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La caccia (racconto a capitolo unico di 9000 caratteri)


Steve666

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Il mondo non è mai quello che sembra.

Quante volte vi siete sentiti ripetere questa frase? Ebbene è la verità.

Quello che vedete, che vi sembra di vedere, non è reale; si tratta di un velo che cela l'ombra dietro di sè. Vi sentite al sicuro, credete di avere il controllo, ma non è così, perché dietro il velo ci sono quelli come me, e siamo in tanti. Siamo in mezzo a voi, perfettamente mimetizzati, e siamo pronti a colpirvi in ogni momento, saltarvi addosso per succhiarvi ogni alito di vita.

Non ci potete vedere ma siamo qui, ed aspettiamo l'occasione buona per prosciugarvi, per sacrificare la vostra vita sull'altare dei nostri padroni. Lo facciamo per sopravvivere, per il nostro status ma anche, talvolta, per puro piacere.

Vampiri, sanguisughe, incubi, sono questi i nomi con cui ci avete chiamato da sempre, ma nessuno di voi conosce il nostro vero nome. Preferite chiamarci così, senza curarvi di sapere chi siamo veramente, “cosa” siamo veramente. Noi invece sappiamo tutto di voi, delle vostre vite, ogni più insignificante particolare noi lo possiamo percepire, perché abbiamo il Potere, sappiamo svelare i vostri più intimi segreti e li usiamo contro di voi. Potete fingere di essere qualcun altro, ma non ci potete sfuggire. Potete nascondervi, ma non sarete mai davvero al sicuro perché sappiamo come trovarvi, non riuscirete mai a sfuggirci se vi abbiamo scelto come preda. Non vi lasceremo scampo, inizieremo seguirvi da lontano, nascosti nel buio, per osservarvi e carpire ogni informazione possibile, le vostre abitudini, le vostre manie, i vostri vizi. E poi le useremo per ghermirvi.

Sapere tutto di voi renderà la caccia più dolce e stuzzicante, scoprire i vostri segreti, le cose che nessuno sa di voi, ci permetterà di stendervi intorno una rete dalla quale non potrete fuggire, e come ragni vi avvolgeremo in un bozzolo fatto di sottili fili invisibili ma forti come l’acciaio, da cui non potrete evadere e che potremo usare per potervi succhiare via con calma la vita, fino a che non sarete svuotati ed esangui, inutili, e come rifiuti vi abbandoneremo per la strada.

Non ci credete? Fate come volete, anzi è meglio se siete convinti che la mia sia una storia irreale, abbiamo sempre contato molto su questo scettiscismo per ottimizzare la caccia. E come vi ho detto dalla caccia dipende la nostra sopravvivenza. La nostra, appunto.

 

"Guarda quell'uomo laggiù!” ricordo mi disse la prima volta il mio mentore, il mio Sire.

Eravamo nascosti dietro alla siepe da oltre due ore, nel buio, e la sua voce che sembrava quasi un sussurro fu capace di gelarmi il sangue. Il momento della mia prima caccia si stava avvicinando e, lo ammetto, avevo paura, ero nervoso, ma soprattutto affamato.

 

”Cosa noti?” mi domandò dopo qualche istante. La preda che mi stava indicando sembrava un uomo come tanti, con vestiti dimessi e un’andatura rapida, leggermente zoppicante. Forse era un pendolare, un operaio.

"Sciocchezze!” mi redarguì quando glielo dissi. “Non vedi come cammina? Troppo calmo per essere un operaio, troppo veloce per essere un dirigente"

“Un impiegato allora?” azzardai.

"Un professionista, che vestito in quel modo non vuole dimostrarlo. Però si vede che ha soldi, parecchi" sentenziò lui, senza distogliere lo sguardo dall’uomo.

Sorrisi pensando a quanta esperienza avesse accumulato con le migliaia di cacce che aveva fatto fino ad allora. Ero fortunato ad averlo come maestro, e sarei voluto diventare come lui. Lo ammiravo per la sua freddezza.

"Da quanto tempo cacci?" domandai a bassa voce, quasi timoroso.

"Il tempo vola quando ci si diverte” disse, e un leggero sogghigno gli deformò il viso. “Sono secoli ormai, e mi sembra sempre la prima volta. E’ ancora lontano il tempo per la pensione!”

Quelle parole, o forse il ricordo delle prime cacce che gli avevo instillato con la mia domanda, sembrò ringiovanirlo. “Il segreto è farlo senza porsi troppe domande. Devi farlo per sopravvivere, punto. Prestare attenzione ai dettagli ma una volta partita la caccia, non devi più fermarti fino a che non sentirai che non c’è più nulla da succhiare. A quel punto, e solo a quel punto, potrai mollare la presa”

Indicò con il mento il tizio ormai poco distante da noi. "Sembrano tutte pecorelle innocenti. Sempliciotti. Ma fai attenzione perché se ti distrai anche solo per un istante sei smascherato, e se ti smascheri ti riconosceranno e saranno loro a dare la caccia a te. Se invece li tieni a bada lotteranno fino alla morte pur di salvarsi, il genere umano ha la lotta e la difesa scritte nel DNA, ma tu sei un cacciatore, e il tuo DNA è più forte”

"Hai mai avuto un tentennamento, un rimorso?" domandai "Alcuni di loro hanno famiglia, figli..."

Con un cenno della mano mi zittì innervosito. "Ti ho appena detto di non porti domande. Sono prede. Nessun rimorso, nessuna pietà. Solo prede, cibo, status superiore, benessere, sopravvivenza. La tua sopravvivenza dipende dalla loro distruzione. Nulla di più, nulla di meno"

"Torniamo a lui" proposi indicando il tizio, ma con un tono dimesso per rabbonirlo. Non volevo si adirasse e il mio status era inferiore al suo, avrebbe potuto farmi del male se avessi esagerato. In fin dei conti era la mia prima volta, e potevo contare su un po’ di indulgenza.

Lui sorrise benevolmente, quasi avesse compreso il mio imbarazzo. "Guardagli le mani, il dito: cosa vedi?”

“Il segno sull’anulare. Una fede” mormorai aggrottando la fronte.

“Si è separato da poco, quindi è un uomo solo" concluse, con un visibile compiacimento per la mia inaspettata abilità di osservazione.

"Quindi nessuno che lo stia aspettando a casa, nessuno che potrebbe difenderlo" continuai.

"Non solo" aggiunse il mio mentore. "Ci dice anche altro: cosa fanno gli uomini soli?"

"Cercano donne" tentai.

“Quindi usa la sua debolezza contro di lui". Fece una pausa e poi riprese osservandolo attentamente. "Guarda come è vestito: sembra dimesso ma osservagli la cintura di pelle firmata, le scarpe di marca" riprese. "E' uno che ci tiene all'aspetto, e significa anche che sta bene economicamente"

“Questo come può aiutarci?” domandai.

"Se sei appena separato e puoi permetterti certi lussi, allora vuol dire che nascondi qualcosa... e sei alla ricerca di una donna. Quindi la nostra preda ha una doppia vita, ed è qui in piazza per trovare una compagna per la notte"

Ero stupefatto dalla sua abilità, un misto di intuito e deduzione. Un predatore nato, prudente e spietato.

"Ecco, sta salendo sull'auto: un'utilitaria neppure nuova, quindi tutto lascerebbe pensare che si tratti di un uomo solo, abbastanza povero, un reddito basso e una separazione che lo sta prosciugando. Un uomo finito insomma, Uno che vuole solo rintanarsi in casa ed attendere domani, un'altra giornata di duro lavoro per pagare i debiti. Ma nulla è come appare: devi sempre tenere i tuoi sensi all'erta" mi ammonì mentre la nostra preda si allontanava.

 

L'uomo ricomparve verso mezzanotte, proprio come aveva previsto il mio mentore. Sembrava diverso, vestiva un giubbotto in pelle firmato, un paio di pantaloni fatti sicuramente su misura da un sarto, e la camicia di seta bianca sgargiante sotto le luci dei lampioni lo rendeva simile ad un attore americano. L’abbronzatura metteva in risalto i capelli biondi scarmigliati dal casco, perché era arrivato a cavallo di uno scooter di grossa cilindrata nuovo fiammante, che poteva valere da solo tre o quattro volte l'utilitaria con cui si era allontanato nel pomeriggio.

"Mai fidarsi delle apparenze" ripetè soddisfatto il mio mentore. "Come ti dicevo ha una doppia vita, quindi puoi aspettarti di tutto da uno così. Fai attenzione!"

Si trattava effettivamente di una preda di tutto rispetto, e con uno come lui avrei potuto soddisfare le mie esigenze per un bel po'; di sicuro non sarebbe stato facile sopraffarlo perchè avrebbe combattuto fino alla fine e si sarebbe difeso alla morte pur di non soccombere, ma era comunque spacciato: o lui o noi, e di sicuro non gli avremmo lasciato scampo.

Il mio mentore mi guardò e fece un cenno. "Prendiamolo prima che si mescoli con gli altri avventori di quel locale, adesso che sta scendendo dalla moto”:

Risposi con un ghigno. Avevo paura di sbagliare e deludere il Maestro, ma lui mi lesse nel pensiero. "Fai come ti ho insegnato, lasciati guidare dall’istinto ed andrà tutto bene: passa dietro e avvicinati alle sue spalle, io per questa volta lo affronterò. Guarda e impara, poi toccherà a te la prossima vittima”

Ci avviammo verso di lui con fare indifferente e quando gli fummo abbastanza vicino ci dividemmo: io mi posizionai alle spalle e il mio mentore puntò direttamente verso il muso dello scooter, facendo un giro più ampio. Appena fummo in posizione l’uomo alzò lo sguardo e dalla sua espressione quando si voltò verso di me capì di non avere scampo. Con un gesto fulmineo della mano destra, prima che l’uomo riuscisse ad abbozzare una qualsiasi reazione, il mio maestro afferrò le chiavi della moto e le sollevò davanti agli occhi della preda, lasciandole dondolare come se volesse ipnotizzarlo. L’uomo, colto di sorpresa, non riuscì ad azzardare neppure reazione, mentre il mio mentore sollevando la mano destra in cui si era magicamente materializzato un tesserino, gli disse beffardo:

"Agenzia delle Entrate, signor Rossi, intanto la moto ce la prendiamo noi, e ora vediamo cos’altro ha il nostro caro evasore totale …”

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Mi dispiace Steve666, non riesco a leggere quando ci si rivolge direttamente al lettore. Condivido il pensiero di  Gustave Flaubert : L’autore, nell’opera sua, deve essere come Dio nell’universo, presente dappertutto e visibile in nessun luogo.

  • Grazie 1
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Ciao! Ho letto la tua storia giorni fa ma riesco a lasciare un commento solo ora che sono da pc. Ad ogni modo, eccomi qua!
A mio modestissimo parere (sono una dilettante), ho trovato la storia scorrevole, la forma mi è piaciuta e credo tu sia riuscito nell'intento di stupire il lettore nel finale!

 

Spoiler

Devo dirlo, alla prima lettura non avevo affatto capito che non si stesse parlando realmente di vampiri e ho trovato il parallelismo con l'Agenzia delle Entrate divertente ed efficace!

Ti segnalo qualche errore che ho trovato nel testo. Oltre a ciò, mi raccomando, continua a scrivere!

Il 17/8/2022 at 16:17, Steve666 ha scritto:

Fate come volete, anzi è meglio se siete convinti che la mia sia una storia irreale,

Secondo me sarebbe più scorrevole e corretto scrivere: Fate come volete, anzi, meglio ancora se credete che la mia sia una storia inventata...

Il 17/8/2022 at 16:17, Steve666 ha scritto:

Ecco, sta salendo sull'auto

Credo sia più corretto dire "salire in auto"

Il 17/8/2022 at 16:17, Steve666 ha scritto:

Un uomo finito insomma, Uno che vuole

"Uno" con la minuscola

Il 17/8/2022 at 16:17, Steve666 ha scritto:

adesso che sta scendendo dalla moto”:

Togli i due punti dopo il discorso diretto

 

Il 17/8/2022 at 16:17, Steve666 ha scritto:

io per questa volta lo affronterò

Credo sia meglio scrivere: "per questa volta lo affronterò io", per dare maggiore attenzione ed enfasi all'elemento "io"

 

Il 17/8/2022 at 16:17, Steve666 ha scritto:

L’uomo, colto di sorpresa, non riuscì ad azzardare neppure reazione,

Qui qualcosa non mi torna. Forse volevi dire "nessuna reazione" al posto di "neppure"?
Io metterei qualcosa come: "L'uomo, colto di sorpresa, non riuscì a reagire in alcun modo"

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Innanzitutto ringrazio @Clara Battiston per gli utili feedback e segnalazioni. Ammetto che quando scrivo di solito tendo a rileggere cento volte, e correggere 101, quindi l'ultima lascia sempre qualche imprecisione determinata dai tagli e dalle modifiche. Concordo su tutti i punti, per cui... grazie! Ti assumo come editor personale (ovviamente "aggratis" come nello spirito del forum :-D )

Scrivo per diletto, da sempre, quindi non c'è pericolo che smetta. Anche se non amo pubblicizzare quello che scrivo. Ho pubblicato per scommessa e non per "voglia", per cui ormai non c'è neppure più pericolo che si possano trovare altri miei libri nelle librerie. Qui mi piace ogni tanto sottoporre qualcosa che ho scritto, spesso di getto, giusto per vedere l'effetto che fa. Grazie ancora quindi, e se riesci fammi sapere cosa pensi delle altre due "brevissime" (ti pagherò un caffè se passi da Brescia).

@PierpaoloR Grazie per il tuo commento, anche se ovviamente non lo condivido. Fa parte del mio stile quando scrivo testi brevi rivolgermi in qualche modo al lettore: lo trovo più coinvolgente, lo "trascina" nella storia. Comprendo come questo modo di scrivere possa esserti antipatico, anche a me certi modi di scrivere non piacciono per principio, ma dissento sul pensiero di Flaubert, che amo come scrittore anche se ovviamente è un po' datato. Premesso che non mi paragonerei mai a "dio" (minuscolo), e il mio nick dovrebbe suggerirlo e il brevissimo "il cucciolo" potrebbe spiegarlo meglio, in un racconto voglio ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, e questa tecnica narrativa me lo consente. Ci sono racconti epistolari anche nel periodo di Flaubert che di fatto usano tecniche simili (non li amo particolarmente, ma ci sono!), e raccontare in terza persona non mi coinvolge come scrittore, figurarsi come lettore. Nel mio romanzo ci sono due storie che si intersecano, quella contemporanea, raccontata in prima persona, e quella ambientata nel 1600 che è raccontata in terza. Tra le due quella che mi ha visto più coinvolto è stata quella in prima persona, però a parere di tutti la più appassionante è stata l'altra, quindi... forse hai ragione tu. Ma dato che scrivo per piacere mio e non per piacere agli altri, temo che pur dandoti ragione continuerò a sbagliare a modo mio. Ma spero che tu mi legga lo stesso...

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Il 26/8/2022 at 12:02, Steve666 ha scritto:

Innanzitutto ringrazio @Clara Battiston per gli utili feedback e segnalazioni. Ammetto che quando scrivo di solito tendo a rileggere cento volte, e correggere 101, quindi l'ultima lascia sempre qualche imprecisione determinata dai tagli e dalle modifiche. Concordo su tutti i punti, per cui... grazie! Ti assumo come editor personale (ovviamente "aggratis" come nello spirito del forum :-D )

Scrivo per diletto, da sempre, quindi non c'è pericolo che smetta. Anche se non amo pubblicizzare quello che scrivo. Ho pubblicato per scommessa e non per "voglia", per cui ormai non c'è neppure più pericolo che si possano trovare altri miei libri nelle librerie. Qui mi piace ogni tanto sottoporre qualcosa che ho scritto, spesso di getto, giusto per vedere l'effetto che fa. Grazie ancora quindi, e se riesci fammi sapere cosa pensi delle altre due "brevissime" (ti pagherò un caffè se passi da Brescia).

@PierpaoloR Grazie per il tuo commento, anche se ovviamente non lo condivido. Fa parte del mio stile quando scrivo testi brevi rivolgermi in qualche modo al lettore: lo trovo più coinvolgente, lo "trascina" nella storia. Comprendo come questo modo di scrivere possa esserti antipatico, anche a me certi modi di scrivere non piacciono per principio, ma dissento sul pensiero di Flaubert, che amo come scrittore anche se ovviamente è un po' datato. Premesso che non mi paragonerei mai a "dio" (minuscolo), e il mio nick dovrebbe suggerirlo e il brevissimo "il cucciolo" potrebbe spiegarlo meglio, in un racconto voglio ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, e questa tecnica narrativa me lo consente. Ci sono racconti epistolari anche nel periodo di Flaubert che di fatto usano tecniche simili (non li amo particolarmente, ma ci sono!), e raccontare in terza persona non mi coinvolge come scrittore, figurarsi come lettore. Nel mio romanzo ci sono due storie che si intersecano, quella contemporanea, raccontata in prima persona, e quella ambientata nel 1600 che è raccontata in terza. Tra le due quella che mi ha visto più coinvolto è stata quella in prima persona, però a parere di tutti la più appassionante è stata l'altra, quindi... forse hai ragione tu. Ma dato che scrivo per piacere mio e non per piacere agli altri, temo che pur dandoti ragione continuerò a sbagliare a modo mio. Ma spero che tu mi legga lo stesso...

Sono felice che le mie correzioni siano tornate utili! E' proprio vero, uno può leggere e rileggere lo stesso testo mille volte ma ci saranno sempre degli errori che ci sfuggiranno!
Appena avrò un attimo di tempo lascerò ben volentieri un commento anche sulle tue altre storie! Per ora, ti segnalo che forse questo tuo racconto, essendo autoconclusivo e in un unico capitolo, dovrebbe andare nella sezione "I brevissimi", che hanno come limite i 10000 caratteri!
Buone storie :love:

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 "I brevissimi", che hanno come limite i 10000 caratteri!... a me risultano 5000. Io normalmente nei racconti cerco sempre di stare entro quel limite, ma qui devo tagliare parecchio per rientrare nei 5000, per cui se i tagli vanno oltre il limite di tolleranza per non perdere la storia, allora avevo pensato di metterli qui... Anche se ammetto che avevo il dubbio che potesse essere una forzatura.

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3 minuti fa, Steve666 ha scritto:

 "I brevissimi", che hanno come limite i 10000 caratteri!... a me risultano 5000. Io normalmente nei racconti cerco sempre di stare entro quel limite, ma qui devo tagliare parecchio per rientrare nei 5000, per cui se i tagli vanno oltre il limite di tolleranza per non perdere la storia, allora avevo pensato di metterli qui... Anche se ammetto che avevo il dubbio che potesse essere una forzatura.

Aaah, e hai anche ragione, in effetti "I brevissimi" ha il limite dei 5000 caratteri. Allora forse dovresti semplicemente pubblicare in Racconti, senza sottosezione? Non lo so, ma nel dubbio evoco @Ayame o @Russotto o qualsiasi altrə veteranə del forum :bash:

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  • 6 mesi dopo...

Oh, che bello!

Bravo Steve! L'effetto "la sentinella" è perfettamente riuscito! I refusi e i piccoli accorgimenti che ti hanno già segnalato non intaccano per nulla la lettura, che risulta essere molto piacevole, scorrevole e lineare. Ottima l'attenzione alle pause narrative. I dialoghi sono efficaci. L'inganno sulla natura del protagonista è dosato alla perfezione. Complimenti!

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