Nem
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Obiettivi di Nem
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Ciao, diciamo che mi servirebbero entrambi. Nel senso che io avrei da fare revisionare il testo al fine di correggere la forma, e anche di qualcuno che lo leggesse per darmi un parere obiettivo 🙃
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Buongiorno. Un collega ed io abbiamo da poco ultimato un racconto fantasy/umoristico che vorremmo preparare bene da presentare a un editore, ma avremmo bisogno di un correttore di bozza o un Alpha rider che revisioni il testo prima dell'invio. Più volte l'ho già fatto io, ma non essendo una professionista sono insicura sulla forma e ci piacerebbe avere una visione esterna del racconto. La difficoltà maggiore è che, essendo un "progetto 0" non abbiamo possibilità, al momento, di prendere una persona a pagamento quindi chiedevo se ci fosse il modo di creare una collaborazione con qualcuno, lavorando insieme al fine di arrivare preparati a un editore. Il testo è sulle 350 pagine, ha un linguaggio moderno e spesso usa toni non convenzionali. Grazie a tutti
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Mi è piaciuto il fatto che si siano resi principali due personaggi marginali come i villici.
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«Ho detto, No». Una voce maschile andò ad accendere una candela che posava su un tavolino di legno, all’interno della sua tenda. «Mah! ... Possente Cavaliere, la nostra principessa è stata rapita da un drago!» esclamò una voce anziana poco distante dalla prima. D’un tratto, un giovane cavaliere vestito con una splendente armatura, si alzò da dov’era e andò verso l’anziano villico, mentre cercava di slacciarsi la cintura che sosteneva il fodero della sua spada. «Ancora con questa storia … Ci risiamo!». «Mah, Possente Cavaliere, Voi …». «Quante volte ve lo devo ripetere? Non è detto che la principessa sia stata rapita, tantomeno da un drago; Non ho voglia di andare a “salvarla” né, ancor di più, di sposarla! Il discorso finisce qui» disse lanciando il fodero sulla sua branda e tornando a sedersi sullo sgabello vicino alla candela. «Possente Cavaliere, mi permetto di insistere! Il re ha indetto una caccia al drago promettendo la mano della figlia a chiunque la riporterà incolume a casa, e voi, siete il candidato migliore! Non accetterà un “No”, come risposta» continuò il villico. Il cavaliere si tolse entrambe le stinchiere e si alzò nuovamente. «Sentite: sono appena tornato e non ho alcuna intenzione di ripartire a breve. Se il re è duro d’orecchie, domani andrò al castello e gli spiegherò che deve iniziare a mollarci! Con la storia del drago, della figlia rapita, e di qualcuno che se la sposi se mai dovesse riuscire a riportarla a corte». I due villici si guardarono tra loro. «Ed ora, se poteste farmi la cortesia di uscire … - continuò il cavaliere, mettendo le mani sul faldale della sua armatura - E dai, un po’ di privacy! Devo spogliarmi, diamine!». Il mattino seguente il cavaliere si recò dunque al castello, facendosi ricevere dal re nella sala del trono. «Oh! Cavaliere … Bentornato! Attendevamo giusto voi. Disgraziatamente mia figlia, ieri, è stata rapita da un drago. Necessitiamo di qualcuno del vostro valore, per salvarla!». «Sì, ecco … Ero venuto proprio per questo motivo, infatti» disse, rispondendo fermamente, mentre restava in piedi al cospetto del re. «Ottimo! Partirete domani all’alba, allora». «Eh … No» rispose lui. «No?» domandò quindi il re, sedendosi dritto sul suo trono. «No … - continuò il cavaliere, negando con il capo - In realtà, ero qui proprio per dirvi, che io non andrò a salvare vostra figlia». «Non ci andrete?». «No». «E perché, no?». «Beh, intanto perché sono appena tornato. Secondariamente perché non ho ricevuto nessuna richiesta d’aiuto da parte della diretta interessata». «Ma è ovvio! – esclamò il re – Perché è stata rapita!». «E chi lo dice?». «I fatti». «Quali fatti?». «Beh, che da ieri non è più a corte! Quindi è ovvio sia stata rapita dal drago». «Perché dal drago?». «Perché le principesse vengono spesso rapite e trattenute dai draghi». «Avete visto draghi a corte, ieri?». Il re ci pensò su per qualche istante. «No, però …». «E allora il discorso si chiude qui. La principessa non è necessariamente stata rapita, né tantomeno da un drago invisibile. Magari era solo stanca di stare a corte e ha deciso di andare a farsi una vita, quindi, non andrò a cercare niente da nessuna parte. Con permesso …» disse il cavaliere, congedandosi e prendendo il passo verso l’uscita della sala. «Cavaliere! - il re si alzò dal trono - Se Voi siete sicuro di questo, io lo sono del contrario: la principessa è stata rapita da un temibile drago sputa fiamme. E’ stato visto dal cieco del villaggio, oltretutto». «Dal cieco del villaggio … Beh, allora andate Voi a cercare Vostra figlia! Siete un padre in pena, incamminatevi. Non capisco perché debba rischiare il culo, io, se la figlia è Vostra». «Perché siete Voi, il cavaliere!». «E Voi siete il re». «Giusto! E come tale, vi ordino di riportare mia figlia al suo regno». Il cavaliere buttò gli occhi al cielo ed incrociò le braccia. «Maledetta monarchia … - bisbigliò - Sentite, facciamo così. Io mi metterò in cammino per cercare la principessa, le chiederò se è effettivamente stata rapita, e se mai dovessi scoprire che ha deciso di sua spontanea volontà di andarsene, la lascerò esattamente dove l’ho trovata. D’accordo?». Il re strinse il dubbioso sguardo sul giovane. «E chi mi dice che non farete finta di averla trovata?». «Avanti … Sono un cavaliere, non un marinaio! La mia parola ha un valore». Il re distese lo sguardo. «Perché? Quella di un marinaio no?». «Stereotipo per stereotipo, credevo di rendervi meglio il concetto. State migliorando, sire, continuate così!» e uscì dalla sala del trono. Il mattino seguente, mentre il cavaliere aveva già preso il cammino in cerca della principessa scomparsa, a chilometri e chilometri dal regno di Lontano - Lontano, una giovane donna camminava a passo deciso tra i boschi, seguita da un possente drago. «No». «Dai». «No». «Dai». «No». «Dai». «No!». «E dai! Principessa! - esclamò quell’enorme drago dalla voce effeminata - Se non vi rapisco, come farò ad avere l’approvazione degli altri draghi!». «Pappappero, te l’ho già detto, non è un problema mio! Sono scappata dal regno per evitare di dovermi sposare e rischiare gonorrea e/o depressione post partum, e ora credi che mi farei rapire da te, solo per facilitarti il rapporto con la tua famiglia? Già sei fortunato se ti ho tolto dal mirino delle guardie. Che ci facevi a corte, oltretutto?» disse la principessa, mentre di buona lena, continuava a scavalcare tronchi caduti e pozzanghere di fango. «Ma è solo per finta! Poi vi lascio andare, ve lo giuro. Mi servite solo da esca». «Certo, come no … Da esca per cosa, poi?». Il drago avvicinò l’enorme muso alla principessa. «Per il cavaliere» disse bisbigliando. «Quale cavaliere?» rispose lei guardandolo, incrociando le braccia. «Il cavaliere che il re avrà sicuramente mandato per uccidermi, e salvarvi riscattando la Vostra mano». La principessa scosse la testa lasciandosi andare ad un sorriso di disapprovazione, mettendosi seria poco dopo. «Potrebbe funzionare … - disse con fare pensoso - Pensaci. Se arrivasse questo fatidico cavaliere, tu potresti ucciderlo! E se lui morisse, tu avresti gli elogi della tua famiglia e io non dovrei sposarlo». «Cosa? Ucciderlo? Ma io non ho mai ucciso nessuno!» esclamò il drago. «Non preoccuparti, Pappamolla …». «Pappappero! Che, oltretutto, in draghese significa “essere mistico con ottime idee”». «Quello che è. Lo ucciderò io per te, così tu prenderai il merito e io l’armatura! Ho sempre sognato di avere un’armatura. La domanda è: come farci trovare dal cavolo di cavaliere?». «C’è la vecchia torre, volendo». «Quel rudere al confine del regno, intendi?». Il drago annuì. «Hai ragione. E’ talmente prevedibile che sarà un gioco, preparargli un’imboscata. Andiamo!» rispose lei, iniziando ad avanzare velocemente. Intanto, a qualche chilometro dall’uscita della corte, il cavaliere stava studiando la mappa del regno cercando di capire da dove poter iniziare le sue ricerche. «“La principessa è stata rapita” … “Sicuramente è stato il drago” … “La Vostra ricompensa sarà la mano della principessa” … Ma chi la vuole? Ahh … Non vedo l’ora di trovare questa poveraccia e farle scrivere, nero su bianco, che lei desidera! Non essere salvata, che non è stata rapita, e che vorrebbe tanto che il padre si facesse i cazzi suoi. Ne sono certo!» ripeteva il cavaliere, continuando a guardarsi intorno mentre restava in sella al suo “possente” ronzino. Poco dopo, un grido femminile si udì risuonare dai boschi. «Oh, Santiddio ... Sarà davvero la principessa, questa?» e speronando il suo destriero stanco, galoppò in direzione del fitto bosco all’orizzonte. «Dai, Pappapero, stai fermo! E’ solo una spina, su via …» diceva la principessa, cercando di estrarre una grossa spina dalla zampa anteriore del drago, ancora all’interno del bosco. «Ma fa un male cane!». «Farà anche un male cane, ma sei veramente lagnoso! Come cavolo fanno a pensare che sia stato tu a rapire me, quando sarebbe stato più facile il contrario!». «A me non piace il dolore! - disse il drago cercando di trattenere i lacrimoni - Né darlo, né riceverlo, e poi …». «Shh!» disse la principessa a un certo punto. «Insomma, principessa! Già che mi sto mettendo a nudo, fatemi almeno finire il discorso! Che modi». La principessa si alzò di colpo prendendo tra le mani un tronchetto di legno, pronta a difendersi. «Silenzio! Ho sentito un rumore». «Siamo nel bosco, tante cose fanno rumore. Sarà una bestiola che lo abita». La principessa affinò ancor’meglio l’udito. «Ah, sì? E dimmi, anche un cavallo ferrato è solito ad abitare il bosco?» Quando il drago alzò l’enorme testone, una lancia passò esattamente tra lui e la ragazza, andandosi a conficcare nel tronco di un albero dietro di loro. «Principessa!» esclamò il cavaliere, arrivando al galoppo. «Ma che cazzo! Già qui?» rispose quella, cercando di nascondersi tra le frasche. Proprio durante un tentato balzo, però, il cavaliere riuscì ad intercettarla prendendola per la vita e mettendola in sella dinnanzi a lui. «Siete veramente stata rapita, quindi?» chiese, mentre ancora, il povero ronzino cercava di galoppare più veloce che poteva. «Ma fatemi il piacere!» esclamò la giovane che, subito dopo, tirò una gomitata nelle zone basse dell’uomo, gli strappò le redini dalle mani, e virando il cavallo lo disarcionò galoppando nella direzione opposta, laddove il drago sembrava essere sparito. «Pappappero, dove sei?» gridò poi, poco prima di estrarre la lancia dall’albero e puntarla alla gola del cavaliere, che nel mentre, era rimasto steso a terra supino. «Time-out!» esclamò il ragazzo, alzando le mani al cielo. La principessa smontò quindi da cavallo e si avvicinò a lui tenendolo ancora sotto tiro. «Vi manda il re?» domandò. «Sì … E’ convinto che … Voi! Siate prigioniera di un drago» rispose lui, ancora preso nel tentativo di rialzarsi. La principessa buttò gli occhi al cielo scuotendo lentamente la testa, poco prima di ritirare la lancia. «Ma guardatevi. Sembrate uno scarafaggio che non riesce a girarsi di pancia, e Voi, dovreste salvare me?». Il cavaliere riuscì finalmente a mettersi su un lato, poi in ginocchio, e in fine ad alzarsi. «Appunto. - disse, ripulendosi l’armatura - Io l’avevo detto, al re, che probabilmente non eravate stata rapita. Ma quello non ci vuole sentire!». «A chi lo dite …» replicò la principessa, appoggiandosi le mani sui fianchi. «Benissimo! Per questo ho stilato un accordo di “non salvataggio”, laddove firmerete che siete scappata spontaneamente da corte, che non c’è nessun drago sputa fiamme, e laddove mi sollevate da ogni responsabilità su di Voi, la Vostra mano, e qualsiasi cosa vi riguardi della quale non mi frega assolutamente niente. Buon compromesso, non trovate?» disse prendendo la pergamena dalla bisaccia sulla sua sella, poco prima di porgerla alla principessa. Lei lo guardò, con ancora le mani sui fianchi. «Cavaliere …». «Sì?». «Ma vaffanculo» disse, girandosi e iniziando a camminare. «“Vaffanculo”? Ma come, vaffanculo? Non volete essere libera di fare ciò che vi pare?». «Certo». «E allora firmate». «Non ci penso proprio». «Perché?» esclamò il cavaliere, facendo fermare il passo alla giovane, che quindi, si girò verso di lui. «Intanto perché io non scendo a compromessi. Non esprimono, affatto, il mio concetto di “libertà”. Secondariamente, non corrisponde del tutto al vero» disse incrociando le braccia mentre buttava lo sguardo da un lato. Il cavaliere diede una rapida occhiata al suo scritto. «Mi sembra tutto regolare, quale sarebbe la parte falsa? Non siete scappata volontariamente?». «Sì». «E dunque?». Pappappero fece capolino da dietro gli alberi, facendosi vedere dal cavaliere che iniziò a strillare come una ragazzina. «C’è, il drago» disse la principessa, nell’attesa che l’uomo si calmasse. Dopo ancora venti minuti, la principessa e il drago restavano fissi sul cavaliere, che nel mentre, era svenuto. «Potremmo farlo adesso» disse la principessa, guardando l’uomo. «Volete ancora ucciderlo?» chiese il drago. «Perché no? Ha una bellissima armatura, effettivamente». Poco per volta, il cavaliere iniziò a rinvenire, aprendo a fatica gli occhi, fino a mettere a fuoco il tutto. «Oh, merda …» disse, poco prima di crollare nuovamente al suolo. «No! No, no … Alzatevi. - esclamò la principessa, cercando di sorreggere il giovane dagli spallacci - Siete svenuto fin troppe volte, per essere un cavaliere». Il giovane si mise seduto, appoggiandosi al terreno con la mano sinistra, e massaggiandosi la nuca con la destra. «Ecco un altro cazzo di stereotipo di merda. Da quando, i cavalieri, hanno un numero massimo di svenimenti? Sentiamo …». La principessa e il drago si guardarono. «Beh! Da quando una principessa deve, per forza di cose, essere rapita, salvata e data in sposa al suo salvatore, suppongo!». «E il drago, ucciso brutalmente» aggiunse Pappappero, alle parole della ragazza. Il cavaliere scosse rapidamente il capo ed appoggiò i gomiti alle ginocchia. «Sentite, io la penso esattamente come voi! Ma suo padre … - disse indicando la principessa - E’ un retrogrado, monarca, patriarcale! E con lui, anche i suoi villici di merda. Non sentono ragioni! Per questo volevo firmaste il patto. Così avrebbe capito, forse». «Principessa. - disse il drago - Forse dovreste tornare a casa e dirglielo di persona. Fare valere la Vostra parola una volta per tutte». «Chi ti dice che non mi farebbe arrestare, facendomi passare per eretica, poi? - rispose guardandolo - In più, tu come spiegheresti la mia fuga alla tua famiglia?». Il drago la guardò. «Se mi uccidi lo stesso il cavaliere, porto lui». Il cavaliere guardò la principessa e il drago, per un paio di volte. «Ma vi sentite, voi due, quando parlate? - iniziò - Farmi ammazzare da lei, per prenderti i meriti, e mentire a una famiglia che ti vuole per la natura che non hai. E Voi, principessa, che delusione … Bramate la vostra indipendenza, emancipazione e sacrosanta libertà, e sentite la necessità di tornare a spiegarlo ad un padre che, nel migliore dei casi, vi incarcererebbe pensandovi eretica? E anch’io, che sto facendo? Sempre preso di mira per fare il lavoro sporco, rischiando la pellaccia ogni cazzo di volta, per qualcuno che si nasconde dietro a un dito pur di non muovere il culo!». «Cosa consigliate, dunque?» domandò lei. «Ma di andarcene altrove! Chi ce lo fa fare di tornare in un villaggio del cazzo, dove ogni due per tre, si rischia la peste?». Il drago e la principessa guardarono il cavaliere, che nel mentre aveva strappato la pergamena con l’accordo da firmare. «Principessa. Cosa ne dite?» chiese poi allungandole una mano intento a suggellare un accordo, che questa volta sapeva di libertà. «Purché venga anche il drago» rispose lei stringendo la mano al cavaliere. I tre si allontanarono, in cerca di nuove mete, all’esterno di quel regno che puzzava di vecchio. «Ehi, cavaliere. - disse la principessa a un certo punto - Non è che vi piaccio un po’? Non vorrei Vi illudeste di qualcosa». «No, per niente. Non preoccupatevi» rispose lui, mentre avanzava con il cavallo alla mano. La principessa si stranì appena. «Ah! Bene, e … Come mai, no?». «Sono gay» rispose lui, avanzando fiero. Fine
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Ciao! Intanto mille grazie per aver risposto così rapidamente. Guarderò sicuramente nella sezione che hai indicato. Per quello che riguarda il contest ho letto il tutto prima di presentarmi, e l'idea mi è piaciuta da subito! Penso che gli darò un'altra occhiata più da vicino
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Buongiorno, sono Nem. Cercando informazioni su una lista di editori che si occupino di generi fantasy umoristici sono incappata nel vostro interessante blog. Scrivo a livello amatoriale e ho appena ultimato una storia fantasy a sfondo comico che vorrei sottoporre a qualche casa che si occupi del genere. Nel presentarmi, approfitto anche per chiedere se ci fosse una sezione dove fosse possibile trovare una lista o nominativi. Grazie a tutti!