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AlessandroZ

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Reputazione Forum

  1. Fino a oggi non mi sono mai infilato nelle discussioni sulle presunte IA, ma ho cercato di informarmi in modo piuttosto superficiale devo dire. Chatgpt è chiamata IA ma in realtà è un LLM (large language model) che di intelligente non ha nulla. E' un elaboratore statistico/linguistico che non ha coscienza o comprensione del nostro linguaggio. E' bravo a sembrare 'intelligente' perché nel suo database ha svariati milioni di testi e da questi estrapola le parti di testo che statisticamente sono più probabili per una risposta corretta. Almeno io così l'ho capita sta cosa, poi correggimi se sbaglio. Da quello che scrivi nel primo articolo mi par di capire che anche la medi-IA (definizione che ho già depositata al copyright, non me la puoi rubare) funzioni in modo similare. Ha un database di sintomi/malattie e in una volta inseriti i dati lui va pescare quelle più probabili. Quindi sono i tecnici del settore che hanno gonfiato la cosa definendole IA quando sono solo Intelligenze simulate, oppure siamo noi utilizzatori ad aver inteso male sta cosa? Perché a detta di molti la singolarità (momento della vera autocoscienza delle IA) è ancora ambito solo fantascientifico.
  2. In questo caso credo si possa applicare la stessa logica dei libri usati. Se io per esempio metto su vinted parte della mia libreria per fare spazio al nuovo, non è che gli autori dei libri in questione possano intervenire in qualche modo. Che siano 1 copia, poche decine o qualche migliaio mi sa che la cosa non cambia. Nel momento in cui l'editore (nel caso specifico il curatore fallimentare) ha venduto, a quel punto deve versare i diritti agli autori (in questo caso ai creditori). Da lì in avanti, quelle specifiche copie sono di esclusiva proprietà di chi le ha acquistate e ci può fare quel che vuole senza renderne conto all'autore o all'editore. Un meccanismo simile si ha nelle bancarelle o nei mercatini del libro che ci sono in alcune città, tipo a Bologna vicino alla stazione. Pensate forse che quelle vendite generino royalties? Nella maggior parte dei casi sono libri acquistati in stock di magazzino pagati pochi euro al chilogrammo (sì, al chilogrammo ad un prezzo simile a quello della carta da macero). Chi li acquista li smista poi in questi mercatini/bancarelle dove col tempo possono ricavare qualche cosa dalla vendita senza dover nient'altro a nessuno (tasse escluse).
  3. AlessandroZ

    Titolo del romanzo

    Ciao a tutti e grazie in anticipo a chi sarà in grado di togliermi questo dubbio. Premetto che mi sono letto il manuale 'self-publishing per negati' di Daniela Barisone e Juls Sk Vernet ma qualche dubbio mi è rimasto. Uno di questi è l'ufficializzazione del titolo di un libro. Ovvero, come faccio a essere sicuro che il titolo che ho scelto per il mio libro non venga soffiato all'ultimo da qualcun altro? In CE ci pensano loro, ma da self qual è la procedura corretta? grazie a chi saprà rispondermi AZ
  4. mi son comprato e letto i libro del vostro collettivo sul self publishing con Amazon, devo dire molto illuminante. ci sono una o due questioni che leggendo il vostro manuale mi sono sorte, posso chiederle qui o è meglio se vi contatto direttamente?
  5. grazie mille. Ho conosciuto il possente cavaliere con questo contest e ho provato a entrare nel suo mood.
  6. grazie mille delle dritte.
  7. AlessandroZ

    Copie autore su Amazon

    Ciao a tutti, da qualche tempo sto valutando la possibilità di pubblicare con Amazon, ma quello che non ho ancora capito per bene è il discorso copie Autore. Dal sito di KDP mi par di capire che nel momento in cui io ordino delle copie da loro mi arriveranno al costo di stampa ma senza il codice ISBN, ho capito giusto? Nel caso di vendite dirette da parte mia, dar via copie senza codice ISBN sarebbe equivalente a venderle in nero. Grazie in anticipo per chi saprà rispondermi.
  8. La caverna era una ferita aperta nel fianco della montagna, tanto grande da poter ingoiare un esercito intero. Dall’antro scuro uscivano effluvi mefitici di uova marce e carne putrida. Il possente cavaliere era dunque giunto alla tana del drago Pappappero. Sulla soglia della caverna, l’indomito destriero nitrì nervoso e scartò di lato. «Perché stavolta hai deciso di salvare la principessa?» disse l’animale. Il cavaliere saltò a terra «Non hai mai spiccicato un parola» l’umano era stupito e contrariato al tempo stesso «ti pare il caso di cominciare proprio ora?» Condusse l’animale sulla destra dell’apertura. L’indomito destriero picchiettò a terra con lo zoccolo destro. «Questo perché fino a oggi avevi sempre rifiutato di venire a cercare il drago. Se devo finire arrostito vorrei almeno sapere il perché.» «È difficile da spiegare,» l’umano diede un calcio svogliato a un sassolino «non c’è un vero motivo.» «Beh tu provaci.» «È un po' come alle ultime elezioni.» «Sono solo un equino, dovresti essere un po' più specifico.» «Allora, c’era da scegliere tra il tipo sorridente con i vessilli blu che sta sempre a fare festini nei bungabungalow, i tizi coi vessilli che hanno fatto sparire 49 forzieri pieni di denaro.» «Non ci sono prove di questo.» l’indomito destriero appariva innervosito. «Lo so, ma è stato ripetuto tante volte che alla fine uno ci crede.» il cavaliere sospirò «Poi c’erano quelli che si perdono sempre a discutere per la sfumatura di rosso della loro bandiere e quelli con i vessilli gialli che non ne hanno mai azzeccata una.» «Non capisco.» «Con una scelta simile, va a finire che la gente vota per la prima rana urlatrice che passa. Manca mai che si tramuti in una principessa.» «No, quello che non capisco è perché mi parli di elezioni, dato che viviamo in una monarchia. Dobbiamo salvare al figlia del re!» «Per le caccole del mio naso! Hai ragione, l’esempio non calza.» Il possente cavaliere realizzò in quel momento che l’indomito destriero era molto di più di un semplice equino. «Allora diciamo che o venivamo qui, oppure restavamo a casa a guardare la nuova stagione di Grey’s Anatomy.» Il cavallo inclinò la testa di lato. «Ok, andiamo ad affrontare il drago.» La caverna si faceva più buia man mano che eroe e destriero avanzavano nelle viscere della terra. Proseguivano in silenzio, consci del pericolo che avrebbero dovuto affrontare. L’unico rumore che risuonava tra le rocce erano i passi metallici degli zoccoli. «Non potresti fare meno casino?» sussurrò il cavaliere. «Potevi portarmi da Scarpe&Scarpe a prendere delle pantofole, invece siamo andati dal maniscalco a ferrarmi gli zoccoli.» sbuffò il cavallo. «Oggi hai proprio il muso più lungo del solito.» «Oh, scusa se non riesco a camminare verso la morte in un rassegnato silenzio.» «Non ti devi preoccupare, basterà che lo distrai un attimo e al resto ci penserò io. Abbiamo questo con noi!» Il cavaliere alzò il grosso scudo davanti al viso. «È un artefatto nanico, devia il fuoco del drago.» «Speriamo.» Un bagliore improvviso rischiarò per un istante la volta buia. «A proposito di fiammate!» «Arrivava da là in fondo.» disse il cavaliere Raggiunsero una curva a gomito dove attesero alcuni istanti. Un altro bagliore, questa volta più prolungato, illuminò a giorno le rocce brunite tutto intorno. Il possente cavaliere si affacciò dietro l’angolo. Un viottolo di roccia digradava verso il basso. Nel grande spiazzo della grotta si aggirava il drago. «È davvero enorme! Non credo sia una mossa saggia, la nostra.» nitrì l’indomito destriero. «Se usiamo quelle, gli arriveremo alle spalle inosservati.» il possente cavaliere indicò le file irregolari di stalagmiti che spuntavano qua e là, simili ad alberi mozzati da un giardiniere pazzo. Il drago inspirò rumorosamente e sputò una vampata di fuoco all’indirizzo di quella che sembrava un enorme cilindro metallico. A questo era collegata tutta una serie di tubi che salivano verso l’alto, fino a raggiungere una specie di teca di vetro satinato illuminata da chissà quali arcani malefici. All’interno dello strabiliante artefatto si agitava un’ombra esile ma aggraziata. «Quella imprigionata lassù deve essere la principessa.» disse il cavallo. «Oh mio dio, la sta torturando! Più il bagliore aumenta e più i suoi movimenti sono frenetici.» il possente cavaliere estrasse la spada. «Dobbiamo liberarla!» Approfittò della nuova vampata all’indirizzo del calderone per coprire il tratto di strada tra uno spuntone di roccia e l’altro. Fischi acuti e spruzzi di vapore schizzavano qua e là dalle tubature. Sul margine destro dell’eccentrico macchinario c’era quella che sembrava una scaletta a pioli, delle sottili strisce di metallo che permettevano di arrivare alla zona più alla della struttura. Da lì, una passerella attraversava in orizzontale la sommità della struttura. Alla fine del passaggio, un’altra scaletta arrivava fin sotto la prigione di cristallo. Se c’era un’apertura, doveva trovarsi per forza in quel punto. Nella testa del possente cavaliere si formò un piano ardito. «Al prossimo soffio del drago, voglio che tu corra in fondo alla grotta.» indicò un’altra apertura che si trovava alla loro sinistra. L’indomito destriero inarcò un sopracciglio. «Non aspettarti più di una stella su Trip Advisor per questo schifo di gita.» «Quante storie! È per una buona causa.» il cavaliere indicò in la teca di cristallo. La sagoma della prigioniera si agitava in modo convulso, con le braccia alzate verso l’alto. «Deve soffrire terribilmente!» «Ho capito, non serve che mi fai sentire in colpa.» L’indomito destriero attese che il drago soffiasse di nuovo sotto l’enorme calderone e si spostò a sinistra, sempre nascosto dalle stalagmiti. Il lucertolone non sembrava ancora essersi accorto di nulla. Continuava a bersagliare con il suo soffio infuocato lo strano macchinario. Il calore sprigionato era notevole, nella grotta faceva caldo e l’umidità rendeva il respiro pesante. Sottili scie di vapore si spandevano nell’aria per poi addensarsi sulla pietra fredda. Goccioline, come di pioggia, scendevano dalle stalattiti a bagnare il pavimento scivoloso. L’indomito destriero scelse quel momento per lanciarsi al galoppo nelle profondità della montagna. Il rumore degli zoccoli distolse il drago delle sue faccende. «Ehi! Fermo là.» gridò. Si gettò all’inseguimento del cavallo in fuga. Il possente cavaliere approfittò della distrazione per uscire allo scoperto. Arrivò alla scaletta con il drago che gli dava le spalle, fece i primi quattro scalini di getto, agile come un gatto. A metà arrampicata, il metallo umido dei pioli lo tradì, un piede scivolò e dovette aggrapparsi per non rovinare a terra. Il gesto gli fece perdere la presa sulla spada che precipitò al suolo. Il tintinnio metallico riverberò per tutta la spelonca. Il drago si fermò e si voltò a fissare il cavaliere. Le pupille del mostro si dilatarono al massimo per un solo istante, poi tornarono a essere delle sottili linee nere che tagliavano in due le sclere gialle ambrate dei suoi occhi da rettile. «Oh, che cosa abbiamo qui?» tornò di corsa verso il cavaliere. L’umano si arrampicò fin sulla passerella e si addossò alla parete alle sue spalle. Uno stretto passaggio girava dietro alla copertura della vasca e all’intrico di tubi. Sbucò a un solo passo dalla scaletta che conduceva alla prigione della principessa. Mise fuori la testa per un battito di ciglia, giusto il tempo di ritirarsi e proteggersi dietro lo scudo. Lingue rosse e gialle di fuoco illuminarono tutto quanto attorno a lui. «Vieni fuori e affrontami da vero cavaliere.» «E tu che ne sai di cavalieri? Ne ha incontrati tanti?» «Un paio a settimana a esser sincero. Volete tutti la stessa cosa ma fate tutti la stessa fine, nella mi pancia. Pappappero!» Il caldo dietro a quella struttura diventava insopportabile. Grosse gocce di sudore colavano lungo le guance del cavaliere e rendevano appiccicosi i guanciali dell’elmo. Decise di toglierselo, anche per avere una visuale migliore. Lo scudo era pesante ma era anche l’unica difesa dal soffio del drago. Doveva trovare qualche cosa per rimpiazzare la spada che aveva perso. Lì attorno pareva non esserci nulla di cui poteva servirsi. I tubi roventi che partivano dal coperchio del calderone si innestavano tutti quanti nella base di sostegno della prigione. Uno strano macchinario sigillato dal quale proveniva una sinistra vibrazione. Erano presenti alcune leve e delle manovelle che forse ne regolavano il funzionamento. Nulla che potesse tornargli utile. Un’altra vampata illuminò dal basso tutta la zona. «Se non esci, vorrà dire che ti mangerò bollito anziché alla brace, un’interessante variante alla mia dieta.» il drago soffiò con ancor maggior vigore alla base della vasca. Il pavimento sul quale si trovava il possente cavaliere diventava più caldo di momento in momento. Presto non sarebbe stato in grado di restare in quell’anfratto, doveva muoversi! Strinse forte lo scudo, vi si accucciò dietro e si sporse verso la passerella. Lingue di fuoco esplosero tutto attorno, ma lo scudo le deviava. Funzionava proprio come gli avevano assicurato, finché restava dietro di esso, non avrebbe percepito il minimo calore. «Ah, bell’oggettino davvero. Erano secoli che non ne vedevo uno. Dove lo hai trovato?» il drago aveva smesso di sputare fuoco. «Me lo ha venduto un nano ad un mercatino dell’antiquariato.» «Lo sapevi che ne hanno vietato la vendita dal 1992?» sibilò il drago. «Denunciami se proprio ci tieni.» «Io lo dico per te. I nani che li costruivano sono tutti andati al creatore. Solo dopo molti anni hanno scoperto che la colpa era dell’amianto che usavano per fabbricarli.» «Non ti credo! Mostrami le evidenze scientifiche.» L’astuzia di Pappappero era famosa in tutto il reame. Il possente cavaliere non si sarebbe fatto infinocchiare. «Guarda, ho appeno deciso che non ti mangerò.» il drago fece tre passi indietro. «Io controllo sempre quello che introduco nel mio corpo.» Quel gesto era una prova più che sufficiente. «Porcaccia la miseriaccia.» il cavaliere lanciò lo scudo oltre il bordo della vasca. Subito il drago si rimise in posizione di attacco, spalancò le fauci ed eruttò un fiume di fuoco verso l’alto. Il cavaliere si gettò di nuovo dietro le tubature, l’unica posizione che gli offriva un minimo di riparo. Buttato a terra com’era, si ritrovò davanti a una manovella che fino ad allora non aveva visto. Nel danzare delle ombre generate dal soffio draconico riuscì a leggere la scritta bianca su sfondo rosso che le stava di fianco: VALVOLA DI SVUOTAMENTE RAPIDO, AZIONARE SOLO IN CASA DI EMERGENZA. “Beh, più emergenza di questa” pensò il cavaliere. Afferrò il manico sulla ruota dentata e cercò di smuoverla. Incredibilmente, questa girava quasi senza sforzo. Dopo almeno una decina di rapide rotazioni, un clangore si riverberò per tutta la vasca che stava sotto ai suoi piedi. Poi ci fu uno scroscio improvviso. Migliaia di litri d’acqua eruppero da una mezza dozzina di fori che si erano aperti nella parete metallica. Uno dei getti colpì in pieno le fauci spalancate del drago che ne venne travolto. Di colpo tutto si fece più scuro e silenzioso. Il sibilo sinistro del macchinario era sparito e dalla teca di cristallo non arrivava più alcun magico bagliore. Il possente cavaliere si sporse a guardare in basso. Pappappero si rotolava in una pozzanghera, scuoteva la testa e tossiva a ripetizione. «Che hai? Devi vomitare una palla di pelo?» disse il soldato. Un rigurgito d’acqua proruppe dalla gola del drago che fece ancora un colpo di tosse. Due sottili volute di fumo bianco gli uscivano dal naso. «Stupido umano, non sai che cosa hai scatenato.» Da sopra la testa del cavaliere arrivò uno stridore di cardini arrugginiti. «Pappapperoooo!» Un urlo acuto e spaventoso proruppe dalla botola che si era aperta sul fondo della teca di cristallo. «Principessa! Non sono stato io. È colpa di questo possente cavaliere.» il lucertolone puntò uno degli sgraziati artigli all’indirizzo dell’umano. «Sono venuto a salvarti.» disse il cavaliere, alzò le braccia in segno di resa. In mezzo a uno svolazzare di tulle neri che si impigliavano ad ogni piolo della scaletta, fece la sua discesa la principessa. Si piazzò di fronte al presunto salvatore con i pugni puntati sui fianchi. «Sei stato tu ad azionare la valvola di emergenza?» la fronte era corrucciata. Gli occhi scuri parevano ancor più profondi a causa del pesante trucco violaceo che vi aveva apposto tutto intorno. «Sì, dovevo liberarvi dalle grinfie del drago, nobile damigella.» la voce del cavaliere tremava. «Bravo, ma bravo, no dico, ma bravo! Sai invece che cosa hai fatto?» «A quanto pare no.» «Ero nel bel mezzo di una diretta su IG, eseguivo alla perfezione il balletto di Mercoledì, l’ho provato tutta settimana, sai com’è. Poi arrivi tu e con la tua abile mossa da macho superiore hai tolto l’elettricità al mio wifi.» «Ma scusa non potevi attivare la rete dati?» «Ho finito i giga per questo mese.» «Cavoli. Ma non potevi installare una caldaia a metano per far funzionare la turbina a vapore?» «Il nostro forniture di gas ha rescisso il contratto quando abbiamo aderito alla NATO.» «E una centrale a carbone?» «Accordi per la riduzione della CO2.» «Stufa a pellet?» «Divieto di emissione delle polveri sottili.» «Pannelli fotovoltaici.» «Causa lockdown in Cina, arriveranno solo tra sei mesi. Guarda, le ho pensate tutte. Il metodo più ecologico è usare il fuoco del drago. Basta dargli da mangiare uno o due cavalieri a settimana e siamo a posto.» Il drago fece un altro colpo di tosse. «Mi sa che per un po' sarò fuori uso, principessa. Il getto d’acqua deve avermi spento la fiamma pilota.» «Bravo, no dico, ma bravo! E adesso come faccio?» fissava il cavaliere con sguardo accusatorio. Questi mise un ginocchio a terra. «Sono qui al tuo servizio, mia principessa, se ti riportassi alla reggia…» «Guada non devi aggiungere altro.» la pulzella alzò il palmo destro a tacitarlo. «Visto che sei al mio servizio, ho giusto l’incarico per te.» *** Il cavaliere, privo dell’armatura, ansimava in debito d’ossigeno. Tenere il ritmo imposto dalla ragazza si era rivelato assai più faticoso del previsto. «Dai spingi, dai che ci siamo quasi, più forte dai, dai!» gli urlava la principessa. «Eh sono tre ore che pedalo, potevi mettere un riduttore prima di collegare la bicicletta alla turbina!» «Meno chiacchiere e più forza nelle gambe. Su! Riposerai quanto il monopattino sarà carico. Datti una mossa o arriverò tardi in palestra!» «Se usavi questa bici, per andarci, saresti già là.» «Ma sei fuori? Non è che posso arrivare alla lezione di spinning tutta sudata.» Il possente cavaliere, capì in quel momento che avrebbe fatto meglio a restarsene a casa a guardare la nuova stagione di Grey’s Anatomy. FINE
  9. Quindi è comprensibile che mi venga l'orticaria se lo trovo scritto in un testo (e non intendo in una battuta di un personaggio), però potrebbe anche essere che nel giro di qualche generazione venga considerato come verbo transitivo. Non mi resta che incrociare le dita e sperare che le generazioni in questione siano almeno quattro o cinque.
  10. Buona sera, volevo portare all'attenzione di quanti si dilettano con la scrittura questa mia considerazione: Leggevo tempo fa un articolo dove si parlava di come la comunicazione verbale ha da sempre modificato anche quella scritta. Parliamo di storia eh, non di opinioni. Dal latino al volgare e poi dal volgare all'italiano come noi lo conosciamo. Nel secolo scorso sono arrivati gli inglesismi e oggi ci sono pure le abbreviazioni (lol, aka etc..) e gli emoticon. Quindi mi chiedo quale sarà il passo successivo. Io sono un pò un purista, le forme verbali che mi sono state inculcate a forza riempiendo quaderni alle elementari e di questo ringrazio sentitamente la mia maestra di allora. Oggi, se non erro, l'accademia della crusca ha smarcato termini come 'petaloso'. E fin qui tutto bene, direi che ci sono cose che non mi verrebbero mai in mente, ma in fin dei conti si possono accettare tranquillamente. Quel che temo e di cui chiedo un vostro punto di vista è l'uso sempre più diffuso del verbo uscire in modo transitivo. Il classico esempio di qualcuno che vi dice: 'Escimi la macchina dal parcheggio.' Di solito non correggo il parlato della persona che mi dice una cosa del genere, il più delle volte mi limito a chiedere di ripetere perché non ho capito quello che mi viene chiesto. Ultimamente, però ho incontrato questa situazione anche in racconti letti on line, da autori e in generi completamente diversi. Quanto passerà prima che qualcuno pubblici un libro scritto in questa maniera? La cosa da fastidio solo a me o la da pure a voi? Secondo me è un forte impoverimento della lingua, però non posso fare a meno di chiedermi se i dotti monaci certosini non avessero avuto una reazione simile nel leggere Fratello Sole di San Francesco, da sempre considerata l'opera fondante della scrittura volgare. Quindi, uscitemi pure le vostre considerazioni in merito.
  11. AlessandroZ

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    Ciao a tutti, bello spazio, davvero complimenti. Sono qui perché scrivo, sono stato attratto dal Possente Contest, anche se non bazzico spesso sui blog. Intanto grazie per aver accettato l'iscrizione.
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