Steve666 Inviato 19 Luglio 2022 Segnala Condividi Inviato 19 Luglio 2022 Non ho capito bene come funziona questo blog, ma se qui si può scrivere un po' di tutto, stile libero cazzeggio, allora inizio scrivendo a proposito di una cosa che davvero mi fa inca...volare da morire! Quando leggo su blog o riviste in cui si tratta di scrittura creativa il termine "aspirante scrittore" mi si contorcono le budella. Non credo esista una casta eletta di "scrittori", ma esistono orde di "scrittori non pubblicati", sciami di "scrittori che sperano di pubblicare" e lobby di scrittori pubblicati, seppure distinti a loro volta tra le varie sottocategorie che spaziano da quelli "a pagamento" fino ai "self", passando inevitabilmente per i paraculi (che sono quelli che hanno pubblicato perché sono politici o personaggi famosi, e poco importa che siano poco più che analfabeti). Ma non esiste la categoria degli "aspiranti". Scrivere è un atto semplice, che più o meno dalle elementari tutti o quasi hanno imparato. Ci sono quelli che lo fanno bene, altri meglio, qualcuno peggio, ma la semplice pressione di un tasto (una volta bastava addirittura una riga su di un foglio bianco) ci trasforma tutti magicamente in uno "scrittore" fatto e finito. Gli "aspiranti" semmai aspirano alla pubblicazione, ma anche qui che senso ha visto che bastano pochi euro e ci si può pubblicare da soli? Sono scrittore solo perché ho pagato più o meno indirettamente (anche il self è una pubblicazione a pagamento, e so quanto questo possa urtare la sensibilità di taluni). Quindi prima sono un "aspirante", poi basta che paghi un tot, oppure acquisti un tot di copie, o peggio ancora clicchi su di un sito inserendo il manoscritto in formato pdf prima e il numero della carta di credito dopo e mi trasformo magicamente in "scrittore" (ancorché senza l'aggettivo "famoso")? Che senso ha definirsi "aspiranti" prima e "scrittori" poi, visto che l'unica differenza tra un aspirante scrittore e uno scrittore non è l'aver pubblicato ma l'aver scritto qualcosa di più della lista della spesa? Le royalties (0,60 cent. a copia nel mio caso, ma sarò un'eccezione), non giustificano un esborso neppure minimo, neppure per un editing a pagamento, figuriamoci per una pubblicazione che nel migliore dei casi vedrà la polvere sulla libreria di qualche stretto parente o amico. Quindi resta solo una cosa: l'aver scritto. Concludendo: "aspirante" di che? Di trovare una casa editrice che ti dica quanto il tuo capolavoro sia fatto per passare alla storia, magari soltanto una settimana dopo che hai mandato il manoscritto, e poi ti avvisa che con un misero contributo potrai dare un impulso alla letteratura contemporanea? Oppure aspirante a cliccare su quel sito che un paio di giorni dopo ti manda a casa una pila di libri orrendamente rilegati, con una copertina disegnata da un gatto ubriaco e un editing fatto da un ipovedente rincoglionito (sperando non te le sia fatte da solo, copertina compresa, nel qual caso ritiro tutto). Credo che la parola "aspirante" sia da voltastomaco. Sei uno scrittore se "scrivi", con buona pace di chi pensa che invece lo sia solo chi viene letto, pubblicato o pubblicizzato sui blog e nelle librerie. La differenza non è neppure tra un bravo scrittore e uno che bravo non è, o tra chi è letto da molti e chi da nessuno (anzi, in questo caso è meglio se non ti legge nessuno, così nessuno ti critica e puoi considerati bravissimo). La differenza esiste solo tra uno scrittore, cioè uno che ha scritto qualcosa, e un "aspirante scrittore", cioè in questo caso sì uno che ha una bellissima storia in testa da raccontare ma non ha mai avuto la voglia, capacità o coraggio di metterla nero su bianco. La "pubblicazione" dipende dai soldi che uno ci vuole investire (più o meno velatamente) e dalle motivazioni per cui scrive. Per me sarai sempre uno "scrittore" se ami scrivere, non importa perchè o per chi lo fai. Basta che tu abbia scritto e magari ci abbia messo un po' di passione. Tutto il resto è fuffa. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
PierpaoloR Inviato 30 Luglio 2022 Segnala Condividi Inviato 30 Luglio 2022 Potrei anche essere d’accordo, ma se dovessi prendere in mano una chitarra e facessi un giro di accordi, sarei un musicista? E se prendessi un pennello? Quattro o cinque linee e una curva sarei un pittore? In fondo a scuola ho studiato musica e arte. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Steve666 Inviato 1 Agosto 2022 Autore Segnala Condividi Inviato 1 Agosto 2022 Secondo me lo saresti. Non "bravo", non "preparato" e certamente non "esperto", ma oggettivamente lo saresti. Non saresti un "aspirante" musicista/pittore, ma un "pittore/musicista" che sta imparando, che vuole perfezionarsi, ma il gesto stesso, l'azione, ti definisce ed è perfetta nel suo senso proprio. Gli aggettivi colorano (bravo, esperto, ma anche e soprattutto "aspirante") ma non mutano il senso dell'azione intrinseca del sostantivo. Scrittore è colui che scrive, musicista colui che suona, pittore colui che dipinge. Che poi lo faccia bene o male è un aggettivo appunto. 1 Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Niji Inviato 2 Agosto 2022 Segnala Condividi Inviato 2 Agosto 2022 Questa è una cosa che leggo tanto anche tra illustratori. Credo sia una forma di modestia, o di mettere le mani avanti per pararsi da critiche nell'entrare nella non sempre comprensiva arena di internet. Io in generale sono d'accordo con te, ma capisco anche chi, all'inizio del suo percorso, non vuole sembrare arrogante e si sente più tranquillo nel definirsi un "aspirante". Se però si sta puntando al professionismo e si vuole fare una buona figura, meglio evitarlo. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Steve666 Inviato 3 Agosto 2022 Autore Segnala Condividi Inviato 3 Agosto 2022 Hai ragione Niji, ma il mio post era più che altro rivolto all'ambiente degli scrittori, dove quelli "arrivati" (dove poi?) definiscono "aspiranti" coloro che girano alla ricerca di pubblicazione. Usare quell'aggettivo su di sè da parte di uno scrittore "pubblicato" ma ancora alle prime armi è certamente un encomiabile segno di modestia, ma se usato nei confronti di uno che ancora non ha visto la sua opera in libreria è solo inopportuna presunzione, perché quel manoscritto potrebbe essere migliore del nostro libro. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Niji Inviato 3 Agosto 2022 Segnala Condividi Inviato 3 Agosto 2022 oh wow, no, non avevo proprio colto, grazie per il chiarimento! Pensavo parlassi di autodefinizioni, definire in questo modo un altro scrittore mi sembra davvero come minimo una mancanza di tatto! Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Desy Icardi Inviato 18 Agosto 2022 Segnala Condividi Inviato 18 Agosto 2022 Io direi scrittori editi e inediti. Parametro oggettivo, nessuna indelicatezza. 1 Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Scrittoremanontroppo Inviato 10 Aprile 2023 Segnala Condividi Inviato 10 Aprile 2023 Scrivere è una di quelle passioni al limite del vizio. Bisogna continuare 😂 1 Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
zio rubone Inviato 12 Aprile 2023 Segnala Condividi Inviato 12 Aprile 2023 D'accordo con te, @Steve666. "Aspirante" scrittore non vuol dire nulla, è un abuso lessicale. Ma sui manuali di "scrittura creativa" e sui sapientoni che li scrivono vi sarebbe ben altro da scrivere, E dico "ben altro" non per amore di luoghi comuni, ma piuttosto perché sono le scuole di scrittura creativa sono formidabili creatrici di luoghi comuni. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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