
dodiwhatshername
Utenti-
Numero contenuti
9 -
Iscritto
-
Ultima visita
Su dodiwhatshername
-
Grado
Rookie
- Compleanno 12/07/1995
Informazioni personali
-
Hai già pubblicato?
No
-
Sei un* professionista?
No
Visite recenti
168 visite nel profilo
Obiettivi di dodiwhatshername
-
L'incipit mi ha ricordato "Pinocchio" e da solo varrebbe un voto (se non lo avessi già dato ), il poster di Harry e Megan ne varrebbe 42. La storia mi ha fatto sorridere, mi sento di dire a Pappappero che è un bravo narratore. Complimenti!
-
Bel racconto, in linea con la traccia del contest eppure reso originale dalla prospettiva ribaltata. Mi è piaciuta soprattutto la scelta onomastica e quelle che si potrebbero definire "post credit scenes": dove sono i nostri personaggi oggi? Grazie a te, lo sappiamo.
-
Ho ricevuto fino a poco tempo fa numerose pianelle rotanti da parte di mia madre... Impossibile non empatizzare con questi poveri personaggi! Scherzi a parte, il racconto è ben scritto, i protagonisti sono vividi e convincenti, il lessico vario e intrigante. 10/10
-
Il menestrello e i contadini
dodiwhatshername ha risposto a Koala nella discussione Racconti in gara
Questo racconto contiene una grande verità: a volte bisognerebbe godersi alcune storie per quello che sono, non sovrainterpretarle e/o usarle per leggere la realtà, specialmente quando è passato del tempo e le sensibilità sono inevitabilmente cambiate. -
Storia di una frittata
dodiwhatshername ha risposto a Malu Tiempo nella discussione Racconti in gara
Questo racconto forse si distacca un po' dai personaggi originali, tuttavia l'ho trovato divertente e decisamente originale. Inoltre, da ex classicista, non posso che approvare il personaggio di Virgilio su tutta la linea. È lui, è lui! -
Il Possente Cavaliere - Un contest di scrittura a colpi di fantasy umoristico
dodiwhatshername ha risposto a Ayame nella discussione Il Possente Contest
Ok, grazie mille -
Il Possente Cavaliere - Un contest di scrittura a colpi di fantasy umoristico
dodiwhatshername ha risposto a Ayame nella discussione Il Possente Contest
Sì, poco dopo aver pubblicato il racconto nella discussione -
Il Possente Cavaliere - Un contest di scrittura a colpi di fantasy umoristico
dodiwhatshername ha risposto a Ayame nella discussione Il Possente Contest
Ciao, ho letto la discussione qui su ma anch'io vorrei una conferma di aver imbroccato il procedimento, se possibile: l'ansia Thanks in advance! -
Nel regno Lontano Ma Non Troppo alcuni eoni or sono venne organizzata una grandiosa parata in onore del figlio minore del re, il Principe PierTancredi Maria, ch’era appena stato proclamato cavaliere. Erano presenti tutte le figure di spicco della buona società e l’intera schiatta della nobiltà, nonché i rappresentanti di ogni gilda. In via eccezionale, fu persino concesso un giorno di riposo ai villici, affinché omaggiassero il giovane reale per i genuini recenti successi conseguiti. D’altra parte, si era stabilito che la parata avrebbe avuto luogo fuori dalle mura del palazzo, lungo le vie del borgo e fino alle propaggini collinari del regno, dove si annidavano i plebei. Quindi, già che c’erano, tanto valeva farli sentire parte della manifestazione. Così, negli occhi colmi di meraviglia dei paesani si riflessero mille vesti pregiate dai colori cangianti, sberleffi e capriole dei giullari, raggi d’oro e d’argento provenienti dalle armature dei cavalieri. I loro cuori sussultavano insieme ai colpi dei tamburi, al grido dei cento corni e al trotto aggraziato dei cavalli bardati. La folla andò in visibilio quando un ometto coperto di nei e dalla voce roca, che si rivelò essere il ciambellano, declamò: ≪Il Principe PierTancredi Maria di casa Magnapecunia, ottavo del suo nome, già vincitore di tredici giostre, esperto in cartografia fantasiosa e campione di spelling bendato è da oggi il più giovane fra i virgulti meritevoli investiti della carica di cavaliere a memoria d’uomo nel nostro splendente regno!≫ ≪Ottimo≫ esclamò una giovane contadinotta applaudendo con convinzione i successi del geniale reale. ≪Se ce l’ha fatta lui posso farcela anche io.≫ continuò con le maniche già rimboccate quella speranzosa plebea di nome GianFranca. ≪Come si fa a diventare cavaliere della corona?≫ Aveva posto la domanda più a se stessa che a qualcuno in particolare, eppure lungo la via affollata cadde il silenzio. La parata si fermò, i popolani non facevano più un fiato, persino i cavalli avevano ripiegato le orecchie all’indietro, attoniti. Poi, schiarendosi la voce non meno di sette volte, il cerusico del villaggio, ch’era un uomo in là con gli anni e dunque molto dotto, spiegò: ≪Beh… Beh. È un impegno serio. Bisogna studiare tanto… ≫ ≪Non c’è problema, l’ho fatto.≫ rispose orgogliosa GianFranca, sventolando la carta con ceralacca che attestava la sua capacità lodevole di compitare e far di conto. ≪Beh… Beh, non è mica tutto qui. Bisogna sottoporsi a un addestramento lungo e complicato… ≫ ≪Lo ammetto, non è stato facile trasportare vettovaglie e armamenti a destra e a manca per sei mesi senza mai vedere il becco d’un quattrino ma, grazie anche al supporto della mia famiglia, ce l’ho fatta.≫ replicò commossa la giovane, ricordando vividamente il periodo da scudiera che aveva concluso qualche tempo prima. ≪Beh… Beh. Bisogna aspettare che si abbia la prossima cerimonia d’investitura collettiva. Ce ne sarà una fra settecentosettantasette lune nuove.≫ chiosò il cerusico, il quale appariva profondamente soddisfatto dalla bravura dimostrata dall’intraprendente plebea. La fanciulla, però, aveva perso un po’ dell’entusiasmo sino ad allora manifestato. ≪Come “fra settecentosettantasette lune nuove”? E il Principe allora?≫ Tutti i presenti tirarono rumorosamente il fiato come un sol uomo, le cavalcature espressero il proprio disappunto con nitriti indignati. Il Principe PierTancredi Maria, sopraffatto dalla viltà di tale insinuazione, svenne. Era proprio un animo nobile. Nel mentre, una voce querula proruppe: ≪Il Principe è un caso speciale, un’eccellenza di nome e di fatto. Ha sempre avuto del talento, tanto che ha cominciato a prepararsi fin dalla più tenera età. Si pensi che giostrava già nell’utero. Certi dolori, non ve lo dico!≫ Quest’arringa parve costare alla Regina tutte le sue forze poiché, quando l’ebbe pronunciata, andò a raggiungere il povero figliolo sul fondo della portantina. ≪Va be’, avrò pazienza≫ fece mogia GianFranca che, grazie alla sua carta con ceralacca attestante la capacità di far di conto, aveva già calcolato quanto tempo ancora avrebbe dovuto attendere prima di poter essere una cavaliera indipendente. ≪Però alla prossima cerimonia d’investitura sicuramente sarò cavaliera finché dragone non mi squarti, giusto?≫ Il cerusico sorrise dell’ingenuità della plebea, con lui gran parte del regno. ≪Beh… Beh, no. I posti da cavaliere sono limitati. Non è che si possa essere tutti cavalieri in questo regno. Solo i migliori sette saranno ufficialmente proclamati cavalieri della corona per-≫ ≪Solo sette? In tutto il regno?≫ esclamò sconvolta la fanciulla. Una competizione del genere sarebbe stata ancora più tosta da sbaragliare delle molteplici prove fino ad allora sostenute. Aveva visto parecchi dei suoi sodali villici cedere ai fendenti dei docenti e alla bestia artigliata chiamata Pressione Sociale. Ma se ce l’aveva fatta ad arrivare fin lì poteva superare qualunque altra prova, giusto? ≪Beh… Beh, sì. Ci sono giusto sei promettentissimi giovani geni che stanno preparandosi da quando erano nell’utero… ≫ GianFranca si accigliò. Come faceva il cerusico a sapere di questi valenti pargoli? Perché lei non ne sapeva nulla? E sopratutto, era sicura di aver ben valutato le proprie capacità? A fronte di tanti talenti, che speranze poteva avere lei, persona normale? Un dubbio nero come la pece e grosso come un troll di montagna la attanagliò. ≪Mi scusi, Sua Maestà≫ incominciò, con una vocina piccola piccola ≪Ma i giovani non eccezionali come io sono, o quelli che non possono permettersi mirabolanti cursus honorum fin dal momento della fecondazione perché di origine plebea, cosa debbono fare per ottenere una stabile posizione di cavaliere in questo regno?≫ ≪Attendere il proprio turno, naturalmente. Il vero merito sarà sempre premiato. Fra settecentosettantasette lune nuove, o quando non ci saranno giovani reali- voglio dire, geniali e più meritevoli.≫ ≪D’accoro, Sua Maestà. Ma nel mentre? Come possiamo lasciare l’avito nido, aspirare a qualcosa di folle come, che so, la stabilità economica o la formazione di una famiglia?≫ ≪Che domande, mia villica sciocchina! Naturalmente continuando a essere scudieri senza paga, facendo la gavetta fino a quarantasei anni, sporcandovi le mani. E se volete maritarvi, fatelo pure. Il regno necessita pargoli frignanti. Purché rispettiate lo ius primae noctis.≫ ammiccò il sovrano. ≪Ma io vorrei avere un lavoro retribuito adesso… ≫ provò a obiettare GianFranca, scatenando la riprovazione della corte e del villaggio tutto. Un coro dissonante si levò dalla sozza strada acciottolata: a destra si sentiva ≪Ah, questi giovani che vogliono tutto e subito!≫; a sinistra si esclamava ≪Non hanno più voglia di fare nulla, ecco che c’è! Sono stati cresciuti senza affrontare una crociata, senza un’impiccagione per crimini minori… e questo è il risultato!≫ ≪Povero regno, che fine farà?≫ piangeva senza lacrime la regina madre, abbandonandosi distrutta sulla portantina. La fanciulla intanto avvertiva un dolorino fra il collo e la schiena. Che i sacchi di provvigioni trasportati quand’era scudiera cominciassero a mostrare i loro nefasti effetti? Si toccò distrattamente una spalla e, con sua enorme sorpresa, vi trovò una zampa squamosa che l’avvolgeva. Lesta, si voltò per fronteggiare la fiera che l’attaccava, ma questa le rimaneva appiccicata, tanto che non riuscì nemmeno a vederla per bene. Sentiva però il suo fiato asfissiante sul collo, le ginocchia le si piegavano sotto il suo peso. ≪Non puoi combattermi con la spada, fanciulla. Non sei neppure una vera cavaliera.≫ sussurrò il mostro. ≪Chi sei? Che vuoi?≫ gridò GianFranca con la mano sull’elsa di bronzo, all’erta. ≪Ecco qua≫ un cavaliere segnò a dito GianFranca dall’alto del suo baio ≪Appena debbono fronteggiare qualche ostacolo questi giovani si perdono d’animo e si fanno passare per deboli di mente, quando in realtà è solo il loro spirito a essere debole.≫ ≪Mancano di volontà, di perseveranza≫ assentì il cerusico. La ragazza non capiva. Non vedevano che stava duellando con una belva sfuggente? Come se le avesse letto il pensiero, la fiera le bisbigliò all’orecchio ≪Loro non possono vedermi. E quand’anche potessero, non ci stanno nemmeno provando. Questa faccenda dobbiamo risolverla io e te. E ti avviso, perdo raramente.≫ Narra la leggenda che GianFranca stia ancora combattendo quella belva sfuggente nel regno Lontano Ma Non Troppo. Per fortuna, da allora molte cerimonie d’investitura speciali e qualcuna ordinaria hanno visto unirsi alle forze del giusto e savio regno giovani geniali che lo tengono al sicuro da simili nefande creature. Se le abbiano mai viste o meno non ha importanza.