Ciao Elisabetta,
Ti dico la verità: a un certo punto (poco dopo la metà) non mi era chiarissima la dinamica tra i personaggi, perché mi aspettavo una chiusura della scena iniziale. C'è un momento in cui la moglie dice al marito qualcosa come "adesso arriva la nostra Agnese..", io non ho mai sentito una persona normale parlare così, cioè per loro è ovvio che la figlia si chiama Agnese, quasi quasi uno avrebbe detto "adesso arriva", perché loro due sanno benissimo di chi si sta parlando. Riconosco però che in questo modo mi hai comunicato che la ragazza esiste e si chiama Agnese.
Penso che l'incipit contenga alcuni carichi eccessivi di aggettivi/ descrizioni; poiché i verbi hanno più energia dei nomi e degli aggettivi, e poiché fondamentalmente il rischio delle descrizioni è di caricare troppo, è utile descrivere sì con gli aggettivi (che servono a quello) ma anche con i verbi, come invece di dire "era una bella giornata di sole senza nuvole di domenica vicino al Lago di Garda", dire invece "Quella domenica vicino al Lago di Garda splendeva il sole e il cielo era senza nuvole".
P.S. se dico cose che già sai perdonami, ma ovviamente, non sapendo chi sei, non posso neppure sapere quale livello di analisi ti si addice di più. Tutto quello che ho scritto non è un "fai così", ma il modo più candido in cui dirti quello che ho provato. Vedi tu cosa fare di queste informazioni.
Mi hai incantato con la scena delle bambine, soprattutto quegli attimi prima che entrassero in scena; io non ho mai ballato e sono un maschio, eppure mi sembrava di essere una di loro. Momento magico. Anche i personaggi possiedono una grande profondità, con un piccolo appiattimento alla fine quando le due streghe si comportano stile "sorellastra di Cenerentola". Suppongo che volessi finire il racconto.
Il racconto in generale ci sta, brava!