IlFratelloFiglioUnico Inviato 9 Dicembre 2024 Segnala Condividi Inviato 9 Dicembre 2024 Perdonatemi, stamattina mi sono svegliato con in testa due imperativi categorici: cercare un nuovo lavoro e capire cosa pensano gli editor sulla digressione nei testi narrativi. In particolare nei testi narrativi in prima persona. In particolare nei testi narrativi del paese da un milione (circa) di titoli l'anno. In particolare nel paese in cui, forse di conseguenza, l'asticella si abbassa sempre più... Il Milan Kundera anziano difendeva le "licenze digressive" nei suoi romanzi. Sosteneva che se non avesse potuto "divagare" rispetto a sequenze narrative e dialoghi, non avrebbe potuto esprimere, ad esempio, la sua riflessione sul kitsch. Chiedo perché a trovare un altro lavoro da soli si fa sempre in tempo, mentre la dilagante assenza di "problematizzazioni" della realtà (anche di quella fictional) contribuiscono di molto a creare il paese che vediamo... (altro che disoccupazione: precarietà, acriticità, predominio della popolarismo da algoritmo social...). So che sembra "na pippa", ma mi chiedo... la pratica di mettere dubbi nella testa della gente seppure in vendibilissime formule pop, è ancora in voga? Scusate gli errori, scrivo da telefonino (e non trovo neanche un "modifica"). Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Messaggi raccomandati
Crea un account o accedi per lasciare un commento
Devi essere un membro per lasciare un commento
Crea un account
Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!
Registra un nuovo accountAccedi
Sei già registrato? Accedi qui.
Accedi Ora