Ho letto la traduzione di un romanzo di Souseki pubblicata in self. Era piena di virgole fuori posto, e nonostante l'amore e la cura del traduttore, la mancanza di un editing serio si è fatta sentire. Penso sia così per la maggiorparte del self-publishing. E questo cmq era uno studioso, non un tizio random che voleva pubblikare il kapolavoro inkompreso. Sui libri di qualsiasi autore serve un investimento pesante, serve un editor capace a cui rompere le palle per mesi e mesi e che rompa le palle all'autore per mesi e mesi. Atrimenti, semplicemente, il libro risulta pesante, se non impossibile da leggere, a causa errori e refusi. Per non parlare poi della promozione. Ormai secondo me il valore di un editore, triste a dirsi, è dato dal numero di follower che ha sui social e dal fatto che abbia dei buoni editor. Il self va bene soltanto con influencer in grado di auto promuoversi, non privi di soldi o di qualche amico/a editor di professione. Un libro bn fatto è una cosa troppo complessa e su cui devono lavorare in tanti, di solipsismo ce n'è già tanto in giro, non serve neanche nella "letteratura" (o post-letteratura, che è meglio, dato che la letteratura vera penso sia già morta).