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Sogno nella foresta


Gianluigi

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Sogno nella foresta

Cala la notte, ormai, nella foresta,
Cade spezzato il giorno, e nero tinge
Il cielo in alto, o quello che ne resta,
Che gli astri cinge.

Prendono vita in terra le civette,
I pipistrelli, le volpi ed i ghiri;
S’odono ormai solo le cavallette,
E i miei sospiri.

Cammino, perso già da molte ore,
Senza una strada, tra radici e sassi
L’unica guida è una torcia e il rumore
Dei lesti passi.

Oltre la quercia verde, ed ora scura,
Ecco la Luna, ormai poco brillante
Fonte misera e sacra, fonte sicura
Al mendicante.

Lo smarrimento e l’aspra mia stanchezza
Mi inducono, al riparo di un abete,
A riposare il corpo che si spezza
In questa quiete.

Sereno e perso guardo l’orizzonte,
Ma nulla vedo nella notte nera 
Eppure mai mi pose il mondo in fronte 
Vertà più vera.

Le nuvole ho varcato, e cieli, e stelle
Le radici ho toccato, del mondo il cuore;
Ho visto sulla terra cose belle,
Senza il dolore.

Mi sveglio, ed ecco a un tratto le aspre luci,
Ecco i soccorsi e le persone liete
Di avermi infin trovato in quell’anfratto,
Sotto il mio abete.

Io li ringrazio, sbigottito ancora
E non capisco quel che è appena stato.
Quello che ho visto ora al pensier riaffiora
E perdo il fiato.

 

 

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  • 4 mesi dopo...

Ciao,

ho apprezzato il ricorso al lessico proprio della poesia italiana. Ne approfitto per dire una cosa che penso: certe volte le poesie hanno solo un lessico da prosa, come se gli autori ignorassero i bacini profondissimi di parole poetiche che possiede l'italiano; è questa una delle cose che rende la poesia italiana migliore di molte altre: la sua varietà e la sua ampiezza. Tu sembri davvero conoscere questi repertori e muoverti a tuo agio al loro interno. Anche la cadenza dei versi è apprezzabile; sarebbe stato bello anche uno studio degli accenti, cioè l'impiego della metrica "tonale" e non solo quella sillabica (cioè non solo versi con lo stesso numero di sillabe, ma anche con giochi sulla posizione degli accenti, come nelle poesie classiche antiche), ma questo è un mio fetish.

Ho anche trovato gradevole la "linearità", il fatto che sostanzialmente sia un testo chiaro; trovo però che questo sia andato a scapito dell'effetto retorico e, per così dire, pirotecnico della lingua. 

Ovvio che il mio gusto è il mio gusto; sarebbe bello leggere qualche altra opinione a riguardo.

 

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