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Swin9

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  1. Swin9

    Il dubbio (Ultima parte)

    IL DUBBIO (continuazione) OPERATRICE: Cosa mi può dire invece delle aspettative sull’aspetto fisico? UTENTE: (arrossendo) Mi vergogno un po’, ma per me è una cosa importante. OPERATRICE: In che senso? UTENTE: Ecco, so che bisognerebbe dare più importanza all’interiorità, ma quando vedo una bella donna, io… OPERATRICE: Bionda e occhi verdi? UTENTE: (sorpreso) Come ha fatto a indovinare? OPERATRICE: (ironica) Pura fortuna. E per quanto riguarda le aspettative sul suo aspetto fisico? UTENTE: Cosa intende, scusi? OPERATRICE: Si sente mai a disagio con il suo corpo? UTENTE: (deglutendo) Non so… come tutti, forse a volte penso che… OPERATRICE: Crede di corrispondere all’ideale di mascolinità che la società le presenta? UTENTE: No, ecco, forse questo no. OPERATRICE: E non le viene mai in mente che questo potrebbe essere uno dei motivi per il fallimento della sua vita amorosa? UTENTE: (sbigottito) Non fino a questo momento… OPERATRICE: Ci pensi. Forse non essere allineato all’idea di maschio che sente un eventuale partner potrebbe desiderare la blocca a livello inconscio. UTENTE: Non lo so. Insomma, sicuramente il machismo di oggi è un grosso problema, ma… OPERATRICE: E cosa mi dice delle sue competenze relazionali? È in grado di ascoltare l'altro, mettersi nei suoi panni, dare una lettura del mondo altrui priva di preconcetti? UTENTE: Be’, se la mette così… OPERATRICE: Insomma, di cosa si lamentavano i suoi partner di lei? UTENTE: …che non sapevo ascoltarle, che non ero in grado di stare al loro fianco quando avevano bisogno di me. OPERATRICE: Ecco. UTENTE: (angosciato) Oh dio, sono un disastro, non è vero? OPERATRICE: Ma no, guardi, molti sono nella sua stessa situazione. UTENTE: Ma io non ci avevo mai riflettuto… non credevo… OPERATRICE: Si può tranquillizzare, la sezione relazioni interpersonali è finita. UTENTE: Oh, meno male. OPERATRICE: Passiamo alla questione lavoro. Si sente gratificato? UTENTE: Forse non è la parola che userei… OPERATRICE: Crede di svolgere un lavoro al di sotto delle sue capacità? UTENTE: Diciamo che sono ancora giovane, ho tempo per migliorare la mia posizione. OPERATRICE: Vedo che ha un'alta specializzazione di studi. Come sono stati gli anni universitari? UTENTE: Mah... diciamo che sono andati bene. Non avevo molti amici, forse. OPERATRICE: Sì, sì, ne abbiamo già parlato. Ma cosa mi dice dello studio in sé, com'erano i suoi voti? UTENTE: (orgogliosamente) Ottimi. OPERATRICE: Come sospettavo. UTENTE: Cosa vuole dire? OPERATRICE: Che lei ha un'intelligenza superiore alla media. UTENTE: Ah, certo. Bene... ed è un problema? OPERATRICE: No, certo che no. Ma ora che ha acquisito certe competenze... come si trova a doverle mettere in pratica nel suo posto di lavoro? UTENTE: Eh. Più o meno. OPERATRICE: Si spieghi. UTENTE: Voglio dire… all’università era tutto diverso. Non avevo problemi a stare ore e ore a studiare formule e idee complicate, e anche con i laboratori pensavo di aver acquisito un metodo efficace, però… OPERATRICE: Però? UTENTE: Però realizzare le cose nella pratica è molto diverso. Il lavoro è intenso, le ore sono dure, le giornate lunghe. E con i miei colleghi non c’è tutta questa affinità, per non parlare dei miei capi. Anzi. E la paga poi… totalmente inadeguata. Se devo essere sincero, sono piuttosto infelice. Non me l’aspettavo così. OPERATRICE: Capisco perfettamente. UTENTE: Non volevo lamentarmi. OPERATRICE: Lo so, non si crucci. Tutto ciò che mi ha detto ha solo confermato più volte il quadro generale. UTENTE: Cosa intende? OPERATRICE: Mi lasci fare un’ultima domanda. UTENTE: (annuisce) OPERATRICE: Tutta questa insoddisfazione che sente, come di una serenità negata in più campi della propria vita… la inquieta? UTENTE: Sinceramente, prima di oggi non sapevo darle un nome, ma… sì. Sì. OPERATRICE: (lentamente) Insomma, in generale non sente a volte che è tutto troppo, che qualcosa non va come dovrebbe andare? UTENTE: Esatto, sì… OPERATRICE: E mi dica, non desidera ogni tanto, quando è solo e magari ha avuto una giornata particolarmente pesante, poter piangere e disperarsi, ma proprio quelle lacrime non riescono a uscire… UTENTE: (affannato) Sì, sì, è proprio così. OPERATRICE: E magari se lo spiega perché è la società a presentare un tipo di uomo, un uomo che non piange mai, che si rialza sempre, che non ha problemi… UTENTE: (infervorandosi) Ecco, ecco, è così! OPERATRICE: (abbassando la voce) Non crede che la società abbia posto standard troppo alti per lei, che proprio non riesce a raggiungere come uomo? Non si sente mortificato nella sua umanità per questo? UTENTE: (quasi urlando) Sì, cazzo, sì! I due rimangono in silenzio un attimo, l’uomo si ricompone. UTENTE: Mi scusi. OPERATRICE: Non c’è nulla di cui doversi scusare. Abbiamo finito. UTENTE: E dunque? OPERATRICE: Mi dispiace doverle comunicare che lei non ha raggiunto i requisiti minimi perché io possa conferirle l'attestato di umana esistenza. UTENTE: Vuol dire... vuol dire che non sono umano? OPERATRICE: No, mi dispiace. UTENTE: E quindi... cosa sono? OPERATRICE: Lei è un cyborg. UTENTE: Ma... i miei genitori, la mia vita... OPERATRICE: Tutti ricordi impiantati in lei per farle credere di essere umano e quindi renderla utile alla società. Ma è chiaro che siano stati fatti dei calcoli sbagliati, che l’hanno in realtà resa non idoneo. Perciò stiamo facendo questa indagine. UTENTE: Ricordi impiantati... OPERATRICE: Nei suoi circuiti. Niente di più facile. UTENTE: (spalancando gli occhi) Oh. Mio dio. OPERATRICE: Faccia con calma. È normale aver bisogno di qualche minuto per assimilare il concetto. UTENTE: Ecco, io... avevo sempre avuto questo tarlo, questa sensazione strana di essere inadatto... inadatto a... OPERATRICE: Al mondo? Alla vita? UTENTE: Ecco... sì. (Pausa) Sì. (momento di silenzio) UTENTE: E quindi ora… ora cosa ne sarà di me? (deglutisce) Dovrete… riciclarmi? OPERATRICE: Ma certo che no. Ora, semplicemente, sa la verità. Non deve più preoccuparsi. UTENTE: Non devo più... preoccuparmi? OPERATRICE: Si. Voglio dire, lei non è umano. Non deve adattarsi agli standard umani. UTENTE: Non devo? OPERATRICE: No. (Pausa) Insomma, lei è libero. UTENTE: Sono... libero! (Si alza, felice, facendo cadere la sedia,) "Grazie, grazie" (e se ne va). L’UTENTE esce, entra L’INSERVIENTE, pulendo per terra con una scopa. INSERVIENTE: Un altro cliente soddisfatto? OPERATRICE: Come sempre. INSERVIENTE: Non ti stanchi mai di mentire a questi poveracci? OPERATRICE: No, non la vedo come una menzogna. INSERVIENTE: Ma gli fai credere di essere robot quando non lo sono! Escono di qui felici e se ne vanno nel mondo liberati di ogni ansia e responsabilità! OPERATRICE: Appunto. Senza più ansia e depressione. Non credono più di essere sbagliati. Non è forse meglio così? INSERVIENTE: (pensieroso) Forse hai ragione. OPERATRICE: È meglio così, è meglio così. FINE [Devo dire che i risvolti AI delle ultime settimane lo rendono meno fantascientifico di quanto lo avessi pensato all'epoca]
  2. Swin9

    Il dubbio (Prima parte)

    Ciao a tuttə! Pubblico questo raccontino che in realtà supera di poco le 10k battute, quindi saranno tipo 5k qui e 6k nella seconda parte. Andrebbe letto tutto insieme, però, perché da sola questa parte ha poco senso. L'ho scritta qualche anno fa mentre stavo in Accademia, e sarebbe in realtà per la radio, quindi troverete pochissime indicazioni per questo. Potrebbe però tranquillamente essere adattato per altri media, probabilmente prima o poi lo trasformerò in un racconto di narrativa vero e proprio. Intanto comunque lo posto per @Russotto e per chiunque potrebbe essere interessato. Detto questo, chiaramente non è un capolavoro! Sono contenta perciò se troverete modo e tempo di leggere e lasciare un vostro parere... grazie mille! IL DUBBIO OPERATRICE: donna (42), operatrice incaricata di verificare le competenze umane; UTENTE: uomo (29), laureato con il massimo dei voti, ha difficoltà sul lavoro e nel privato; INSERVIENTE: (50) pulisce la struttura ogni giorno. UTENTE: Buongiorno, sono qui per l'attestazione delle competenze umane di base. OPERATRICE: (sbrigativa) Sì sì, certo. Si sieda, cominciamo subito. Nome? UTENTE: Porfirio Zappara. OPERATRICE: Chi le ha dato questo nome? UTENTE: I miei genitori. OPERATRICE: E allora dovevano volerle proprio male i suoi genitori. UTENTE: Ma no, è un vecchio nome di famiglia. OPERATRICE: Sicuro? UTENTE: Sì! OPERATRICE: Se lo dice lei… UTENTE: Scusi, possiamo lasciare stare questo argomento? OPERATRICE: Certamente, era per fare un po’ di conversazione iniziale. È nervoso? UTENTE: Non lo ero quando sono entrato. Andiamo avanti, per cortesia. OPERATRICE: (schiarendosi la voce) Iniziamo. Ha ricordi di quanto era bambino? UTENTE: Come tutti, direi… pochi frammenti. OPERATRICE: Uno in particolare? UTENTE: Non lo so, così su due piedi non mi viene in mente. OPERATRICE: Si sforzi. UTENTE: È proprio necessario? OPERATRICE: Le assicuro di sì. UTENTE: (concentrandosi) Allora… sì, ecco, forse c’è quella volta… era l’inizio delle elementari. C’era una bambina carina che già avevo visto al parco giochi. OPERATRICE: Si ricorda com’era? UTENTE: Come? OPERATRICE: Che aspetto aveva? UTENTE: Boccoli biondi e occhi verdi, era bellissima. OPERATRICE: E cosa faceva questa bambina? UTENTE: Niente, giocava con altre bambine. Io la osservavo dall’altra parte del cortile e speravo che finissimo in classe insieme. Ecco, sì, era il primo giorno di scuola. OPERATRICE: E poi? UTENTE: Niente, non mi viene in mente altro. OPERATRICE: Cioè, il suo ricordo è lei che guarda questa bellissima bambina da lontano, e basta? UTENTE: Esatto. OPERATRICE: Non si ricorda nient’altro, nessuna interazione, niente? UTENTE: No, finisce così. OPERATRICE: Capisco. UTENTE: Le avevo detto che era solo un frammento… OPERATRICE: (scrive qualcosa sui fogli che ha davanti) Mmm… UTENTE: Scusi, cosa ha appena scritto? OPERATRICE: (muovendosi a disagio) Non deve preoccuparsi di questo, sono i miei appunti personali, questo è il processo di valutazione. UTENTE: Sì, ma sembrava proprio che stesse scrivendo… Non importa. OPERATRICE: Passiamo alla prossima domanda: sua madre? UTENTE: Mia madre cosa? OPERATRICE: Cosa mi può dire di lei? UTENTE: Era una bellissima donna. OPERATRICE: Certo, sono sempre bellissime donne. UTENTE: Cosa intende, scusi? OPERATRICE: Lasci stare, era un commento come un altro. Cosa mi può dire invece di suo padre? UTENTE: Mi scusi, ma è proprio sicura che siano queste le domande del questionario? Mi paiono alquanto strane. OPERATRICE: Certo che lo sono. Servono a valutare la sua esperienza umana di base, fin dall’infanzia. Sta andando bene, non si preoccupi. Risponda pure come desidera. UTENTE: (dubbioso) D’accordo… OPERATRICE: Dunque, suo padre. UTENTE: Eh, cosa vuole... abbiamo un rapporto conflittuale. OPERATRICE: Ma non mi dica. Che originalità. UTENTE: (irritato) Scusi però, lei dice che va tutto bene, ma poi fa questi commenti che io… OPERATRICE: No, ha ragione, sono stata poco educata. Capisco che questo sia un argomento delicato per lei UTENTE: Ma non è l’argomento a essere delicato, è lei che insinua- OPERATRICE: Va bene, cambiamo sezione del questionario. UTENTE: Ma… OPERATRICE: Perfetto, una domanda veloce: ritiene di avere buoni amici? UTENTE: Sì, certo. Quelli veri li posso contare sulle dita di una mano e forse ne avanza pure, ma credo sia meglio così. OPERATRICE: Avete un rapporto profondo? UTENTE: Non saprei. Ci conosciamo da tanti anni, abbiamo il nostro bar di fiducia per una birra il sabato sera… OPERATRICE: Certo, certo, va bene così. UTENTE: Non vuole sapere altro? OPERATRICE: No. Parliamo d’amore. UTENTE: (gemendo) Dobbiamo proprio? OPERATRICE: Sì, purtroppo. Fa parte dell’esperienza umana. Ne deduco che le sue relazioni amorose non siano soddisfacenti? UTENTE: Potrebbero andare meglio, sì. Diciamo che me la cavicchio. OPERATRICE: Ha una relazione stabile? UTENTE: Non al momento. OPERATRICE: Ne ha avute in passato? UTENTE: Sì. OPERATRICE: A lungo termine? UTENTE: (a disagio) Preferirei non rispondere. OPERATRICE: Non deve dirmi un numero. UTENTE: È sicura che sia una delle domande? OPERATRICE: Senta, capisco che molte di queste domande sono decisamente personali e forse lei non se l’aspettava, pur sapendo per quale motivo è stato chiamato qui, ma le assicuro che è del tutto normale sentirsi a disagio, faccio questo lavoro da anni e tutti reagiscono in questo modo. UTENTE: Questo non mi rincuora molto. OPERATRICE: Mi dispiace. Facciamo così, seleziono l’opzione “Sì, ha avuto relazioni a lungo termine” lasciando vuote le righe di spiegazione e va bene così. UTENTE: (sollevato) Grazie.
  3. Swin9

    Sessismo

    Ciao Russotto, scusa se ci ho messo tipo 7 mesi a risponderti Tu come autore hai assolutamente tutto il diritto di scrivere come vuoi, quindi il testo va benissimo così come l'hai pensato. Volevo però farti presente che in realtà la scrittura per il teatro è molto diversa da quella narrativa, ciò che cambia principalmente è il corpo: ovvero, tu non stai scrivendo come per un romanzo/racconto di narrativa per l'esclusiva immaginazione di un lettore, ma prima di tutto scrivi per l'attore, e l'attore è un essere umano in carne e ossa che occupa uno spazio e ha una voce. Questo vuol dire non solo che devi scrivere immaginando battute che effettivamente siano pronunciabili (la lettura ad alta voce per un autore di teatro è ancora più essenziale che per un romanziere proprio per questo), ma anche dare istruzioni sul tipo di intonazione, sui gesti, sui movimenti, ecc... Certamente senza esagerare, perché come giustamente dici poi il resto dei "comparti tecnici" (regista, attori per teatro, ma per tv/cinema ci sono anche molte altre figure) deve dare una propria interpretazione (e infatti spesso regista/attori cambiano battute e non solo), però è importante che l'autore prima di tutto renda chiara la propria interpretazione, la propria visione. Nel teatro italiano spesso la collaborazione è stretta, quindi capita che poi il regista/attore chieda ulteriori spiegazioni all'autore (es. "ma questo come l'hai immaginato?", "ma qui cosa volevi intendere?"), quindi capisci che se di partenza non c'è proprio nulla ma solo battute nude e crude rischi di mettere in difficoltà chi legge e non colpire nel segno perché non riescono a immaginarlo sul palco! (E chi legge qui sarebbero eventuali produttori, il regista, ecc.) Ok, mi è venuta una spiegazione-pippone, scusa ma la capacità riassuntiva non è cosa mia... anche se in realtà il discorso sarebbe ancora più lungo e complesso, quindi insomma, forse me la sono cavata! Aggiungo un'ultima cosa che mi è venuta in mente ora: tra i testi per teatro/cinema/tv ecc., quello forse che può essere più stringato è quello per radio (se mai qualcuno ne scrive ancora, di radiodrammi), proprio perché lì hai solo la voce/suoni a disposizione, quindi anche le indicazioni dell'autore saranno minime (e riguarderebbero solo intonazione, pause, al massimo suoni di sottofondo...). Forse ho un testo che avevo scritto a questo scopo, se lo ritrovo lo posto, che magari può aiutare a dare meglio l'idea!
  4. Ciao a tutti e tutte, come immaginavo il mio poco tempo (e la mia testa fra le nuvole) mi hanno tenuto lontano dal forum. Ci riprovo, chissà che... intanto grazie per i benvenuta! Ciao Ghost, diciamo non proprio. Cioè, la scuola Palomar per me è stata una degli step della mia formazione in ambito scrittura (ne ho fatti altri - scuole e corsi, anche in ambito editing - prima e dopo), mi ha sicuramente dato molti strumenti, ma in realtà il mio lavoro di adesso come sceneggiatrice è diretta conseguenza della formazione all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, dove mi sono diplomata in drammaturgia e sceneggiatura. Per quanto alla Palomar abbia imparato molte nozioni e tecniche di scrittura è stato più che altro sulla narrativa e in generale creazione di una storia, mentre alla Silvio D'Amico ho imparato in specifico il necessario per scrivere per la tv, cinema, teatro, radio, pubblicità... Spero di essermi spiegata meglio, se hai altre domande chiedi pure! Grazie dell'interessamento comunque!
  5. Rieccomi! Don't worry, non c'è fretta, anche perché non penso ci siano molti utenti interessati, era più una curiosità mia... Ma caricando il pdf verrebbe come un allegato o si vedrebbero le pagine in chiaro? Per capirci, come l'immagine che ho caricato sopra, intendo. Inoltre, rimarrebbero le stesse regole, per esempio di battute (10mila massimo)?
  6. Swin9

    Sessismo

    Ciao Russotto, dialogo molto carino. Ci hai poi ancora lavorato per allungarlo? Mettendo un po' di contesto potresti almeno farlo diventare un corto sui 5 minuti. Sinceramente per le caratteristiche che ha, però, non lo allungherei di più perché rischieresti di snaturarlo. Sicuramente da fare è aggiungere le didascalie (descrizione spaziale della scena, azioni dei personaggi, eventuali intinazioni della battuta, ecc.), essenziali per il teatro.
  7. Alice è bravissima, attenta, scrupolosa e super empatica. Con lei siete in buone mani!
  8. Massì, ormai non sono più un'adolescente che ha bisogno di "nascondersi" dietro i nick🤣 Grazie per il benvenuto! 🥰 Per quanto riguarda la questione sceneggiature-html è che le sceneggiature vengono scritte con spaziature precise, con il layout all'americana (ormai l'unico in uso), e per farlo ci sono dei programmi/applicazioni apposta (come final draft), che poi lo esportano automaticamente in pdf. Non saprei nemmeno come farlo "a mano", su word o con l'html. Ora non ho sottomano il pc, appena riesco posso mandarti un pdf. Intanto, come esempio, (sperando di aver allegato bene l'immagine che sono dal cell), ecco:
  9. Swin9

    Finché ho tempo, trovo il tempo

    Ciao a tutti! Approdo qui da FB, ma in realtà mi ero già iscritta a inizio 2021, ma non mi ero mai presentata né davvero frequentato il forum. Siccome sono pigra, passerò ora a copiare la mia presentazione dal gruppo FB Ma prima, per spiegare il titolo del post: in questi giorni sono in ferie e in vena malinconica da forum, non so però se avrò ancora tempo di seguirvi quando la vita lavorativa ricomincerà. Prometto di provarci. Bazzicavo il Writer's Dream (insieme a mille altri forum e siti di scrittura) credo una decina di anni fa (per dirne una, ero finita in mezzo alla questione EditAutori 😅) e poi per vario tempo a periodi alterni, ma non sono mai stata un'assidua frequentatrice e in più c'erano i nickname di mezzo quindi dubito che qualcuno si ricordi di me, anche se io ricordo benissimo e con affetto diversi di voi 😁 Nel frattempo ho frequentato il master in tecniche della narrazione alla scuola Palomar e sono diplomata in drammaturgia e sceneggiatura all'Accademia Nazionale Silvio D'Amico. Sono una sceneggiatrice, e ho lavorato e lavoro anche come editor e story editor. Al momento sto scrivendo una serie tv per ragazzi, di mezzo c'è anche una grossa CE perché si tratta dell'adattamento di un romanzo. Purtroppo per questioni di contratto non posso dare info specifiche, ma per qualsiasi domanda o curiosità sul mondo delle serie e adattamenti, per quanto ne so, sono a disposizione 🙂 Ovviamente, in quanto editor, laureata in letteratura contemporanea e aspirante scrittrice mi fa sempre piacere informarmi e discorrere di editoria. Ringrazio per l'accoglienza nel gruppo, e buon weekend! p.s. ho dato un'occhiata alla sezione "Sceneggiatura", ma ho visto che in realtà nessuno ha postato sceneggiature vere e proprie (solo drammaturgie o sceneggiature di fumetti). Siccome le sceneggiature per loro natura hanno una formattazione complessa, è possibile pubblicarle correttamente? Devo fare qualcosa di specifico con l'html? Metto le mani avanti e chiedo già prima di fare pasticci. Grazie!
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