Vai al contenuto

Cerca nel Forum

Mostra risultati per tag 'teatro'.

  • Cerca per Tag

    Tag separati da virgole.
  • Cerca per autore

Tipo di contenuto


Forum

  • Ingresso
    • Benvenutə
    • Info Point
  • Contest
    • Bizarro Christmas
    • Poetree
    • Il Possente Contest
  • On writing
    • sUPporto Scrittura
    • Narrativa
    • Poesia
    • Sceneggiatura
    • Arena
  • Editoria e dintorni
    • sUPporto Editoria
    • Catalogo Editori
    • Agenzie e Professionisti
    • Blogbuster
    • Corsi, Concorsi ed Eventi
  • LetterArea
    • (Parliamo di) Libri
    • Riviste Letterarie
    • Librerie Indipendenti
    • In Vetrina
    • Altri media
  • Community Lounge
    • Bar Sport
    • Un topic tutto per sé
    • Privé
  • Fanclub di Laura MacLem's Discussioni
  • Quellɜ del 5G's Discussioni

Cerca risultati in...

Trova risultati che contengono...


Data di creazione

  • Inizio

    Fine


Ultimo Aggiornamento

  • Inizio

    Fine


Filtra per numero di...

Iscritto

  • Inizio

    Fine


Gruppo


Hai già pubblicato?


Il tuo sito


I tuoi libri


Facebook


Twitter


Instagram

Trovato 23 risultati

  1. Russotto

    Sessismo

    Lui Mi hanno offerto una parte. Lei Una parte? Lui Sì Lei Che parte? Lui In una commedia Lei E che ruolo sarebbe? Lui Un maschilista. Lei Un maschilista? Lui Sì. Lei Tu? Lui Io. Lei Nooo. Lui Sì. Lei Tu! Lui Io. Lei Un maschilista! Lui Un maschilista. Lei Impossibile. Lui E invece no. Lei No. Lui Sì. Lei No, intendo dire non tu. Lui Perché? Lei Perché no. Lui Che razza di risposta è “perché no?” Lei Tu non sei maschilista. Lui Non ha alcuna importanza. Lei Invece sì. Lui Invece no. Lei Tu non sei mai stato maschilista. Lui Nemmeno questo ha importanza. Lei Come fai a fare il maschilista se non sai come si fa? Lui Certo che lo so. Lei No. Lui Sì. Lei Dimostramelo. Lui Cosa? Lei Fammi vedere come fai il maschilista. Lui Non posso. Lei Visto? Lui Mi serve il copione. E non ce l’hanno ancora dato. Lei Non sei capace. Lui Sì che lo sono. Lei Allora dimostramelo. Lui Ma serve il copione, la scena, le battute. Lei I veri maschilisti non hanno bisogno del copione. Lui Sembra quasi che tu li stia elogiando. Lei No. Lui Sì. Lei Sto solo dicendo che un vero maschilista non ha bisogno di leggere un copione per essere maschilista. Lui Io sono un attore. Se dovessi fare la parte di un assassino, dovrei uccidere qualcuno per davvero? Lei Non è la stessa cosa. Lui Sì. Lei Avanti improvvisa. Lui Cosa? Lei Sei un attore. Improvvisa. Lui Improvviso cosa? Lei Fai una scena da maschilista. Lui Non ci penso nemmeno. Lei Visto? Lui Visto cosa? Lei Non sei capace. Lui Non diciamo sciocchezze. Lei Non dico sciocchezze! Lui Sì. Lei Se veramente credi di esserne capace dimostralo. Lui No. Lei Avanti! Lui No. Lei Di una frase sessista, solo una. Lui Certo che no. Lei Perché? Lui Perché non prendo ordini da una donna.
  2. Swin9

    Il dubbio (Ultima parte)

    IL DUBBIO (continuazione) OPERATRICE: Cosa mi può dire invece delle aspettative sull’aspetto fisico? UTENTE: (arrossendo) Mi vergogno un po’, ma per me è una cosa importante. OPERATRICE: In che senso? UTENTE: Ecco, so che bisognerebbe dare più importanza all’interiorità, ma quando vedo una bella donna, io… OPERATRICE: Bionda e occhi verdi? UTENTE: (sorpreso) Come ha fatto a indovinare? OPERATRICE: (ironica) Pura fortuna. E per quanto riguarda le aspettative sul suo aspetto fisico? UTENTE: Cosa intende, scusi? OPERATRICE: Si sente mai a disagio con il suo corpo? UTENTE: (deglutendo) Non so… come tutti, forse a volte penso che… OPERATRICE: Crede di corrispondere all’ideale di mascolinità che la società le presenta? UTENTE: No, ecco, forse questo no. OPERATRICE: E non le viene mai in mente che questo potrebbe essere uno dei motivi per il fallimento della sua vita amorosa? UTENTE: (sbigottito) Non fino a questo momento… OPERATRICE: Ci pensi. Forse non essere allineato all’idea di maschio che sente un eventuale partner potrebbe desiderare la blocca a livello inconscio. UTENTE: Non lo so. Insomma, sicuramente il machismo di oggi è un grosso problema, ma… OPERATRICE: E cosa mi dice delle sue competenze relazionali? È in grado di ascoltare l'altro, mettersi nei suoi panni, dare una lettura del mondo altrui priva di preconcetti? UTENTE: Be’, se la mette così… OPERATRICE: Insomma, di cosa si lamentavano i suoi partner di lei? UTENTE: …che non sapevo ascoltarle, che non ero in grado di stare al loro fianco quando avevano bisogno di me. OPERATRICE: Ecco. UTENTE: (angosciato) Oh dio, sono un disastro, non è vero? OPERATRICE: Ma no, guardi, molti sono nella sua stessa situazione. UTENTE: Ma io non ci avevo mai riflettuto… non credevo… OPERATRICE: Si può tranquillizzare, la sezione relazioni interpersonali è finita. UTENTE: Oh, meno male. OPERATRICE: Passiamo alla questione lavoro. Si sente gratificato? UTENTE: Forse non è la parola che userei… OPERATRICE: Crede di svolgere un lavoro al di sotto delle sue capacità? UTENTE: Diciamo che sono ancora giovane, ho tempo per migliorare la mia posizione. OPERATRICE: Vedo che ha un'alta specializzazione di studi. Come sono stati gli anni universitari? UTENTE: Mah... diciamo che sono andati bene. Non avevo molti amici, forse. OPERATRICE: Sì, sì, ne abbiamo già parlato. Ma cosa mi dice dello studio in sé, com'erano i suoi voti? UTENTE: (orgogliosamente) Ottimi. OPERATRICE: Come sospettavo. UTENTE: Cosa vuole dire? OPERATRICE: Che lei ha un'intelligenza superiore alla media. UTENTE: Ah, certo. Bene... ed è un problema? OPERATRICE: No, certo che no. Ma ora che ha acquisito certe competenze... come si trova a doverle mettere in pratica nel suo posto di lavoro? UTENTE: Eh. Più o meno. OPERATRICE: Si spieghi. UTENTE: Voglio dire… all’università era tutto diverso. Non avevo problemi a stare ore e ore a studiare formule e idee complicate, e anche con i laboratori pensavo di aver acquisito un metodo efficace, però… OPERATRICE: Però? UTENTE: Però realizzare le cose nella pratica è molto diverso. Il lavoro è intenso, le ore sono dure, le giornate lunghe. E con i miei colleghi non c’è tutta questa affinità, per non parlare dei miei capi. Anzi. E la paga poi… totalmente inadeguata. Se devo essere sincero, sono piuttosto infelice. Non me l’aspettavo così. OPERATRICE: Capisco perfettamente. UTENTE: Non volevo lamentarmi. OPERATRICE: Lo so, non si crucci. Tutto ciò che mi ha detto ha solo confermato più volte il quadro generale. UTENTE: Cosa intende? OPERATRICE: Mi lasci fare un’ultima domanda. UTENTE: (annuisce) OPERATRICE: Tutta questa insoddisfazione che sente, come di una serenità negata in più campi della propria vita… la inquieta? UTENTE: Sinceramente, prima di oggi non sapevo darle un nome, ma… sì. Sì. OPERATRICE: (lentamente) Insomma, in generale non sente a volte che è tutto troppo, che qualcosa non va come dovrebbe andare? UTENTE: Esatto, sì… OPERATRICE: E mi dica, non desidera ogni tanto, quando è solo e magari ha avuto una giornata particolarmente pesante, poter piangere e disperarsi, ma proprio quelle lacrime non riescono a uscire… UTENTE: (affannato) Sì, sì, è proprio così. OPERATRICE: E magari se lo spiega perché è la società a presentare un tipo di uomo, un uomo che non piange mai, che si rialza sempre, che non ha problemi… UTENTE: (infervorandosi) Ecco, ecco, è così! OPERATRICE: (abbassando la voce) Non crede che la società abbia posto standard troppo alti per lei, che proprio non riesce a raggiungere come uomo? Non si sente mortificato nella sua umanità per questo? UTENTE: (quasi urlando) Sì, cazzo, sì! I due rimangono in silenzio un attimo, l’uomo si ricompone. UTENTE: Mi scusi. OPERATRICE: Non c’è nulla di cui doversi scusare. Abbiamo finito. UTENTE: E dunque? OPERATRICE: Mi dispiace doverle comunicare che lei non ha raggiunto i requisiti minimi perché io possa conferirle l'attestato di umana esistenza. UTENTE: Vuol dire... vuol dire che non sono umano? OPERATRICE: No, mi dispiace. UTENTE: E quindi... cosa sono? OPERATRICE: Lei è un cyborg. UTENTE: Ma... i miei genitori, la mia vita... OPERATRICE: Tutti ricordi impiantati in lei per farle credere di essere umano e quindi renderla utile alla società. Ma è chiaro che siano stati fatti dei calcoli sbagliati, che l’hanno in realtà resa non idoneo. Perciò stiamo facendo questa indagine. UTENTE: Ricordi impiantati... OPERATRICE: Nei suoi circuiti. Niente di più facile. UTENTE: (spalancando gli occhi) Oh. Mio dio. OPERATRICE: Faccia con calma. È normale aver bisogno di qualche minuto per assimilare il concetto. UTENTE: Ecco, io... avevo sempre avuto questo tarlo, questa sensazione strana di essere inadatto... inadatto a... OPERATRICE: Al mondo? Alla vita? UTENTE: Ecco... sì. (Pausa) Sì. (momento di silenzio) UTENTE: E quindi ora… ora cosa ne sarà di me? (deglutisce) Dovrete… riciclarmi? OPERATRICE: Ma certo che no. Ora, semplicemente, sa la verità. Non deve più preoccuparsi. UTENTE: Non devo più... preoccuparmi? OPERATRICE: Si. Voglio dire, lei non è umano. Non deve adattarsi agli standard umani. UTENTE: Non devo? OPERATRICE: No. (Pausa) Insomma, lei è libero. UTENTE: Sono... libero! (Si alza, felice, facendo cadere la sedia,) "Grazie, grazie" (e se ne va). L’UTENTE esce, entra L’INSERVIENTE, pulendo per terra con una scopa. INSERVIENTE: Un altro cliente soddisfatto? OPERATRICE: Come sempre. INSERVIENTE: Non ti stanchi mai di mentire a questi poveracci? OPERATRICE: No, non la vedo come una menzogna. INSERVIENTE: Ma gli fai credere di essere robot quando non lo sono! Escono di qui felici e se ne vanno nel mondo liberati di ogni ansia e responsabilità! OPERATRICE: Appunto. Senza più ansia e depressione. Non credono più di essere sbagliati. Non è forse meglio così? INSERVIENTE: (pensieroso) Forse hai ragione. OPERATRICE: È meglio così, è meglio così. FINE [Devo dire che i risvolti AI delle ultime settimane lo rendono meno fantascientifico di quanto lo avessi pensato all'epoca]
  3. Swin9

    Il dubbio (Prima parte)

    Ciao a tuttə! Pubblico questo raccontino che in realtà supera di poco le 10k battute, quindi saranno tipo 5k qui e 6k nella seconda parte. Andrebbe letto tutto insieme, però, perché da sola questa parte ha poco senso. L'ho scritta qualche anno fa mentre stavo in Accademia, e sarebbe in realtà per la radio, quindi troverete pochissime indicazioni per questo. Potrebbe però tranquillamente essere adattato per altri media, probabilmente prima o poi lo trasformerò in un racconto di narrativa vero e proprio. Intanto comunque lo posto per @Russotto e per chiunque potrebbe essere interessato. Detto questo, chiaramente non è un capolavoro! Sono contenta perciò se troverete modo e tempo di leggere e lasciare un vostro parere... grazie mille! IL DUBBIO OPERATRICE: donna (42), operatrice incaricata di verificare le competenze umane; UTENTE: uomo (29), laureato con il massimo dei voti, ha difficoltà sul lavoro e nel privato; INSERVIENTE: (50) pulisce la struttura ogni giorno. UTENTE: Buongiorno, sono qui per l'attestazione delle competenze umane di base. OPERATRICE: (sbrigativa) Sì sì, certo. Si sieda, cominciamo subito. Nome? UTENTE: Porfirio Zappara. OPERATRICE: Chi le ha dato questo nome? UTENTE: I miei genitori. OPERATRICE: E allora dovevano volerle proprio male i suoi genitori. UTENTE: Ma no, è un vecchio nome di famiglia. OPERATRICE: Sicuro? UTENTE: Sì! OPERATRICE: Se lo dice lei… UTENTE: Scusi, possiamo lasciare stare questo argomento? OPERATRICE: Certamente, era per fare un po’ di conversazione iniziale. È nervoso? UTENTE: Non lo ero quando sono entrato. Andiamo avanti, per cortesia. OPERATRICE: (schiarendosi la voce) Iniziamo. Ha ricordi di quanto era bambino? UTENTE: Come tutti, direi… pochi frammenti. OPERATRICE: Uno in particolare? UTENTE: Non lo so, così su due piedi non mi viene in mente. OPERATRICE: Si sforzi. UTENTE: È proprio necessario? OPERATRICE: Le assicuro di sì. UTENTE: (concentrandosi) Allora… sì, ecco, forse c’è quella volta… era l’inizio delle elementari. C’era una bambina carina che già avevo visto al parco giochi. OPERATRICE: Si ricorda com’era? UTENTE: Come? OPERATRICE: Che aspetto aveva? UTENTE: Boccoli biondi e occhi verdi, era bellissima. OPERATRICE: E cosa faceva questa bambina? UTENTE: Niente, giocava con altre bambine. Io la osservavo dall’altra parte del cortile e speravo che finissimo in classe insieme. Ecco, sì, era il primo giorno di scuola. OPERATRICE: E poi? UTENTE: Niente, non mi viene in mente altro. OPERATRICE: Cioè, il suo ricordo è lei che guarda questa bellissima bambina da lontano, e basta? UTENTE: Esatto. OPERATRICE: Non si ricorda nient’altro, nessuna interazione, niente? UTENTE: No, finisce così. OPERATRICE: Capisco. UTENTE: Le avevo detto che era solo un frammento… OPERATRICE: (scrive qualcosa sui fogli che ha davanti) Mmm… UTENTE: Scusi, cosa ha appena scritto? OPERATRICE: (muovendosi a disagio) Non deve preoccuparsi di questo, sono i miei appunti personali, questo è il processo di valutazione. UTENTE: Sì, ma sembrava proprio che stesse scrivendo… Non importa. OPERATRICE: Passiamo alla prossima domanda: sua madre? UTENTE: Mia madre cosa? OPERATRICE: Cosa mi può dire di lei? UTENTE: Era una bellissima donna. OPERATRICE: Certo, sono sempre bellissime donne. UTENTE: Cosa intende, scusi? OPERATRICE: Lasci stare, era un commento come un altro. Cosa mi può dire invece di suo padre? UTENTE: Mi scusi, ma è proprio sicura che siano queste le domande del questionario? Mi paiono alquanto strane. OPERATRICE: Certo che lo sono. Servono a valutare la sua esperienza umana di base, fin dall’infanzia. Sta andando bene, non si preoccupi. Risponda pure come desidera. UTENTE: (dubbioso) D’accordo… OPERATRICE: Dunque, suo padre. UTENTE: Eh, cosa vuole... abbiamo un rapporto conflittuale. OPERATRICE: Ma non mi dica. Che originalità. UTENTE: (irritato) Scusi però, lei dice che va tutto bene, ma poi fa questi commenti che io… OPERATRICE: No, ha ragione, sono stata poco educata. Capisco che questo sia un argomento delicato per lei UTENTE: Ma non è l’argomento a essere delicato, è lei che insinua- OPERATRICE: Va bene, cambiamo sezione del questionario. UTENTE: Ma… OPERATRICE: Perfetto, una domanda veloce: ritiene di avere buoni amici? UTENTE: Sì, certo. Quelli veri li posso contare sulle dita di una mano e forse ne avanza pure, ma credo sia meglio così. OPERATRICE: Avete un rapporto profondo? UTENTE: Non saprei. Ci conosciamo da tanti anni, abbiamo il nostro bar di fiducia per una birra il sabato sera… OPERATRICE: Certo, certo, va bene così. UTENTE: Non vuole sapere altro? OPERATRICE: No. Parliamo d’amore. UTENTE: (gemendo) Dobbiamo proprio? OPERATRICE: Sì, purtroppo. Fa parte dell’esperienza umana. Ne deduco che le sue relazioni amorose non siano soddisfacenti? UTENTE: Potrebbero andare meglio, sì. Diciamo che me la cavicchio. OPERATRICE: Ha una relazione stabile? UTENTE: Non al momento. OPERATRICE: Ne ha avute in passato? UTENTE: Sì. OPERATRICE: A lungo termine? UTENTE: (a disagio) Preferirei non rispondere. OPERATRICE: Non deve dirmi un numero. UTENTE: È sicura che sia una delle domande? OPERATRICE: Senta, capisco che molte di queste domande sono decisamente personali e forse lei non se l’aspettava, pur sapendo per quale motivo è stato chiamato qui, ma le assicuro che è del tutto normale sentirsi a disagio, faccio questo lavoro da anni e tutti reagiscono in questo modo. UTENTE: Questo non mi rincuora molto. OPERATRICE: Mi dispiace. Facciamo così, seleziono l’opzione “Sì, ha avuto relazioni a lungo termine” lasciando vuote le righe di spiegazione e va bene così. UTENTE: (sollevato) Grazie.
  4. Octav ed Estera rispondono assieme. Octav No Casian, grazie. Estera Sì Casian, grazie. Octav Aspetta Estera, vieni, accomodatati qui con noi. Estera Ma professore, io… Octav Suvvia, te lo sto chiedendo io. Vieni. Estera Mi scusi professore ma preferisco parlare qui, se proprio vuole. Octav E sia. Perdonami un secondo. (si avvicina a Iacob) Signor Tataru, la prego di scusarmi; ho un piccolo contrattempo da risolvere. Iacob Prego faccia pure. Intanto io chiamo l’albergo. Octav Perfetto. Octav torna verso Estera mentre Casian si avvicina a Iacob mostrandogli il cellulare. Durante il dialogo tra Octav ed Estera Iacob farà una telefonata senza ottenere risposta. Octav Allora: posso sapere qual’è stata la causa scatenante di tanto disappunto? Estera fissa il professore imbarazzata. Octav Non hai capito vero? Estera scuote il capo singhiozzando. Octav (dopo un lungo respiro) Estera, cosa ti ha detto mia moglie? Estera Lei mi aveva detto di andare a chiamare il signore allora io ho chiesto alla signora di quale signore stesse parlando, allora la signora ha detto: “Ossignore! Quanta pazienza” e… e allora… Octav E allora? Estera Professore, quando la signora ha parlato di pazienza io ho creduto che parlasse di lei. Octav (leggermente risentito) E invece? Estera E invece voleva che io venissi a chiamare il signor Iustinian. Ma io come facevo a capirlo? Octav Tutto qui? Estera (scuote la testa) Quando sono tornata ho detto alla signora: “Signora, il signore non vuole venire ma non ho capito perché. Il signore ha detto qualcosa ma quando parla lui io non lo capisco. Credo che c’entri l’altro signore dell’intervista.” E sua moglie si è infuriata e mi ha detto che non capisco nulla. Octav E per una simile inezia tu volevi licenziarti? Estera Ma signore! Octav (abbraccia Estera) Estera, cara. Fammi il piacere. Vai nella tua stanza e ritieniti libera di restarci finché non ti sarai calmata. Ora parlo io con la signor… ehm, con mia moglie. Estera Grazie signore. Octav Di nulla Estera, anche se preferirei essere chiamato professore. Estera Si signore. (si avvia verso la quinta di sinistra e si ferma davanti a Casian e Iacob) Signori. (esce) Octav si avvicina a Iacob e Casian, quest’ultimo si sposta di nuovo per fargli posto. Iacob si alza e si allontana tenendo il cellulare vicino all’orecchio. Casian Professore? Octav Sì, Casian? Casian Posso chiederle cos’è successo prima al signor Tataru? Octav Prima… ah, sì. Mah nulla di che, la moglie di Iustinian. Tutto lì. Casian Perché? Cosa… (Iacob torna indietro e Casian si interrompe fingendo di non aver iniziato alcun discorso) Iacob Ma che strano. Pare che qualcuno abbia annullato la mia prenotazione. Octav Davvero? Ma come è possibile? Iacob Ho contattato l’albergo per dire che sarei rientrato tardi ma mi hanno detto che qualcuno dalla redazione ha chiamato dicendo che non c’era più bisogno della camera. Alida (rientrando furiosa) Estera? Octav Tesoro, Estera ha preso congedo dietro… Alida (urlando) ESTERA! Octav Alida, tesoro mio, forse sarebbe il caso… Alida Octav, per favore. Octav Calmati, cara. Estera non è qui e io vorrei parlarti. Alida Allora, ascoltami bene. Sto preparando una cena, Estera è sparita, tua figlia non si degna di darmi una mano. ESTERA! Octav Alida, ora parlo io con Ana. (a Iacob) Signor Tataru, la prego di scusarmi ancora un attimo. (ritorna a parlare ad Alida) Andiamo di là, c’è un problema di cui ti devo parlare. Escono Octav e Alida. I presenti rimangono in silenzio per qualche secondo. Iustinian Lei è molto giovane signor Tataru. Posso chiederle… sempre se… Iacob Ventidue. Iustinian Oh mio Dio. E’ così giovane. Iacob La ringrazio, di fatto ho cominciato da poco a lavorare. Sa, gli studi. Casian Ha conseguito degrees? Masters? Iacob Si ho una laurea in lingue moderne. Adesso lavoro come praticante presso la rivista Emoții Literare. Questa ricerca è il primo lavoro giornalistico che faccio. Molti mi hanno detto che è presto ma Mark Twain dice che il segreto per farsi strada è iniziare. Casian Ha detto ricerca? About what? Iacob Famiglie con cognomi celebri e il loro rapporto con la fama degli avi. Iustinian (si alza e comincia a muoversi nervosamente) Casian, posso chiederti come mai sei qui? Casian Sure, mi ha invitato Teodor. (a Iacob) Mi hanno detto che devo trarla in salvo ma non so da cosa. Iustinian Lo so io da cosa! Iacob e Casian si voltano verso Iustinian incuriositi. Iustinian (torna al suo posto e assume un atteggiamento circospetto) Iacob… volevo dire… signor Tataru… Iacob Va benissimo Iacob. Iustinian Per favore! Non perdiamoci in certe… lei come mai è… io e mia moglie le avevamo detto… Casian. Ora so che tu… perché semi dici che ti ha invitato Teodor. Casian Scusi ma non capisco. Iustinian Allora, oggi ero qui… perché ogni tanto passo a salutare e… perché tra vicini di casa… cioè io non c’entro con… Iacob Si sta per caso riferendo… Iustinian Ssss! Zitto! Loro non devono sapere che lei sa! Iacob Iustinian, mi creda. Iustinian Faccia attenzione a quando comincia a parlare in maniera strana. Fa sempre così prima di commettere un omicidio. Casian Un omicidio? Ma di chi sta parlando? Iustinian Ha preso del veleno per... Mi ha detto di non dire niente… ma io ho capito tutto. Casian Veleno? Iustinian Si per topi. Iacob Magari ci sono dei topi in casa, sa com’è: hanno un giardino… Iustinian Sta forse scherzando? Se Alida trovasse un topo in questa casa lo ucciderebbe subito. Casian Allora, quel veleno per chi è? Iustinian (fissa Iacob) Dopo l’intervista. Rientrano Alida Octav e Ilinca. Casian Dopo l’intervista? Che succede dopo l’intervista. Alida Una bella cena, Casian. Se sei qui sicuramente Teodor ti ha invitato e se non lo ha fatto lui. Octav Ti invitiamo noi. Alida Era sottinteso, Octav. Octav Scusami tanto, è che proprio non ce la faccio. È più forte di me. Alida Sì, lo so. Octav Mio caro signor Tataru, le dispiace se durante l’intervista non saremo soli? Iacob A me non crea alcun problema il fatto di non essere soli, sempre che non ne crei agli altri presenti. Octav Spero di no, vede, mio caro, al momento questo pare essere l’unico locale agibile in tutta la casa. A meno di non includere altri punti della stessa normalmente considerati più privati. Lei mi intende nevvero? Iacob Ma certo professore. Alida Infatti, Estera, la nostra governante, sta lavorando nella sala da pranzo quindi. Ilinca Signor Tataru, anche lei insegna letteratura? Iacob (si irrigidisce) N-no, io sono… un giornalista. Da poco. Ilinca Da poco? Suvvia giovanotto, non si butti giù. Va bene essere modesti ma… Iustinian No, cara. Il signor Tataru voleva dire… Ilinca Iustinian, perché mi devi sempre interrompere appena comincio a parlare? Iustinian Io volevo solo dirti che… Ilinca Tu hai il brutto vizio di interrompere le persone mentre parlano! Iustinian Sì, ma… Ilinca Io non so cosa devo fare con te. Lo capisci che devi lasciare spazio anche agli altri? Che anche gli altri devono esprimere la loro opinione? Iustinian Ilinca, amore… Ilinca Se non fai parlare le altre persone non c’è dialogo, è come se parlassi da solo. Allora se vuoi parlare da solo ti metti in una stanza vuota e parli da solo perché, se mi permetti, è abbastanza snervante parlare con qualcuno che ti interrompe in continuazione. Iustinian Il signor Tataru… Ilinca Il signor Tataru è troppo modesto, ma secondo me sbaglia, perché questo modo di presentarsi alle persone potrebbe sembrare solo patetico, insomma se uno fa il giornalista fa il giornalista e basta, non bisogna mai giudicarsi da soli, bisogna sempre lasciare che siano gli altri a dire se siamo da poco o no. (a Iacob che, nel vederla rivolgersi a lui, si irrigidisce nuovamente) Iacob, mi permetto di darti del tu perché ti vedo molto giovane, credimi: io capisco che tu sei veramente modesto ma ti garantisco che non saranno tutti comprensivi come me nei tuoi confronti. Io, per esempio, ascolto sempre chi mi parla. Sono una persona di mente aperta e comprensiva. Mio marito, come hai potuto vedere, ha questo brutto vizio di interrompere sempre chi gli parla come se l’unico che abbia diritto a parlare sia lui. Ma così non c’è conversazione, non c’è confronto. Mi hai capito? Iacob Certamente. Ilinca Scusa se ti ho parlato così schiettamente ma io sono così, quando vedo una persona in difficoltà non ce la faccio a non andare in suo aiuto. (Iacob cerca l’aiuto di Octav con lo sguardo) No, non guardare il professore. Guarda che non ti sto criticando, io lo dico per te. Tirati su, alza la testa. Tu vali, non nasconderti dietro la tua modestia. Sii forte e non rinnegare il tuo valore. Io ti parlo come una mamma al figlio. Mi prometti che d’ora in poi ti mostrerai più sicuro di te? Iacob Io ho conseguito la laurea a pieni voti in lingue moderne, prima ancora di terminare l’università sono stato contattato dalla rivista Emoții Literare per la quale sto terminando il praticantato da giornalista. L’intervista al professor Eminescu è il mio primo lavoro giornalistico. Il “poco” a cui facevo riferimento prima, altro non era se che una misura di tempo. Ilinca (dopo un attimo di esitazione) Be’… le faccio i miei complimenti. C’è un attimo di silenzio in cui ognuno guarda fisso avanti a sé. Ilinca (Alzandosi) Scusate devo bere qualcosa. Alida Ilinca aspetta... Ilinca Non ti preoccupare, chiedo a Estera. Alida Non credo sia il caso... Ilinca Alida, è solo un bicchiere d’acqua. Non ti preoccupare. (esce da sinistra) Alida Probabilmente è… Da fuori scena giunge il rumore di un tonfo e di vetri infranti. Alida (nervosa) Ecco! Lo sapevo! Tutti i presenti, allarmati, escono di scena da sinistra. Poco dopo rientrano Ana con Fiodor e Madalina. Ana e Madalina siedono sulle sedie al centro della scena, Fiodor siede a sinistra.
  5. http://ultimapagina.net/forum/topic/828-rosa-e-viola-capitolo-1/?do=findComment&comment=11367 Alida Non direi proprio. Il negozio… oh, mi scusi, il collega di cui parlava mio marito abita qui vicino e mio marito mi ha detto che era una cosa di pochi minuti. Iacob In effetti ha detto così anche a me. Alida Mi creda, è meglio per lui che sia una cosa da pochi minuti. Nel frattempo posso offrirle qualcosa per ingannare l’attesa? (lancia un’occhiataccia a Teodor) Eh, Teodor? Teodor Sì, stavo giusto per chiederglielo anche io. Alida fissa Teodor poi prende Iacob a braccetto e lo porta fuori scena da sinistra seguita da Ana e Madalina Coralia Sempre attaccato a quel giocattolo! Teodor Eh… (suona il campanello) deve essere Casian. (si affretta verso la quinta di destra) Rientra Ilinca. Ilinca Coralia, Alida mi ha chiesto di venirti a chiamare. Ha detto di accomodarti a prendere il te con noi. Rientrano Octav e Teodor. Octav Dov’è il signor Tataru? Teodor E’ di là con mamma. Octav Oh, meno male. (Estrae da sotto la giacca un grosso coltello) Ma tu guarda se… Ilinca (terrorizzata afferra Coralia per il braccio) Vieni Coralia, Alida ci vuole di là per il te. (esce da sinistra trascinando Coralia) Octav Oggi i nostri vicini si comportano in modo molto strano. Teodor Ma cosa ci devi fare con quel coltello? Octav E’ di tua madre. L’aveva portato ad affilare in un negozio qui vicino. Le serve per la grigliata. Teodor Ah! Stasera è griglia time. Devo ringraziare Iacob. Octav Tataru! Signor Tataru. Teodor Sì, ok. Ma perché tenevi il coltello nascosto? Octav Figlio mio, sono un docente di letteratura. Aggirarmi per la strada con in mano un coltello di tali dimensioni non mi si confà. Anzi, provvedi tu a consegnarlo a tua madre e non dire che ero uscito per questo motivo. Mi raccomando. Mentre Teodor si avvia verso la quinta sinistra dalla stessa rientra Iustinian. Iustinian Oh, ciao Teodoaaah! Cosa fai con quel coltello in mano? Teodor Serve per stasera. Octav Ah, Teodor. Tieni, dai questa bottiglia a Estera. Dille che la metta nel ripostiglio e non la faccia toccare a nessuno. Teodor What’s that? Octav Ehm… ţuică. Sì, una bottiglia speciale che devo consegnare a un collega. Teodor Va bene. (esce) Iustinian Octav, Alida mi ha chiesto… perché ha visto il signor Iataru. Octav Tataru. Iustinian Sì il poeta. Quello che ha il cognome come il tuo. Octav No, Iustinian caro, ascolta... Iustinian Sì, insomma. Devi venire di là, tua moglie si sta… andiamo. Octav E sia. Andiamo. Iustinian (fermandosi al limite della scena) Octav, posso farti una domanda? Octav Certamente amico mio. Iustinian Che ţuică è quella che hai dato a Teodor? Perché vorrei fare un regalo a un amico… Octav Mmm, non credo che quella ţuică faccia al caso tuo caro Iustinian. Iustinian Non è buona? Octav Ecco, dunque. Diciamo che è buona… da morire. (ride) No, in verità non era ţuică. E’ veleno per topi ma non dire nulla a nessuno. Dai ora andiamo altrimenti mia moglie potrebbe alterarsi. Escono. Suona il campanello. Estera attraversa la scena da una quinta all’altra poi rientra con Casian e Fiodor. Estera Aspettate qui, vado a chiamare Ana e Teodor. Casian Grazie Estera. Fiodor Grazie. Rientra Ana, è euforica. Ana Ciao Topo! Abbiamo una… Fiodor Ana! Ana Ah, ciao Casian. Ceni con noi? Casian Sì, mi ha detto tuo fratello che stasera è grill time. Ana Sì, c’è un giornalista che è venuto a intervistare il prof e mamma ha deciso di farlo fermare a cena. (a Fiodor) E tu amore devi darci una mano. Casian A fare cosa? Ana Madalina è andata. Lo ha visto e non ha capito più niente. Casian E io che c’entro? Ana Ora ti spiego. (a Casian) Casian, mio fratello e Coralia sono di là che se la contano coi miei e con il giornalista. Casian Ah, bene allora vado… (vede Teodor e Coralia che rientrano) Ah eccoli qui. Teodor Casian! Ciao, mettiti comodo io e Coralia torniamo subito. Casian Dove andate? Teodor A comprare il dolce per stasera. Casian Aspetta vengo con voi. Coralia No Casian, devi restare qui a trarre in salvo il giornalista. Casian Perché? Teodor Non darle retta, fra un po’ arriva qua; fai un po di public relations per la famiglia Eminescu. Ora noi andiamo. (ad Ana) Ana, hai lasciato Maddi di là da sola. Ana Sì, ora andiamo. Ana esce da sinistra trascinando Fiodor, Teodor e Coralia escono da destra. Subito dopo rientrano Octav, Iustinian e Iacob, quest’ultimo è visibilmente provato. Octav Buongiorno Casian, ti hanno lasciato solo? Casian Teodor e Coralia sono usciti per fare una commissione. Mi hanno detto che lei deve essere intervistato. Octav Sì, infatti. Permettimi di presentarti il signor Iacob Tataru. Giornalista presso Emoții Literare. Casian Molto piacere, signor Tataru. Iacob fissa il vuoto e non risponde. Casian guarda Octav. Octav Nulla di cui avere a preoccuparsi, Casian. Giungiamo dal giardino ove fino a pochi istanti fa Alida e la moglie di Iustinian stavano intrattenendo una conversazione con divagazioni su temi vari alla quale aveva preso parte anche il signor Tataru. Casian osserva Iacob con imbarazzo. Iustinian Ehm, sì. Il signor Tataru ha contraddetto… non era della stessa opinione… ma come tutti… cioè succede che… non è che si può pretendere… e… mia moglie… Octav In altre parole il signor Tataru ha… come dire… assistito ad una fase di eccessiva loquacità da parte della signora Ilinca. Iustinian, imbarazzato, guarda in basso. C’è un attimo di silenzio poi Iacob si ridesta dal torpore e comincia a guardarsi attorno. Iacob Scusatemi, devo essermi distratto un attimo. Ma non eravamo in giardino? Ah, no. Scusatemi. Ricordo che si era optato per fare l’intervista qui in salotto alla presenza del signor Iustinian. (nota Casian) Buongiorno, la prego mi dica che non ci siamo visti prima. Casian No, don’t worry. Io sono una new entry. Iacob Ah, molto piacere. Io sono Iacob Tataru. Lavoro per la rivista Emoții Literare. Sono qui per intervistare il professor Eminescu. Casian Sì, il professore me l’aveva appena detto. Octav Suvvia signor Tataru, se lei è d’accordo, io comincerei l’intervista. Giusto perché la sua visita non sia vana. Iacob Certo, se non è un problema per i suoi ospiti, à la guerre comme à la guerre. Octav In verità Iustinian ha espresso personalmente il desiderio di presenziare all’intervista e il giovanotto ci lascerà non appena arriverà mio figlio. Casian, spero possa farti piacere assistere all’intervista mentre attendi il ritorno di Teodor. Casian No problem, professore. Iacob Bene, allora possiamo cominciare. Non le dispiace se accendo un registratore, vero? Octav Prego, nessun problema. Iacob Grazie. (comincia a cercare nelle tasche senza trovare nulla) Devo averlo lasciato nella giacca. Iacob si alza e si dirige verso l’appendiabiti dove riprende la ricerca del registratore. Rientra Estera. Estera Professore, sua moglie chiede se può andare di la. Octav Andare di la? Ma ha forse smarrito il senno della ragione? Ho ancora nelle orecchie l’eco della sua voce che mi ordina di venire qui per l’intervista che stava, peraltro, per avere inizio non foss’altro per un lieve inconveniente che sta forzando il suddetto inizio a un inatteso posticipo. Ritengo, a ogni modo, di doverti dire che l’accogliere la richiesta della signora mi pare quantomeno poco elegante nei confronti dei nostri ospiti; in particolar modo quelli del signor Tataru. Estera (dopo un attimo di esitazione) … ehm ecco, io… credo… vedo che non si sta alzando quindi non andrà da sua moglie. Octav Ebbene no. Forse che non sono stato abbastanza chiaro? Estera No, no, no. Chiarissimo. (si volta verso la quinta di sinistra e fissa nervosamente la via di uscita poi prende un lungo sospiro ed esce). Dopo l’uscita di Estera i presenti restano tranquilli ma in silenzio. Iacob, che ha osservato la scena mentre si trovava vicino all’appendiabiti, torna a sedersi imbarazzato. Iacob Professor Eminescu, se crede io posso attendere. Octav Ci mancherebbe, mio caro. Il suo tempo è prezioso l’attesa per la sua intervista si è protratta oltremodo. A proposito, è riuscito a contattare l’albergo? Iacob Ah, è vero. A pensarci bene, stavo per farlo poi un contrattempo mi ha fermato. Octav Vuole riprovare adesso, voglio dire: prima che l’intervista abbia inizio. Iacob Sì, solo che non ho modo di trovare il numero di telefono. (estrae dalla tasca il cellulare) Ultimamente ho problemi con la connessione internet e non ho il numero nemmeno tra le chiamate recenti perché avevo prenotato dalla redazione. Semmai dopo faccio un salto. Casian Accomodation? Octav e Iustinian guardano Casian. Iacob Grand Hotel Excelsior. Casian Un attimo che faccio una search. Iustinian Cos’è che fa? Iacob Una search, è un termine inglese che tradotto in romeno vuol dire “ricerca”. Octav Ormai, caro Iustinian, i giovani parlano così. Rientra Estera furiosa. Estera Iustinian, c’è tua moglie che ti vuole di là. Octav Estera! Ma come…? Estera Professore, io me ne vado! Non ce la faccio più! Iustinian si alza ed esce da sinistra. Estera si dirige verso quella di destra e si ferma un attimo prima di uscire. Estera Domani torno a prendere la mia roba. Octav Aspetta Estera, aspetta. (si alza e si avvicina a Estera) Posso sapere da dove ha origine tanta disperazione? Estera Io, io, non ce la faccio più. Octav Sì, credo che questo tu l’abbia già detto. Ma non ce la fai più a fare cosa? Estera Professore, qui è difficile, io non capisco mai quando mi parlate, la signora non parla e pretende che io esegua gli ordini ma io non la capisco. Suo figlio parla una lingua strana e sua figlia… oh, io non ce la faccio più! Me ne vado. Octav Hai ragione Estera, purtroppo i miei famigliari non possiedono delle grandi doti comunicative e nemmeno sembrano sforzarsi più di tanto a rendere più comprensibile ciò che dicono. Credo, però, che possiamo provare a parlare e trovare il modo di accomodare tutti. Casian Servono altre camere di albergo?
  6. Iacob Bene. Pare che ci siamo tutti. Anche se, a voler essere precisi mancherebbe Casian, ma come si dice spesso: “Questa casa non è un albergo.” Quindi è normale che ora sia a casa sua, e io non ho ritenuto necessario incomodarlo. Dunque, signori. Ieri sono successe tante cose, alcune divertenti altre un po’ meno. Ma, da osservatore esterno quale sono, ho potuto notare una cosa: tutto quello che è successo ieri è dovuto alla frenesia, all’ostinazione e talvolta alla presunzione di cui sono pregne tutte le parole, i discorsi, le frasi che vengono pronunciate in questa casa… (si volta verso Iustinian e Ilinca) e anche in quella accanto. Tutto è cominciato da un topo, un bellissimo esemplare di Rattus Norvegicus, meglio conosciuto come Fancy Rat o, più semplicemente, come topo domestico. Che altro non è se non quell’animaletto chiuso nella scatola che tiene in mano Coralia. Lo ha comprato l’altro ieri in un negozio di animali dal quale sono passato anche io, ci siamo incrociati proprio alla cassa. Lì ho sentito che avete deciso di chiamarlo Mickey Mouse. Un nome veramente originale. (reazione stizzita di Coralia) Sì, Coralia. Sono uno di quelli che giudicano il nome che viene dato ai topi domestici. Ma, come puoi vedere, mi metto in gioco. Non sto solo giudicando quello che hai fatto tu. Sto parlando, comunicando, esprimendo dei concetti. Tu ti fermi alla prima di tutte queste cose. Di’ un po’ hai mai partecipato in maniera attiva a una discussione? O ti limiti sempre a commentare quanto dicono gli altri e come lo dicono? (prende un respiro) Signora Alida, lei è la padrona indiscussa di questa casa e, oltre che ringraziarla per l’ottima cena e per l’ospitalità, devo farle i complimenti per come la manda avanti. Purtroppo non posso dire lo stesso del modo in cui si esprime: parlare per mezze frasi, per sottintesi o metafore può andar bene quando ciò che si vuole dire è più che scontato, ma non se ne può fare uno stile di vita. E, a proposito di stili di vita, Ana, Madalina e Fiodor: l’adolescenza è un momento importante della propria vita ed è giustissimo godersela al meglio. È bellissimo che voi abbiate uno slang, un lessico tutto vostro ma pensare che quello sia il modo normale di parlare è semplicemente sbagliato. I vostri modi di dire, i neologismi nati da internet e dal linguaggio dei cellulari sono tutte cose effimere, molto presto suoneranno vecchie. La nostra lingua, il Romeno, è bellissima; ed è un patrimonio che dobbiamo preservare. Ha radici antichissime, una storia millenaria. Non possiamo buttarla via per parlare come se stessimo scrivendo un sms, ne possiamo ridurla a un groviglio di termini che assumono significati diversi a seconda del contesto o di chi li pronuncia. E parlando di contesti si giunge al futuro manager. Teodor, I wish you the best for your life. I wish you to become a real manager. (nota l’espressione imbarazzata di Teodor) ma pronunciare qualche frase in inglese qua e la non ti servirà a molto. L’inglese lo devi imparare per davvero, e bene. Mio padre è un dirigente aziendale ma ti posso garantire che quando è a casa parla Romeno. Non gli senti pronunciare una sola parola in Inglese. E veniamo ai miei eroi, a coloro che volevano salvarmi la vita. E’ chiaro, tutto è nato da un malinteso. Però anche voi avete i vostri scheletri nell’armadio, come si suol dire. Signora Ilinca, lei parla a profusione, non ascolta e non lascia rispondere i suoi interlocutori. Così non c’è dialogo ma solo lei che dice quel che pensa e che pensa di dire il giusto. Anche se non è detto che lo sia. Iustinian, lei sembra avere troppe cose da dire in poco tempo. Non completa quasi mai una frase, questo fa sì che chi si trova ad ascoltarla abbia delle grandi difficoltà a comprendere cosa lei dice. Chiedo scusa a tutti se sono stato duro, diretto o più semplicemente sincero, ma credo proprio che dovevo farlo. Octav Duro, diretto e sincero lo sei stato indubbiamente Iacob. Ma devo ammettere, e sono certo di parlare a nome di tutti, che avevi ragione. Iacob Professore? Octav Sì, anche io dovrei esprimermi con un lessico più accessibile… dovrei parlare in maniera più semplice. Iacob, la tua permanenza in questa casa è stata non poco travagliata. Ed è per questo che io e mia moglie, parlandoci mentre venivamo qui, abbiamo deciso di chiederti se vuoi unirti ancora a noi per il pranzo. E già che ci siamo, lo chiediamo anche a voi Ilinca e Iustinian. Iacob Va bene, dopotutto ieri ho mangiato molto bene. Alida Ilinca, ieri hai letteralmente rischiato di farti molto male. Permettimi di farmi perdonare. Ilinca Perdonare? Siete voi che dovete perdonare noi. Vi abbiamo dato degli assassini. C’è un attimo di silenzio poi tutti scoppiano a ridere. Alida Allora tutti in giardino a prendere un aperitivo, mentre io ed Estera cuciniamo. Anzi ora dico anche a lei di unirsi a noi. Escono tutti da sinistra. Iacob e Madalina indugiano e si ritrovano soli in scena. Madalina continua a guardare alternativamente Iacob e il pavimento in evidente imbarazzo. Iacob Madalina. Madalina (sorpresa) Sì? Iacob Sto pensando di trasferirmi qui a Bucarest, la rivista per la quale lavoro ha sede qui. La prossima settimana tornerò per cercare un appartamento. Ti andrebbe di accompagnarmi? Sicuramente tu conosci la capitale meglio di me. Madalina Sarebbe fighiss… volevo dire sì, volentieri, ne sarei… Iacob Non c’è bisogno che parli come me. Alla tua età parlavo anche io così. È normale. Madalina Eh, sì. Va… va bene. Parlerò… come si parla alla mia età che poi era la tua quando avevi la mia. Mio Dio cosa sto dicendo? Scusa, sto straparlando. Ana (rientrando) Maddi guarda che sei inv… oh scusate. Non volevo. Me ne vado subito. Iacob Aspetta Ana. Ana Dimmi. Iacob Puoi avvisare che vado a posare la valigia in macchina? Sarò di ritorno immediatamente. Madalina vuoi… ma no, forse è meglio se per ora resti qui,immagino che tu e Ana abbiate qualcosa di cui parlare. Iacob esce da destra, Ana e Madalina aspettano che sia uscito di scena poi si guardano e Madalina comincia a saltare con euforia. Ana Cos’è successo? Madalina Vieni che ti racconto. Escono da sinistra. Dopo pochi secondi suona il campanello. Da sinistra rientra Octav seguito da Estera. Octav Estera, per favore! Ti ho detto che oggi tu sei ospite. Torna di là e prendi l’aperitivo, E dai del tu a tutti. È un ordine. Estera esce da sinistra mentre Octav esce da destra per poi rientrare seguito da Iacob. Octav Sai amico mio, c’è una cosa che mi è venuta in mente. Iacob Ah sì? E cosa? Octav Anche tu hai un difetto. Iacob Uno solo? Allora posso vantarmi. E quale sarebbe? Octav Tu parli sempre per citazioni, ne fai un vero abuso. Iacob (esita intenzionalmente) Be’, come dicevano nella scena finale di “A qualcuno piace Caldo”, nessuno è perfetto. Buio. Sipario. Salvatore Russotto 28/08/2017 NOTA: il titolo assegnato alla discussione era provvisorio ed è stato cambiato in "Io dico, tu intendi, egli non capisce."
  7. Octav Iustinian tutto bene? Iustinian Eh… (cambia tono) prima dovrai spiegarmi cosa vuol dire questa cosa… la sento sempre dire a tutti ma… Octav È latino. Significa: “Sui gusti non si discute”. Alida Servono delle... (ad Ana) Ana, per favore, vai a prendere tre o quattro sedie. Ana Dove? Alida (sarcastica) In garage! Ana e Fiodor escono da destra, Alida non se ne accorge. Octav Alida, perché hai mandato Ana a prendere le sedie in garage? Alida Per favore Octav, non ti ci mettere anche tu. Octav Scusami ma non sarebbe stato, sotto un aspetto puramente logistico, chiederle di prenderle in cucina? Alida E secondo te io cosa intendevo? Octav Mah, non saprei; solo che, a giudicare dal fatto… Alida Insomma Octav! Cosa vuoi dire? Octav Ebbene moglie, voglio dire che, a giudicare dal fatto che tua figlia è uscita di casa mi viene da dedurre che forse lei non abbia inteso la tua frase allo stesso tuo modo. Alida Octav, io con te non so proprio cosa fare! Iacob Signora Eminescu, mi permetta di intromettermi. Credo che sua figlia sia andata veramente in garage a prendere le sedie. È uscita da lì. (indica la quinta di destra) Alida No, io… (si alza e si dirige verso la quinta di destra, si ferma al limite della scena) torno subito. Ilinca Dai Alida, vado io a prendere le sedie. Alida NO! Lascia stare. Ilinca Non sarà ancora bagnato? Alida No, è che c’è… c’è… uffa c’è una trappola per topi! Ilinca In cucina? Alida No! Nel ripostiglio! Per favore Ilinca resta lì. Alida esce da destra furiosa, Ilinca attende un attimo poi parla. Ilinca Deve essere stanca, vado a prendere le sedie. Iacob Signora, no. Ilinca esce senza dare retta a Iacob. Octav Bene, credo che noi possiamo prendere posto. A breve ognuno di noi avrà una sedia per accomodarsi. Prego Iacob, accomodati. Iacob si siede e dopo di lui siedono anche Casian, Iustinian e Octav. Madalina resta in piedi vicino a Iacob Octav Oh, perdonami Madalina, prego siedi pure… (Madalina si siede sulle gambe di Iacob) qui. Octav si risiede. Da fuori scena si sente l’urlo di Ilinca. Tutti si alzano tranne Iacob che ha ancora Madalina sulle gambe. Iustinian Ma cos’è successo? Ilinca (rientrando terrorizzata con una trappola per topi attaccata al piede) Mio Dio che male! Il mio piede! Iustinian muoviti toglimi questa cosa dal piede! Octav Fatela sedere. Iustinian aiuta Ilinca a sedere poi si china e comincia ad armeggiare con la trappola senza riuscire a toglierla dal piede di Ilinca che continua a urlare. Rientrano Alida, Ana e Fiodor. Alida Ma cosa è successo? Ilinca Perché non mi hai detto della trappola? Alida Ma te l’ho detto! E ti avevo detto anche di restare qui. Ilinca (piangendo) No, tu mi avevi detto che era nel ripostiglio! Octav A onor del vero mi vedo costretto… Alida Octav! Lascia perdere, piuttosto vai a prendere qualcosa per sbloccare quest’arnese. Octav Tesoro ti dispiacerebbe essere più precisa? Alida Una sega! Octav Abbiamo una sega? Ilinca (terrorizzata) Cosa ci devi fare con la sega? Alida Octav! Vai a prendere la cassetta degli attrezzi! Quella scatola di plastica nera che non usi mai! Muoviti! Octav esce da sinistra. Ana Topo, di preciso quali fili hai… spostato? Fiodor Quelli dell’interruttore. Ana PAPA! Non accendere… Da fuori scena si sente l’urlo di Octav, la luce in scena si affievolisce per un attimo e tutti guardano in su. Poco dopo Octav rientra in scena barcollando in preda a intermittenti spasmi muscolari. Octav È… è… questa? (mostra la cassetta degli attrezzi) Alida Sì. Ma… cosa ti è successo? Octav porge la cassetta ad Alida poi stramazza a terra. Tutti gli si avvicinano. Madalina si alza di scatto e raggiunge Ana e Fiodor, Iacob si avvicina a Octav. Alida Octav! Iacob (tocca il collo di Octav) Tranquilli, non è niente. Tiriamolo su. Adagiano Octav su una sedia mentre lui si lamenta, Alida gli siede accanto preoccupata,tutti restano vicini a lui. Ilinca Scusate, ma il mio piede? Iustinian Facciamolo sedere. Ilinca Il mio piede. Iacob Lasciamolo respirare. Ilinca Perché nessuno mi ascolta? Il mio piede! Mi fa male! Iustinian Eccomi, amore. Rientrano Teodor e Coralia. Teodor Ehi, ma cosa sono tutte queste urla? Alida E voi dov’eravate finiti? Iacob Mi scusi ma non credo che questo sia il momento. (a Teodor) Teodor, prendi qualcosa da bere per tuo padre. Teodor esce da sinistra. Coralia Ma cosa gli è successo? Lo abbiamo sentito urlare da sopra. Fiodor Ha preso la scossa quando ha provato ad accendere la luce. Tutti si ammutoliscono e guardano Fiodor. Fiodor Ehm… era l’urlo tipico di chi prende la scossa. Iacob Magari perché c’erano dei fili scoperti? Alida E chi avrebbe lasciato i fili scoperti? E perché? Iacob Direi che lasciato non è il termine adatto. Coralia Iacob, non resisti proprio. Devi sempre correggere tutti. Iustinian Qualcuno sa come sbloccare questa cosa? Coralia Ma, è una trappola per topi! Ilinca Acuta osservazione! Almeno questa volta il signor Tataru non ti dovrà correggere! Iacob si dirige pensieroso verso il fondale. Casian Let me see. (si avvicina a Ilinca) Ilinca Perfetto! È arrivato il top manager! Il manager dei topi. Iustinian Tesoro stai calma. Ilinca Come faccio a stare calma? E’ la seconda volta che mi faccio male oggi! Alida Perché è la seconda volta che non mi dai retta! Ilinca Mi fa male il piede! Toglietemi questa cosa! Alida Casian, per favore pensaci tu! Ilinca (fissa Casian terrorizzata) Non mi toccare! Nessuno di voi mi deve toccare! Teodor (rientrando) Tieni daddy, un po’ di ţuică ti farà bene. Questa è speciale, risveglia anche i morti. Porge il bicchiere a Octav che comincia a bere. Iustinian No! Quella non è ţuică! È veleno per topi! Octav sputa terrorizzato. Octav Teodor, dove hai preso questa ţuică? Teodor Nel ripostiglio. Octav Portatemi all’ospedale. Ho bisogno di una lavanda gastrica. Buio. Al riaccendersi delle luci in sala non c’è nessuno ma ci sono in tutto nove sedie. Da sinistra entra Iacob con un trolley. Subito dopo entra Estera. Estera Signor Tataru, cosa fa con la valigia? Iacob Mi sto preparando per tornare a casa. Anche se… le dispiacerebbe radunare tutta la famiglia qui? Estera No, mi dia solo un attimo, li vado a chiamare. Iacob Grazie. Ah, sa dirmi dove abitano il signor Iustinian e sua moglie? Estera Abitano nella casa accanto, appena esce alla sua destra. Ma… posso chiederle perché? Iacob Certo, mentre lei raduna la famiglia Eminescu io andrò a chiamare il signor Iustinian e sua moglie. Ah, un’ultima cosa. Estera Mi dica. Iacob Dovrebbe dire a Teodor e Coralia di portare con loro il topo. Estera Il topo? Iacob Sì, gli dica così. Loro capiranno. Estera E come mai? Iacob Diciamo che… diciamo che voglio salutarli tutti. Estera Va bene. Estera esce da sinistra mentre Iacob esce da destra. Dopo qualche secondo entrano Octav e Alida. Alida Stai meglio amore? Octav Sì, cara. Oggi va meglio. Entrano Ana, Fiodor e Madalina. Tutti e tre guardano in basso. Octav fissa Ana con aria severa. Octav Buongiorno ragazzi. AFM Buongiorno. Octav (severo) Avete dormito… (Alida lo interrompe mettendogli l’indice sulle labbra) Rientra Estera seguita da Teodor e Coralia che porta con sé una scatola. Estera Il signor Tataru è andato a chiamare il signor Iustinian e sua moglie. Octav Grazie Estera. Estera esce da sinistra. Octav Teodor, puoi spiegarmi perché tenevi della ţuică nel ripostiglio? Teodor E’ ţuică speciale, la fa il nonno di Casian. Octav Bene, era giusto per saperlo. Teodor E tu cosa ci dovevi fare con il veleno per topi? Iacob (rientrando) Doveva ammazzare Mickey Mouse. Rientrano anche Iustinian e Ilinca, quest’ultima con le stampelle e un piede fasciato. Iacob Buongiorno a tutti e grazie per esservi riuniti qui. Alida Iacob, potresti essere più chiaro? Iacob Certo, anche se devo ammettere che una tale richiesta fatta proprio da lei, signora Alida, suona un po’ strana, come quando si dice: “Da quale pulpito viene la predica”. Tutti guardano Alida, chi sorridendo chi con aria di rimprovero. Iacob Per favore, accomodatevi. Come potete notare ci sono sedie per tutti. Tutti si siedono sorpresi della presenza di tutte le sedie necessarie. Iacob Professore, sta meglio? Octav Sì Iacob, grazie.
  8. Madalina Ma sei sicura? Ana Sì, l’importante è che non diciamo nulla. La vecchia è fissata con la pulizia, non vuole che il giornalista e gli altri due sappiano che c’è quel coso schifoso qui. Fiodor Ma se volete ci penso io. Ana Topo, lascia stare. I vecchi sono ancora furiosi per il vaso che hai rotto quando volevi uccidere quella zanzara. Fiodor Va bene, ma piantala di chiamarmi topo. Ana Amore non stressare. Tanto lei lo sa che per me sei Topo. Ana e Madalina ridacchiano mentre Fiodor si irrigidisce. Da sinistra rientra Alida seguita da Octav e Iustinian che sorreggono Ilinca. Octav Ilinca, permettimi di accompagnarti all’ospedale. L’incidente si è verificato nella mia casa, te lo devo. Iustinian Ma no, non credo sia… anche perché sembra una cosa leggera Ilinca Mi fa solo un po’ male… Alida. Alida Dimmi cara. Ilinca Perché non mi hai detto che il pavimento è bagnato? Alida Ilinca, io ci ho… Ilinca Mi hai fatto andare in cucina. Alida Estera aveva appena finito di… Ilinca Perché mi hai fatto camminare sul pavimento bagnato? Volevi uccidermi? Octav e Alida si guardano stupiti. Iustinian No, non fateci caso. Sarà la botta. Octav Se mi posso permettere, direi che un controllo sarebbe più che opportuno. Iustinian Giusto, meglio farla sedere… un po’ di riposo… Octav e Iustinian si osservano per un attimo poi si muovono in direzioni opposte. Poi parlano sovrapponendosi. Octav Vuoi farla sedere? Iustinian Dove la vuoi portare? Si muovono nuovamente in direzioni opposte ma contrarie alle precedenti. Ilinca Volete uccidermi? Octav Portiamola all’ospedale. Ilinca Per favore, non mi sono fatta niente. Ho solo battuto la caviglia e la testa ma sto bene. Octav Ilinca, mia cara, credimi… Ilinca Non vi preoccupate, sto bene. E’ solo una caduta, niente di che. Non mi sono rotta nulla. A chi non è mai capitato di scivolare su un pavimento inspiegabilmente bagnato? (fissa Iacob) Non c’era un’intervista in corso? Iustinian Sì, confermo che… ve lo dico io… Ilinca Ho solo bisogno di mettere qualcosa di asciutto, vieni Iustinian. (si avviano verso la quinta destra) Torniamo subito. Ana Ma’, cos’ha visto Ilinca? Alida Cosa NON ha visto, semmai. (esce da sinistra) Ana Chi la capisce a quella? Octav ANA! Rientrano Iacob e Casian, Madalina nel vedere Iacob si incanta, Ana non se ne accorge. Fiodor Maddi? Tutto bene? Ana Allora, Maddi. Capito? Non dire nulla. Dopo l’intervista mio padre lo fa secco. (segue lo sguardo di Madalina e nota la presenza di Iacob) Ah, signor Tataru. Casian? Ma vi conoscete? Casian No, ci siamo trovati qui. Tuo fratello mi ha detto che stasera è grill time. Ana Che? Casian Fate una grigliata. Ana Ah, sì. Ci sarà anche il signor Tataru. Iacob Vi prego, chiamatemi Iacob. Madalina Iaaacooob. Casian Sì, dai. Il nostro reporter is one of us. Ha ventidue anni. Madalina Veentiduue. Ana Ma… per caso hai una fidanzata? Magari le vuoi dire di venire qui? Iacob No, non sono fidanzato. Madalina sviene e cade per terra. Iacob Oh mio Dio! Sta male? Ana No, tranquilli. Non è niente. (cerca maldestramente di sollevare Madalina) Maddi, ripigliati. Ehm… Iacob, non è che potresti darmi una mano? Fiodor Aspetta, ti aiuto io. (si alza in piedi) Ana Levati dalle… no, è meglio di no. Fai fare a Iacob, mi sembra più… più… (a Iacob urlando) Allora ti muovi? Iacob imbarazzato si alza e mette Madalina a sedere sulla sedia. Ana spinge Iacob sulla sedia accanto a Madalina. Ana Stai qui, falla ripigliare. Iacob Va… bene. Ana Pa’ ma Ilinca tutto ok? Octav Abbastanza, Ana. E il verbo essere? L’hai più sentito? Ana Ma cosa ho detto ora? Octav Cosa NON hai detto, semmai. Ana Che fai parli come la vecchia? Octav Giusto perché tu ne sia al corrente, figlia, la persona che tu hai testé indicato con l’appellativo di “vecchia” risulta essere colei che ha avuto l’onere e l’onore di fare da tramite, per conto di madre natura, affinché la tua presenza in questo mondo avesse inizio; nondimeno è la signora del sottoscritto da venticinque anni e, visto quanto detto, tu dovresti mostrarti più rispettosa nei suoi confronti. Per quanto riguarda il modo di parlare, poi, sarà meglio se, in futuro, preferissi il silenzio in luogo di certe diffamatorie affermazioni. Io parlo. Chiunque altro in questa casa riempe e colma l’aria di inutili quanto inconcludenti versi. (a Iacob) Signor Tataru, lei stanotte è nostro ospite. Ho parlato a mia moglie dell’inconveniente che le è accorso con l’albergo. Abbiamo convenuto sul fatto che lei debba dormire da noi, tanto più che le abbiamo fatto perdere molto tempo. Iacob Mah, veramente io… Octav Signor Tataru. Iacob Professore. Octav A mia moglie non piace sentire rifiuti ai suoi inviti. Lei mi capisce. Vero? Iacob Ehm… sì. (scuote delicatamente Madalina che comincia a risvegliarsi) Ad ogni modo la prego, professore: mi chiami Iacob, l’ho chiesto anche ai ragazzi. E direi che potete darmi del tu. Octav Iacob, io spero che tu possa scusarci. Oggi si sono susseguiti molti imprevisti. Iacob Mi è venuta un’idea. Visto che questa notte sarò vostro ospite potremmo rinviare l’intervista a domani. Octav È molto gentile da parte tua, Iacob. A proposito. Forse hai dei bagagli da prendere, forse vorresti fare una doccia. Iacob Be’ in effetti non mi dispiacerebbe. Octav Ana, va da Estera e dille di preparare la stanza degli ospiti e dille anche che il nostro ospite vorrebbe fare una doccia. Ana e Madalina escono da sinistra ridacchiando. Ana (fuori scena) Topo! Vieni! Fiodor Scusate, credo che mi vogliano di là. Octav Sì, credo proprio di aver sentito mia figlia chiamare Fiodor. Sorridono tutti tranne Fiodor che esce frettolosamente. Subito dopo suona il campanello, Octav si alza ed esce da destra per poi rientrare con Ilinca e Iustinian. Octav Prego accomodatevi, sono contento che non sia successo nulla di grave. Ilinca No, solo un grosso spavento. Nulla di più. Octav Meno male, sai Alida aveva cercato di avvisarti… Iustinian Sì, gliel’ho detto anche io. Ilinca In effetti è così ma io proprio non ricordo che Alida mi abbia detto qualcosa. Octav L’importante è che non ti sia fatta male. (guarda Casian e Iacob) Orsù, tra non molto torneranno mio figlio e la sua fidanzata; noi possiamo andare tutti in giardino, la cena si svolgerà lì. Buio. Luce. La cena in casa Eminescu si è appena conclusa, la scena è vuota. Entrano Teodor e Coralia. Teodor Sono pieno. Anche stavolta ho esagerato. Coralia Lo credo, hai mangiato più di tutti. Forse un po’ di movimento ti aiuterebbe a smaltire un po’ di calorie. Andiamo a casa mia? Teodor Amore, tu abiti a un isolato di distanza, quanto pensi di smaltire? Coralia sorride e appoggia la testa sul petto di Teodor. Teodor Guarda che ho capito cosa intendevi dire. Ma cosa facciamo abbandoniamo qui Casian? Coralia Lo so, tra l’altro hai notato che stasera sembrava un po’ strano? Teodor Yes, I’ve seen. Sembrava teso. Coralia Già, non parlava neanche più inglese… lui. Teodor Parla quella che ha chiamato Mickey Mouse il suo topolino. Coralia Mickey! Già! Andiamo a vedere come sta. Esce da sinistra trascinando Teodor per il braccio. Un attimo dopo rientrano Alida ed Estera. Alida Allora Estera, ascoltami bene: fai in modo che nessuno entri in cucina. Estera Ma guardi che adesso è asciutto. Alida Il topo Estera, il topo. Estera (spaventata) È lì? Alida Mio Dio, non lo so. Ma io spero che ci vada. Estera Ah. Alida Mi raccomando Estera. Dai, torniamo in giardino. Escono entrambe da sinistra. Subito dopo rientrano Iustinian Ilinca e Casian. Casian Vi dico che è così, vogliono fare fuori il boyfriend di Ana. Iustinian Ieri Octav mi parlava... il giornalista. Ilinca Casian cosa ti fa pensare che sia Fiodor che vogliono eliminare? Casan Ce l’hanno con un topo. Ana chiama così il suo boyfriend Fiodor. Iustinian Oh mio Dio! Ilinca Cosa c’è? Iustinian Il veleno per topi! Casian So? Che vi dicevo? Iustinian La ţuică! Ilinca Amore la ţuică non è veleno per topi. Iustinian Ilinca, tesoro, io… Ilinca Caro, io ti dico sempre che è veleno ma… Iustinian Ascoltami… Ilinca Suvvia caro, è un modo di dire, perché tu esageri sempre. (a Casian) Gli dico sempre di berne poca perché per lui è un veleno e lui cosa va a pensare? Che sia veleno per… Iustinian Ilinca! Ilinca E’ per me? Sono io quella che vogliono uccidere? Iustinian Ma cosa…? Non hai capito… Ilinca No, caro marito, non sono io che non ho capito. Semmai sei tu che ti spieghi sempre male. Quando parli tu non si capisce mai nien… Iustinian Hanno messo il veleno per topi nella ţuică! Casian E lei come lo sa? Iustinian Oggi pomeriggio Octav è uscito… poi è tornato… e aveva un coltello enorme. Teodor ha detto che serviva per stasera… poi Octav ha tirato fuori una bottiglia e l’ha data a Teodor… gli ha detto… però a me ha detto che era veleno per topi. Ilinca Dobbiamo stare attenti. I nostri vicini non sono la famiglia tranquilla che vogliono far credere. Casian Forse è meglio se torniamo da loro. Chiunque sia la vittima designata dobbiamo salvarla. Rientrano Teodor e Coralia. Teodor Casian, there you are. Casian Ah, ehm, stavo facendo un paio di chiacchiere con i tuoi vicini. Coralia Dai venite di la che c’è il dolce. Teodor esce seguito da Coralia, gli altri si guardano terrorizzati poi escono a loro volta. Subito dopo rientrano Fiodor e Ana. Ana Topo, sei sicuro? Fiodor Sì, tranquilla ma piantala con sta storia del topo! Ana Ma non è che qualcuno si frigge al posto del topo? Fiodor Dovrebbero andare nel ripostiglio. Lì non ci andrà nessuno, non stasera. Hai messo il formaggio dove ti ho detto? Ana Sì. Fiodor Allora siamo a posto. I topi vanno pazzi per i cavi della corrente! Rientrano Octav, Alida, Iustinian, Ilinca, Casian, Iacob e Madalina. Octav Spero che riusciamo ad accomodarci tutti, certo in giardino la cosa sarebbe stata meno problematica. Ilinca Ma sì dai qui si sta più caldi. In giardino c’era ancora l’odore della carne alla griglia, qui è più… più… intimo. Octav (appoggia una mano sulla spalla di Ilinca) De gustibus. Ilinca (terrorizzata) Co-cosa? Octav De gustibus non est disputandum. Iustinian (si mette tra Ilinca e Octav) Fermo! Prima dovrai…
  9. Octav lo invita con un cenno a seguirlo, i due escono da sinistra. Ana, divertita, si avvicina alla quinta e guarda fuori scena, poi ritorna da Madalina, le si ferma davanti e la osserva. Madalina sembra ipnotizzata. Ana le agita la mano davanti agli occhi. Ana Maddi? Sei ok? Maddi cara? (attende invano una risposta dall’amica poi porta le mani alla bocca per simulare un megafono) Terra chiama Madalina, rispondi Madalina. (urla) MADALINA! Madalina (tornando vigile) Eh? Chi è? Ana Sei in trans? Madalina Hai visto che figo? Ana Ho visto? Maddi stai perdendo le bave! Sei completamente partita. Madalina Ma l’hai visto? Ana Sì, non è male. Madalina Non è male? Ana, ma ci vedi? Ma l’hai visto? Cioè, l’hai visto? Ana Sì Maddi, sì. Madalina Ma chi è? Ana E’ un giornalista, deve fare un’intervista a mio padre. Madalina Ma tornerà altre volte qui? Rientra Ilinca seguita da Estera che attraversa la scena ed esce da sinistra in silenzio. Ana No, non credo che lo vedremo ancora dopo l’intervista. Ilinca, terrorizzata si porta le mani alla bocca. Subito dopo rientra anche Iustinian. Iustinian Eccomi qua. Come pensavo: avevo lasciato la luce… mi era proprio venuta… sai quando hai quell’impressione… (nota l’espressione terrorizzata di Ilinca) Amore? Cosa succede? Ana e Madalina si accorgono della presenza di Ilinca e Iustinian e scoppiano a ridere imbarazzare. Ana Ehi, ma da quant’è che siete arrivati? Ilinca Da… da… appena arrivati. Non abbiamo sentito praticamente nulla di quello che vi siete dette. Estera (rientrando) Signori! Meno male che siete tornati, per favore non andatevene più altrimenti la signora Alida commette un omicidio. Venite seguitemi. (esce da sinistra) Iustinian Hai sentito? Se restiamo qua non… dai andiamo. (escono anche Iustinian e Ilinca). Ana (guarda uscire i vicini di casa poi si rivolge a Madalina) Se ne sono andati, allora: ti ha proprio preso il tipo eh?. Madalina Ma non possiamo trovare una scusa per andare a sentire l’intervista? Ana Ma sei fuori? Vuoi che il vecchio ci resti secco per l’incazzatura? Madalina Buchiamogli le gomme della macchina! Ana Maddi, tu mi fai paura. Stai calma. Madalina No Ana, io mi sono innamorata. Cioè, ma quant’è figo? Alida (rientrando) Ana, per quanto ne avete? Ana (sbuffando infastidita) Perché? Alida Stasera abbiamo ospiti a cena. Ti dico solo questo. Ana Lo so, ci sono Iustinian e la moglie. Alida E il signor Tataru. Chiaro? Madalina sgrana gli occhi. Alida Madalina, cara. Qualcosa non va? Ana (nota la reazione di Madalina) No ma’, va tutto bene. Io arrivo tra un po’, ci vediamo dopo. (comincia a spingere la mamma fuori dalla quinta sinistra) Alida Volevo dirti… ma non spingere… invita Fiodor se vuoi (esce). Ana Maddi, stasera tu ceni con noi. Madalina Grazie! Che bello! Ana Dobbiamo trovare il modo di farti sedere vicino a Jacob. Dai ora andiamo di là così diciamo a mia madre che ci sei anche tu. Madalina Ricordati di Fiodor. Ana Grande! Aspetta che gli watsappo. (prende il cellulare e registra un messaggio vocale) Ciao Topo, stasera sei a cena da me, i vecchi hanno un ospite quindi mi hanno detto di invitarti. Vieni vestito tranquillo, cioè niente vestiti eleganti o storie simili, c’è anche Maddi che dobbiamo fare una cosa, poi ti spiego. Ciao. Madalina Ma lo chiami ancora “Topo”? Ana Sì, ma solo quando siamo soli. Davanti agli altri mi riduco a un più ordinario “amore”. Topo gli sembrava poco virile. Madalina “Ordinario”? Mi sembri quasi tuo padre. Ana (si guarda attorno, divertita) Parla piano. Lo sai che se mi sente finisce tutto il divertimento. Ridono ed escono entrambe da sinistra. Rientrano Teodor e Coralia. Teodor Aspettami qui. Io torno subito poi andiamo da Casian. Coralia Va bene. Teodor esce da sinistra mentre Coralia si siede. Poco dopo rientrano Iacob ed Estera. Estera Prego attenda qui, appena il professore si libera tornerò a chiamarla. (vede Coralia) Ah, ciao Coralia. Come stai? Coralia Bene grazie. E tu? Estera Bene, anche se qui è sempre un manicomio. Ora scusa, devo andare. (esce) Coralia Ciao Estera. Iacob si muove a caso per la scena lui e Coralia si squadrano per un attimo poi tornano a guardare ognuno avanti a se. La scena si ripete per un paio di volte prima che Coralia parli. Coralia Buongiorno. Iacob Buongiorno a lei signorina. Coralia Il suo viso mi è vagamente familiare. Ci siamo forse visti in qualche altra location? Iacob Devo ammettere che anche io ho la stessa sensazione. (esita) Aspetti: lei ieri era nel negozio di animali. Non è vero? Coralia Sì, quello del centro commerciale. Iacob Si, proprio quello; anche se, a onor del vero, è un negozio indipendente. Lei ha un animale? Coralia Lei corregge sempre le persone? Iacob Mi scusi, non era mia intenzione sembrarle scortese. Coralia E, comunque, anche se ero lì, non vuol dire che debba necessariamente avere un animale. Iacob Ah, capito. Coralia Cosa c’è da capire? Iacob Nulla di che, volevo dire: ho capito che, forse, era lì solo di passaggio. O per un qualsiasi altro motivo che non sia il fatto di possedere un animale. Coralia Lei parla sempre in questo modo così ricercato? Iacob Come ha detto scusi? Coralia E’ un avvocato? Rientra Teodor. Iacob No, sono un giornalista. Teodor Buongiorno. Lei è il signor Tataru? Il giornalista che deve intervistare mio padre? Iacob Sì, sono io. Teodor (eccitato stringe la mano a Iacob) Molto piacere, io sono Teodor Eminescu. Octav è mio padre. Iacob Molto piacere Teodor, se per te non è un problema sarei felice di rivolgere alcune domande anche a te e… hai fratelli? Sorelle? Teodor Sì ho una sorella minore, si chiama Ana. Iacob Ah, sì. Credo di averla già intravista. Teodor E lei è la mia fidanzata, Coralia. Iacob Molto piacere, signorina. (a Teodor) Stavo giusto scambiando un paio di chiacchiere con la sua signora. Casualmente ci eravamo già incrociati ieri al negozio di animali. Coralia Lei possiede un animale? Iacob ...no, in effetti, neanche io ne possiedo uno. Ero lì per conto di un amico. Stavo comprando del cibo per il suo cane. Teodor (a Coralia) Darling, stasera dobbiamo fermarci qui. Avvisa i tuoi amici che ci vedremo domani. Coralia Qui? E Casian? Lui doveva venire con noi. Non possiamo farlo andare da solo con i miei amici, non li conosce. Teodor Ho già risolto l’issue: Casian sta arrivando, cenerà qui anche lui. Rientra Octav. Subito dopo rientrano anche Ana e Madalina. Octav Signor Tataru, la prego di scusarmi. C’è stato un intoppo con un collega dell’università. Temo che mi dovrò assentare per qualche minuto. La pregherei di attendere qui il mio ritorno. Colgo intanto l’occasione per dirle che io e la mia famiglia avremmo piacere di ospitarla a cena stasera. Iacob La ringrazio, devo solo contattare l’albergo. Octav Aveva forse altri programmi? Iacob No, però non ho ancora effettuato l’accettazione. Devo verificare che sia possibile farlo anche se arrivo dopo cena. Octav Bene, la pregherei di verificare, nel caso fosse necessario mio figlio potrebbe accompagnarla all’albergo per poi riportarla qui per la cena. Mia moglie ci tiene molto. Iacob Vi ringrazio, siete molto gentili. Octav esce, Iacob comincia ad armeggiare col cellulare ma imdiatamente assume un’espressione imbarazzata. Ana e Madalina osservano la scena e ridacchiano. Iacob Signor… Teodor… avrei da chiederle un piccolo favore. Teodor La prego, Teodor va più che bene. Senza alcuna honorific. Iacob Ah… bene, come le dicevo, avrei bisogno di chiederle un piccolo favore. Teodor C’è un issue? Iacob Come ha detto? Scusi? Coralia Lo perdoni: ha la mania di parlare inglese. Le ha chiesto se c’è un problema. Iacob Ah, capito. Ebbne sì. Provo un’immensa vergogna ma… non ho con me il numero dell’albergo. Era previsto che mi recassi di persona a fare l’accettazione, quindi non avevo previsto la necessità dover telefonare prima del mio arrivo. Purtroppo non ho internet sul telefono, ho finito i dati. Teodor Va bene, scusi, però non ho capito cos’è che deve accettare. Coralia Amore! Sveglia! Quando arrivi in albergo devi presentarti, farti registrare e farti dare le chiavi della stanza. Teodor Ah! Deve fare il check-in. Iacob Sì, ma devo telefonare per chiedere se c’è un limite di orario. Teodor Yes, il check-in time. Allora, (prende il cellulare dalla tasca) dov’è la sua accommodation? Iacob (leggermente spazientito) Accommodation… Ah, sì. Excelsior, Grand Hotel Excelsior. Ana e Madalina cominciano a trafficare con i rispettivi smartphone. Teodor Oh, guarda. Ho la inbox full. Può attendere solo un attimo? Iacob Prego, ci mancherebbe. Teodor Giusto il tempo di fare un po’ di trouble shooting e torno a lei. Mentre Coralia scuote la testa, Ana e Madalina escono da destra ridacchiando. Coralia (prende il suo cellulare, lo avvicina al viso come fosse un microfono poi parla a voce sostenuta) Grand Hotel Royal. Iacob Excelsior, Grand Hotel Excelsior. Coralia Lei corregge sempre tutti? Rientra Alida. Alida Ana? Ma dove si è cacciata. (nota Iacob) Oh, buongiorno. Lei è… Iacob Iacob Tataru, sono qui per l’intervista al professore. Alida Molto piacere signor Tataru, Alida. Sono la moglie. Accidenti lei è molto giovane. Iacob La ringrazio. Piacere mio signora. Alida nota Teodor indaffarato al cellulare. Alida Teodor? Teodor (senza staccare lo sguardo dal telefono) Sì, mamma. Solo un attimo. I'm a little busy. Alida comincia ad accarezzare i capelli di Teodor che immediatamente si volta verso di lei. Teodor (vagamente terrorizzato) Sì, mamma? Alida non risponde e indica con la mano Iacob che reagisce con imbarazzo. Teodor Ah, sì. Stavo giusto… come ha detto che si chiama l’albergo? Coralia Grand Hotel Royal. Iacob comincia a guardare tutti con preoccupazione. Rientrano Ana e Madalina sempre ridacchiando. Alida Ragazze ma dove eravate finite? Ana Eh… siamo andate… Madalina A chiamare Fiodor. Ana Sì, è vero. Alida E dovevate uscire di casa per chiamarlo? Ana Non volevamo disturbare. Avete chiamato l’albergo? Teodor Non trovo l’albergo. Iacob Guardi, non credo sia un problema. Magari faccio un salto veloce, lascio i documenti e torno qui. Tanto il professore non sarà qui prima di mezz’ora, credo.
  10. Alida Sì ma prima fai testamento. Ridono entrambe, poco dopo rientrano Octav e Ana; nel vedere rientrare il professore Alida e Madalina si interrompono bruscamente. Octav le nota ma fa finta di niente e prende in mano un libro. Ana Ciao Maddi, sei ok? Madalina Ok, e tu? Ana Ok. Madalina Vai. Octav Un dialogo veramente interessante? Su quale argomento verte se posso? Ana Pa’ ma’, noi dobbiamo fare le prove per lo spettacolo. Vi dispiace? Alida (sbuffa amorevolmente) Va bene tesoro. Alida si alza e si dirige verso la quinta sinistra, si ferma un attimo prima di uscire di scena e si volta verso Octav che, rivolto verso la libreria, da le spalle al pubblico. Alida Octav. Octav (senza voltarsi) Fate pure. (dopo un attimo di silenzio Octav si volta e nota la moglie che lo fissa) Ah, capito. (raggiunge Alida e tutti e due escono di scena) Ana Allora Maddi, ci sei? Madalina Pronta. Ana Allora cominciamo dalla scena del panico. Madalina Vai, mi raccomando: panico a palla! Ana Sì, troppo panico. Vai dammi la battuta. Madalina (recita) Allora? Va bene adesso? Ana (recita) No, non va affatto bene. Ho paura. Ho tanta paura. Solitamente si comporta bene ma poi comincia a parlare in quella maniera così strana e… e poi… diventa un altro. Mi hanno detto che aveva fatto così anche la prima volta che ha ucciso qualcuno… Madalina Sì Ana, la memoria c’è. Ma con l’interpretazione sei out. Cioè: pompa il panico. Panico a palla proprio. Ana Panico a palla. Sì. Dai riproviamo. Madalina (recita) Allora? Va bene adesso? Rientra Iustinian con la moglie Ilinca. Le due ragazze sussultano nervosamente nel vederli. Ilinca (a iustinian) Caro, lascia parlare me. Vedrai che è tutto un malinteso. (si rivolge ad Ana) Ana, carissima. Come stai tesoro? Ana Ciao Ilinca. Bene, grazie. Cercavi mamma? Ilinca Sì, grazie. Puoi chiamarla? Ana Certo. (si volta verso Madalina e la guarda con espressione rassegnata e divertita) Andiamo Maddi, continuiamo in camera mia. Madalina Va bene. Escono Ana e Madalina da sinistra. Iacob Neanche quelle due me la contano giusta. Hai visto come hanno reagito quando ci hanno visti? Chissà cos’altro ci nasconde questa famiglia. Ilinca Tu ora lascia parlare me. Chissà cos’hai bevuto ieri sera che oggi ti vengono in mente certe cose. Rientra Alida da sinistra. Alida Ilinca, ciao. Meno male che sei qui. Oggi è una giornata impegnativa. Ilinca Mi ha detto mio marito che avete un ospite. Alida Sì, è per questo che vi ho voluti qui. La cosa potrebbe diventare impegnativa e voi potreste dare una mano. Venite andiamo in giardino, sto preparando lì. Stasera ci mangiamo una bella pastrama. Alida esce da sinistra, Ilinca fa per seguirla ma Iustinian la trattiene. Iustinian Hai sentito? Ha detto in giardino! Ilinca Ma non mi dire! La pastrana vorrai mica farla in salotto? Iustinian Alida ha detto che non… Ilinca Amore, ascolta: hai presente la pastrana? Iustinian Sì, ce l’ho presente ma io ti sto dicendo… Ilinca Allora, sai che si fa alla griglia. Iustinian Certo, ma ascolta… Ilinca Allora andiamo, Alida ha detto che ha bisogno di aiuto. Rientrano Alida e Octav discutendo animatamente. Alida Prendi del veleno e fallo fuori! Octav Mia cara, cosa ti fa pensare che io disponga di veleno? Non saprei neanche quale usare. Alida Ma non mi dire. Il professore non sa? Octav Bah, non saprei, le mie conoscenze mi rimandano al Cobra, a un infuso di cicuta o al più celebre Arsenico. Ilinca che, nel vederli entrare aveva aperto la bocca per parlare, è rimasta tutto il tempo immobile. Alida Ilinca, Iustinian, eravamo giusto tornati a chiamarvi. Ma cosa fate ancora lì? Iustinian Veramente… Ilinca Guarda c’è appena venuto in mente che abbiamo alcune faccende da sbrigare a casa. Alida Ma noi... Ilinca Sì guarda, siamo sempre indaffaratissimi. Abbiamo tante cose da fare che non riusciamo mai a stare un po’ tranquilli Alida Quindi non… Ilinca Scusami Alida, grazie per il tuo invito resteremmo volentieri ma non ci è veramente possibile. Alida No, no, no. Oggi è sabato, qualsiasi cosa tu abbia da fare ti aiuto io domani ma oggi voi siete miei ospiti. Non accetto rifiuti. Estera (entrando) Professore, c’è… Alida Estera, stai calma. Ilinca Alida, cosa c’è? Alida Nulla mia cara, oggi abbiamo un piccolo problemino da risolvere. Se volete attendere qui un attimo io e il PROFESSORE andiamo di là a risolverlo. Escono da sinistra Octav Alida ed Estera. Iustinian Ora mi credi? Io te l’avevo… solo che tu sei sempre… ora andiamo prima che… io non voglio prendere parte… Alida Aspetta, aspetta. Ma chi è che vogliono uccidere? Iustinian E’ da quando sono arrivato che mi parlano… ho capito… è lui… dobbiamo salvarlo.. dobbiamo… sennò questi lo fanno… non possiamo andare. Alida Amore, tu sai cosa hai detto vero? No perché io non ho capito nulla. Iustinian Oh! Sei sempre la solita, non ascolti… Il giornalista! Alida Il giornalista? Iustinian Sì, lui. Alida Io non ascolto il giornalista? Iustinian (si dimena mettendosi le mani nei capelli) Ma come te lo devo dire? Vogliono… Iustinian prende la testa della moglie tra le mani e le sussurra qualcosa all’orecchio, lei cambia espressione man mano che comprende la frase del marito. Suona il campanello. Estera entra da sinistra, passa davanti a Iustinian e Ilinca che si fingono indifferenti, ed esce da destra. Iustinian Potrebbe essere lui. Dobbiamo trovare il modo… prima dell’intervista. Ilinca Quale intervista? Iustinian Octav… mi ha parlato… deve intervistarlo… perché c’è un poeta… Rientra Estera seguita da Iacob. Estera Prego, attenda qui. Mi dia pure il soprabito e il cappello. Vado a chiamare i signori Eminescu. Iacob Grazie. Estera esca da sinistra dopo aver appeso soprabito e cappello all’appendiabiti. Iustinian attende che Estera sia uscita e subito dopo si avvicina a Iacob. Iustinian Buongiorno. Iacob Buongiorno. Iustinian Lei è il giornalista? Iacob Sì, lavoro per una rivista di arte. Sono qui perché devo… Ilinca Deve andarsene! Iacob Prego? Iustinian Sì, signore. Lei è in pericolo. Questa famiglia vuole ucciderla e chissà quante altre persone hanno ucciso prima. Iacob Non so cosa dire, io ho parlato al telefono con il professor Eminescu. Mi è sembrata una persona normalissima. Poi, come si dice, l’apparenza inganna. Iustinian Anche noi lo pensavamo, solo che oggi faceva discorsi strani. Iacob Tipo? Ilinca Senta, non c’è tempo. Lei deve scappare. Iacob Abbiate pazienza, io non vi… Ilinca La faranno fuori con l’arsenico, la vogliono avvelenare. Qui non parlano solo strano, sono proprio strani. Lei si deve mettere in salvo. Ilinca e Iustinian spingono Iacob fuori dalla parte destra. Estera (rientrando) Signor… Tataru. Ma dov’è andato? (esce da destra) Rientrano Ana e Madalina. Ana Ok! Non c’è nessuno. Madalina Oh, meno male. Qui si prova meglio. Ana Infatti. Madalina Allora, riparti e, mi raccomando, panico a palla. Rientra Iacob e si dirige verso l’appendiabiti, Ana e Madalina non si accorgono di lui. Ana (recita) No, non va affatto bene. Ho paura. Ho tanta paura. Solitamente si comporta bene ma poi comincia a parlare in quella maniera così strana e… e poi… diventa un altro. Mi hanno detto che aveva fatto così anche la prima volta che ha ucciso qualcuno… Ana nota la presenza di Iacob e urla, Iacob urla a sua volta, riprende il cappello e il soprabito e corre fuori da destra. Ana C’era un uomo! Madalina Brava, bravissima! Sei troppo entrata nella parte. Ana Era lì! C’era uno! Madalina Sì, sì. Sei stata bravissima. Soprattutto l’urlo. Sembrava veramente che fosse lì davanti a te. Ana Non hai capito, c’era uno lì. Madalina Va bene Ana, ora esci dalla parte. Rientra Estera seguita da Iacob. Estera Prego signor Tataru, se vuole ridarmi il soprabito e il cappello. Imbarazzato, Iacob porge il soprabito e il cappello a Estera che, scuotendo la testa, li ripone sull’appendiabiti. Ana (imbarazzata a sua volta) Ehm… lei sarebbe il giornalista? Iacob Sì. Iacob Tataru, molto piacere. Ana Piacere mio. Iacob Mi scuso per l’inconveniente di poco fa. Sono stato… la prego di scusarmi. Ana Ma no si figuri, eravamo prese da una prova di teatro. Iacob Teatro! Ma che bello. E cosa… Ana (interrompe Iacob) Ah, mi scusi. Lei è la mia amica Madalina… (guarda Madalina che è immobile) Mada… Maddy? Tutto bene. Madalina si avvicina lentamente a Iacob senza smettere di fissarlo poi gli tende la mano per farsela baciare. Madalina Madalina, molto piacere. Iacob, sempre più imbarazzato esita, prende la mano di Madalina, accenna a chinarsi ma alla fine si limita a stringerla. Entra Octav con Estera al seguito. Iacob Molto piacere, Madalina. (divincola elegantemente la mano dalla stretta di Madalina) Octav Signor Tataru? Iacob Il professor Octav Eminescu, immagino. Octav Sono io. Molto piacere. Iacob Piacere mio, professore. Octav Noto che ha già avuto modo di fare la conoscenza di mia figlia e della sua amica. Iacob Sì, si sono appena presentate e mi hanno detto… Tutti si accorgono dell’immobilità di Madalina. Octav Madalina, stai bene. Madalina (senza smettere di fissare Iacob) Sì, professore. Sto bene. Octav Signor Tataru, la pregherei di seguirmi nel mio studio. Credo che abbiamo interrotto delle prove per una rappresentazione di arte drammatica. Iacob Sì, lo credo anche io. Stavo giusto per chiedere a sua figlia di che opera si trattasse. Octav Indagherò io per lei se le può andar bene. Ho motivo di credere che se restiamo quale che sia la natura dell’opera questa potrebbe tramutarsi in un’autobiografica storia d’amore. (sorride) Iacob (risponde al sorriso con complicità) Sì, e siccome ho già motivi a sufficienza per essere imbarazzato la seguo volentieri. (si rivolge ad Ana) Signorina Ana, sign… signorine è stato un piacere. Octav (a Estera) Estera, cerca di convincere Iustinian e la sua signora a tornare qui. Conosci mia moglie, se non li vede tornare, questa volta, potrebbe compiere un delitto. Iacob diventa nervoso. Octav Qualcosa non va, signor Tataru? Iacob (scuote la testa sorridendo) No, professore. La sua frase mi ha riportato alla mente una cosa ma nulla di importante.
  11. http://ultimapagina.net/forum/topic/742-la-dolce-e-bella-violante/?do=findComment&comment=10086 Alida Ana, dimmi cosa c’è in cucina! Ana E’ orribile mamma. Alida ANA! Non te lo ripeto più! Cosa c’è in cucina? Ana (dopo un attimo di esitazione) Un topo. Alida si porta le mani alla faccia e prende un lungo respiro, guarda la figlia poi il pavimento, torna a guardare la figlia poi a qualche passo allontanandosi nervosa. Alida Ana, tesoro mio, tu vorresti dirmi che hai fatto tutta questa scena per un… aspetta; cos’hai detto che c’è? Ana Un… topo. Alida Un topo? Ma porca miseria! Ma io dico! (comincia ad agitarsi e vagare per la scena toccando, spostando e riposizionando qualsiasi cosa le si trovi a portata di mano) Ma tutte a me! Ma come si fa? Come si fa? Ma è mai possibile? Io-io non lo so! Io uscirò pazza. Io… basta, non ho parole. Non so che dire. Ana (impaurita) Mammina, io ho paura dei topi. Alida fissa la figlia come se volesse ucciderla. Alida (urlando a squarciagola) OCTAV! Octav (entrando da destra) Mi hai chiamato, cara? Alida No, ho urlato il tuo nome così, per dichiararti il mio amore. Octav Amore mio, anche io ti amo… (si interrompe vedendo la moglie che lo incenerisce con lo sguardo) Cosa c’è cara? Alida Un problema, Octav. Un grosso problema. Octav Che genere di problema, se è lecito? Alida Octav non ti ci mettere anche tu. Octav A fare cosa? Alida Octav! Octav Amore, non capisco cosa mi vuoi dire. Alida Oggi arriva il tuo amico. Octav Il mio amico? Alida Sì! Octav Quale amico? Alida Il TUO amico. Octav (gesticola esprimendo disperazione) Alida, cara. Potresti essere più chiara? Quale dei miei amici arriva oggi? Alida IL-GIORNALISTA! Octav Ah, sì. (comincia a camminare) Be’ al telefono è stato molto coriale ma definirlo amico lo trovo quantomeno prematuro, per quanto non sia da escludere che all’incontro di oggi possa fare seguito una sincera… amore perché mi guardi così? Alida Se non sbaglio poco fa ti ho detto che abbiamo un grosso problema. Octav Sì, sì, credo che tu lo abbia detto. Anzi, ne sono quasi sicur… no, sono certo che tu hai detto che… sì stavamo giust’appunto parlando del fatto che abbiamo un grosso problema. Prego cara. Cosa posso fare per risolvere questo problema del quale, se mi permetti, mi hai parlato in maniera un po’ marginale? Alida Topo. Octav (sbuffa esausto) Moglie, ti sarei infinitamente grato se ti decidessi a esprimerti in maniera più comprensibile. Ana Papà, c’è un topo in cucina. Octav Ana, piccola mia, lasciami risolvere un problema per volta. Alida Octav, il problema è quello. Octav Basta io me ne vado! (si dirige verso la quinta di destra) Alida Dove pensi di andare? Octav e Alida parlano contemporaneamente. Octav Non ne posso più! Ogni volta che mi trovo a interloquire con te mi sembra di dover risolvere un enigma; è mai possibile che tu non riesca a esprimerti con chiarezza senza costringere i tuoi uditori a prodigarsi in estenuanti sforzi di interpretazione allo scopo di comprendere dei concetti tanto banali da poter essere enucleati con frasi di semplice costruzione ma, purché sia, complete? Alida Ecco! Ogni volta che ti si chiede di fare qualcosa tu trovi sempre il modo di cambiare discorso e, guarda caso, cosa tiri fuori? Le tue solite storie di grammatica, sintassi e ortografia e tutte quelle cose che capisci solo tu! Mai che ti si possa chiedere di fare qualcosa di pratico in questa casa. Dimmi quando mai è capitato che ti ho chiesto qualcosa e tu l’hai fatto senza fare storie. Octav Cosa vuoi che faccia? Alida C’è un topo in cucina! Octav Sì. Questo me l’ha già detto Ana. Alida Octav! Fai sparire quel mostro prima che arrivi il tuo amico giornalista per intervistarti! Octav Ti rammento che non è mio amico. Non so nemmeno che faccia abbia. Alida (isterica) Fai sparire quel topo! Octav Va bene, va bene! Basta che la smetti di urlare! (si avvicina alla quinta di sinistra) Teodor? Figlio caro? Teodor (entra e con passo frettoloso si dirige verso la quinta destra) Ciao a tutti, I’m busy. See you later. Octav Teodor ci sarebbe… Teodor (al limite della scena) Devo essere da Casian asap. Bye. Octav (di nuovo verso la quinta) Estera, in cucina c’è… Estera (entrando terrorizzata) Un topo! Un topo! (si ferma al centro della scena, gli altri presenti la fissano. Lei si rivolge a Octav) Signore, la prego. Ho paura dei topi io. Tutti si voltano verso Octav. Octav Va bene, pare che l’ingrato compito di accompagnare l’ospite indesiderato alla porta sia stato affidato al sottoscritto. (si avvia verso la quinta sinistra) Alida Magari fagli una lezione di letteratura. Così lo tramortisci. Octav si ferma davanti alla quinta e si volta intento a rispondere, Ana lo interrompe. Ana Va bene papi! Forse ora è meglio che ti prepari, fra un po’ dovrebbe arrivare il tuo amico. Octav Ancora con questa storia? Alida (ironica) Non è suo amico, dai vieni che prepariamo qualcosa di dolce da offrire al signor Tataru. Escono Octav, Alida e Ana. Suona il campanello, Estera si precipita ad aprire la porta uscendo dal lato destro della scena. Subito dopo rientra seguita da Iustinian. Estera Prego si accomodi. (si avvicina alla quinta sinistra e urla) Professore, è arrivato il suo amico. Octav (rientrando) Estera, per favore. Almeno tu evita… (nota Iustinian) Iustinian, carissimo. Buongiorno. Iustinian Sono giunto in un momento non opportuno? Octav Ma certo che no, la tua presenza in casa mia è sempre gradita. (lancia un’occhiataccia a Estera che esce da sinistra) Prego, accomodati. Iustinian Un attimo fa mi sei sembrato nervoso. Cosa è successo? Octav Nulla di che, è la solita tendenza di mia moglie a vedere la realtà debitamente modificata in virtù del suo umore del momento, abitudine che la conduce spesso a tenere comportamenti basati più su questa sua personale percezione che sul reale aspetto delle situazioni che si trova a vivere. Tutto qui. Iustinian … chiaro, chiaro. Certo. (si guarda attorno imbarazzato) Octav Tu, piuttosto, come stai? Iustinian Bene, grazie. Come tutti i week end sono un po’ stanco ma… Octav Fine settimana. Iustinian Scusami? Octav No, non è il caso che ti scusi. Iustinian No, volevo dire… non importa. Comunque sto bene. Oggi avevo un po’ di tempo libero e ne ho approfittato per passare a salutarti. Sempre se non ho tolto del tempo a qualche tua occupazione. Octav No, anzi, ti dirò che se vorrai trattenerti qui per un po’ ne sarei felice. Tra non molto dovrebbe arrivare un giornalista che lavora per Emoții Literare, una rivista mensile che tratta di letteratura. Iustinian Ah, collabori con quella rivista? Entra Alida, da sinistra, con Ana. Alida ...e per favore non fate come vostro solito, ok? Ana In che senso? Alida Ana, non fare finta di non capire. Mi raccomando. Mi-raccomando. (vede Iustinian) Iustinian, carissimo. Come stai? Iustinian Ciao Alida. Bene e tu? Alida Ah, guarda. Qui ce n’è sempre una. Oggi abbiamo un ospite. Te l’ha detto il professore? Iustinian Me lo stava dicendo adesso. Alida Allora resta qui con noi. (guarda Octav) E’ probabile che avremo bisogno di aiuto. Octav Aiuto? E per cosa, se è lecito? Alida Certo che è lecito! Lecitissimo! (Esce a destra) Ana Papà, hai fatto? Octav No, tesoro. Non ancora. Come puoi notare da te c’è mi sto intrattenendo con Iustinian che è appena arrivato. Poi penserò anche al resto, magari dopo l’intervista. Ana Papà, io ho paura. Octav Tranquilla, non c’è nulla di cui aver paura. Comunque ribadisco: dopo l’intervista sistemiamo tutto. Ana Va bene, io vado in camera mia. Fra un po’ dovrebbe venire Madalina; dammi un alert quando arriva. (esce da sinistra) Octav si copre la faccia con le mani. Iustinian Octav, se avete altri… cioè ero passato solo per… non voglio togliere tempo a… Octav No, no. Iustinian caro, non ti preoccupare. L’altro ospite può attendere e ti assicuro che non ha alcuna fretta di essere ricevuto. (ridacchia maliziosamente) Orsù, ti stavo raccontando dell’intervista. Di fatto si tratta, come potrai immaginare, del mio cognome… Iustinian Il tuo cognome? Perché? Cos’ha? Octav Amico mio, forse sei uno dei pochi che non hanno notato l’omonimia con il celebre poeta. Iustinian Quale poeta? Alida (rientrando) Octav, non dimenticarti di quell’altra faccenda. Octav Sì, cara. Lo dicevo poco fa ad Ana. Dopo l’intervista me ne sbarazzo. Alida E vedi di fare un lavoro pulito. Non come l’altra volta che l’hai seppellito in giardino; mi viene da vomitare ancora oggi se ripenso a quanto puzzava. Iustinian si irrigidisce. Iustinian Ma… di cosa si trattava. Alida Un ospite indesiderato. Come quello di oggi. Iustinian Ah, capito. Beh, ora credo proprio che… perché mi è venuta in mente… mi sembra che Ilinca mi avesse detto… Alida Ilinca! Bravo Iustinian. Fa’ venire anche lei. Così vi fermate anche per cena. Dille che se rifiuta mi offendo. Iustinian Va… bene. Vado a chiamare Ilinca. Iustinian esce spedito da destra. Octav Devo dire che il comportamento che Iustinian ha tenuto durante questa sua breve visita è stato alquanto insolito. Non trovi, cara, che il suo modo di esprimersi sia, talvolta, poco comprensibile? Alida Professor Eminescu, non può certo pretendere che tutti abbiano la sua impeccabile dialettica… Octav guarda Alida incuriosito, lei scuote la testa. Suona il campanello. Alida Chissà chi è? Octav Sarà Madalina. Ana ha detto che sarebbe arrivata a breve. Alida Grazie! (si avvia verso la quinta di destra) Octav (divertito) Prego. Ah, forse tu volevi che andassi io ad aprire. Alida rientra seguita da Madalina. Octav Vedi? Ho indovinato. Alida Fami il piacere. Vai. Octav Dove? Alida A chimare Ana! C’è qui la sua amica! Penserai mica che sia venuta qui per te? Octav Mah, forse voleva delle ripetizioni di letteratura. Alida Non credo, è giovane e bella, gode di ottima salute, non ha problemi esistenziali e non ha scritto nessuna lettera di addio. Octav Cosa c’entra la lettera di addio? Quella si scrive prima di… (offeso) Vado a chiamare Ana. Octav esce da sinistra mentre Alida e Madalina si guardano e ridacchiano. Alida E’ così divertente farlo arrabbiare! Madalina Ho notato, anche se non mi oserei mai. Comunque, se dovessi chiedere ripetizioni a qualcuno credo proprio che le chiederei a suo marito.
  12. Commento Personaggi: Octav – padre Alida – madre Ana – figlia Teodor – figlio Iacob – giornalista Madalina – amica di Ana Coralia – fidanzata di Teodor Estera – governante Fiodor – fidanzato di Ana Casian – amico di Teodor Iustinian – vicino di casa Ilinca – vicina di casa ATTO PRIMO La scena rappresenta il salotto di casa Eminescu. Al centro è situato un tavolino con quattro sedie, sullo sfondo è presente una libreria. A sinistra c’è un mobiletto con il telefono (un cordless), a destra un tavolino basso con dei liquori, dei bicchieri e qualche rivista. All’apertura del sipario Octav entra in scena con un libro in mano e va a riporlo sulla libreria. Dopo aver posato il libro prende un foglio e lo scruta per un attimo poi comincia a parlare. Octav La deriva semplicista e disordinata che sta assumendo la nostra lingua rischia di impoverire il patrimonio lessicale di cui quest’ultima è stata padrona per secoli. Alida (entrando da sinistra) Ah, eccolo lì. Non smetti mai eh? (comincia ad armeggiare con qualsiasi cosa si trovi in scena) Octav Smetto di fare cosa? Alida Figuriamoci se capisce (continua a maneggiare tutto con nervosismo crescente). Octav osserva la moglie in attesa di una risposta che non arriva. Entra Ana da sinistra. Ana Pa’, ma’. (si sdraia sul divano e comincia a trafficare col cellulare) Alida Ecco! Viene e se ne va. Octav Mia cara, mi duole contraddirti ma Ana non ha affatto preso congedo. Alida Octav! Per favore… eh? Ana Ma’, pa’ diceva che non sono andata. Cioè che son qua. Alida No, non è possibile. In questa casa… non è possibile. Ana Dai mami, sai che lui si è fermato a qualche secolo fa. Octav (prendendo un lungo respiro) Stavo giusto enucleando una personale riflessione circa la decadenza formale che da qualche… Alida Mio Dio! Octav! Qui non siamo all’università! Parla come una persona normale! Octav Innanzitutto, mia cara, non ritengo sia necessario incomodare gli dei ogni qualvolta si discute di cotali inezie, peraltro accollando loro l’incombenza di prendere parte alle nostre futili divagazioni. Ad ogni… Ana Ecchecazzo papi! Siamo nel ventesimo secolo! Octav Ventunesimo Ana, ventunesimo. Ana Ventesimo, ventunesimo. Che differenza fa? Non siamo più nel Medio Evo, potresti parlare come tutte le persone normali. Octav Cosa c’è di anormale nel mio modo di esprimermi? Ana Papi, hashtag: parla normale! Octav lascia cadere il foglio che tiene in mano poi si tiene alla libreria con una mano come se fosse in preda a un malore mentre con l’altra si tocca la stessa con la medesima intenzione. Octav Allora tu lo fai apposta! Dimmelo figlia! Ammettilo! E’ forse la natura stessa della mia professione? Forse che tu ritieni in qualche modo anormale esprimersi adottando un linguaggio forbito e privo di inutili quanto inopportuni neologismi originari… Alida Octav! Per favore! Ti dico solo: “Per favore!” Octav Cosa, Alida? Quale genere di favore vorresti che facessi per te? Perché, dimmi perché non ti riesce di completare una frase? Alida e Ana rispondono sovrapponendosi. Alida Octav! Per favore! Te lo ripeto. Io non so più come dirtelo. Possibile che tu non riesca a capire? No perché un po’ va bene ma poi basta. Non è che puoi pretendere che tutti stiano a sopportarti. Scusami tanto ma non possiamo stare tutti dietro ai tuoi capricci. Abbiamo cose più importanti che badare alla sintassi, ai verbi, alle congiunzioni. Ana Papi, qua non sei al lavoro. Vivi e parla come una persona normale. Noi non vogliamo diventare scrittori o giornalisti. Varietà papi. Varietà. Siamo nell’era di internet, della comunicazione globale. Anziché continuare a stressare con le tue lezioni di lingua dovresti provare a imparare tu qualche nuova parola tipo hashtag, link, follower, tweet. Lo squillo del telefono interrompe madre e figlia. Teodor entra di corsa e prende il telefono. Teodor (rivolto ai presenti) Just in time! (al telefono) Hallo? Octav Teodor! Teodor Sì… sì è mio padre, glielo passo subito. (al padre) Papà, è per te. Octav (avvicinandosi a Teodor per prendere il telefono) La prossima volta di’ pronto. (al telefono) Parla il professor Octav Eminescu. (moglie e figli scimmiottano il suo modo di rispondere al telefono)… Buongiorno a lei signor Tataru, mi dica: in cosa posso esserle utile?… Discendenze dei personaggi famosi rumeni. Immagino che, nel mio caso, lei si riferisca al poeta Mihail Eminescu… Mi perdoni signor Tataru ma mi vedo costretto a interromperla. Vede, il mio cognome mi lega alla famiglia Eminescu ma non fa di me un suo discendente e, conoscendo la vita di questo mio lontanissimo cugino, direi che non ne troverà molti… Sì, in verità sono un docente di lettere presso l’Università Statale di Bucarest… un’intervista? Certo… qui a casa mia? (Alida comincia a sbracciarsi per attirare l’attenzione del marito) Va bene (si accorge della moglie che lo fulmina con lo sguardo) … almeno credo… come?… Sì certo a casa mia (Alida gesticola in maniera incomprensibile e con crescente nervosismo) … un secondo solo… la prego di attendere un attimo. (mette una mano sul microfono del telefono poi si rivolge ad Alida) Va tutto bene cara? Alida Mah, non so. Fai tu! Octav (al telefono) Signor Tataru, va benissimo qui a casa mia. (guarda malizioso Alida che si mette le mani nei capelli) Quando? Un attimo (Alida si paralizza fissando Octav furiosa)… devo consultare l’agenda. (copre il microfono come sopra e torna a parlare alla moglie) Tesoro, quando preferisci ricevere il signor Tataru per un’intervista? Alida Bravo! Fai pure. Come se fossi a casa tua! Octav Casa mia? Forse che non lo è? Alida Certo, peccato che la tengo in ordine io! Octav Tesoro, ho il signor Tataru in linea… Alida E a me? Octav A te cosa? Alida Mah, non so; dimmi tu. Octav (al telefono) Signor Tataru, la prego di scusarmi ma c’è stato un piccolo inconveniente. Alida (a gesti) Avanti digli pure che va bene! No, eh! Non dire che non può venire che poi dai la colpa a me! Octav (parla al telefono mentre cerca di interpretare i gesti della moglie) No, magari facciamo… un attimo… forse è meglio se… (il gesticolio di Alida si fa sempre più nervoso) abbia pazienza ma per il momento non sono in grado di dirle quale giorno sarebbe indicato come data per incontrarci. Le chiederei cortesemente di lasciarmi un suo recapito telefonico così che io possa richiamarla… certo… ah, va bene… guardi è questione di un’ora più o meno… va bene… benissimo, ci risentiamo tra un’ora… buongiorno. Octav chiude la chiamata, appoggia il cordless su un ripiano della libreria e sorreggendosi allo stesso ripiano si massaggia la fronte. Alida Allora? Octav Mia cara, da quando ti conosco, e si tratta certamente periodo di un tempo la cui lunghezza non è certo quantificabile nella misura… Alida OCTAV! Octav Quando può venire questo giornalista? Alida Venire? Octav Sì cara. Recarsi qui da noi. Per un’intervista. Alida Recarsi qui da noi? Octav cerca il conforto dei figli che nel vederlo fingono di parlare tra loro. Octav (dopo un profondo sospiro) Orsù, mia cara. È mai possibile che non ti riesca di esprimere i tuoi pensieri utilizzando una normale combinazione di soggetto, verbo e complemento oggetto, senza dover necessariamente costringere i tuoi interloc… Alida OCTAV! Octav (sospira di nuovo, rassegnato) Va bene. Il signor Tataru è un giornalista, lavora per una rivista letteraria e vorrebbe intervistare me e voi. Il motivo, come potrai immaginare, è il nostro cognome. Alida (soddisfatta della resa del marito) Digli che può venire dopodomani. Così, nel frattempo, Estera potrà sistemare un po’ casa (ai figli che si sono alzati per scappare) E voi due cercate di collaborare. Chiaro? Ana Si ma’. Suona il campanello. Teodor È per me. (esce da destra) Alida Ana, vieni a darmi una mano. Ana (sbuffando) Io? Non puoi chiedere a papà? Alida Sì. Ana Brava, grazie. Papi, mamma vuole te. Alida (urlando) No! Voglio te! Muoviti! Alida esce da sinistra seguita da Ana che continua ad armeggiare col cellulare. Octav riprende il foglio che aveva lasciato poco prima. Rientra Teodor seguito da Coralia che ha in mano una scatola. Coralia (vede Octav) Buongiorno professore. Octav Buongiorno mia cara. Coralia (a Teodor) Mi raccomando. Stai attento. Teodor Tranquilla ora vado di là e lo collego al pc. (apre la scatola e ne osserva il contenuto) Coralia (sorridendo) Che stupido che sei! Dai io vado, ci vediamo domani. Professore. (esce da destra) Teodor (alzandosi dopo aver richiuso la scatola) Adesso vediamo se funzioni piccolo. (esce da sinistra) Octav alza lo sguardo dal foglio e osserva sconcertato il figlio mentre esce. Buio. Al riaccendersi delle luci la scena è vuota entrano Estera e Alida. Alida Bene Estera, grazie. Abbiamo sistemato tutto. Ora non ci resta che aspettare che arrivi il giornalista. Estera E chi è che deve intervistare? Alida Indovina un po’ cara, indovina un po’. Estera (si gratta la testa) E quando dovrebbe arrivare? Alida Ah, guarda… (esce) Estera (urlando verso Alida che è già fuori scena) Va bene signora ma non credo di aver capito a che ora arriva. Estera sistema un paio di soprammobili, aggiusta dei libri nella libreria poi esce di scena. Ana (entrando con il cellulare) Sì, l’ho visto in cucina! Che schifo! Era orribile! (abbassa il cellulare) MAMMAAAA! (torna a parlare al cellulare) Ho paura Madalina. Ho paura. MAMMAAAA! Alida (rientra furiosa) Ana! Quante volte ti devo dire che non voglio che urli così! Ana corre ad abbracciare la madre disperata. Ana Mamma! Ho tanta paura! (si ricorda del telefono) Madalina, è arrivata mia madre. Ti richiamo. Tivitibi. Ciao. (alla madre) Mamma! Alida Si può sapere cosa succede? Ana C’è un mostro in cucina! Alida Ma cosa dici? Ana Sì c’è un mostro orrendo! Alida Ma di che parli? Ana Mamma ti dico che c’è un mostro! Lo capisci cosa vuol dire mostro? Alida Ma chi c’è un ladro? Ana (staccandosi dalla madre) No mamma, no. Un mostro! Hai presente? Alida Figlia mia per quanto ne so i mostri non esistono, vorrai mica dirmi che c’è una cosa coi tentacoli le orecchie e la coda a punta? Ana La coda ce l’ha!
  13. Naufragando in un mare di parole e incomprensioni. Personaggi: Octav – padre Alida – madre Ana – figlia Teodor – figlio Iacob – giornalista Madalina – amica di Ana Coralia – fidanzata di Teodor Estera – governante Fiodor – fidanzato di Ana Casian – amico di Teodor Iustinian – vicino di casa Ilinca – vicina di casa ATTO PRIMO La scena rappresenta il salotto di casa Eminescu. Al centro è situato un tavolino con quattro sedie, sullo sfondo è presente una libreria. A sinistra c’è un mobiletto con il telefono (un cordless), a destra un tavolino basso con dei liquori, dei bicchieri e qualche rivista. All’apertura del sipario Octav entra in scena con un libro in mano e va a riporlo sulla libreria. Dopo aver posato il libro prende un foglio e lo scruta per un attimo poi comincia a parlare. Octav La deriva semplicista e disordinata che sta assumendo la nostra lingua rischia di impoverire il patrimonio lessicale dicui quest’ultima è stata padrona per secoli. Alida (entrando da sinistra) Ah, eccolo lì. Non smetti mai eh? (comincia ad armeggiare con qualsiasi cosa si trovi in scena) Octav Smetto cosa? Alida Figuriamoci se capisce (continua a maneggiare tutto con nervosismo crescente). Octav osserva la moglie in attesa di una risposta che non arriva. Entra Ana da sinistra. Ana Pa’, ma’. (si sdraia sul divano e comincia a trafficare col cellulare) Alida Ecco! Viene e se ne va. Octav Mia cara, mi duole contraddirti ma Ana non ha affatto preso congedo. Alida Octav! Per favore… eh? Ana Ma’, pa’ diceva che non sono andata. Cioè che son qua. Alida No, non è possibile. In questa casa… non è possibile. Ana Dai mami, sai che lui si è fermato a qualche secolo fa’. Octav (prendendo un lungo respiro) Stavo giusto enucleando una personale riflessione circa la decadenza formale che da qualche… Alida Mio Dio! Octav! Qui non siamo all’università! Parla come una persona normale! Octav Innanzitutto, mia cara, non ritengo sia necessario incomodare gli dei ogni qualvolta si discute di cotali inezie, peraltro accollando loro l’incombenza di prendere parte alle nostre futili divagazioni. Ad ogni… Ana Ecchecazzo papi! Siamo nel ventesimo secolo! Octav Ventunesimo Ana, ventunesimo. Ana Ventesimo, ventunesimo. Che differenza fa? Non siamo più nel medio evo, potresti parlare come tutte le persone normali. Octav Cosa c’è di anormale nel mio modo di esprimermi? Ana Papi, hashtag: parla normale! Octav lascia cadere il libro che tiene in mano poi si tiene alla libreria con una mano come se fosse in preda a un malore mentre con l’altra si tocca la stessa con la medesima intenzione. Octav Allora tu lo fai apposta! Dimmelo figlia! Ammettilo! E’ forse la natura stessa della mia professione? Forse che tu ritieni in qualche modo anormale esprimersi adottando un linguaggio forbito e privo di inutili quanto inopportuni neologismi originari… Alida Octav! Per favore! Ti dico solo: “Per favore!” Octav Cosa, Alida? Quale genere di favore vorresti che facessi per te? Perché, dimmi perché non ti riesce di completare una frase? Alida e Ana rispondono sovrapponendosi. Alida Octav! Per favore! Te lo ripeto. Io non so più come dirtelo. Possibile che tu non riesca a capire? No perché un po’ va bene ma poi basta. Non è che puoi pretendere che tutti stiano a sopportarti. Scusami tanto ma non possiamo stare tutti dietro ai tuoi capricci. Abbiamo cose più importanti che badare alla sintassi, ai verbi, alle congiunzioni. Ana Papi, qua non sei al lavoro. Vivi e parla come una persona normale. Noi non vogliamo diventare scrittori o giornalisti. Varietà papi. Varietà. Siamo nell’era di internet, della comunicazione globale. Anziché continuare a stressare con le tue lezioni di lingua dovresti provare a imparare tu qualche nuova parola tipo hashtag, link, follower, tweet. Lo squillo del telefono interrompe madre e figlia. Teodor entra di corsa e prende la cornetta. Teodor (rivolto ai presenti) Just in time! (al telefono) Hallo? Octav Teodor! Teodor Sì… sì è mio padre, glielo passo subito. (al padre) Papà, è per te. Octav (avvicinandosi a Teodor per prendere il telefono) La prossima volta di’ pronto. (al telefono) Parla il professor Octav Eminescu. (moglie e figli scimmiottano il suo modo di rispondere al telefono) Octav Buongiorno a lei signor Tataru, mi dica: in cosa posso esserle utile? Octav Discendenze dei personaggi famosi rumeni. Immagino che, nel mio caso lei si riferisca al poeta Mihail Eminescu… Mi perdoni signor Tataru ma mi vedo costretto a interromperla. Vede, il mio cognome mi lega alla famiglia Eminescu ma non fa di me un suo discendente e, conoscendo la vita di questo mio lontanissimo cugino, direi che non ne troverà molti… Sì, in verità sono un docente di lettere presso l’Università Statale di Bucarest… un’intervista? Certo… qui a casa mia? (Alida comincia a sbracciarsi per attirare l’attenzione del marito) Va bene (si accorge della moglie che lo fulmina con lo sguardo) … almeno credo… come?… Sì certo a casa mia (Alida gesticola in maniera incomprensibile e con crescente nervosismo) … un secondo solo… la prego di attendere un attimo. (mette una mano sul microfono del telefono poi si rivolge ad Alida) Va tutto bene cara? Alida Mah, non so. Fai tu! Octav (al telefono) Signor Tataru, va benissimo qui a casa mia. (guarda malizioso Alida che si mette le mani nei capelli) Quando? Un attimo (Alida si paralizza fissando Octav furiosa)… devo consultare l’agenda. (copre il microfono come sopra e torna a parlare alla moglie) Tesoro, quando preferisci ricevere il signor Tataru per un’intervista? Alida Bravo! Fai pure. Come se fossi a casa tua! Octav Casa mia? Forse che non lo è? Alida Certo, peccato che la tengo in ordine io! Octav Tesoro, ho il signor Tataru in linea… Alida E a me? Octav A te cosa? Alida Mah, non so; dimmi tu. Octav (al telefono) Signor Tataru, la prego di scusarmi ma c’è stato un piccolo inconveniente. Alida (a gesti) Avanti digli pure che va bene! No, eh! Non dire che non può venire che poi dai la colpa a me! Octav (parla al telefono mentre cerca di interpretare i gesti della moglie) No, magari facciamo… un attimo… forse è meglio se… (il gesticolio di Alida si fa sempre più nervoso) abbia pazienza ma per il momento non sono in grado di dirle quale giorno sarebbe indicato come data per incontrarci. Le chiederei cortesemente di lasciarmi un suo recapito telefonico così che io possa richiamarla… certo… ah, va bene… guardi è questione di un’ora più o meno… va bene… benissimo, ci risentiamo tra un’ora… buongiorno. Octav chiude la chiamata, appoggia il cordless su un ripiano della scrivania e sorreggendosi allo stesso ripiano si massaggia la fronte. Alida Allora? Octav Mia cara, da quando ti conosco, e si tratta certamente periodo di un tempo la cui lunghezza non è certo quantificabile nella misura… Alida OCTAV! Octav Quando può venire questo giornalista? Alida Venire? Octav Sì cara. Recarsi qui da noi. Per un’intervista. Alida Recarsi qui da noi? Octav cerca il conforto dei figli che nel vederlo fingono di parlare tra loro. Octav (dopo un profondo sospiro) Orsù, mia cara. È mai possibile che non ti riesca di esprimere i tuoi pensieri utilizzando una normale combinazione di soggetto, verbo e complemento oggetto, senza dover necessariamente costringere i tuoi interloc… Alida OCTAV! Octav (sospira di nuovo, rassegnato) Va bene. Il signor Tataru è un giornalista, lavora per una rivista letteraria e vorrebbe intervistare me e voi. Il motivo, come potrai immaginare, è il nostro cognome. Alida (soddisfatta della resa del marito) Digli che può venire dopodomani. Così, nel frattempo, Estera potrà sistemare un po’ casa (ai figli che si sono alzati per scappare) E voi due cercate di collaborare. Chiaro? Buio. Al riaccendersi delle luci entrano in scena Estera e Alida. Alida Bene Estera, grazie. Abbiamo sistemato tutto. Ora non ci resta che aspettare che arrivi il giornalista. Estera E chi è che deve intervistare? Alida Indovina un po’ cara, indovina un po’. Estera (si gratta la testa) E quando dovrebbe arrivare? Alida Ah, guarda… (esce) Estera (urlando verso Alida che è già fuori scena) Va bene signora ma non credo di aver capito a che ora arriva. Estera sistema un paio di soprammobili, aggiusta dei libri nella libreria poi esce di scena. Ana (entrando con il cellulare) Sì, l’ho visto in cucina! Che schifo! Era orribile! (abbassa il cellulare) MAMMAAAA! (torna a parlare al cellulare) Ho paura Madalina. Ho paura. MAMMAAAA! Alida (rientra furiosa) Ana! Quante volte ti devo dire che non voglio che urli così! Ana corre ad abbracciare la madre disperata. Ana Mamma! Ho tanta paura! (si ricorda del telefono) Madalina,è arrivata mia madre. Ti richiamo. Tivitibi.Ciao. (alla madre) Mamma! Alida Si può sapere cosa succede? Ana C’è un mostro in cucina! Alida Ma cosa dici? Ana Sì c’è un mostro orrendo! Alida Ma di che parli? Ana Mamma ti dico che c’è un mostro! Lo capisci cosa vuol dire mostro? Alida Ma chi c’è un ladro? Ana (staccandosi dalla madre) No mamma, no. Un mostro! Hai presente? Alida Figlia mia per quanto ne so i mostri non esistono, vorrai mica dirmi che c’è una cosa coi tentacoli le orecchie e la coda a punta? Ana La coda ce l’ha! Alida Ana, dimmi cosa c’è in cucina! Ana E’ orribile mamma. Alida ANA! Non te lo ripeto più! Cosa c’è in cucina? Ana (dopo un attimo di esitazione) Un topo. Alida si porta le mani alla faccia e prende un lungo respiro, guarda la figlia poi il pavimento, torna a guardare la figlia poi a qualche passo allontanandosi nervosa. Alida Ana, tesoro mio, tu vorresti dirmi che hai fatto tutta questa scena per un… aspetta; cos’hai detto che c’è? Ana Un… topo. Alida Un topo? Ma porca miseria! Ma io dico! (comincia ad agitarsi e vagare per la scena toccando, spostando e riposizionando qualsiasi cosa le si trovi a portata di mano) Ma tutte a me! Ma come si fa? Come si fa? Ma è mai possibile? Io-io non lo so! Io uscirò pazza. Io… basta, non ho parole. Non so che dire. Ana (impaurita) Mammina, io ho paura dei topi. Alida fissa la figlia come se volesse ucciderla.
  14. Ospite

    The Dreamkeeper

    Salve a tutti. In questo esempio di sceneggiatura, troverete indicazioni alle inquadrature per le riprese. Sappiate che, a meno che lo sceneggiatore ed il regista siano la stessa persona, viene consigliato di non inserirle in quanto, a maggioranza (e giustamente), i registi vogliono esprimersi liberamente. THE DREAMKEEPER Luca Secci INTRO Scìe di fumo su sfondo nero si addensano sulle note di una Ballad Rock e si dissipano come in una danza, rivelando i nomi del cast, la regia e sceneggiatore. Dissolvenza su una macchia che trasmuta nella Luna della PAN che segue SCENA 1 – INTERNO – CASA/UFFICIO DEL GHOSTWRITER – NOTTE Una palazzina nei sobborghi di Milano è illuminata dalla luce di una Luna opaca. L’ampia PAN termina sull'unica finestra da cui traspare una la luce fioca. La MdP vi entra e percorre i corridoi vuoti fino a giungere in una stanza dove, su una scrivania, un telefonino sta squillando. PPp sul display del telefono che reca la scritta “unknwon” mentre la mano sinistra di un uomo l'afferra. MEZZAFIGURA sull’uomo di spalle che risponde al telefono, illuminato in controluce dal monitor del pc. GHOSTWRITER (tono calmo e chiaro) SI? Chi parla? SCONOSCIUTO (tono calmo e basso, quasi sibilante) Hai quel che ti ho chiesto? GHOSTWRITER (titubante) Si, ma... Nelle mani sbagliate... SCONOSCIUTO (tono calmo e basso, quasi sibilante) Hai preso i tuoi soldi, ora devi darmi ciò che mi appartiene. Lambrate. Tra trenta minuti. PP su display del telefono e comunicazione che si interrompe. MEZZAFIGURA sull’uomo di spalle che che estrae la chiavetta dal pc. SCENA 2 – ESTERNO – CASELLO DI LAMBRATE – NOTTE VESUTA AEREA (DRONE) MdP segue una Porsche 918 Spyder nera fino al superamento del casello e parcheggio nelle vicinanze. PSUDOSOGGETTIVA di GHOSTWRITER che vede la Porsche parcheggiare. Mentre ci si avvicina, il motore della vettura resta acceso al minimo dando un sottofondo di toni bassi. PA dalla destra di GHOSTWRITER vicino alla vettura. Il finestrino si abbassa lievemente. GHOSTWRITER (tono lievemente timoroso) ciò che cercavo di farle comprendere , Signore,è che si tratta di una cosa incredibile SCONOSCIUTO (da dietro il finestrino scuro, tono calmo e sibilante) Lo so. Tirala dentro. MEZZAFIGURA GHOSTWRITER getta la chiavetta nel finestrino che si richiude immediatamente dopo. CAMPOMEDIO dalle spalle di GHOSTWRITER. L' auto fa rombare il motore, riparte sgommando e si allontana a tutta velocità. GHOSTWRITER raccoglie da terra un busta da documenti. PA di GHOST che la piega e la infila nella tasca posteriore dei pantaloni. SCENA 3 – INTERNO – BAR/CAFFETTERIA – NOTTE ...continua
  15. Commento Jack - No, ditemi che non è vero. Abel - Il mio fratellino stavolta ha esagerato, ho dovuto punirlo. Così mi sono ripreso una cosa che gli avevo donato tanto tempo fa. Jack - Non può essere vero. Abel - Mi ha portato via l'unica persona che mi abbia mai voluto bene. Neanche i miei poveri genitori me ne hanno voluto. Io sono nato per sbaglio, il mio vero padre non mi ha voluto. Lawrence Edward Valentine sposò mia mamma quando io avevo due anni ma non mi volle mai bene. Litigavano sempre per colpa mia. Quando nacque Victor Adam gli vollero dare il mio nome ma c'era una signora, Legge. La signora Legge, forse era la signora che comandava i nomi. Lei non volle, disse che non poteva avere il mio nome perché era già mio. Così loro me lo tolsero. Poi un giorno Victor Adam cadde per terra e non si mosse più. Lo portarono via e poi dopo un po' vennero a prendere anche me. Mi fecero addormentare su un lettino con accanto mio fratello. Quando mi svegliai mi dissero che gli avevo salvato la vita. Poi mi dissero che gli avevo donato il fegato. Ieri mattina Suzanne era molto triste, è venuta nella mia camera, mi ha abbracciato forte e mi ha detto che mi voleva bene. Ieri sera i capi di Suzanne mi hanno detto che lei era andata a vivere dai suoi parenti in un posto lontano ma io lo sapevo che non era vero. L'ho vista andare giù dal tetto poco dopo che era venuta da me. A quel punto ho pensato che il mio fratellino questa volta aveva esagerato. Così sono andato a casa e mi sono ripreso il mio fegato. Jack - Abel, hai tolto il fegato a tuo fratello? Abel - Adesso che ci penso ho capito che le donne non si possono comprare. Suzanne mi voleva bene anche se non l'ho comprata. Io volevo bene a Victor Adam anche se lui non mi aveva comprato, (piange) i miei genitori non mi hanno comprato ma io gli volevo bene lo stesso! E loro invece mi hanno abbandonato! Anche mio fratello mi ha abbandonato! E si è portato via l'unica persona che mi voleva veramente bene. Perché? Perché? Sipario Voce fuori campo Mi dispiace signore e signori. Ma, come tutte le notti, ad una certa ora giunge il momento di chiudere i battenti del locale. E lasciare morire dentro di esso tutte le storie che vi sono nate. Tra non molto la tenue luce del sole inonderà il panorama di Londra. E i cittadini londinesi torneranno a vivere le loro vite frenetiche fatte di soldi, lavoro, successo, carriere e quant'altro. Come quelle di tutte le altre città del mondo. Tra non molto nessuno parlerà di questa triste storia e dei suoi personaggi. Ne di tutte le altre che giorno per giorno si consumano ovunque. Adesso è giunta l'ora degli addii. Vi chiedo solo una cosa. Di riflettere su quanto avete visto questa sera e cercare se potete di non dimenticare. Buona notte.
  16. Commento Jessica - Piantala Wanda, tu non sei da meno. Frank - (dalla sala) Basta! Jessica - No basta lo dico io, quei soldi sono miei e non ne voglio sapere dei vostri pretesti per portarmeli via. Helen - Quei soldi non sono ancora tuoi! Frank - (avvicinandosi al palco) Basta! Grace - Ma chi è che continua a dire basta? Jack - Non lo so. Frank - Basta, basta. (sale sul palco) Fermi tutti. (tutti si bloccano) Fermi. Basta mi avete stancato. Siete nauseanti. (si volta verso il pubblico) Scusate ma... avete capito chi sono no? (riprende con gli altri) Helen, il postino stamattina voleva consegnarti questa, non entrare nel tuo letto. Lo dovevi sapere anche tu che Victor è morto. Wanda, devo dirtelo, Victor era impotente, tutte quelle voci sulla sua prestanza sessuale, fra un po' capirete com'erano nate. Jack, non sarebbe ora che anche tu ti aprissi un po'? Anche tu sei una vittima, o no? Grace, tu non hai mai dimenticato, altrimenti non avresti mai smesso di frequentare Victor. Aspettavi solo il momento di rifarti, e così tu Jessica. Che non potendo far altro ti sei finta al di sopra di tutto e tutti e hai continuato a guardare tutte quelle donne che si facevano male. Ma ora avete toccato il fondo. I soldi! Siete impazziti tutti per i soldi di Victor! Ma quelli erano più finti delle voci sulla sua potenza sessuale. Siete avidi, tirchi, venali. Voi avevate lo stesso male di Victor. Cercavate disperatamente una cosa che non è possibile ottenere e per questa siete arrivati alla follia. Questa pagliacciata non ha più senso, ora scoprirete due cosette interessanti sul nostro "compianto" amico. (al pubblico) Voglio regalare a voi e a questi poveretti dieci minuti di vita. (si avvicina all'orologio sullo sfondo, qualcuno dei presenti accenna un movimento) Ho detto fermi! (porta indietro le lancette di dieci minuti poi di nuovo al pubblico) Osservate i vostri orologi: anche a voi ho regalato dieci minuti. Buona sera a voi signori (esce). I presenti si risvegliano coma da un'ipnosi. Jack - Hei ma che è successo? Wanda - Jessica! Jessica - Chi è? Grace - Mi sento strana. Jack - Anch'io. Helen - Victor dov'è? Jessica - E' morto stamattina alle 7.30. Helen - Perché? Povero Vic. Wanda - Ma cosa stavamo facendo? Grace - Stavamo discutendo di qualcosa. Jack - Soldi. Helen - Ah! I soldi. Wanda - Quali soldi? Jessica - Quelli del povero Victor. Grace - Victor! Ma è morto. Jack - Sì, stavamo discutendo su chi dovesse essere il suo erede. Helen - L'hanno ucciso. Grace - Mio Dio. Jack - Lui è morto e noi ci stavamo scannando per i suoi soldi. Jessica - Non so voi ragazzi ma io sto male. Grace - Non voglio neanche pensare a cosa posso aver detto o fatto stanotte. Helen - Io mi sono letteralmente resa ridicola. Wanda - Anch'io. Jack scusa, io non intendevo dire quelle cose. Jack - Non importa tesoro, anch'io ho sragionato. Grace - Anch'io vi devo le mie scuse. Helen - Io pure. Jessica - Io invece devo le mie scuse ad un mucchio di persone. Grace - Ma quella tua amica? Jessica - Si chiamava Sarah Foster. Jack - Cioè eri tu. Helen - E quindi anche tu hai provato a... Jessica - Sì ma fortunatamente per me quel ficcanaso di Frank ha mandato qualcuno a salvarmi. Jack - A proposito. Ma Frank perché non si è fatto vivo? Sapeva che saremmo venuti tutti qui. Wanda - E' incredibile quante persone abbiano fatto parte della vita di Victor. Grace - Molte di loro hanno sicuramente sofferto, ma devo ammettere che non ho mai saputo di nessuno che abbia cercato di aiutarlo. Jack - Mi vergogno a dirlo ma anch'io ho odiato Victor. Ero invidioso del suo successo e dei suoi soldi. Solo adesso mi rendo conto che sentirò la sua mancanza. Helen - Cliff! Jack - Cliff? Jessica - Jack? Non ricordi? Jack - Mio Dio. Anche lui è morto. Wanda - In parte siamo responsabili anche noi della sua morte. Lo abbiamo emarginato. Grace - Non facevamo altro che dargli dell'alcolizzato. Jack - Mi sento un verme. Grace - E se fosse vero quello che ha detto? Wanda - Potrebbe anche esserlo. Helen - Quindi anche Amanda sarebbe morta. Jessica - Voglio piangere. Helen - Frank! Frank! Perché non si fa vivo? Frank - (da dietro le quinte) Guarda come sono bravi adesso. Anche quando eri vivo erano così bravi con te ma per un altro motivo. Victor - (anche lui fuori scena) Ovvero? Frank - I soldi, il successo, te, ma attenzione: non te come persona ma te come status. Victor - Ma io non ero nessuno. Frank - Lo so, …io. Ma loro? Loro ti hanno sempre visto come un uomo che aveva e otteneva tutto. Victor - E adesso? Frank - Ora che tu non li abbagli più possono aprire gli occhi e vedere come stanno veramente le cose. Victor - E cioè? Frank - Fra non molto, una persona che ti voleva veramente bene farà loro visita. Victor - Mio fratello. Chi si occuperà di lui? Frank - Non ti preoccupare. Loro vorranno bene a tuo fratello come ne avrebbero dovuto volere a te. Victor - E Cliff? Frank - L'ubriacone? Victor - No questa cosa l'avevo inventata io. Frank - Lo studio di Architetti presso il quale lavorava ha fatto si che fosse seppellito accanto ad Amanda Steerforth. La donna che avrebbe dovuto sposare. Victor - Lui era l'unico tra tutti che non aveva colpe. Frank - E tu gli hai affibbiato quella di essere alcolizzato. Ricorda che oltre che in architettura era anche laureato in filosofia. Ora andiamo. E' ore di cedere il passo ad Abel. (escono) Abel - (entrando) Si sta come d'inverno sugli alberi le foglie. (gli altri si sbloccano) La vita è corta signori. Ah! Che serata. Se ci fosse qui il mio caro fratello. Jack - Avete sentito? Helen - Non sa nulla. Abel - E' veramente bello ritornare alla vita, mi sento veramente un altro. E... non vorrei dire ma sicuramente anche la mia vita sessuale cambierà d'ora in poi. Grace - Vita sessuale? Abel - Si Grace, d'ora in poi non sarò più la controfigura di mio fratello, da oggi sono un uomo completo. Grace - Come fai a sapere come mi chiamo? Abel - Adesso posso dirtelo, tanto il mio fratellino non si arrabbierà. Jack - Puoi starne certo. Abel - Vedi Grace, tu credi di essere stata a letto con Victor Adam... Grace - No, no, no. Basta non dire altro. Abel - Anche tu Sarah. A proposito, io capisco che a voi donne piace sentirvi definire feline ma non per questo dovete sentirvi autorizzate ad affondare le vostre dolci unghiette affilate nella mia schiena! (Jessica si imbarazza) Fate come Grace, (Grace come Jessica) urlate. Wanda - Victor mandava te a letto con le sue donne? Abel - Il mio fratellone è completamente disarmato, voglio dire, il suo fucile, a parte il fatto che è a canna mozza, è sempre stato caricato a salve, anzi, credo che nessuna donna sia mai riuscita a fargli premere il grilletto. Vi siete mai chieste perché voleva fare quella cosa lì, massì, l’amore sempre nella stessa stanza, la sua stanza, ed al buio più buio che si poteva? Manie di un grande amatore? Io so quello che mi costava aspettarlo, lui e la donna di turno, nello sgabuzzino, e poi rientrarci quando le cose erano fatte e si poteva riaccendere la luce. Lo sgabuzzino era così stretto. Grace - Non scherzare Abel… Abel - - Piccolo orsacchiottone con il bastone di acciaio… Grace - Mio Dio no… no.. no… non so più cosa pensare. Jack - Bisogna pensare ad un modo di dirgli tutto. Abel - Ho grandi progetti per il futuro sapete? Voglio sposarmi ed avere tanti figli. Io ho sempre adorato i bambini. Helen - A sentirlo non si direbbe neanche che sia fratello di Vic. Abel - Dopotutto come si può non amare quelle piccole e dolci creature? Quei bambolotti capaci di sorridere anche solo per una smorfia. Il mio amico Frank mi ha detto che qui avrei trovato dei cari amici di mio fratello. Ha anche detto che queste persone sarebbero state felici di volermi bene come ne vogliono a lui. Anche se io sono più bravo di lui. Sì siete proprio voi, mi ha detto Frank che con voi non sarò mai solo. (esita) Lo sono stato fino ad oggi. Voi siete fortunati perché siete amici, vi potete confidare. Forse non vi rendete conto di cosa intendo dire ma è come quando si parla della ciliegina sulla torta. Non vi accorgerete mai che c'è. Perché c'è sempre. E proprio quella volta che dite: "La ciliegina la voglio io" quello sbadato del pasticcere si è dimenticato di metterla. Ah! Il mio amico Frank, quello di prima, mi ha detto di dirvi che il vostro amico Cliff sta riposandosi con la sua Amanda. Poverini, saranno stanchi. (si sofferma a pensare) Secondo me ci hanno dato dentro. Ragazzi voi non potete neanche immaginare quanto sia felice. Ho tanti di quei progetti in mente che non so da che parte incominciare. Tanto per cominciare devo comprare dei mobili per la mia stanza, adesso andrò a casa mia. Poi voglio una macchina, una bella macchina. Una Ferrari, anzi una Bugatti, E una Rolls Royce. Ci tengo all'eleganza io. Ah e poi voglio una donna. Voi sapete dove si comprano? Io ne ho regalate tante al mio fratellino ma mi sono limitato a pagarle, non so dove le prendeva. Wanda - Abel. Abel - Forse avrei dovuto chiederglielo. Ci siamo visti giusto stamattina. Wanda - Abel. Abel - Sono uscito di buon ora perché lui è sempre in giro. Volevo essere sicuro di trovarlo perché avevo una cosa importante da dirgli. Jessica - Abel, dobbiamo dirti una cosa. Abel - Ero molto arrabbiato con lui e così l'ho sgridato! Jessica - Abel! Abel - Ha fatto una cosa molto brutta. Molto cattiva. Jack - Mio Dio. Helen - Abel, ascoltaci. Abel - Io dovevo sgridarlo ma adesso sono sicuro che non lo farà più. Anche perché adesso io mi compro una donna e faccio l'amore solo con lei. Wanda - Per favore fermati. Abel - Voglio tanti figli. Tanti figli. Jack - Abel calmati. Va tutto bene. Abel - Nessuno me li toccherà, avranno tutto. Saranno sempre felici. Jessica - Bisogna calmarlo. Helen - Abel nessuno toccherà i tuoi bambini. Ma adesso vieni qua. Abel - No, no, no. Devo comprarmi una donna, devo fare figli. Mio fratello non li deve toccare. Wanda - Abel. Tuo fratello... Abel - NO! Non li deve toccare! Wanda - E' morto! Tuo fratello è morto. Helen - Se n'è andato stamattina. Ma adesso sicuramente riposa in pace. Abel - Victor Adam, il mio fratellino. L'ho ucciso io. Grace - No Abel, non sei stato tu. Abel - E' stato cattivo con me.
  17. Commento Jessica - No Grace. Non sto scherzando. Io non ho chiesto proprio nulla a Valentine. Sai com'è, io conosco molto bene il suo passato e lui. per assicurarsi che non mi venisse prurito alla lingua mi ha garantito che una volta morto tutti i suoi averi sarebbero stati miei. Grace - E come fai ad essere così sicura che questo accadrà? Jessica - Mi ha fatto vedere il testamento. Lo atterriva l'idea che qualcuno conoscesse i suoi segreti. Grace - Vediamo se ho capito: Victor ha vissuto un'infanzia difficile... Jessica - Sì. Grace - Per questo ogni volta che conosceva una donna, questa ne subiva le conseguenze fino a raggiungere la follia che in qualche caso sfociava in gesti estremi. Jessica - Sì. Grace - Tu sapevi tutto questo e non hai mai detto nulla a nessuno. Jessica - Certo che no. Grace - E in cambio del tuo silenzio Victor ti ha lasciato tutto in eredità. Jessica - Esattamente. Grace - Per farla breve hai ricattato Victor. Jessica - Non proprio. Ha fatto tutto lui. Io mi sono limitata ad accettare. Grace - E tu in nome del patrimonio di quel pazzo hai lasciato che una lunga serie di donne finisse in rovina senza muovere un dito? Jessica - Mia cara, se siete delle sprovvedute non è certo colpa mia. Grace - Ma ti rendi conto? Delle persone sono morte, altre hanno comunque sofferto e tu? Tu sei semplicemente rimasta lì a guardare! Jessica - Spiacente Grace ma non fa parte delle mie aspirazioni diventare un'eroina. Grace - Ma alla sottoscritta hai salvato la vita. Jessica - E' stato Frank a dirmelo. Grace - Frank. Jessica - Sai com'è con lui, non si riesce a dirgli di no. Grace - A questo punto è tutto chiaro. Jessica - Cos'è tutto chiaro. Grace - Sei stata tu ad uccidere Victor. Jessica - Complimenti Sherlock Holmes, hai trovato il colpevole. Grace - Sei l'unica che non si è fatta fregare da lui. E forse sei l'unica che poteva fare una cosa simile. E magari dietro ordine di Frank. E se te l'ha detto lui… Jessica - Povera stupida. Devo farti vedere la ricevuta dell'albergo? Ero molto lontana da qui quando hanno ucciso Valentine. Grace - Cos'è che dicevi prima? forse Frank ha fatto uccidere Victor. Questa tesi potrebbe valere anche per te. Jessica - Quella promessa di cui ti parlavo Valentine me l'ha fatta dieci anni fa. Oggi sono cambiate molte cose: oggi di soldi ne ho abbastanza e non so che farmene dei suoi. Grace - La fame vien mangiando. Jessica - Può essere. In ogni caso Valentine mi ha lasciato tutto. C'è un testamento firmato da lui stesso e convalidato da James Norton: un notaio molto noto tra le persone benestanti. Grace - James Norton. Questo nome non mi è nuovo. Jessica - La cosa ti rode. Ammettilo. Buio Luce In scena sono presenti Wanda, Grace e Jessica. Wanda è visibilmente appagata, le altre due la guardano incredule. Wanda - Ah! Ragazze! Se Abel è così prestante non vedo l'ora di conquistare Victor. Jessica - Non sarà facile farlo eccitare, te lo garantisco. Grace - Si pare che ultimamente sia un po' "freddo, rigido". Wanda - Eh lo so, lui non si eccita con una donna qualunque. Ma forse l'idea di andare a letto con l'amante di suo fratello... Jessica - E cosa ti fa pensare che questo trucco funzionerà? Wanda - Me lo ha detto lui. Grace - Chi? Victor? Wanda - No, Abel Lazar VALENTINO. Grace - Valentino? Wanda - Avete presente Rodolfo Valentino? Jessica - Io comincio a sentirmi presa in giro. Wanda - E perché? Grace - Piantala con questa farsa Wanda, non sei l'unica che mira ai soldi di Victor. Wanda - Cosa? Jessica - Dalle retta Wanda, anche tuo marito sta facendo lo stesso gioco. (a Grace) Magari sono d'accordo. Grace - Già non ci avevo pensato. Dimmi Wanda farete fifty-fifty? O tu hai diritto a meno perché avrai il piacere di andare a letto con un morto? Wanda - Soldi, un morto. Ma cosa state dicendo? Io voglio sposare Victor. Grace - Certo e prenderti anche i suoi soldi. Wanda - Beh? E se anche fosse tu la tua parte l'hai avuta. Ora tocca a me. Jessica - Dunque è vero che miri ai soldi di Valentine, l'hai appena ammesso. Wanda - E' proprio così impossibile credere che a me possa piacere veramente Victor? Grace - Almeno quanto il fatto che tu possa essere corrisposta. Comunque non ti preoccupare, le tue fatiche sono vane. Wanda - Cosa vuoi dire? Jessica - Che Valentine è morto. E tu lo sai bene, ovviamente tu volevi sposare quel pazzoide per prenderti i suoi soldi. Wanda - Io non capisco. A turno avete smaniato tutte quante per Victor e ora che lo faccio io mi date contro come ad un'assassina! Jessica - Hai detto assassina? Wanda - Era così per dire! Non è mica morto nessuno, no? Helen - (entrando) Ah eccoti qua. Jessica - Comincio a non farcela più. Helen - E così sarei io quella che deve rassegnarsi eh? Ecco perché, perché lo volevi tu! Wanda - Senti Helen! Victor non ti ha mai voluta. Fattene una ragione, e fatti anche da parte. Helen - Ma l'avete sentita? Avete sentito cosa mi ha detto? Grace - Questa situazione sta davvero diventando insopportabile. Jessica - Sento che sto per avere un esaurimento nervoso. Jack - (entrando) Ah sei qui, viscida serpe che non sei altro. Jessica - Io me ne vado (fa per uscire). Grace - Aspetta un momento. Jessica - No io me ne vado, qua sono tutti pazzi! Grace - Ora te li faccio guarire io. Ragazze care, per favore Jessica, siedi ancora un attimo. Ragazze, sono veramente spiacente ma devo darvi una brutta notizia. (esita) Wanda - Allora? Grace - Victor è morto. Wanda - Morto? Helen - Ma cosa dici? Wanda - Guarda, non ti ci mettere anche tu che tra l'altro la tua parte l'hai già avuta. Grace - E' proprio questo il punto. Helen - Ma cosa sta dicendo? Jack - Secondo me è impazzita. Grace - Il fatto è che non c'è più la mia o la tua o la sua parte. C'è solo quella di Jessica. Jessica - M-ma cosa dici? Grace - Sbaglio o tu prima dicevi di essere l'unica erede del patrimonio di Victor? Jessica - (fa cenno di negazione a Grace) Io unica erede? Ma stai scherzando? Helen - Ma poi cos'è questa storia di Victor che è morto? Non starai mica tramando qualcosa? Wanda - Certo che sta tramando qualcosa, è da quando sono tornata che non fa altro che parlare dei soldi di Victor, (a Grace) ma guarda che lui non se li fa fregare così facilmente. Anche perché tra un po' ci sarò io accanto a lui e lui si potrà fidare di me. Jack - Fidarsi di te. Questa è bella. Helen - Già, e poi se fossi in tè non farei troppi progetti. Grace - Dunque voi vi ostinate a dire che amate Victor. Helen - Certo! Che domande. Grace - E non i suoi soldi. Wanda - Insomma Grace! Queste insinuazioni stanno cominciando a stufarmi. Io amo Victor, non come te che volevi solo i suoi soldi e ora pensi lo stesso di noi. Grace - I soldi di Victor andranno a Jessica! Ho letto il suo testamento quando ho rovistato tra le sue cose cercando gli esami di sua madre! Tutto il patrimonio di Victor era una nuda proprietà di una certa Sarah Foster! Ma la qui presente signorina mi ha raccontato una storia che ha troppe attinenze con quella che già conoscevo. Jack - Sarah Foster è morta dieci anni fa in un incidente stradale. Grace - E dieci anni fa Victor ha firmato il testamento. Ora ricordo dove avevo letto quel nome. Jack - Quale nome? Grace - James Norton. Jack - Anche lui è morto. Ma prima di quell'altra ragazza. Grace - In ogni caso la nostra amica Jessica sarà sicuramente legata in qualche modo a lei e quindi ai soldi di Victor. Jessica - Sono io Sarah. L'ennesima vittima di Victor Adam Valentine. Anzi la prima. E' per questo che Victor mi ha lasciato tutto. La sua follia a quei tempi era ancora all'inizio e lui possedeva una dote chiamata coscienza. Wanda - E dunque tu ora ti vorresti fregare tutto? Ed io sto per sposare un emerito pazzo per niente? Helen - Ci hai preso in giro per tutto questo tempo! Jessica - Viva l'amore. Grace - Te l'avevo detto che guarivano. Jack - Quel testamento non è valido, è intestato a persone morte. Vedrai non sarà così facile prenderti quei soldi. Se Victor era così ricco è merito mio. Grace - A questo punto devo dire anch'io la mia. Io porto ancora oggi i segni della pazzia di Victor, voglio essere risarcita per gli anni della mia vita buttati via. Helen - Tu parli di anni! Io ho buttato una vita per quel maniaco donnaiolo! Non starò certo a guardare! Wanda - Eccoli lì, tutti che piangevano prima e ora guardate che scena!
  18. Commento ATTO SECONDO Jack è seduto vicino a Jessica che cerca di rinvenirlo. Wanda e Grace sono sedute vicine. Wanda - Devo trovare qualcuno con cui sposarmi. Grace - Santo cielo, io non so più come dirtelo, sei già sposata! Wanda - Ma si divorzia che problema c'è? Allora aiutami, devo trovare uno che vada bene, voglio dire: uno che stuzzichi la gelosia di Victor. Grace - Ah sì. E di chi dovrebbe essere geloso Victor? Wanda - Ma di me no? Grace - E cosa ti fa pensare che lo sia? Wanda - Lo diventerà quando mi vedrà con Antony. Grace - Antony Scott? Wanda - Sì proprio lui. Non male eh? Grace - Forse più che Victor farai ingelosire Patty. Wanda - Cosa centra Patty? Grace - E' la moglie di Antony. Wanda - E perché dovrebbe essere gelosa? Non ho mica tendenze strane io! Grace - No Wanda è che... Jessica - Grace! Va bene assecondare i pazzi ma tu ti stai calando un po' troppo nella parte. Grace - Lo so ma non so più cosa dirle. Io ormai la manderei a far compagnia ad Abel. Wanda - ABEL! Grace sei un tesoro! Abel. Perché non ci ho pensato prima? Grace - Vorresti dirmi che vuoi sposare Abel? Wanda - Se non fosse stato per te sarei impazzita per cercare un uomo da sposare. Grace - Impazzita eh? Meno male che l'abbiamo trovato. Jessica - Grace! Grace - Beh, se non altro andranno d'accordo. Jack - (riprendendosi) Ehi ma cosa mi è successo? Wanda - Ah ti sei svegliato! Dai dammi la tua opinione di uomo: voglio far ingelosire Victor sposando Abel. Che te ne pare? Jack - Ma Wanda, tesoro, tu sei già sposata con me. Wanda - E allora? Che problema c'è? Divorziamo. Tanto, marito più, marito meno. Allora se sposo il fratello di Victor pensi che lui potrebbe diventare geloso? Jack - Ma... (Jessica gli fa cenno di assecondare Wanda) Si dunque, allora vuoi sposarti, va bene ma Abel è pazzo. Wanda - Ma sarà solo per poco tempo poi divorzio e sposo Victor. Jack guarda Jessica e Grace che fanno finta di nulla quindi prende la mano di Wanda. Jack - Wanda, devo dirti una cosa... Wanda - Proprio adesso? Io aspettavo una risposta da te. Jack - Wanda... Wanda - Sì lo so ma, non ti preoccupare, tutto si metterà a posto, troverai un'altra donna, ti innamorerai, ti risposerai e farai tanti figli. Jack - Grazie ma mi accontento della prima delle cose che hai detto. Wanda - Allora? Jack - Allora cosa? Wanda - Oh signore: Victor! Voglio sposare Abel per farlo ingelosire. Per l'ennesima volta: cosa - ne - pensi? Jack - Wanda (pausa) Victor è morto. -silenzio- Wanda - Mio Dio Jack! Ti ho solo chiesto un parere, non di demolire i miei sogni. Io capisco che per te sia difficile ma devi fartene una ragione: io amo Victor dobbiamo divorziare. Jack - Ma Wanda! Wanda - Ragazze spiegateglielo voi a me non da retta. (si avvia verso l'uscita) Jack - Ma dove vai? Wanda - A sposare Abel. (esce) Jack - E' impazzita. E completamente impazzita. Jessica - Secondo me, invece, è più lucida che mai. Jack - E' impazzita. E completamente impazzita. Grace fa cenno a Jessica di accudire Jack. Helen - (rientrando) Wanda devo dirti che sei stata la mia... che fine ha fatto Wanda? Jessica - E' andata a sposarsi con Abel. Helen - Abel... coso Valentine? Jack - E' impazzita. E' completamente impazzita. Helen - Allora è giusto che sposi Abel. Ad ogni modo le sono molto grata, se non fosse stato per lei sarei corsa dietro ad un sogno per chissà quanto tempo ancora. Sono tornata indietro apposta per dirvi cosa mi è successo: appena uscita mi sono imbattuta in un uomo meraviglioso. Ma Wanda torna? Jack - Lo spero tanto. Helen - Ah lascia perdere, non le sei mai piaciuto. Una volta mi ha confessato di averti sposato solo per far ingelosire un altro uomo. Io invece da stasera non ne ho più bisogno. Grace - Ah sì? E come mai? Helen - Perché ho conosciuto un uomo stupendo! Grace - Oh! Finalmente una bella notizia! E com'è quest'uomo? Helen - Ah, è alto bello e raffinato. L'ho incontrato poco lontano da qui. Dice di avermi visto uscire dal locale. Devo essergli piaciuta subito, ha cominciato a riempirmi di domande: come si chiama, frequenta spesso questo locale, conosce un certo Victor Adam Valentine... (gli altri sussultano) e poi aveva un qualcosa di strano. Era così educato mentre mi faceva quelle domande. La volete sapere una cosa? E' un ufficiale! Ne sono sicura ma forse lui non vuole darlo a vedere, ho notato un qualcosa che sembrava un distintivo di Scotland Yard nella sua giacca. Jessica - Lo era sicuramente Helen. Helen - Lo penso anch'io. Jessica - Quali altre domande ti ha fatto quell'uomo? Helen - Mi ha chiesto molte cose su Victor, doveva sicuramente essere un suo amico. Grace - Infatti, e magari era anche curioso di sapere cosa gli è successo. Helen - No, no. Lo sapeva già che è morto, ma ha detto che gli sarebbe piaciuto sapere chi lo ha ucciso. Secondo lui qualcuno mirava ai suoi soldi. Grace - Tutto qui? Non ha detto altro? Helen - No ma mi ha lasciato un suo biglietto da visita. (porge il biglietto a Grace) Grace - "Ispettore Andrew Mac Kenzie. Scotland Yard." Jessica - C'era da aspettarselo. Staranno già indagando. Jack - Sembra strano che Frank non si sia fatto sentire. Helen - Ah. Mi ha anche chiesto di intrattenervi qui perché più tardi sarebbe venuto per conoscere anche voi. Ma ci pensate? Vuole conoscervi non è bellissimo? Jessica - Certo Helen, bellissimo. Grace - Prepariamoci ad una notte in commissariato. Jessica - La mia coscienza è linda, io non ho mai voluto nulla da Victor. Lo conosco da una vita e non mi sono mai fatta incantare da lui e tanto meno dai suoi soldi. Grace - E cosa centrano i soldi? Jessica - Su Grace, non verrai a dirmi che eravate tutte follemente innamorate di lui. Grace - Cosa vorresti dire? Jessica - Che Victor era un uomo molto facoltoso. E non solo dal punto di vista sessuale. Jack - Non ci posso credere. Jessica - Credici te lo dico io. Jack - Mi ha lasciato per mettersi con un pazzo. Helen - E a cosa è dovuta quest'improvvisa passione per Abel? Jack - Vuole fare ingelosire Victor. Helen - (ridendo) Fare ingelosire Victor? L'unica cosa di cui Victor è geloso sono i suoi sol... un momento... ma allora Vic è vivo! Non è morto! E quella buffona vuole sposarlo solo per i suoi soldi! Ah no, io non ci sto! (esce). I presenti si guardano. Jack - A quanto pare la pazzia di Abel deve averle contagiate tutte e due. Grace - A questo punto viene da chiedersi se Abel fosse così attaccato ai soldi del suo povero fratello. Jack - Sono sconvolto quanto stupito. Non so come interpretare il comportamento di Wanda. Voglio dire: non capisco se si è detta innamorata di Victor perché è improvvisamente impazzita o se questa pazzia l'ha resa sincera. Jessica - Forse le è venuto in mente quant'era ricco Victor. Jack - Ma i suoi soldi adesso passeranno quasi sicuramente sotto la mia gestione, dico non crederete che Abel possa autogestirsi. Grace - No certamente. Tu sai già di diventare suo tutore e di goderti i suoi soldi. Jack - Io amministravo i soldi di Victor ancora prima che morisse. Jessica - E adesso che lui è morto tu vorresti fare finta di amministrare il suo patrimonio. Se Abel era anche venale tu ti sei fatto contagiare per bene. Jack - Vi rendo noto che ho una laurea in economia, amministrare i soldi altrui è il mio mestiere. Grace - Toglimi una curiosità. Ma se tu eri l'amministratore delle sue finanze, perché non sapevi nulla della sua morte? Jack - Oggi è domenica ed io e... Wanda eravamo nella mia casa in campagna e li non ci sono telefoni. Jessica - E neanche Frank è riuscito a raggiungervi lì? Jack comincia a cercare nelle tasche, trova un biglietto, lo legge. Jack - Quell'uomo non finisce mai di stupirmi. Grace - E se fosse stato lui? Jack - Frank ha ucciso Victor? Grace - E' solo un'ipotesi. Jessica - Non ci sarebbe da stupirsi. Jack - Prego? Jessica - Non sappiamo niente di lui, anche se lui sa tutto di noi. Magari è uno psicopatico, un compagno di stanza di Abel, che ne sai? Grace - Si, comunque, dopo tutto quello che è successo stasera ormai non mi stupisco di nulla. Jack - Una persona come Frank secondo me non ha bisogno di uccidere per i soldi. Jessica - Certo, lo avrà fatto fare a qualcun altro. Grace - Di una cosa però siamo sicuri: Victor ha lasciato un bel gruzzoletto. Jessica - E tu non vedi l'ora di farlo tuo. Grace - Stai tranquilla. Sto bene anche così; anche se un risarcimento me lo meriterei. Jessica - Allora spetterebbe anche alle altre vittime. Grace - Le altre vittime sono quasi tutte morte. Jessica - E quelle che non lo sono potrebbero sparire improvvisamente mentre si cerca un "erede" del patrimonio di Victor. Jack - Abel! Jessica - Sì Jack, e tu diverrai "gestore" di detto patrimonio. Jack - Abel! Grace - Ma cos'è un'epidemia? Tutti che impazziscono stasera! Jack - No signore care. Ora ho capito tutto. Jessica - Ovvero? Jack - Ho sposato un'opportunista! Una viscida serpe che pensa solo ai soldi. Grace - Tu invece hai la coscienza limpida. Jack - Vuole sposare Abel per prendersi l'eredità. Grace - Non ti si può nascondere nulla. Jessica - Non lo sai Jack? Quando le donne fanno qualcosa c'è sempre un motivo. Jack - Eh no! Stavolta non resto a guardare! (Esce) Grace - Belle persone che conosceva Victor. Jessica - Tutti attaccati ai suoi soldi! E Jack ora vorrebbe farci credere di esserci rimasto male per il comportamento di Wanda. Che idiota. Grace - L'unico che non voleva i suoi soldi voleva la sua morte. Jessica - Quindi anche tu vuoi i suoi soldi. Grace - Ascolta Jessica. Io ho sofferto per colpa di quell'uomo, ancora oggi porto i segni dell'incubo che ho vissuto. Sono arrivata al punto di tentare il suicidio per colpa sua e tu dovresti saperlo bene. Penso proprio di avere diritto ad un risarcimento. Jessica - Ah Grace, Grace. Tu e i tuoi amici siete dei poveri illusi. A questo punto devo proprio dirtelo. Sarò io a godere della fortuna di Valentine. Grace - Non so perché ma quanto hai appena detto mi preoccupa. Cos'hai combinato? Jessica - Io? Un bel niente. E' stato lui a lasciarmi tutto. Grace - Stai scherzando?
  19. Wanda - Stesso copione di Christine, quella di cui vi ho appena parlato: conosceva già Victor ma non lo frequentava. Poi una sua amica restò traumatizzata da una relazione avuta con lui e Christine si senti un dovere di riprendere Victor. Si trovarono una volta assieme, lo scopo di Christine era convincere Victor a rimediare al danno fatto. Jessica - Ma il risultato fu un altro. Wanda - Christine si innamorò di Victor. Grace - E lo stesso è accaduto con le altre due. Wanda - Francis e Samantha. Grace - E non hai più avuto notizie di nessuna di loro? Wanda - Francis si è tolta la vita e Samantha si crede la Regina d'Inghilterra. Jack - Ma, cazzo, tu ti sei sposata sei volte? Wanda - C'è chi ha fatto di peggio. Jessica - Scusa una cosa Wanda. Ma non eri invaghita di Victor? Wanda - Sì. Jessica - Allora qualcosa non mi torna. Se a te piaceva Victor, perché ti sei sposata con un altro? Anzi con altri sette uomini? Wanda - Ogni volta dicevo a me stessa che era per dimenticare Victor o perlomeno esorcizzare la mia ossessione per lui ma in realtà volevo fargli dispetto. Jessica - Prego? Wanda - Volevo farlo ingelosire. Come se gli dicessi: "Troppo tardi tesoro, hai perso il treno". Jessica - Certo, certo. Wanda - E' il metodo più classico. Jessica - Non lo metto in dubbio. Wanda - E vi dirò di più: funziona! Se lui ti ama cade subito ai tuoi piedi! ...forse Victor non mi ha visto però... Jack - Sì, sì. Penso anch'io che sia andata così. Solo una cosa... Wanda - Dovrei provare di nuovo facendo bene attenzione di farmi notare (Jack sviene) tanto per cominciare... Jessica - Wanda? Wanda - No, no, no. Grace - Wanda non ci pensare più adesso. Wanda - Ma che idiota. Grace - Wanda torna tra noi. Wanda - Ragazze ho un'idea! Jessica - Oh mio Dio. Wanda - Stavolta non potrà non accorgersi del mio matrimonio. Jessica - E perché? Wanda - Perché... Perché questa volta glielo dico! Sipario - Fine primo atto.
  20. Di fatto, feci molte cose per accontentarlo. A cominciare da cose semplici, sembravano stravaganze di un uomo particolare; mi tinsi i capelli, poi, sempre per lui, cominciai ad indossare dei vecchi abiti da donna che teneva in casa. Finché un giorno mi disse che ero troppo magra e che dovevo mangiare di più. All'inizio pensai che stesse scherzando ma prima che me ne potessi rendere conto arrivai a pesare ottanta chili. A quel punto entrai in crisi. Piangevo in continuazione, mi svegliavo di notte in preda a terribili incubi. E ciò che era peggio: era sparito ogni ricordo della mia vita passata. Wanda - Ma perché non hai deciso di lasciare Victor? Grace - Feci appena in tempo a pensarlo che la sua follia raggiunse il culmine... Un... Un mattino... lo vidi arrivare in camera da letto con le mani nascoste; pensai che mi voleva fare un regalo e così feci finta di dormire. Wanda - E alla fine? Grace - Non so cosa avesse in mano, ricordo che sentii un colpo fortissimo alla gamba, talmente forte che mi procurò una frattura. Cominciai ad urlare, ero terrorizzata, la gamba mi faceva un male atroce... (scoppia in lacrime). Helen - Ma perché ti fece tutto questo? Grace - Mi disse: Voce di Victor - L'ultima volta che ti ho chiesto di fare qualcosa per me hai fatto storie ma poi hai ceduto, questa volta volevo evitare inutili discussioni. Dopotutto tu hai sempre detto che avresti fatto tutto per me. Jack - Fu in quel momento che decidesti di... Si insomma di... Grace - Quando mi disse di farmi asportare il seno. Helen - Il seno? Wanda - Ma è una follia! Helen - E tu ti sei lasciata convincere? Grace - Sì. Wanda - E perché mai? Grace - Non me lo disse mai, ma qualche giorno dopo che mi aveva "convinta" a farmi operare feci la conoscenza di Frank. Helen - Ma come ti è venuto in mente di farti asportare il seno? Grace - Non hai sentito cosa diceva Cliff? Quell'uomo aveva carisma e lo sapeva usare. Jack - Scusa ma c'è ancora qualcosa che non mi torna. Grace - Come sono arrivata a tentare il suicidio? Jack - Hai detto che ti aveva convinta a farti asportare il seno ma, se mi permetti, mi sembra evidente che qualcosa ti ha salvata. Grace - Frank. Un giorno al telefono mi disse di cercare in casa di Victor una cartella clinica che riportava il suo nome, mi disse che l'avrei trovata in un armadio in camera sua. Seguii il suo consiglio e trovai quella busta. Quando vidi cosa conteneva fui percossa da un brivido di paura, le gambe mi vacillarono a tal punto che mi dovetti sedere. All'interno della busta trovai una vecchia foto. Era la madre di Victor; e somigliava paurosamente a me. Oltre alla foto c'erano anche gli esiti di alcuni esami medici. Riguardavano un arto fratturato. Entra Abel Abel - Luce potente di un giorno di giustizia! Oggi è chiaro che a vendicare gli uomini ci sono lassù gli dei che ci proteggono. - Buona sera bella gente. Oggi è un gran giorno per me sapete? Oggi ho ricominc... (vede il pianoforte) Un pianoforte! (vi si avvicina e lo osserva attentamente) Un pianoforte vero. (ai presenti) non ne ho mai visto uno prima. (si ricompone poi a Sam) suonala ancora Sam. Era da tanto che sognavo di dirlo. - Dicevo, signori, oggi è un gran giorno per me, anzi per il mondo intero (si avvia verso l'uscita) Oggi è nata una stella (fuori scena) e chissà se mai tramonterà... Helen - Ma chi è questo svitato? Jack - A me ricorda vagamente... Abel - (rientrando) Valentine! Abel Lazar Valentine! Buona sera signori. Ah no questo l'ho già detto. Oggi è un gran giorno per me... Anche questo... Ah ecco! Volevo porvi una questione. Come disse già qualcuno in passato. - Una decisione, signori, una sola: vivere o morire. Bella domanda eh? Secondo voi è da elogiare chi resiste in una vita di sofferenze trattenendo in sé ogni dolore inflittogli dal destino? O è più dignitoso prendere in mano la propria vita e interromperla per porre fine ad ogni dolore? Dopotutto la morte è come il sonno. Tutto lì. Immaginate un sonno che oltre che la stanchezza cancelli anche le offese, i dolori, gli sfregi della vita. Non male come idea. Un lungo sonno ma, ahimè, non privo di sogni. Eh certo, signori, la parte più oscura di noi verrebbe fuori, a presentarci il conto, a bacchettarci sulle mani per ciò che abbiamo fatto. E' per questo che si soffre a lungo. Altrimenti perché si dovrebbe restare fermi? Sopportare i dolori della guerra, le oppressioni, lasciarsi maltrattare da chi ha la violenza che gli scorre nelle vene, soffrire inutilmente per amore, lamentarsi del sistema, di chi ha soldi per comprarsi anche la vita altrui e, ultimo ma non ultimo, vedere la propria intelligenza insultata da un emerito idiota! Perché? Quando a tutto questo possiamo porre fine con le nostre stesse mani? Perché darsi ad una vita di fatica e sofferenze quando si può soffrire per un solo istante e mai più per sempre? L'ignoto, bella gente. L'ignoto ci rende deboli, incapaci di agire, quante volte uno pensa di morire, di ammazzarsi ma poi non lo fa? La paura, l'oltretomba, il peccato capitale, l'inferno, la paura di soffrire più di prima. Tutto ciò ci ferma. - Che dire signori: io ho scelto. (pausa) Vivo. (esce) Helen - Quello era Abel? Jack - In carne e ossa. Grace - Ma il suo vero nome? Jack - Non saprei dirvi, so che è lui a volere che lo chiamino Abel, ma Lazar non l'avevo mai sentito. Jessica - Caino e Abele, Gesù e Lazzaro. Sono tutti personaggi biblici al quale si deve essere ispirato il nostro amico. Jack - E perché mai dovrebbe essersi ispirato a loro? Jessica - Abele è il fratello di Caino e per colpa di questi perde la vita. Abel sicuramente paragona suo fratello a Caino. Dovete sapere che quando Victor era poco più che neonato dovette subire un trapianto di fegato. Grace - Sì, Jack ci ha accennato qualcosa. Jessica - I medici dissero che non vi sarebbe stato alcun problema a prelevare una parte del fegato di Abel per trapiantarla nel corpicino di Victor. Jack - Sì ma a quanto pare... Jessica - A quanto pare si sbagliarono. Dopo l'operazione il comportamento di Abel divenne sempre più strano; inizialmente nessuno vi fece caso: era ancora piccolo. Con il passare del tempo, però, le cose peggiorarono, la signora Valentine fece rinchiudere Abel in una clinica, e si dedicò all'educazione molto rigida di Victor. Morti il signore e la signora Valentine, Victor accettò la proposta della clinica di lasciar uscire Abel di giorno, visto che, come matto, era abbastanza tranquillo. Così Abel fu libero di girare per Kensington. Jack - E Lazzaro? Jessica - Si sentirà rinato per qualche motivo. Non avete sentito cosa ha detto? Io vivo. Wanda - Incredibile. Di fatto ha rovinato la vita anche a lui. Quell'uomo era senza ritegno. Ha rovinato la vita ad un sacco di persone. In effetti ha fatto la fine che meritava. (sente lo sguardo dei presenti su di lei) No, no, non sono stata io. Jack - Nessuno ha detto... Wanda - Ho detto che non sono stata io. Jessica - Ehi calma. Wanda - Si lo so, ho alzato un po' il tono e ho parlato male di Victor ma avevo le mie buone ragioni ok? Jack - Wanda? Tutto bene? Wanda - No! Non c'è un cazzo che va bene! Voi mi state accusando di avere ucciso Victor! Helen - Ma cosa... Wanda - Basta! Lo volete capire che non sono stata io? Anche se pure io sono una vittima di Victor! Anche se pure io ho, anzi avevo, un conto in sospeso con lui. Tutte le volte che ho provato a farmi amare da lui l'ho visto andarsene con una mia amica! Tre ne ho perse così! Per non dire quanti uomini ho perso per aspettare che lui si accorgesse di me. Tutte le donne da lui volevano solo una cosa mentre io lo amavo veramente. E quell'idiota neanche mi notava. Vent'anni di attesa! Sei matrimoni falliti! Due amiche al manicomio e una all'obitorio, m'è toccato pure riconoscerla per l'identificazione. Mamma mia se si era fatta brutta: grassa come una balena, sfigurata e senza tette! - E dopo tutto questo tempo io ero ancora qui che aspettavo il mio momento e quell'altro che fa? Si fa ammazzare! Così io resto a bocca asciutta. Ora ditemi se non devo essere incazzata. Helen - Vent'anni? Wanda - Sì, venti. Helen - Sei mariti? Wanda - Sì Helen, sei. Helen - Tre amiche? Wanda - Due al manicomio e una all'obitorio. M'è toccato pure... Helen - Wanda? Wanda - Sì? Helen - Ti devo ringraziare. Wanda - Prego. Helen - Ora ho capito tutto. Wanda - Capito cosa? Helen - Mi hai aperto gli occhi. Wanda - Non capisco. Helen - Mondo sto arrivando! (esce di corsa) Wanda - Ma dove va? Jack - A recuperare il tempo perso. Scusa Wanda, ma la tua passione per Victor...? Grace - Già, parlaci della tua passione per Victor Jessica - Pensavo che fossi l'unica a non esserti innamorata di lui. A parte me ovviamente. Wanda - E invece sono stata la prima. Solo che non volevo darlo a vedere. Da una parte mi attirava e dall'altra mi dava fastidio, i suoi modi così raffinati erano nauseanti. Anche se poi ho cominciato ad apprezzarli. Poi vedevo che tutte le donne gli cadevano ai piedi, mi sembravano patetiche, stupide. Però poco alla volta ho cominciato a provare anch’io una forte attrazione per lui ma non volevo che si notasse. Man mano che passava il tempo la situazione mi sfuggiva di mano anche perché tutte le mie amiche smaniavano per Victor. Finché un giorno una di loro divenne la sua fidanzata. Io ci rimasi malissimo, la buttai sul fatto che mettersi con Victor era da stupide... Grace - Grazie Wanda. Wanda - Ovviamente la vera stupida ero io. Infatti il vero motivo per cui reagii in quel modo era la gelosia. Jack - E fu così che perdesti la prima amica. Wanda - Si, dopo una breve quanto travagliata relazione con Victor se ne andò in America dove poco tempo dopo fu rinchiusa in un manicomio. Ormai da tempo non ho più sue notizie. Jack - E le altre due?
  21. Wanda - Ti sembrerà strano ma stasera sembrava molto sobrio, ha bevuto acqua tonica. Jessica - Ne siete sicuri? Jack - Io ho assaggiato dal suo bicchiere. In effetti, era acqua tonica. Ma per quanto riguarda Amanda non so se crederci o meno. Helen - Quell'idiota era perfino contento della morte di Vic. Gli ha addirittura dedicato una canzone. Jessica - Povero Valentine, non meritava anche questo. Sam! Poni rimedio a questo torto, fallo per il nostro amico. Wanda - Dimmi una cosa Jessica Jessica - Sì? Wanda - Come hai saputo di Grace? E cosa l'ha spinta a tentare il suicidio? Jessica - Ad essere sincera mi sembra perfino strano che non vi abbia detto niente. Jack - Forse è veramente stata lei. Jessica - Se così fosse non è stata molto furba farsi vedere qui. E meno che mai è stato furbo andarsene così quando l'ho chiamata il causa - Comunque, tempo fa ho fatto conoscenza con un certo Frank. Una persona strana, introversa, assente (gli altri sorridono), talmente assente che talvolta non ci si accorge nemmeno della sua presenza. Ebbene questo signore una volta mi ha chiamato al telefono e mi ha detto: "Vai a casa di Grace, vicino all'ingresso c'è una vecchia bicicletta appoggiata al muro, sotto il sellino vi sono nascoste le chiavi di casa. Entra ma bada bene di non accendere la luce." E poi ha messo giù. Wanda - E tu? Sei andata? Jessica - Che domande! Penso che se Frank mi avesse detto di correre nuda fino a Buckingam Palace lo avrei fatto senza obiettare. In ogni caso, al mio arrivo a casa di Grace, mi sono tornate in mente le parole di Frank: "Non accendere la luce". In quel momento mi sono chiesta perché Frank mi avesse mandato lì. Jack - Aspetta! Le si era fulminata la lampadina del soggiorno! (Wanda fa cenno a Jessica di non farci caso) Jessica - Appena aperta la porta ho sentito un forte odore di gas, la stanza ne era piena. Wanda - E perché non sei scappata? Jessica - Stavo per farlo, credimi!Avevo paura che saltasse tutto per aria ma qualcosa mi ha fermata Ho sentito come una voce che mi chiamava, (rassegnata) e ho detto: “Ciao Frank”. Voce fuori campo - Apri tutte le finestre e porta Grace fuori, di a qualcuno di chiamare un'ambulanza e cerca di sparire prima che puoi. Jessica - Inutile dire che eseguii gli ordini senza obiettare. Wanda - Scusa se insisto, ma Grace non ti ha detto perché era arrivata a tanto? Jessica - Dopo quel giorno non ho più visto Grace fino a quando Victor non mi ha invitata la prima volta qui, forse lei non ha neanche mai saputo che sono stata io ad impedirle di suicidarsi. Jack - Credi? Ma non ne avete mai parlato? Jessica - Quando è successo tutto questo io non conoscevo bene Grace. Ma conoscevo bene Victor. - Sapevo di altre donne che avevano tentato il suicidio dopo qualche mese di convivenza con lui. Non ho mai saputo di preciso cosa sia balenato in testa a Grace quando ha deciso di togliersi la vita; però una delle donne che hanno fatto come lei era una mia amica. Ci eravamo sentite poco prima di quel disperato atto e lei in quell'occasione mi ha detto che era in crisi per via di Victor. Helen - Mio Dio! Ma chi era Victor? Un lupo mannaro? Jessica - A lei era sembrato che inizialmente lui le volesse bene per com'era. E vi posso garantire che era veramente una persona adorabile sotto tutti gli aspetti. Poi, piano piano, Victor ha cominciato a chiederle cose strane come tingersi i capelli, pettinarsi in un certo modo e così via; finché è arrivato al punto di esigere che lei si conciasse in tutto e per tutto come voleva lui. La mia amica fino a quel punto aveva sopportato ma quando lui pretese un'operazione chirurgica lei non ce la fece più. Decise di lasciarlo ma subito dopo fu colta da una profonda crisi di identità. Almeno così disse l'analista dal quale andò in cura. Helen - Ma allora non può essere che sia stata questa donna? Jessica - (con voce strozzata) Direi proprio di no. Il suo non fu solo un tentativo di suicidio. Helen - Mi dispiace Jessica. Jack - Dunque Grace potrebbe aver subito lo stesso trattamento della tua amica. Jessica - E' quello che temo. Entra Grace un po' sconvolta, guarda tutti, esita. Grace - Ho una cosa da dirvi. Helen - Oh mio Dio. Jack - Grace stai bene? Grace - No Helen - Grace non c'è bisogno che tu ci dica niente. Grace - Lo sapete già? Jessica - Scusami Grace. Grace - Scusarti? Ma per cosa? Wanda - Grace, devi essere sconvolta, siediti. (Grace si siede stupita) Non ti preoccupare, noi ti saremo vicini. Grace - Scusate ma forse c'è un equivoco. Helen - Grace forse sarebbe meglio che ti costituissi. Grace - Cosa? Wanda - Certo è il modo migliore per evitare di aggravare la situazione. Jack - Stai tranquilla, alla prima occasione ti portiamo il pane con la lima dentro. Wanda - JACK! Grace - No, no, no. Ragazzi scusate ma forse mi sono persa un pezzo. Perché io dovrei finire in prigione? Helen - Per l'omicidio di Vic. Grace - Cosa? Ma come ti permetti! Idiota! Guarda che io non sono un'assassina! Semmai sei stata tu ad ammazzarlo perché non ti voleva! Helen - Ma perché mai avrei dovuto ammazzarlo! Io lo amavo! Tu invece avevi un movente! Grace - E quale sarebbe questo movente? Silenzio, tutti guardano Jessica. Grace - Jessica? Jessica - Sì? Grace - Va tutto bene? Jessica - S-sì. Perché? Grace - Dimmi Jessica, come mai ho l'impressione che a causa tua qualcuno pensa che io abbia ucciso Victor? Wanda - Scusaci Grace, ma appena entrata hai detto che avevi una cosa da dirci e sembravi al quanto sconvolta. Grace - Complimenti, dovreste lavorare per Scotland Yard! E a cosa devo questa "onorevole" insinuazione? Silenzio, tutti guardano Jessica. Grace - Ah certo, Jessica, la cara vecchia Jessica. Tu ne sai qualcosa? Jessica - No ma non è che io abbia detto che tu hai ucciso Valentine, era solo un'ipotesi. Helen - Grace, non mi hai mai detto di essere stata con Vic. Grace - Ma... Helen. Non sono la prima né l'ultima donna che è stata con Victor. Wanda - Si ma a quanto pare sei una delle poche che sono riuscite a stare con lui per più di una notte. Grace - Ma cosa state dicendo? Jessica - Scusami Grace, è colpa mia. Stasera ero in vena di pettegolezzi. Grace - Ma tu cosa ne sai di me? Cosa ti fa pensare che io abbia avuto una relazione con Victor? Jessica - L'ho saputo quando questa relazione è finita. Grace - No. Jessica - Sì Grace. Grace - Perché? Jessica - Ti ho fermata mentre stavi per commettere una vera follia. Grace - Dunque è te che devo ringraziare per tutto questo. Jessica - Ti chiedo ancora scusa. Grace - Mi chiedi scusa? Ho passato cinque lunghi anni in una clinica per tornare a sentirmi normale. Avevo appena rimosso tutti i ricordi di quel dannato periodo, riuscivo anche a rivedere Victor senza problemi e tu hai sentito il bisogno di vantarti del tuo atto eroico! Jessica - No, te l'ho detto. Stasera avevo la lingua un po' lunga. Grace - Al diavolo tu e la tua lingua lunga! (comincia ad avvicinarsi a Jessica) Ma come ti viene in mente di spifferare i fatti miei in giro? Jessica - Perdonami, mi sono lasciata prendere la mano. Grace - Prendere la mano? (Jack si interpone tra Grace e Jessica) Ma chi cazzo ti ha detto di salvarmi la vita? Se non era per te a quest'ora riposerei in pace! Invece grazie alla tua mania di protagonismo mi è toccato soffrire per tutti questi anni! E per giunta sentirmi dire che sono un'assassina. Jack - No Grace, nessuno intendeva dire questo. Grace - Ah no? Allora ho sentito male? Helen - Il fatto è che sei entrata dicendoci che avevi una brutta notizia, allora noi... Wanda - Scusaci Grace, siamo stati un po' affrettati. Grace - Non importa, non importa. E' passato tutto. Ah, a proposito di quella brutta notizia, quasi dimenticavo, quando sono andata via... non nego che mi sono sentita un po' chiamata in causa, sono andata fuori cercando di pensare a qualcosa che scacciasse i ricordi, a proposito Jessica, scusami per prima, dovrei esserti grata invece mi sono avventata contro di te. Jessica - Nessun problema. Posso capire come devi esserti sentita. Grace - Comunque ero li che fissavo il Tamigi. Jack - Non avevi proprio nient'altro da fissare? Grace - Non volevo certo buttarmici dentro. Comunque all'improvviso, dal nulla è comparso un taxi, detto taxi mi si è fermato a fianco. Il finestrino si è aperto di quanto bastava a parlare con chi c'era dentro. Jessica - E tu hai detto: "Ciao Frank". Grace - Infatti. Helen - Novità su Vic? Grace - Mi ha lasciato un biglietto di Cliff. Estrae un biglietto dalla tasca e lo porge a Jack, questi comincia a leggere poi si ferma. Jack - Mio Dio. Wanda - Jack? Ti dispiace renderci partecipi? (Jack esita) Cos'è successo? Jack - "Scusatemi tutti, ero di troppo a questo mondo, l'unico motivo per cui non mi sono congedato prima è morto stamane vanificando tutti gli anni che ho trascorso a meditare su quale fosse il modo migliore per vendicare la mia Amanda. Ormai lei è morta, io non posso fare più nulla per lei. Non ho più motivo di vivere così." Tutti restano in silenzio. Grace - C'è dell'altro Jack. Jack - (scrutando ulteriormente il biglietto) "Il corpo di Cliff è stato trovato esanime davanti alla casa di Victor Adam Valentine. A trovarlo, poco fa, sono stati due agenti di Scotland Yard che erano giunti lì per effettuare dei rilevamenti nella casa. Si sono accorti del corpo quando, incuriositi dal fatto che la luce del lampione andava e veniva, hanno alzato la testa. Il corpo di Cliff occultava la luce del lampione." (richiude il biglietto) Cliff si è impiccato davanti alla casa di Victor. Helen - E' stato lui. Si è suicidato per il rimorso. Jack - Non credo. Se aveva in mente di suicidarsi non c'era motivo di mentire. Penso che quello che ha scritto sia vero. Poveraccio. Wanda - Non è possibile. Jack - Prego? Wanda - Quell'uomo aveva la straordinaria capacità di rovinare la vita di chiunque lo conoscesse. Grace - Io ne so qualcosa. Wanda - Ma cosa ti ha spinto a tentare di toglierti la vita. Grace - Come ormai sapete, tempo fa ho avuto una relazione con Victor. Mi ritenevo fortunata per questo ed ero convinta che sarei stata capace di fare tutto per lui.
  22. http://ultimapagina.net/forum/topic/419-epic-fail/?do=findComment&comment=3930 Luce. Nel bar ci sono di nuovo Helen, Grace, Cliff, Wanda e Jack. Cliff - Le avrà fatto il lavaggio del cervello! Jack - Cliff? Non è che stasera hai bevuto troppo? Cliff - Io? Jack - Si penso che tu abbia esagerato. Cliff - Bevuto? Jack - Cliff? Amanda è in Canada. Da quando si è lasc... Cliff - Da quando si è suicidata! Jack - Ti chiamo un taxi. (comincia a gesticolare verso la quinta per chiamare un cameriere) Cliff - Jack. Non ho bisogno di un taxi. Jack non lo ascolta. Cliff - Jack! Lascia stare! Wanda - Dagli retta Cliff. Sei sconvolto. Cliff - Dio salvi... JACK! (piano) Per favore, lascia stare. Non ho bevuto. Tieni assaggia. (porge a Jack il suo bicchiere) Jack - (assaggia il contenuto del bicchiere) Guarda, io non so che cosa hai bevuto stasera, ma di sicuro non è alcolico. Cliff - E’ acqua tonica. Grace - Hai bevuto acqua tonica? Wanda - Sei sicuro di stare bene? Cliff - Bene. Adesso vi preoccupa anche il fatto che io non bevo. Ormai vi farei compassione anche se vincessi alla roulette. Helen - Ti sei dato al gioco? Cliff - (Trattenendo a stento un'imprecazione) No Helen. Non mi sono dato al gioco. E' che adesso che la mia Amanda può riposare in pace... Io non ho più motivo di vivere così. Jack - Cliff? Cliff - Si Jack? Jack - Amanda... Cliff - Amanda è andata in Canada, lo so. E so anche dove abita. C'ero anch'io quando è partita. L'ho vista salire su una nave a bordo di una station wagon di colore scuro piena di fiori. Volete sapere dove abita? Al Vancouver Monumental Graveyard. (Pausa) Non so cosa le abbia fatto Victor. Non so cosa l'abbia spinta a buttare giù quasi una scatola intera di sonniferi. Sta di fatto che lei ora riposa in pace. Prima di morire mi aveva scritto chiedendomi scusa e dicendomi che ora che tutto era finito lei non aveva più motivo di vivere così. Ora che è morto anche Victor io posso defilarmi, cosa ci fa un ubriacone tra tutte queste persone per bene? Addio.(esce) (pausa) Helen - Non è vero. Grace - Cosa non è vero? Helen - Victor. Non può essere morto. Grace - Helen. Helen - Non è possibile. Vic è morto e noi stiamo qui a spassarcela come se niente fosse. Jack - In effetti anche a me non sembra vero. Voglio dire, giusto ieri era qui con una splendida donna come tutte le sere e oggi... Boh. Di fatto, a quest'ora era sempre qui. Wanda - Sembrerebbe quasi che debba arrivare da un momento all'altro. Helen - Ma vi rendete conto? Noi non sappiamo niente di lui. A parte che si chiamava Victor Adam Valentine. E che aveva un fratello. Wanda - Abel. Grace - Abel Valentine? Wanda - No, non credo sia il suo nome. Penso che si faccia chiamare così. Grace - E perché? Jack - E' pazzo. Un'operazione che ha subito quando era in tenerissima età ha gravemente danneggiato il suo apparato celebrale. Helen - E di che operazione si trattava? Jack - Un trapianto. Helen - E tu come hai saputo queste cose? Vic non parla... non parlava mai della sua vita privata. Jack - E' un caso, una volta ho accompagnato un'amica in una clinica. E lì ho incontrato, per così dire, Abel. Buio Voce di Abel (urlando) - LASCIA QUI OGNI TUO AVERE (piano) o ricco uomo che entri. Voce di Jack - Spiacente buon uomo. Sono nullatenente. Voce di Abel - FERMO! Che il Tamigi mi sommerga con tutta la sua furia se mi sbaglio! Ma a quanto ne so io i tenenti vanno in giro in divisa! Voce di Jack - No, non sono un tenente, sono... Intendo dire che non ho niente. Voce di Abel - Tenente Nulla, lei un portafoglio di pelle lo definisce niente? Voce di Jack - Guardi che non sono un tenente. Voce di Abel - Signor Nulla, lei un portafoglio di pelle lo definisce niente? Voce di Jack - No, non sono neanche il signor nulla. Io sono... non ha importanza, le dispiace.. Voce di Abel - Essere o non essere. Voce di Jack - Sì. Voce di Abel - Questo è il problema. Voce di Jack - Certo. Voce di Jack - Signor Bugiardo. Voce di Jack - Bugiardo? E perché? Voce di Abel - Perché lei dice di non avere niente, mentre io so che lei ha un portafoglio di pregiatissima pelle Connolly. Voce di Jack - Mi dispiace deluderla ma io ho solo un vecchio portafoglio di pelle finta e per giunta vuoto, adesso se permette... Voce di Abel - Dunque sulla base di quello che lei ha appena ammesso, signor "Bugiardo" deduco che "questo portafoglio" non è il suo. Voce di Jack - Certo che non... ehi! Dove ha preso quel portafoglio? Voce di Abel - E a lei cosa importa? Tanto non è il suo. Voce di Jack - E invece è proprio il mio! Voce di Abel - Si calmi, si calmi per favore. Ora aggiustiamo tutto; deve esserci stato un equivoco. Voce di Jack - Oh meno male, questo scherzo cominciava ad infastidirmi. Voce di Abel - Lo credo, vede come le ho detto: ci deve essere stato un malinteso, è evidente... Voce di Jack - Si certo... Voce di Abel - E' chiaro che questo portafoglio assomiglia fortemente al suo, ma lei ha appena asserito di possedere un portafogli di pelle finta vuoto. Questo portafoglio è in vera pelle e poi è pieno di soldi... Voce di Jack - Ma come! Mi ridia il mio portafogli! Luce Jack - E fu così che conobbi Abel. Wanda - E il tuo portafogli? Jack - Fu Victor a farmelo restituire. Tra l'altro ricordo che trattò il fratello molto male; voglio dire: non ho visto in lui nessun segno di affetto familiare. Mentre il fratello sembrava volesse rendersi responsabile anche per lui. Bah. Helen - Povero Vic. Ma come può essere morto? Grace - Già, Helen poco fa avanzava l'ipotesi che possa essere stato qualcuno. Wanda - E perché? Helen - Ehi! Io non ho detto nulla. Grace - Ma sì. Appena ti ho detto della sua morte mi hai subito chiesto chi era stato. Helen - E' stata una reazione impulsiva. E' stata la prima cosa che mi è venuta in mente. Wanda - In effetti l'ipotesi non è da scartare. Helen - Io ho sempre detto di amare Vic; ma se devo dire la verità, penso che il mio amore verso di lui fosse una sorta di utopia. (reazione di Wanda) A me piaceva Vic per quello che per me rappresentava. Diciamo che fino a qualche minuto fa avevo ancora qualcosa per cui sognare. Grace - E cosa? L'amore di un uomo che odiava le donne con cui andava a letto? Helen - Forse era proprio quello a renderlo così affascinante. Wanda - Al punto di spingere una donna al suicidio? Jack - Suicidio? Non avrai mica creduto a quell'alcolizzato? Secondo me stasera ha esagerato. Un eccesso di alcool deve avergli fatto perdere la ragione e... bah, non mi stupirei se venissi a sapere che è stato lui. Grace - Ma andava sempre in giro dicendo di essere il suo migliore amico. Jack - Penso che tu sia l'unica che ci abbia creduto. Ma l'hai visto? Un uomo di classe come Victor non faceva certo bella figura con un alcolizzato per amico. Entra Jessica Jessica - Certo che la morte di Valentine è già sulla bocca di tutti. Wanda - E tu quando sei tornata? Jessica - Appena Frank mi ha detto che Valentine è stato assassinato. Helen - (si sente svenire) Oh mio dio. Wanda cerca di sostenere Helen. Jack - Come sarebbe a dire "assassinato"? Jessica - Assassinato! Hai presente cosa vuol dire? Ucciso, freddato, kaputt. Vuoi la definizione? Dicasi assassinato... Jack - Aspetta un attimo... Per caso hai incontrato Cliff per strada? Jessica - Dio salvi la regina! E anche me da Cliff. Mi aspettavo di vederlo a Parigi: c'era una sorta di fiera del vino DOC. Wanda - Allora eri a Parigi. Grace - Frank non ti ha detto altro? Jessica - Quell'uomo è davvero un mistero! L'ho visto una sola volta ma lui di me sa sempre tutto. Non avevo detto a nessuno dov'ero. Eppure oggi al mio rientro in albergo mi hanno detto che c'era un telegramma per me. Chiaro e conciso come solo Frank sa essere: (Helen si è appena ripresa) Alle sette e trenta di stamattina hanno ucciso Victor Adam Valentine. Helen come sopra, Grace la guarda poi resta pensierosa. Jack - Victor è stato... Wanda - Jack! (a Jessica) Hai detto alle sette e trenta? Jessica - Perché avevate altre notizie? Grace - A me ha solo detto che era morto. Non sapevo ancora se credere ad una notizia come questa. Jessica - Mia cara, se Frank dice di aver visto gli alieni; fidati che li ha visti davvero. Sinceramente non ricordo di aver mai avuto una notizia da Frank che si fosse rivelata anche minimamente falsa o in qualche modo non corretta. Ma quando l'hai sentito? Grace - Stamattina. Ma sai "stranamente" è stato di poche parole: "Victor è morto". Jack - Se Frank sa a che ora è morto Victor e che è stato ucciso, vuol dire che qualcuno si è già messo in moto per capire cosa è successo. Jessica - Beh. Che sia morto, e come, sono le uniche cose che sappiamo. Grace - Ovviamente non si sa chi è stato. Jessica - Non credo che l'assassino abbia lasciato un suo biglietto da visita. In ogni caso, come vi ho detto, Frank non ha aggiunto altro. Helen - Ma chi poteva volere male a Vic? Jessica - (dopo una fragorosa risata) Chi? Ti basti sapere che la prima cosa che ho pensato appena ho saputo di Valentine è che sicuramente si tratta di omicidio a sfondo passionale. Jack - In effetti Victor, a sfondo passionale, ne ha fatte di vittime. Jessica - E qui la lista sarebbe lunga. Basti pensare a quelle che sono arrivate a tentare il suicidio; una di loro avrà pensato: meglio lui di me. Grace - (alzandosi) Scusate. (esce) Wanda - Dove va? Jessica - A cercarsi un alibi. Jack - E a che le serve un alibi? Jessica - Le servirà quando la polizia l'accuserà dell'omicidio del nostro amico casanova. Wanda - Ma sei impazzita? Jessica - Non sono affatto impazzita. Grace ha tentato il suicidio circa sei anni fa per colpa di Valentine. Wanda - Anche lei? Jessica - Perché? C'è un'altra donna che ci ha provato? Helen - Cliff ha detto che Amanda è morta suicida per colpa di Vic. Jessica - Che io sappia, le ultime notizie la danno per trasferita a Vancouver. Jack - Sì, questo è quello che sappiamo tutti. Solo che Cliff sostiene un'altra tesi. Secondo lui Amanda... diciamo che adesso vive in un monolocale a Vancouver. Più precisamente una bara. Jessica - E poi sarei io la pazza. Non credere alle leggende di quella specie di santo bevitore.
  23. http://ultimapagina.net/forum/topic/361-messaggi-dal-passato/?do=findComment&comment=3914 UNA NOTTE A LONDRA ATTO PRIMO Sipario chiuso, i musicisti cominciano a suonare. Dopo qualche attimo si attenuano le luci in sala fino a spegnersi. Si apre il sipario. Voce fuori campo: (appena il sipario è completamente aperto) Buona sera signore e signori. Buona sera. Ci troviamo all'interno di un piano bar, uno di quelli con tutti gli ingredienti al loro posto: i musicisti, la luce soffusa, i clienti. Già. I clienti. Un folto gruppo d'individui sconosciuti, solitari. Gente comune, con un lavoro, una casa, una famiglia, una storia. Ognuno la sua storia, dolce, amara, da dimenticare, da raccontare, ma non qui. Qui la gente viene per estraniarsi dal resto del mondo, per vivere ogni volta una vita nuova, diversa. Ma è nel profondo della notte che restano solo loro: gli habitué. Quelli che chiamano il barista per nome, che hanno intrecciato conoscenze pressoché fisse con altre persone nella penombra dei tavolini di questo locale. Ma solo lì. Al di fuori di quest'affascinante mondo ognuno torna alla sua monotona e banale vita quotidiana. Ma stanotte è successo qualcosa... La musica sfuma lentamente. Resta solo il pianoforte che intona solo un sottofondo lento e discontinuo. Entra Helen, cammina stanca verso il piano. Il pianista risponde con le note. Helen Hi, Sam. Sam (Hi.) Helen Sai? Sono molto triste. Sam (E perché?) Helen E' successa una cosa. Sam (Cosa?) Helen Stamattina sono stata a letto con un uomo. Sam (Birbantella!) Helen Ma non mi è piaciuto per niente. Sam (E perché?) Helen Perché pensavo ad un altro. Sam (Victor Adam Valentine) Helen Già, proprio lui. Sam (Ma Helen.) Helen Lo so sono fissata ma... quell'uomo ha un fascino tutto particolare. Sam (Lo so, lo so) Entra Grace Helen Insomma Sam, lo voglio! Almeno per una notte! Deve essere mio. Grace Stai parlando di Victor? Helen Che domande, certo che sì. Grace Non hai saputo? Helen Un altro cuore infranto? Grace No. Helen Cos'ha combinato? Si è sposato? No eh? Non dirmi che si è sposato! Prima deve passare sopra, cioè dentro di... insomma hai capito no? Grace E' morto. Helen Ma non farmi ridere. Grace Dico sul serio. E' morto. Helen Ma morto... stecchito? Grace Helen. Victor è morto. Helen Oh mio Dio! E me lo dici così? Come se niente fosse? Grace Io mi sono appena ripresa dallo shock. Helen E chi è stato? Grace Non lo so. Ma poi perché dovrebbe essere stato qualcuno? Helen Non so. Magari un uomo geloso. Oh mio Dio! L'avranno ucciso! Un assassinio! Grace Helen! Calmati. Magari è scivolato in casa e ha battuto la testa. Eh? Helen Ma tu come l'hai saputo? Grace Frank. Mi ha telefonato stamattina e mi ha detto: "Victor è morto". Helen E ovviamente non ti ha detto altro. Grace Ovviamente. Helen Mio dio Vic. Ma non può essere che sia stato uno scherzo? Cliff (entrando) No, è morto per davvero. (esita). Grace Hai saputo anche tu? Cliff Certo che ho saputo e non vedo l'ora di festeggiare. Helen Dai Cliff, Siediti qui con noi. Cliff Che ne dici Sam? Gliela dedichiamo una bella canzoncina al nostro amico? Che dio abbia pietà di lui, povero stronzetto. L'importante è che se lo tenga. Durante l'esecuzione del brano Helen si dispera con crescente emozione. Sul finale entrano Jack e Wanda allegri ed euforici. Al termine del brano applaudono vivacemente i musicisti. Wanda Ottima esecuzione ragazzi. Jack Oserei dire: meglio dell'originale. Wanda (scorgendo l'umore degli altri presenti) Ehi ma cos'è successo? Helen? Cliff Non hai saputo di Victor? Wanda Helen! Mia cara. Ancora non l'hai capito? Il tuo amore per quell'uomo è un'utopia. (va a sedersi accanto a lei) Non puoi buttare la tua vita in questo modo. Lui è fatto così. Vuole restare libero. Ha avuto una vita... Helen la guarda poi l'abbraccia e china la testa sulle sue spalle; Wanda interroga con lo sguardo Grace che di tutta risposta scuote la testa e china il capo anche lei. Cliff Immagino che non sappiate nulla. Jack E' successo qualcosa a Victor? Cliff Se gli è successo qualcosa? Grace Cliff! Ma cosa ti prende? Cliff Altroché se gli è successo. Grace CLIFF! Cliff Le mie preghiere si sono finalmente avverate. Grace CLIFF! Dicevi di essere il suo migliore amico! Cliff FINALMENTE! Helen E' pazzo, è completamente ubriaco. Cliff VICTOR ADAM VALENTINE! (piano a Jack) E' morto. (si guarda attorno) Morto. Jack Come sarebbe a dire morto? Cliff Morto! Hai presente cosa vuol dire? Defunto, spirato, estinto... oserei dire: "Morto". Vuoi la definizione? Dicesi morto una carogna che ha finalmente assunto una sembianza fisica degna di quello che è la persona in senso morale. E carogna dicesi di una persona che ha passato una vita alle spalle degli altri, sfruttandoli per farsi bello a spese loro; un "bifronte", un individuo capace di cambiare umore a seconda delle circostanze e della convenienza! Certo Grace, dicevo di essere il suo migliore amico; ma la vuoi sapere la verità? E' stato lui a deciderlo, non è che un giorno si è presentato da me e mi ha detto: "Caro Cliff, devo dirti che sei veramente il mio migliore amico". No! Sai invece cosa ha combinato? Mi ha fottuto la donna! Se l'è fatta! E quando io gli ho detto di non farsi più vedere, che con me aveva chiuso, quando ho cercato di fargli capire che certe cose non si fanno, sai come ha reagito lui? Lui mi ha fatto una faccia sorpresa e mi ha detto: "Ehi Cliff! Ma io ti ho fatto un piacere! Se quella donna è venuta con me e ti ha tradito è una puttana. Quindi una donna così è meglio perderla che trovarla!" Che persona adorabile! Si è mostrato ai miei occhi come uno stronzo per farmi capire che stavo per sposare una puttana. Ha rischiato di perdere un amico per aprirmi gli occhi. Io mi sono finto suo amico perché lui voleva che lo fossi, mi ha detto che gli ero debitore ma che gli bastava sapere che nulla sarebbe cambiato tra me e lui, ed io l'ho accontentato. Helen Ma quella donna? Cliff Non sono affatto dispiaciuto della morte di Victor. Amanda è morta suicida per colpa sua. Stupore generale Wanda Amanda? Amanda Steerforth? Cliff Sì Wanda. Io e Amanda eravamo prossimi al matrimonio. Prima che qualcuno si intromettesse tra noi. Grace Amanda Steerforth? Cliff Sì, Amanda Steerforth. Quella che tutti voi conoscete. Wanda Ma Amanda non ci ha mai parlato di nulla. Cliff Tutto quello che vi ho raccontato è successo prima che io cominciassi a frequentare questo locale. A dire il vero: io ho messo piede la prima volta qui dentro su invito di Victor, dopo che lui mi aveva fatto quel favore. Quando voi avete conosciuto Amanda, io per lei non esistevo più. Grace Cliff, Amanda ci ha sempre parlato di te come di una persona immatura, irascibile, diceva che nessuna donna avrebbe mai potuto vivere accanto a te. Cliff E chi vivrebbe accanto ad un ubriacone? Chissà cosa le aveva inculcato in testa quel bastardo! Riusciva sempre a farsi ascoltare. Quell'uomo aveva un carisma innato e sapeva come sfruttarlo. Luce. Il bar è vuoto, ci sono solo i musicisti. Entrano Victor e Amanda Victor Non ti buttare giù così. Amanda Ma ti rendi conto che stavo per sposarmi con lui! Victor Cliff non è cattivo, solo che ognuno è fatto a modo suo. Amanda E tu sei fatto molto bene, Victor! Mi chiedo, infatti, come fai a difendere quel bugiardo. Mi ha preso in giro per tutto il tempo che stiamo stati insieme. Non mi ha mai detto della sua dipendenza dall’alcol. Victor Non puoi accusare Cliff di essere un bugiardo. Amanda E Perché? Victor Perché lo siamo tutti. Lo è Cliff, lo sono io, lo sei tu. Le donne, in particolare, sanno mentire meglio di chiunque altro. Amanda Se la pensi così sulle donne perché io sono qui con te? Victor La madre di Cliff. Credo che sia stata lei a rovinarlo. Amanda Sì, certo. Intanto non hai risposto alla mia domanda. Victor Parlo sul serio! Io l'ho conosciuto tanto tempo fa' e ti posso garantire che non era così. Ma poi è morta sua madre. E lui... Amanda Sì ma adesso non parliamo più di lui. Ora ho trovato te. Victor Amanda, mi fa piacere che tu mi dica così. Ma Cliff è un mio amico, e nonostante me ne abbia fatte tante in passato io l'ho sempre perdonato, sapendo quello che ha passato per colpa di sua madre, l'ho sempre considerato come un fratello minore. Ed e per questo che... Amanda Victor! Adesso siamo noi due, qui! Cliff è un ricordo lontano, per me. Ma dimmi: posso fidarmi di te? Non mi mentirai mai? Victor Mentirti? E perché dovrei? Amanda Perché? Perché, come hai detto tu, tutti mentiamo, quindi anche tu lo fai con me. Victor Hai ragione. Allora, sì, ti mentirò. Amanda E tu? Non hai paura che io possa prendermi gioco di te? Victor Non lo so. Dovrei avere paura? Amanda Forse. Sono una persona selvaggia, sai? Proprio tu mi hai aiutato a capirlo. Victor Io? No, lo sapevi già, dentro di te l’hai sempre saputo. Io mi sono limitato a risvegliare il tuo lato selvaggio. Amanda Complimenti, Victor, ci sei riuscito molto bene. Ma.. perché avresti fatto tutto questo per me? In fin dei conti non sono così importante. Victor Dovresti essere meno dura con te stessa. Amanda Sono solo realista. sono una donna... Victor Sei una donna meravigliosa. Amanda Dici tanto per dire, lo so. Sono quelle frasi che si dicono per compiacere le persone. Non c’è bisogno di consolarmi, Victor. Lascia stare. Victor Se preferisci pensarla così, fai pure. Ma sappi che io non dico mai le cose tanto per dirle. Amanda Victor… Victor Dimmi. Amanda Victor… Victor Ti ascolto. Amanda …Credo di non essermi mai sentita così felice. Pausa Amanda Sicuramente Cliff cercherà di riconquistarmi. Credo proprio che questa volta dovrai allontanarlo da te almeno per un po’. Victor No, mai. Non posso lasciarlo solo proprio adesso. Tu eri un punto di riferimento per lui. E io sono l’unica persona che gli resta. Amanda Oh! Victor. Tu sei troppo buono. Dovresti pensare anche un po' a te stesso. Victor Amanda, ora voi vi siete lasciati. Ma per favore, fallo per me, non trattarlo come uno straccio vecchio. Amanda Non dimenticare che tutto quello che so su di lui oggi me lo hai detto tu. Lui me l'ha sempre tenuto nascosto. Victor Qualunque uomo avrebbe fatto lo stesso. Amanda Qualunque tranne uno. Buio
×
×
  • Crea Nuovo...

Informazioni importanti

Abbiamo inserito dei cookies nel tuo dispositivo per aiutarti a migliorare la tua esperienza su questo sito. Puoi modificare le impostazioni dei cookie, altrimenti puoi accettarli cliccando su continua. Privacy Policy

  • Indice
    Attività
    Accedi

    Accedi



    Cerca
    Altro
    ×