Gianluigi Inviato 23 Aprile 2023 Segnala Condividi Inviato 23 Aprile 2023 Sogno nella foresta Cala la notte, ormai, nella foresta, Cade spezzato il giorno, e nero tinge Il cielo in alto, o quello che ne resta, Che gli astri cinge. Prendono vita in terra le civette, I pipistrelli, le volpi ed i ghiri; S’odono ormai solo le cavallette, E i miei sospiri. Cammino, perso già da molte ore, Senza una strada, tra radici e sassi L’unica guida è una torcia e il rumore Dei lesti passi. Oltre la quercia verde, ed ora scura, Ecco la Luna, ormai poco brillante Fonte misera e sacra, fonte sicura Al mendicante. Lo smarrimento e l’aspra mia stanchezza Mi inducono, al riparo di un abete, A riposare il corpo che si spezza In questa quiete. Sereno e perso guardo l’orizzonte, Ma nulla vedo nella notte nera Eppure mai mi pose il mondo in fronte Vertà più vera. Le nuvole ho varcato, e cieli, e stelle Le radici ho toccato, del mondo il cuore; Ho visto sulla terra cose belle, Senza il dolore. Mi sveglio, ed ecco a un tratto le aspre luci, Ecco i soccorsi e le persone liete Di avermi infin trovato in quell’anfratto, Sotto il mio abete. Io li ringrazio, sbigottito ancora E non capisco quel che è appena stato. Quello che ho visto ora al pensier riaffiora E perdo il fiato. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
lupo Inviato 10 Settembre 2023 Segnala Condividi Inviato 10 Settembre 2023 Ciao, ho apprezzato il ricorso al lessico proprio della poesia italiana. Ne approfitto per dire una cosa che penso: certe volte le poesie hanno solo un lessico da prosa, come se gli autori ignorassero i bacini profondissimi di parole poetiche che possiede l'italiano; è questa una delle cose che rende la poesia italiana migliore di molte altre: la sua varietà e la sua ampiezza. Tu sembri davvero conoscere questi repertori e muoverti a tuo agio al loro interno. Anche la cadenza dei versi è apprezzabile; sarebbe stato bello anche uno studio degli accenti, cioè l'impiego della metrica "tonale" e non solo quella sillabica (cioè non solo versi con lo stesso numero di sillabe, ma anche con giochi sulla posizione degli accenti, come nelle poesie classiche antiche), ma questo è un mio fetish. Ho anche trovato gradevole la "linearità", il fatto che sostanzialmente sia un testo chiaro; trovo però che questo sia andato a scapito dell'effetto retorico e, per così dire, pirotecnico della lingua. Ovvio che il mio gusto è il mio gusto; sarebbe bello leggere qualche altra opinione a riguardo. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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