Tra le sponde del fiume io ti vedo,
saggio salice dalle lunghe braccia,
dalle foglie inquiete e dal tronco teso,
che sembra sfidare il tempo e le tracce.
Ma guardando meglio, vedo in te qualcosa,
un rimpianto, una nostalgia, una pena,
forse il ricordo di vite ormai stanche,
che un tempo amavano la tua dolcezza serena.
E allora ti piangi, salice malinconico,
fingi di esser forte e in realtà sei fragile,
ma la tua forza risiede nella tua fede,
che un giorno tutto tornerà a sorridere.
Così mi pongo al tuo fianco,
ascolto il sospiro della tua melodia,
che mi parla di vita, di libertà,
che nell'incomprensione diventa armonia.
E mi abbandono al vento, alla tua danza,
col desiderio di comprendere e imparare,
che ogni scelta è libera e ogni caduta
è un nuovo inizio per potersi rialzare.