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Tutti i contenuti di Sofia C.
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Ieri pomeriggio, una cosa strana - e definirla strana su un forum di scrittura mi fa ridere. Assecondando un impulso che non assecondo mai (per la poesia è diverso), ho iniziato a scrivere una cosa. Mi sono detta che poteva essere l'incipit di un racconto. Il fatto è che il racconto, la storia, non c'è.
Mi rendo conto dei limiti della mia immaginazione (narrativa) anche se ancora non ci ho fatto pace e, bè, pur sapendo che non ho il talento per raccontare storie, alla totale mancanza di questo tipo di immaginazione non ci credo fino in fondo. Qualcosa mi sfugge. Me ne sono voluta convincere, immagino per comodità, però in questa convinzione non mi ci trovo bene.
Lasciando perdere i tormenti e la frustrazione (e che cliché, e che palle!), resta il fatto che scrivere quella pagina e mezzo è stato molto soddisfacente, nonché la cosa più piacevole della giornata, probabilmente proprio per il suo carattere estemporaneo - che è anche il suo limite (e il mio, il mio...). Vorrei però non lasciarla lì com'è.
Ecco, io ammiro chi sa raccontare e inventare storie, più dei poeti. Alcuni pianificano, altri dicono di "seguire" i personaggi e le situazioni man mano che si svolgono, prima di capire la direzione. Mi chiedo se per me sia possibile almeno questo. Almeno lasciar andare.
Non ho nessun talento da narratore. Mi sarebbe piaciuto esserlo fin da quando ho preso in mano la penna, dico la verità. Alla fine ho scritto poesie. Tuttavia, quello di scrivere resta tuttora un desiderio quotidiano inappagato, un impulso che sono troppo stupidamente e inutilmente "complicata" (senza falsa modestia!) per assecondare.
Ma sono stanca un po' di tutto. Anche di questo. Anche dei blocchi. Qualcuno dice di no, beat* l*i, ma i blocchi esistono.
Oggi continuerò a dedicarmi a quella pagina.
E scusate del "tormento" da cliché.
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Tu scrivi. Continua a scrivere quella pagina a cui, da quello che dici, potrebbero seguirne altre. Poi rileggi, riscrivi. Magari una storia c'è e ancora non la vedi, magari un punto da cui far partire una storia lo trovi e da lì ricostruisci, dieci, venti volte, anche di più. Il solo sentire di volerlo fare unito al provarci, è già il primo passo. So che è difficile (e te lo scrive una che vive di insicurezze ventiquattro ore al giorno) ma prova a non ripetere a te stessa, continuamente, "non ho talento per scrivere storie". Alla fine quella vocina che ti dice questo diventa predominante e oscura tutto il resto, anche la voglia di fare, di scrivere, che oggi hai. Quindi lascia spazio alla voglia, oggi, al desiderio di scrivere, non alla vocina. E scrivi. Dai!
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Quello che è successo a te non è poi tanto strano, ho una cartella piena di file che potrei intitolare: "non so cosa sono né che cosa potrei diventare".
Va bene così, è tutto allenamento alla scrittura, e poi fa bene per alleggerire lo spirito.
L'attitudine narrativa, invece, credo sia presente in ciascuno, ma in quantità differenti. Se t'interessa svilupparla, ci sono tanti mezzi ed esercizi. In rete si trovano tantissime risorse di questo genere, anche gratuite, con le quali potrai cimentarti.
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Si può leggere quella pagina?
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Sì, okay, mi vergogno ma lo faccio lo stesso. E dunque... Su Formicaleone (una rivista online molto interessante) sono uscite alcune mie poesie. Se qualcuno volesse dare un'occhiata... Questo è il link:
https://formicaleone.com/2021/05/21/quattro-poesie-di-sofia-ciriello/
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Ammetto un mio personale limite nei confronti della poesia ma, per quel che vale, le ho trovate belle.
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@Desy Icardi ti ringrazio.
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Non le trovo di impatto immediato, molto ermetiche in certi passaggi, e non è affatto un limite, anzi, hanno un valore proprio in quanto invitano alla riflessione e all'affinarsi della sensibilità del lettore. La mia preferita è "Questa notte"... Congratulazioni!
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Vedi che piaci? L'ho sempre sostenuto.
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Faccio la spesa (il supermercato alle 9 era.. AAAARGHCASINOAAAH), torno a casa, sistemo tutto, mi calmo, mi cambio.
Esco. Al parco. A camminare, forse a correre...? (Che ridere.) Nah.
La primavera.
Prati di margherite arruffate dove ancora non batte il sole, il vento che si alza, la luce tersa e trasparente che si sporca di bianco e diventa più morbida. Un grande ulivo sereno e nodoso come un signore che vede, che sa, che ti sorride e rientra nei suoi ricordi. Silenzio. Alla sua ombra, il via vai di passerotti e merli. Il ronzio degli insetti. Alberi che si sfiorano lassù tendendo i rami da una parte all'altra del viale: trame verdi che compongono una volta dalla struttura delicata. Se la fissi, sfuma nella luce. Per sempre. Come un amore. Ho pensato a questo.
Molto fiori sono già andati o mischiati alle foglie, ma arrivati all'incrocio tra due strade si sente un profumo di miele. È caldo, nascosto, improvviso. Non so di quale fiore sia il bacio: oltre il muro dev'esserci un albero. Dolce come un bacio nel buio.
Primavera, oggi.