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lean

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  1. lean

    Tempo di raccolta

    Per me va bene Matt, anche se ancora non ho scritto nemmeno una parola XD
  2. lean

    Tutti a raccolta!

    Votato! Perdonate il ritardo ma l'estate, con i suoi stramaledetti saldi, per noi povere commesse sfruttate è un inferno
  3. lean

    Buon Compleanno lean

    Grazie a tutti
  4. lean

    Buon Compleanno lean

    grazie Russ
  5. lean

    Buon Compleanno lean

    Grazie amore miooooo
  6. Dopo quasi dieci anni che entra ed esce dal cassetto, la domanda è d'obbligo: riuscirò mai a sistemare il fantasy senza riscriverlo capitolo per capitolo?

  7. lean

    Racconto a quattro mani

    Racconto a quattro mani «Allora, ci siamo?» Anna entra in camera trafelata, lancia la borsa sul divano e raggiunge l’amica seduta davanti al pc. «Sì, i risultati del sorteggio sono stati postati poco fa: genere metaracconto, tema vibrazione.» «No, ancora! Che sfiga! Poteva capitarci un distopico, una bella favola, anche la fantascienza andava bene, e invece ci tocca fare le matte e parlare con i nostri personaggi.» Chiara si agita sulla sedia. «Ma no che dici, è fichissimo e ho già una marea di idee. Ho pure abbozzato qualcosa.» «Non oso pensarci.» Anna si tocca stancamente la fronte, mentre l’amica clicca entusiasta sulla cartella al centro del desktop. «Direi di iniziare da questo, si chiama “Primo amore”» mormora con voce sognante. «Oddio.» «Allora, la nostra lei, che chiameremo Olga…» «Perché Olga?» «È il nome di uno dei giudici, fidati di me: fa figo! L’ho fatto pure l’anno scorso per il deca.» «Ottimo precedente, ti ricordo che sei uscita al primo turno.» «…» «Quindi?» «Forse è meglio Pamela.» Anna sospira e alza gli occhi al cielo. «Dai, fammi sentire sto capolavoro.» «Allora, la nostra eroina è una timida liceale che s’innamora per la prima volta… E così è questo l’amore? Che sensazione meravigliosa! L’avevo tanto sentito decantare ma non speravo di trovarlo così presto. Lo stordimento dei sensi, l’inappetenza, l’insonnia… tutto questo finalmente mi appartiene.» «Alé! Pensa che affare.» «Zitta e ascolta.» Pamela trascorreva lunghe ore, seduta sul letto, a pensare a lui. I suoi occhi blu cobalto, le sue deliziose fossette, tutto di quel ragazzo la sconvolgeva. L’avrebbe chiamata, ne era certa, l’aveva capito dal suo sguardo quel sabato di appena tre settimane addietro… «Tre settimane? Cioè lei gli ha dato il numero più di venti giorni prima, quello non l’ha chiamata - e ha fatto bene - e questa ancora aspetta speranzosa? Oltre ad aver descritto una scema, mi vuoi spiegare che c’entra col tema?» «Oh, si vede che non sei mai stata innamorata! Le farfalle nello stomaco, l’emozione che ti scorre dentro quando lo vedi, facendoti vibrare fin nel profondo.» «Ma per favore! Se scriviamo una cosa del genere interrompono la lettura al terzo rigo per noia devastante.» «Ok, forse è un po’ banale, magari potremmo modificare qualcosa… ah, aspetta, senti così: Pamela trascorreva lunghe ore, seduta sul letto, a pensare a lui. I suoi occhi blu cobalto, le sue deliziose fossette, tutto di quel ragazzo la sconvolgeva. L'avrebbe chiamata al cellulare, ne era certa, l’aveva capito dal suo sguardo quel sabato di appena tre settimane addietro… «È uguale a prima.» «Sembra, in realtà non è così.» «Cioè?» «Ho inserito la parola cellulare…» pausa a effetto con la faccia da ebete, poi riprende:« Pamela usa la vibrazione sul telefonino.» «Quindi?» « Vibrazione come richiamo d’amore!» Anna si copre il volto con le mani e Chiara, che è molto intuitiva, capisce che avrebbe fatto bene a finirla lì. Peccato, le romanticherie le erano sempre piaciute ma, per amor di pace, scorre col puntatore sul secondo file. «Ok, ho capito, questa però ti piacerà.» «Ne dubito.» Chiara la ignora e riprende a parlare. «Allora, uno si vuole suicidare e decide di farsi spappolare da un treno.» «Già parte meglio. Dai, sentiamo.» Gian…Marco è stanco, stanco di tutto. Lavoro che detesta, moglie infedele, genitori che lo considerano un fallito rispetto all’illustre avvocato Goldoni, suo fratello, e così ha deciso: l’avrebbe fatta finita. Era arrivato sui binari da venti minuti, si era sdraiato sulle rotaie ed era rimasto ad aspettare, ma ancora nulla: la freccia era in ritardo… «Quale freccia?» «Beh, per farla finita prima, ha escluso un treno regionale, la freccia è nettamente più veloce purtroppo, però, mai in orario. Io da pendolare me ne intendo.» «Sì, sì, ok. Va’ avanti.» Mentre è lì con gli occhi chiusi, percepisce il vibrare delle rotaie: il treno sta arrivando. Di colpo, ogni sua certezza crolla. In fondo, il lavoro non è così male, i colleghi gli piacciono pure e la moglie, quante volte era stato lui a tradirla? Le vibrazioni aumentano, scandiscono i battiti forsennati del suo cuore e lo costringono a ripensare a tutte le cose belle della vita, ai sogni, le speranze... «E quindi? Non muore?» «No, no, muore, in realtà non fa in tempo a spostarsi preso dai ricordi, ma non è questo il punto. Pensa al tema: vibrazione come richiamo alla vita. Pura poesia, non credi? Certo è da sistemare, questa è solo l’idea di base ma…» «Mi pare ti sia sfuggito un particolare: l’ironia. In questa gara il racconto dovrebbe strappare almeno un sorriso no far piangere!» «Ops, questo l’avevo scordato.» Anna si alza e cammina nervosa per la stanza. «Dobbiamo osare, trovare qualcosa di estremo, di spregiudicato.» «Vibrazione di una chitarra? Un chitarrista bello e dannato?» «No, no.. di più…» «Le fusa di un gatto!» «E questo ti sembra spregiudicato?» sbotta Anna. Chiara si alza e torna con un grosso volume tra le mani. «Vibrazioni sismiche… diapason…» «Ma che fai? Ti sfogli il vocabolario?» «Beh sì, alle volte ci dovesse venire qualche idea. Senti questa, vibrazione del calcestruzzo: sistema adottato per il costipamento…» «Ci manca il costipato e siamo a posto!» «Ok, ok, aspetta. Oddio, questa di sicuro no.» «Che c’è?» «Niente, niente.» Anna scatta dalla sedia e prende lo Zanichelli dalle mani di Chiara. «Ma certo! Il vibratore! Come abbiamo fatto a non pensarci!» «Scherzi vero?» «Assolutamente no, così abbiamo il tema, una storia spregiudicata e un protagonista né scemo né suicida ma soddisfatto e appagato!» «E come lo metto il… » «Oh, è facilissimo.» «Come lo metto nella storia, intendevo.» «Figurati, che ci vorrà mai.» «Se Pamela potesse parlare te ne direbbe quattro!» Un bip bip impazzito attira l’attenzione delle ragazze che, incredule, si girano verso il desktop: il nome di Pamela lampeggia impazzito. Pare voler dire: ehi, fermi tutti, non vi azzardate a cambiare di nuovo! Anna ride deliziata. Chiara sbianca come un cencio. «Stiamo per buttare al vento anche l’ultimo briciolo di credibilità che ci resta, vero?» sussurra disperata. Domanda retorica: conosceva già la risposta. Così, rassegnata, apre un nuovo file. Titolo: Pamela e l’arte di arrangiarsi.
  8. lean

    Psicoanalisi al parco

    Non puoi immaginare quanto mi hai fatta felice! Certo, potrebbe anche essere che di recente hai letto solo drammi e allora... Scherzi a parte, grazie mille @Crizia, riuscire a strappare qualche risata è sempre un piacere per me
  9. lean

    Oltre l'immagine

    Stavo guardando vecchie foto e mi sono ricordata di questa discussione su UP Questa casetta malandata era il mio "rifugio" di montagna. Ogni estate, ad agosto, mi trasferivo qui per un mese intero con la mia famiglia. Anni fa, purtroppo, abbiamo dovuto venderla... non esagero se dico che per me rappresenterà sempre un posto magico, ricco di tanti bellissimi ricordi.
  10. lean

    Psicoanalisi al parco

    Non sapevo che i metaracconti non ti piacessero! Io, da quando li ho scoperti, mi diverto un mondo a scriverli, sarà perché ispirano i miei siparietti comici (o demenziali XD) Ian e Brad ritornano anche qua...sono proprio in fissa mi sa Grazie per il commento amore fossero tutti come te, avrei più soldi della Rowling
  11. lean

    Sorridimi ancora

    - Sorridimi ancora - Anna De Lorenzo - Self publishing - Romance - 202 pagine - Link per l'acquisto Tradita dall’uomo che sta per sposare, Alice non si abbandona all’autocommiserazione. Decisa a sfuggire il compatimento generale, infatti, sceglie di “staccare la spina” rifugiandosi a Gambarie. Nel piccolo paese dell’Aspromonte, legato ai ricordi più belli del suo passato, spera di rimarginare la ferita e tornare più forte e agguerrita che mai. I suoi piani di pace e serenità si scontreranno però con l’indomita zia Milly: donna piuttosto intraprendente che non lascerà alla nipote il tempo per piangersi addosso. Così, tra incontri inaspettati, cospirazioni e appuntamenti a sorpresa, il soggiorno di Alice si rivelerà più movimentato del previsto ma con risvolti tutt’altro che spiacevoli. Estratto.pdf
  12. lean

    Show dont' che?

    Da lettrice prediligo questo modo di "mostrare" le cose, sarà perché non amo le lunghe descrizioni, mi annoiano anche se sono fatte bene. Da scrittrice (si fa per dire) ho scoperto questa tecnica grazie alla mia editor e ancora la ringrazio XD ma la uso quando nel contesto non mi sembra una forzatura. Alterno sempre le due cose, come dici tu, ci vuole il giusto equilibrio.
  13. Alla faccia delle priorità (lavoro, pulire casa...), ieri mi sono presa qualche minuto per me. Ho scambiato qualche parola con i miei amici "virtuali", ho ripescato vecchie bozze di racconti e persino scritto qualche riga. E niente...non dovremmo mai rinunciare a ciò che ci fa stare bene. Mi ridate il buonumore ❤️ 

    1. Ayame

      Ayame

      E hai fatto benissimo! 

  14. lean

    Fighters

    Grazie @Gemini
  15. lean

    Fighters

    @Gemini, grazie mille per il commento, l'ho apprezzato molto e sono d'accordo su tutte le osservazioni fatte (quindi niente botte XD) Purtroppo la ristrettezza dei caratteri a disposizione e il brutto vizio di scrivere sempre a ridosso delle scadenze, non aiuta. Prima o poi mi deciderò a riprendere questo e altri racconti e a dare loro il giusto spazio. Adoro i distopici e ne ho letti diversi, mi manca però quello che viene definito il papà del genere "1984", rimedierò. Grazie ancora ?
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