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Gufo Paragnosta

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  1. Dando ormai per pressoché scontata la tassa di lettura, sulla base dei fatti piuttosto che delle impressioni, ritenete che le agenzie che si fanno pagare di più siano anche quelle che in qualche modo abbiano maggiori probabilità di far accedere l'autore a editori di prestigio? Per carità, è ovvio che il discorso vada fatto su base statistica senza considerare il singolo caso, però, ragionando sui grandi numeri, che ne pensate? Ciao GP
  2. Forse è bene che sappiate questa cosa. Un annetto fa, anche io mi sono emozionato nel ricevere la chiamata da Dialoghi. Ho passato una settimana facendomi le stesse domande che tutti voi vi siete fatti. Le cose che mi lasciavano perplesso erano il dover fornire una stima realistica del numero di copie vendibili, il fatto che questa stima sembrava essere già stata fatta da loro sulla base delle interazioni tipiche del mio lavoro (che non nomino), il fatto che dovevo organizzarmi le presentazioni, e che queste NON dovevano coinvolgere le librerie. Come prima cosa, sono andato proprio a informarmi nelle librerie per sapere se quella casa editrice fosse presente. Non lo era. Peggio, quando ho raccontato quanto sopra a un libraio, questo mi ha fatto vedere una discussione in una chat di librerie indipendenti. Si chiedeva di togliere dagli scaffali e di non vendere i libri di un certo autore in quanto questo si era proprio fatto le presentazioni senza coinvolgerle, di fatto operando in concorrenza con loro. La richiesta era appoggiata da tutti. In altre parole, se vuoi farti pubblicare gratis il tuo romanzo, affidati pure a Dialoghi. Se invece vuoi anche che qualcuno che non ti sia parente lo compri, be’, lascia perdere. Io ho lasciato perdere.
  3. Grazie dei chiarimenti. Anche io avrei una curiosità: quali sono le case editrici "convenzionate"? Per es., andando sul sito di CRUDO di Michele Vaccari, si trovano. Certo, il meccanismo è diverso, ma almeno è esplicito. Christian, sarebbe utile se nel tuo sito web le citassi pubblicamente. GP
  4. Buondì, a me pare che l'unico modo per uscirne sarebbe sapere dalle grosse CE se hanno realmente un rapporto privilegiato con lui. Altrimenti, tanto vale spedirsi il manoscritto da soli. GP
  5. Buondì, mi appare spesso la sua pubblicità. È uno scrittore che valuta inediti e, nel caso, li propone agli editori. Insomma, è un coach, un po' editor (forse), un po' agente editoriale e un po' agente letterario. Vi torna? Qualcuno ha avuto esperienze con lui? Ciao ciao GP Chiedo scusa, non avevo visto che se ne parlava già nel forum. Cancellate pure il mio messaggio, grazie. GP
  6. Buondì, qualche giorno fa, qualcuno di voi (non ricordi chi, scusate) ha fatto riferimento all’ADALI. Ho dato un’occhiata: buono a sapersi. Però vi chiedo: essere membro dell’associazione fornisce reali garanzie all’autore oppure serve solo alle agenzie per autocertificare una maggiore, magari presunta, professionalità e una migliore etica? Non è una domanda né retorica né polemica: voglio solo capire. Grazie e ciao a tutti. GP
  7. Ciao, mi sembra di capire che tu consideri positivo essere entrati in contatto con una CE che chiede il pre-ordine, giusto? Nella mia scarsissima esperienza, a me sembra invece un fatto negativo. Da quanto ho avuto modo di vedere, è abbastanza facile arrivare a case editrici di questo tipo già senza far ricorso a un'agenzia. Io ho mandato un manoscritto un po' in giro e tre case editrici mi hanno dato una risposta del genere. Ho rifiutato, e non me ne pento. Non solo, a quel punto ho deciso che fosse necessario rimettere mano al testo, lavorare con una editor e provare a inviarlo a un'agenzia proprio per cercare di sfrutare canali privilegiati. Voglio dire: a che serve un'agenzia se poi ti porta là dove arriveresti da solo? Intendiamoci, sono l'ultimo degli ultimi e vado a tentoni: probabilmente sbaglio io. Grazie e ciao GP
  8. Ciao, a parte la difficoltà nell'essere rappresentati, si tratta di un'agenzia prestigiosa e affidabile? Grazie
  9. Ciao, l'editor di Kalama è ancora Michele Vaccari?
  10. Ho lavorato con due editor e un sedicente tale di cui non farò il nome (ma su WD c'è già tutto). Quindi, so cosa fa un editor e so che gli stessi editor che sono anche scrittori hanno i loro editor. Il senso della domanda sta proprio nel cercare di acquisire quelle competenze che rendono tale un editor perché, se è vero che comunque ce ne serve uno esterno, è anche vero che scrivere già editando sé stessi è un grosso vantaggio. Grazie
  11. Partendo dalla fine, sì, ribadisco di aver sbagliato sezione, ma era la mia prima volta. Per il resto, a 60 anni non ho intenzione di fare l'editor. Invece, ritengo fondamentale acquisirne le competenze, seppure non approfondite. Grazie
  12. Grazie, ma intendevo proprio come si fa ad avere la competenza per farlo. Insomma, so che esistono dei master su questo, ma sono anche certo che buona parte degli editor - anche di quelli bravi, intendo - non li abbiano frequentati. Quindi, come è successo che abbiano sviluppato quel tipo di competenza? Si parte dall'essere uno scrittore che ha studiato e poi si passa dall'altra parte? Penso che a volte sia così ma, anche in questo caso, non sempre. Devi conoscere tutta la letteratura mondiale o, quanto meno, quella riferita al genere a cui ti applichi? Anche questo non lo credo, e comunque sarebbe impossibile. E poi, quando ti pigliano in una casa editrice - e qui torno a re Artù - cos'è, ti fanno un colloquio e ti dicono "be', ci manca un editor, abbiamo deciso che lo fai tu"? Mah!
  13. Ciao, mettiamola così, se l'editor fosse solo un correttore di bozze, credo che ci riuscirei grazie all'occhio predisposto e a un buon testo di grammatica. Solo che io vorrei capire come si fa a diventare bravi in tutto il resto. Voglio dire: domani mattina mi alzo, mi faccio il profilo nuovo - che so, GufoTheEditor - e mi metto sul mercato oppure arriva re Artù che mi dà una mazzata in testa e mi concede il titolo? Grazie Nota: mi sa che ho pubblicato la mia domanda in un posto sbagliato. 😭 Sorry, sorry, profondissimamente sorry.
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