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A fine luglio del 2014, complice una calura estiva assordante, finisco l’ennesima revisione di Scritto nel Sangue e inizio a stilare una lista delle case editrici cui inviarlo. Tra le tante, lo mandai a una casa editrice giovane e nuova, che si sta ricostruendo il catalogo, dopo un periodo di stop dovuto a cause di forza maggiore. È una piccola realtà e mi viene descritta, da amici e conoscenti, come emergente, con tanta voglia di fare e piena di persone entusiaste. Soprattutto, è una delle case editrici che pubblicano Fantasy, cosa da non sottovalutare. Dovete sapere infatti che, al di là della situazione assolutamente disastrosa in cui versa l’editoria italiana, il genere Fantasy continua a essere qualcosa di “nicchia”, snobbato dalle masse ma, soprattutto dagli editori. Poco importa che, all’estero, i più grossi successi commerciali siano stati e siano tuttora dei Fantasy (Harry Potter vi dice qualcosa?), qui in Italia è un genere che fa fatica a trovare uno sbocco. Non lasciatevi ingannare dai boom che ogni tanto sbucano fuori (il più recente, oramai in picchiata, fu quello de Il Trono di Spade ma tornando indietro, ci fu anche quello di quando uscirono i film del Signore degli Anelli e via dicendo), perché sono fenomeni, mode, destinate a esaurirsi in pochi mesi. Comunque, dopo due settimane dall'invio mi rispondono entusiasti dicendo che sono piaciuto e vogliono pubblicarmi. Chiaramente sono al settimo cielo: io, giovane coglione, che al mio primo scritto ho fatto tombola. È una gran bella soddisfazione, credetemi. Certo, la casa editrice è piccolina e la distribuzione non è granché, però essere piaciuto subito, soprattutto a una persona che a quanto mi dicono pubblica cose molto curate, mi manda davvero al settimo cielo. Dopo uno scambio di email in cui mi spiegano per bene la loro proposta, la distribuzione che hanno e altre piccolezze, mi mandano il contratto standard, da visionare, per poi discuterlo assieme. Io lo leggo, lo faccio visionare anche a chi ne sa più di me ed è buono, davvero: ho un buon trattamento, una percentuale giusta e via dicendo. Avrei giusto un paio di cose da rettificare, ma son davvero piccolezze. Nel frattempo si fa agosto e, aspettando il contratto definitivo da firmare, si va in ferie. È comprensibile in fondo: chi cazzo lavora ad Agosto? Nel frattempo, complice quest’ondata di entusiasmo, mi metto al lavoro su un altro Fantasy, una cosa che nella mia mente dovrebbe essere sul genere Epico con un sistema di magia nuovo; probabilmente, ne parlerò nel dettaglio più avanti. Arriva settembre ed io aspetto trepidante una loro mail che però tarda ad arrivare. Aspetto qualche settimana, poi mi decido a contattarli, ché l’attesa si sta facendo spasmodica ed io sono davvero ansioso di iniziare. Come sempre mi viene risposto in modo veloce e gentile e mi viene essenzialmente detto: "Guarda, scusaci, siamo un po’ incasinati, ma non ti preoccupare che la prossima settimana ti mandiamo il contratto". Vabbè, che male c’è in fondo. Aspetto. Passa la settimana, poi ne passano due e ancora nessuna notizia. Decido di contattarli nuovamente, e la risposta tarda ad arrivare: nonostante continuino a essere gentili, quando prima ricevevo una risposta entro un giorno dal mio invio, adesso ne passano tre-quattro. La risposta è sempre quella: “Scusaci, siamo incasinati ma la prossima settimana ti mandiamo il contratto" A metà ottobre ricevo altre due offerte di pubblicazione: una non m’interessa, trattandosi solo di una pubblicazione in digitale, mentre l’altra è allettante; un'altra piccola realtà editoriale sembra essere interessata a me. Io decido di lasciar stare, rispondendo loro che non sono interessato, perché oramai avevo già preso accordi e mi sembrava brutto un voltafaccia così a chi per primo si era dimostrato interessato alle mie parole. Passo quindi tutto ottobre aspettando un loro segno vitale e inviando email cui mi viene sempre risposto sempre a quella maniera, mentre i tempi si allungano: da tre-quattro, arriviamo a cinque-sei giorni. Arriva novembre e, dopo la mia ennesima sollecitazione, smettono di rispondere. Passano i giorni e nessuno si fa vivo. Mando nuovamente l’email per chiedere spiegazioni e niente. Ne mando una-due-tre ma ancora nulla. Io non sono un tipo cui piace rompere troppo le scatole a questa maniera, però penso almeno di meritare una risposta che, comunque, non arriva, nonostante oramai stia mandando un’email a settimana. Nel frattempo, m’iscrivo su Facebook ad un gruppo chiamato "autori della casa editrice x", un gruppo non ufficiale dove chi ha pubblicato con loro scrive e si confronta, essenzialmente gli emergenti che stanno per o che vorrebbero pubblicare con loro. Parlo con alcuni di essi e mi sono continuamente confermati i feedback positivi (“sono persone entusiaste che amano il loro lavoro e mettono particolare cura nelle edizioni dei loro libri”); alcuni, come me, attendono il contratto definitivo che, comunque, arriva e viene firmato in tempi relativamente celeri, nonostante avessero inviato il manoscritto dopo di me. Qualcuno, addirittura, sta già iniziando la revisione assieme all’editor. Il mio umore è oramai sotto le scarpe, la scrittura del nuovo romanzo sembra essere irrimediabilmente ferma a pagina 15 e, complici anche alcuni problemi personali, novembre si dimostra essere un mese veramente di merda. Finalmente, a inizio dicembre, mi ricevo la tanto agognata risposta. La mail è lunga e articolata, ma si può sostanzialmente riassumere così: il romanzo ha bisogno di una pesante revisione, un intervento notevole (cosa che prima non era mai stata accennata) e, nel caso, sarebbe stato pubblicato nella seconda metà del 2015. A me va bene, penso già di farmi vedere al Lucca Comics (che si svolge tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre) assieme a qualche amico libraio ma, comunque, la tempistica anche se lunga, non mi crea particolari problemi. La mail prosegue con una frase che mi lascia un po’ stordito: le vacanze di natale sarebbero state prossime, quindi si sarebbe dovuto comunque rimandare il tutto ai primi di gennaio; se in questo lasso di tempo però, avessi trovato un altra casa editrice disposta a pubblicarmi, l’editore mi invitava ad accettare la loro offerta senza remore. Il mio giramento di cazzo arriva a livelli paurosi: con una semplice frase, complice anche il comportamento via via più freddo dei mesi appena trascorsi, mi hanno fatto capire che forse, con me, avevan fatto il passo più lungo della gamba. La mia risposta, è un semplice e laconico: “Va bene, ci sentiamo a gennaio”. Passano le feste, arriva il nuovo anno e nessun segno di vita, ma a quel punto non mi aspettavo nulla di diverso. A fine gennaio, più per curiosità che per speranza (che oramai non esiste più verso di loro), mando l’ennesima mail, senza ricevere alcuna risposta. Chiaramente. Sul gruppo non ufficiale di Facebook, leggo un post di uno degli utenti in cui chiedeva a che punto fossimo con le nostre pubblicazioni. Io rispondo dapprima con un messaggio tipo “Io è meglio che non parli” poi, dopo le sollecitazioni degli utenti, decido di raccontare la mia storia, senza peraltro alcun particolare livore: http://i62.photobucket.com/albums/h102/Munky__Murray/we_zpsr0z8tzyh.jpg Il giorno dopo il mio commento, curiosamente, si fanno sentire con una lunga mail. Giudicate voi: http://i62.photobucket.com/albums/h102/Munky__Murray/we2_zps2x4fmmxg.jpg A questa non rispondo neanche e considero definitivamente conclusa la mia avventura con questa particolare casa editrice.
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Toh, manco detto, il post è ancora online http://andrea-alfa.blogspot.com/2015/03/case-editrici-che.html
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Scrissi al tempo un lungo post sul mio blog personale ma, per farla breve, dopo un inizio entusiasta e rassicurazioni totali e globali, non mi hanno mai spedito il contratto e, a seguito di alcuni commenti sulla pagina FB della ce in cui chiedevo spiegazioni, il titolare mi ha risposto piccato e, sostanzialmente, mandandomi a cagare. Dovrei avere anche gli screen da qualche parte
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Su di loro potrei portare la mia esperienza, anche se si riferisce al 2015 e non è stata affatto positiva. A leggere i commenti, le cose sono addirittura peggio di quel che pensavo, quindi posso dire di aver scansato una bella merda con loro.
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se dicevi a me, se vuoi ti invio quello che ho scritto finora
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Al momento sono in pausa forzata per via del lavoro, ma presto riprenderò in mano il nuovo libro in cantiere, che ho già buttato giù per metà. È la storia di un uomo, ex membro degli Hell's Heralds una banda di motociclisti operante a New York, che viene avvertito dalla sua ex fiamma della misteriosa scomparsa di suo fratello; dopo una prima serie di indaginj, si ritroverà, nel mezzo di un raduno degli Heralds, in mezzo ad una carneficina e ad essere braccato da alcuni assassini, nel folto dei boschi vicino all'hudson. Ah, vi ho detto che in mezzo ci sono dei licantropi?
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Titolo: Scritto nel Sangue Autore: Andrea Alfonso Editore: Createspace Self Publish Genere: Fantasy/Poliziesco N° di pagine: 296 Prezzo: 9,99 (Cartaceo), 2,99 (Digitale) Link per l’acquisto/download: Cartaceo / Mobi / Epub Preview online Quarta di copertina: Regni di Alek: Gholan, la città con la luna nello stemma, è insanguinata da una serie di efferati delitti, compiuti da un misterioso individuo soprannominato "Il Massacratore". Qui opera Dog che, servendosi dei suoi poteri ematici, compie numerosi furti su commissione con abilità e professionalità tipica di chi è avvezzo al mestiere. Il Capitano-Commissario Vorat, su disposizione reale, giunge in città per fermare questa scia di sangue oramai fuori controllo; la sua missione è una sola: catturare l'assassino, costi quel che costi. Durante uno dei suoi ultimi lavori, la strada del ladro s'incrocia con una delle vittime del Massacratore: per lui ora si tratterà di scappare da Vorat, dimostrare la sua estraneità agli omicidi e, contemporaneamente, scoprire chi e perché ha tentato di incastrarlo. In un mondo dove i continenti ruotano attorno a un gigantesco gorgo marino, il Maelstrom, si consumano le vicende di due personaggi, destinati a incrociare le proprie strade, per fronteggiare un turbine di sangue e morte. Chi è davvero il Massacratore? Cosa c'è dietro quella sua così inumana maschera?
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Io sto letteralmente divorando, visto il pochissimo tempo libero a disposizione "La guerra delle rose - Stormbird" primo libro di una ennelogia (credo siano tre ma non ho controllato) di Iggulden Conn (giuro si chiama proprio così) che racconta in maniera romanzata della guerra (delle due rose, appunto) interna che sconvolse l'inghilterra nel 1450 circa che, per questioni dinastiche, due potenti famiglie inglesi i Lancaster e gli York (vi ricorda qualcosa?:D) arrivarono alle armi e, di fatto, azzerarono la discendenza dei Plantageneti in favore dell'attuale dinastia Tudor. Per ora mi sta piacendo molto, bei personaggi, belle atmosfere; l'autore non si perde in facezie e arriva subito dritto al punto. Poi il periodo storico è quello giusto:)