-
Numero contenuti
5 -
Iscritto
-
Ultima visita
Su Oliver Cocks
-
Grado
Newbie
- Compleanno
Visite recenti
67 visite nel profilo
Obiettivi di Oliver Cocks
-
Oliver Cocks ha cambiato la sua immagine del profilo
-
Ok, l'ho cambiato ancora una volta, probabilmente ci vogliono di piu' cambiamenti, ma per adesso lo lascio cosi: Una Ricerca Simone sibila nel buio. «Daniela, sta’ un po’ zitta!». Lei invece, davanti alla porta, non contiene la risata. «Ahah. Ma perché?». È quasi mezzanotte. I due bambini escono di casa, intenti ad ammirare la luna riflessa nel fiume. Quello è il magico spettacolo del paese vicino. Usano i loro iPhone come una guida, e anche la luna stessa e le stelle. Le vocine delle stelle accompagnano i loro passi svelti. «Eh, piccolini, come state?». Simone però prosegue e sembra non riuscire a tenere a bada la paura di essere scoperto. Marcia e si rivolge ancora alla sorella. «Come, “perché”? Sei stupida, allora!». Daniela sbotta in un’altra risata e Simone sgrana gli occhi. Nervoso, si porta l’indice al naso. «Shh!», poi velocizza la camminata. Si intrufolano nel bosco. Sotto i loro piedi scricchiolano alcune foglie. Gli alberi del bosco sono argentati dalla luna come le candele nella casa dei loro genitori. Qui, una foglia, lì, un rame rotto. Il bosco è grande proprio come il castello nei racconti che si dicono, racconti di un cavaliere magico che visita un castello su una nuvola. «Senti, affrettati,» Simone sibila a Daniela, molto piano. «Dobbiamo vedere il fiume stasera, oppure la sua magia non proprio funziona.» Ma Daniela solo ride, una volta, con una risata alta, breve, forte, e poi gli guarda, subito silenziosa, e Simone si acciglia ancora una volta. «Daniela, ti ho già detto di stare un po’ zitta!» Simone sibila, questa volta piú rapidamente, e lei si acciglia, e guarda a Simone negli occhi. «Ma perché?” Daniela chiede, e poi morde un lato delle sue labbre per uno, due, tre, quattro secondi, e dopo torna a accigliarsi, guardando a Simone, come se vuole una risposta a una domanda mai sodisfatta prima, una domanda dell’universo, o qualcosa del genere. «Perché... Perché...» Daniela continua a guardare a Simone, chi comincia anche lui ad accigliarsi, la sua bocca aperta, ma solo un pochino, si sente come un buffone. Un silenzio di tre secondi, fino che c’è un rumore improvviso, come la rottura di un ramoscello, piano, piano, ma si puo’ udire. Daniela ammicca, si volta il capello rapidamente, e apre la sua bocca. «Sta’ zitta, per fortuna,» Simone sibila, la sua voce un sussurro e un sibilo, e questa volta Daniela lo fa. Subito il bosco torna al suo solito silenzio vibrante. I bambini si fermano cosí per qualche minuto, e poi ricominciano la loro ricerca, tra questi alberi e foglie argentati. Procedono per il bosco, piano piano, fino che si trovano in un campo senza gli alberi, nel centro, c’è un coniglio, gli mira, e poi scappa via in un lampo di grigio. «Perché vai?» Daniela chiede. Simone solo mira avanti, al resto di questo bosco che loro devono esplorare, il fiume non dovrebbe essere molto lontano. Hanno detto che non era lontano a scuola, quando gli hanno dato questa cerca. Daniela ammicca, e sbadiglia, e poi guarda a Simone. «Perché credi la nostra mamma piange cosí quando pensa che noi non la sentiamo?» Simone le guarda, e si acciglia, le sue ciglia si stendono quasi fino all’inizio del suo naso. «Boh. Perché chiedi le domande cosí?» Daniela si acciglia anche lei. «Quindi non lo sai?» Simone sospira, e dice: «Siamo quasi lí. Non sprechiamo piú tempo. Andiamo!» E dunque procedono in questo bosco scuro e freddo, continuano a camminare tra le ombre degli alberi illuminati dalla luna, nell’aria c’è solo il suono dei grilli e, a volte, una macchina da molto lontano. I bambini camminano, e camminano, e camminano. Camminano tra i rami degli alberi, tanti dei quali sono scurati dalla notte, ma non tutti, camminano, e camminano, usando ancora la luce dei loro iPhone. Camminano, camminano, camminano, e finalmente vedono un cancello, in una mura lunga nel mezzo del bosco. Si sente il gorgoglio d’acqua dietro. «Ok, finalmente ci siamo!» sorride Simone. «Ci siamo.» Daniela mira al cancello con la bocca leggermente aperta. «E addesso?» chiede, sotto voce, molto sotto voce. «Mi hanno detto a scuola che solo dobbiamo aprire il cancello, e c’è il fiume,» Simone borbotta, mirando anche lui al cancello di ferro. Daniela fa di sì con la testa, poi si acciglia. «A scuola? Mi hai detto che lo hai letto in un libro.» Simone guarda a lei e sospira. «Sì, sì, in un libro a scuola. Andiamo!» E procede al cancello. Ma Daniela resta ferma, e continua ad accigliarsi. «Ma...» «Vuoi vedere il fiume, oppure no?» Simone dice, continuando a guardarle. Daniela si acciglia per un altro minuto piu', poi sorride e dice: «Ok, sì!» E dunque aprono il cancello, e passono avanti. Il fiume è un serpe argento, potente, sinuoso, si estende per tutto l’orizzonte, ed è abbastanza largo. Dietro il fiume, c’è piú il bosco. Simone mira alla luna riflessa nelle sue acque, nelle sue onde piccole e sottili, e sorride. Il fiume procede nel suo corso lentamente, e dunque tutto attorno c’è un gorgoglio dolce. I bambini mirano al fiume per molto tempo, Simone non sa quanto. Forse alcuni minuti, forse piú, e poi Simone prende il suo iPhone, e fa un foto di questo miracolo, come gli hanno richiesto alla scuola. Forse adesso non lo molestano ancora, adesso che ha provato il suo valore, ha seguito la ricerca che cercano. Gli hanno detto che lo lascia libero da loro se lo fa, Simone non sa se dicono la verità, ma ancora vale la pena. Un gufo chiurla, Daniela si volta a Simone, e dice: «E quindi adesso abbiamo i poteri magici, come hai promesso?» «Sì,» Simone borbotta, continuando a mirare a questo spettacolo serpentino. «Ok,» Daniela dice, «allora torniamo a casa, sono stanca!» «Certo,» Simone dice, e guarda a Daniela e sorride. «Ti porto io. Salta sulle mie spalle.» «Grazie!» Daniela ride, e salta sulle sue spalle. E così, i due bambini cominciano a tornare a casa, a tornare a un mondo soleggiato, quiete, diverso. Nessuno sapeva come sarebbe stato il futuro, ma adesso, Simone solo vuole tornare a casa e dormire, a chiudere questo capitolo della sua storia con sua sorella, questa avventura delle loro vite, questa cerca che già sta diventando una memoria, un momento misterioso e impossibile, tanto come il fiume argentato.
-
Ok, grazie, forse provo a cambiarlo ancora una volta quando posso, usando termini ed espressioni piu' idiomatici. E si, sono australiano.
-
Ancora hai ragione, dunque ho provato a revisarlo ancora una volta. Ecco una terza versione, se per caso ti interessa. Grazie infinite per il tuo aiuto! Una Cerca Simone sibila nel buio. «Daniela, sta’ un po’ zitta!». Lei invece, davanti alla porta, non contiene la risata. «Ahah. Ma perché?». È quasi mezzanotte. I due bambini escono di casa, intenti ad ammirare la luna riflessa nel fiume. Quello è il magico spettacolo del paese vicino. Usano i loro iPhone come una guida, e anche la luna stessa e le stelle. Le vocine delle stelle accompagnano i loro passi svelti. «Eh, piccolini, come state?». Simone però prosegue e sembra non riuscire a tenere a bada la paura di essere scoperto. Marcia e si rivolge ancora alla sorella. «Come, “perché”? Sei stupida, allora!». Daniela sbotta in un’altra risata e Simone sgrana gli occhi. Nervoso, si porta l’indice al naso. «Shh!», poi velocizza la camminata. Si intrufolano nel bosco. Sotto i loro piedi scricchiolano alcune foglie. Gli alberi del bosco sono argentati dalla luna come le candele nella casa dei loro genitori. Qui, una foglia; lì, un rame rotto. Il bosco è grande proprio come la castela nei racconti che si dicono, racconti di un cavaliere magico che visita una castela su una nuvola. «Affrettati,» Simone sibila a Daniela. «Dobbiamo vedere il fiume stasera, oppure la sua magia non funziona.» Ma Daniela solo ride, una volta, una risata alta, breve, forte. «Daniela, ti ho già detto di stare un po’ zitta!» Simone sibila, questa volta piú rapidamente. E lei si acciglia, e guarda a Simone negli occhi. «Ma perché?” Daniela chiede, e poi morde un lato delle sue labbre per uno, due, tre, quattro secondi, e dopo torna a accigliarsi, guardando a Simone. «Perché... Perché...» Daniela continua a guardare a Simone, chi comincia anche lue ad accigliarsi, la sua bocca aperta, ma solo un po’. C’è un silenzio di tre secondi, finché che c’è un rumore improvviso, come la rottura di un ramoscello. Daniela ammicca, si volta il capello rapidamente, e apre la sua bocca. «Sta’ zitta, per fortuna,» Simone dice, la sua voce una mistura tra un sussurro e un sibilo, e questa volta Daniela lo fa. Subito il bosco torna al suo solito silenzio vibrante. I bambini si fermano cosí per qualche minuto, e poi ricominciano la loro cerca, tra questi alberi e foglie argentati. Procedono per il bosco, piano piano, fino che si trovano in un campo senza gli alberi. Nel centro, c’è un coniglio. Gli mira, e poi scappa via in un lampo di grigio. «Perché vai?» Daniela chiede. Simone solo mira avanti, al resto di questo bosco che devono esplorare. Il fiume non dovrebbe essere molto lontano. Hanno detto che non era lontano a scuola, quando gli hanno dato questa cerca. Daniela ammicca, e sbadiglia. Poi guarda a Simone. «Perché credi Mamma piange cosí quando pensa che noi non la sentiamo?» Simone guarda a lei, e si acciglia. Le sue ciglia si stendono quasi fino all’inizio del suo naso. «Boh. Perché chiedi le domande cosí?» Daniela si acciglia anche lei. «Quindi non lo sai?» Simone sospira. «Siamo quasi lí. Non sprechiamo piú tempo. Andiamo!» E dunque procedono in questo bosco scuro e freddo, continuano a camminare tra le ombre degli alberi illuminati dalla luna. Nell’aria c’è solo il suono dei grilli e, a volte, una macchina da molto lontano. I bambini camminano, e camminano, e camminano. Camminano tra i rami degli alberi, tanti dei quali sono scurati dalla notte, ma non tutti. Camminano, usando ancora la luce dei loro iPhone. Camminano, camminano, camminano, e finalmente: un cancello, in una mura lunga nel mezzo del bosco. Si sente il gorgoglio d’acqua dietro. «Ok, finalmente!» sorride Simone. «Ci siamo.» Daniela mira al cancello con la bocca leggermente aperta. «E addesso?» chiede, sotto voce. «Mi hanno detto a scuola che solo dobbiamo aprire il cancello, e c’è il fiume,» Simone borbotta, mirando anche lui al cancello di ferro. Daniela fa di sì con la testa, poi si acciglia. «A scuola? Mi hai detto che lo hai letto in un libro.» Simone guarda a lei e sospira. «Sì, sì, in un libro a scuola. Andiamo!» E procede al cancello. Ma Daniela resta ferma, e continua ad accigliarsi. «Ma...» «Vuoi vedere il fiume, oppure no?» Simone dice, continuando a guardarle. Daniela si acciglia per un altro minuto, poi sorride e dice: «Ok, sì!» E dunque aprono il cancello, e passono avanti. Il fiume è un serpe argento, potente, sinuoso. Si estende per tutto l’orizzonte, ed è abbastanza largo. Dietro il fiume, c’è piú il bosco. Simone mira alla luna riflessa nelle sue acque, nelle sue onde piccole e sottili, e sorride. Il fiume procede nel suo corso lentamente, e dunque tutto attorno c’è un gorgoglio dolce. I bambini mirano al fiume per molto tempo, Simone non sa quanto. Forse alcuni minuti, forse piú. E poi Simone prende il suo iPhone, e fa un foto di questo miracolo, come gli hanno richiesto alla scuola. Forse adesso non lo molestano ancora. Adesso che ha provato il suo valore, ha seguito la cerca che cercano. Gli hanno detto che lo lascia libero da loro se lo fa. Simone non sa se dicono la verità, ma ancora vale la pena. Un gufo chiurla. Daniela si volta a Simone, e dice: «E quindi adesso abbiamo i poteri magici, come hai promesso?» «Sì,» Simone borbotta, continuando a mirare a questo spettacolo serpentino. «Ok,» Daniela dice, «allora torniamo a casa, sono stanca!» «Certo,» Simone dice, e guarda a Daniela e sorride. «Ti porto io. Salta sulle mie spalle.» «Grazie!» Daniela ride, e salta sulle sue spalle. E così, i due bambini cominciano a tornare a casa. A tornare a un mondo soleggiato, quiete, diverso. Nessuno sapeva come sarebbe il futuro. Ma adesso, Simone solo vuole tornare a casa e dormire, a chiudere questo capitolo della sua storia con sua sorella, questa avventura delle loro vite. Questa cerca che già sta diventando una memoria, un momento misterioso e impossibile, tanto come il fiume argentato.
-
1 Oliver CocksUna Cerca Simone grida nel buio: "Stai zitta! Zitta!" Daniela ride. "Ma perché?" "Perché... Perché..." Simone ammicca, poi corruccia il volto, È quasi mezzanotte, e i due bambini sono usciti di casa per vedere la luna riflessa nel fiume vicino al paesino dove vivono. Le stelle gli sorridono: Ciao, bambini! Come state? Speriamo tutto bene. "Perché sei stupida! Stupida!" Simone urla, continuando a corrucciarsi il volto, "Ma perché?" Daniela ride di nuovo, e poi sorride. "Stai zitta!" Sono in un bosco, gli alberi argentati dalla luna come le candele nella casa dei loro genitori. Qui, una foglia; lì, un rame rotto. Il bosco è grande proprio come la castela nei racconti che si dicono, racconti di un cavaliere magico che visita una castela su una nuvola. D’improvviso: un rumore. "Chi c’è?" Daniela dice, iniziando a accigliarsi. "Stai zitta!" sibilla Simone. Daniela sta per ridere ancora una volta, ma poi: un altro rumore, piccolo, ma si può udire. Un rumore come la rottura di un ramoscello. "Stai zitta..." Simone ripete, più sotto voce, ma non ce ne è bisogno. I bambini si fermano, ma il bosco torna al suo solito silenzio vibrante. Dunque, dopo una pausina di circa 5 minuti, i bambini si guardano attorno e procedono. Hanno solo la luce dei loro iPhone per guidargli; non hanno pensato a portare con loro un luce più forte. Simone ha 11 anni e Daniela ha 8 anni, e già sanno usare gli iPhone. Mentre camminano, si parlano un po’. "Cosa credi succederà quando vediamo la riflessione della luna?" chiede Daniela, voltando a guardare a Simone. "Boh," dice Simone, e mira alla luna sopra. "Solo so che sarà qualcosa stupenda." "Come lo sai?" Daniela inizia a accigliarsi. "Ti ho già detto! L’ho letto." Daniela si acciglia di piu, e si ferma. "Ma come sai che il libro ha ragione?" Simone smette di mirare la luna, e guarda a Daniela per un po'. E poi dice: "Ha ragione." "Ma-" "Ha ragione!" E, senza un'altra parola, continuano nella loro cerca. Sopra, la luna, le stelle, qualche nuvola; sotto, il rumore dei loro piedi. Dopo qualche minuto entrano un campo senza alberi. Un coniglio gli mirano dal centro, poi scappa via in un lampo di grigio. I bambini pausano, poi ricominciano il loro cammino. Dopo 10 minuti, sono vicini. Non si sono parlati per qualche minuto. Ma d’improvviso Daniela chiede: "Perché credi che Mamma piange così sempre?" Simone si gela. Ammicca una, due, tre volte. Poi dice: "Boh." "Non lo sai?" Daniela mira ai suoi occhi, troppo forte. "No." "Ma-" "Siamo quasi lì! Non chiedere le domande così." E subito Simone volta il suo guardo avanti. Nell’aria solo il suono dei grilli e, a volte, una macchina da molto lontano. I bambini camminano e camminano e camminano. Alla fine, arrivano a un cancello. Si sente il gorgoglio d’acqua. "Ok," Simone dice, "mi hanno detto a scuola che dobbiamo aprire il cancello e poi possiamo vedere il fiume." Daniela si ferma. Si acciglia. "A scuola? Mi hai detto che lo hai letto!" "Sì, in un libro a scuola!" Daniela rimane zitta. Simone sospira. "Vuoi vedere il fiume, oppure no?" Daniela si acciglia ancora una volta. Poi sorride e dice: "Ok." E aprono il cancello. Il fiume è un serpe argento: sinuoso, misterioso, potente. I bambini lo mirano per molto tempo. Poi un gufo chiurla e Daniela dice: "Adesso abbiamo i poteri magichi?" "Sì," Simone dice. Ha già fatto una foto del fiume per mostrare agli altri a scuola domattina. Forse adesso non lo molestano ancora. "Ok," Daniela dice, e sorride. Poi smette a sorridere e dice: "Torniamo! Sono stanca." Simone esita, per uno, due, tre secondi, poi dice: "Ok. Ti porto io. Salta sulle mie spalle." Daniela ride, una volta, e poi sorride, guardando a Simone, solo a Simone. "Grazie!" E così, salta sulle sue spalle, e i due bambini cominciano a tornare a casa. A tornare a un mondo soleggiato, quiete, diverso. Nessuno sa come sarebbe il futuro. Ma adesso, Simone solo vuole tornare a casa e dormire, a chiudere questo capitolo della sua storia con sua sorella, questa avventura delle loro vite. Questa cerca che già sta diventando una memoria, un momento misterioso e impossibile, tanto come il fiume argentato. Infatti, hai ragione. Ho appena provato a cambiarlo, secondo le tue critiche giuste, postando la nuova versione in un'altro messaggio sopra. Ovviamente fammi sapere se secondo te bisogna di piu'. Grazie tante!
-
Oliver Cocks ha incominciato a seguire Una Cerca
-
Una Cerca Simone grida nel buio: -Stai zitta! Zitta! Daniela ride. -Ma perché? -Perché... Perché... È quasi mezzanotte, e i due bambini sono usciti di casa per vedere la luna riflessa nel fiume vicino al paesino dove vivono. Le stelle gli sorridono: Ciao, bambini! Come state? Speriamo tutto bene. -Perché sei stupida! Stupida! Simone urla. -Ma perché? Daniela ride di nuovo. -Stai zitta! * Sono in un bosco, gli alberi argentati dalla luna come le candele nella casa dei loro genitori. Qui, una foglia; lì, un rame rotto. Il bosco è grande proprio come la castela nei racconti che si dicono, racconti di un cavaliere magico che visita una castela su una nuvola. D’improvviso: un rumore. -Chi c’è? Daniela dice. -Stai zitta! sibilla Simone. Daniela sta per ridere ancora una volta, ma poi: un altro rumore, piccolo, ma si può udire. Un rumore come la rottura di un ramoscello. -Stai zitta... Simone ripete, più sotto voce- ma non ce ne è bisogno. I bambini si fermano, ma il bosco torna al suo solito silenzio vibrante. Dunque, dopo una pausina di circa 5 minuti, i bambini si guardano attorno e procedono. * Hanno solo la luce dei loro iPhone per guidargli; non hanno pensato a portare con loro un luce più forte. Simone ha 11 anni e Daniela ha 8 anni, e già sanno usare gli iPhone. Mentre camminano, si parlano un po’. -Cosa credi succederà quando vediamo la riflessione della luna? chiede Daniela. -Boh, dice Simone. -Solo so che sarà qualcosa stupenda. -Come lo sai? -Ti ho già detto! L’ho letto. Daniela si acciglia. -Ma come sai che il libro ha ragione? Silenzio. Poi: -Ha ragione. -Ma- -Ha ragione! * Continuano nella loro cerca. Sopra, la luna, le stelle, qualche nuvola; sotto, il rumore dei loro piedi. Dopo qualche minuto entrano un campo senza alberi. Un coniglio gli mirano dal centro, poi scappa via in un lampo di grigio. I bambini pausano, poi ricominciano il loro cammino. * 10 minuti dopo, e sono vicini. Non si sono parlati per qualche minuto. Ma d’improvviso Daniela chiede: -Perché credi che Mamma piange così sempre? Simone si gela. Poi dice: -Boh. -Non lo sai? -No. -Ma- -Siamo quasi lì! Non chiedere le domande così. * Nell’aria solo il suono dei grilli e, a volte, una macchina da molto lontano. I bambini camminano e camminano e camminano. Alla fine, arrivano a un cancello. Si sente il gorgoglio d’acqua. -Ok, Simone dice, mi hanno detto a scuola che dobbiamo aprire il cancello e poi possiamo vedere il fiume. Daniela si ferma. -A scuola? Mi hai detto che lo hai letto! -Sì, in un libro a scuola! Daniela rimane zitta. Simone sospira. -Vuoi vedere il fiume, oppure no? Daniela si acciglia. Poi sorride e dice: -Ok. E aprono il cancello. * Il fiume è un serpe argento: sinuoso, misterioso, potente. I bambini lo mirano per molto tempo. Poi un gufo chiurla e Daniela dice: -Adesso abbiamo i poteri magichi? -Sì, Simone dice. Ha già fatto una foto del fiume per mostrare agli altri a scuola domattina. Forse adesso non lo molestano ancora. -Ok, Daniela dice. -Torniamo! Sono stanca. Simone esita, poi dice: -Ok. Ti porto io. Salta sulle mie spalle. Daniela ride. -Grazie! E così, salta sulle sue spalle, e i due bambini cominciano a tornare a casa. A tornare a un mondo soleggiato, quiete, diverso. Nessuno sapeva come sarebbe il futuro. Ma adesso, Simone solo vuole tornare a casa e dormire, a chiudere questo capitolo della sua storia con sua sorella, questa avventura delle loro vite. Questa cerca che già sta diventando una memoria, un momento misterioso e impossibile, tanto come il fiume argentato.