscì dal locale".

 

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Ospite Zio Disagio

Simpatico :)

Con la scusa di un incubo, ci proponi un divertente  scorcio di mondo trilussiano (non dico alla Fedro, perché le connotazioni umane popolano sono più marcate degli archetipi classici). Uomini animaleschi o animali umani? Oppure nessuna delle due: una curiosa via di mezzo fra il reale e una sua esagerazione a forse questo racconto è soprattutto uno scherzo, un divertimento letterario per trasfigurare la monotona vita di tutti i giorni in una grottesca caricatura di cartone dianeyano. Particolarmente apprezzato lo studio dei personaggi-animali: hai reso benissimo l'idea dell'amico godereccio, la collega provocante e procace, la consorte-coccolona ecc.

lo stile mi pare buono, forse un po' frettoloso in alcuni punti (credo a causa della effettiva penuria di tempo), ma certamente completo.

Simpatico. Diverte e intrattiene senza grosse pretese. Una buona prova!

 

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Dovessi descrivere questo racconto con un aggettivo solo direi senz’altro esilarante. Mi sono scompigliata dalle risate dall’inizio alla fine. Mi è piaciuto il mondo che hai creato intorno alle figure animali. Non si sa se parliamo degli uomini con le sembianze animalesche o sono animali con le caratteristiche umane. Lo stile è buono, la storia simpatica che si segue con immenso piacere e sorridendo di continuo. Folle e divertente. Una buona prova. Bravo/a!

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Grazie a tutti per i vostri commenti. Ma quanto mi sono divertito questa volta? Tanto a scrivere quanto a leggere storie e commenti.

Un paio di curiosità sul mio racconto: sabato scorso, durante una cena a casa mia, la cugina di mia moglie ha urtato un soprammobile a forma di mucca, ricordo della "Sin-a dij Marghè", la cena dei Margari (un evento tradizionale degli allevatori di mucche piemontesi). Il soprammobile è caduto per terra e la testa della mucca si è rotta. Poco dopo ci siamo accorti che mio figlio, che ha diciotto mesi, si impauriva nel vedere quell'animale decapitato. Immediatamente mi è venuto da pensare alla più classica delle battute: "Se la sognerà stanotte". Il resto è storia nota.

Le due ragazze al fondo del corridoio, vanitose come pavoni, sono un omaggio a "The Shining" (una ripetizione da parte mia ma mi viene in mente ogni volta che racconto una scena ambientata in un corridoio :asd: )

Grazie ancora a tutti.

Ciao.

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