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Dreamcatcher

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  1. Buongiorno Dreamcatcher, ho letto i tuoi commenti sulla CE Mezzelane. Grazie per aver condiviso la tua esperienza interna e nel modo più neutrale possibile; commenti del genere possono aiutare tutti, scrittori ma anche professionisti dell'editoria, a mio avviso. Avresti da suggerire al contrario una CE, piccola o media, che per tua esperienza diretta lavora bene?  Grazie e buon anno

  2. Dreamcatcher

    Le Mezzelane

    @Mody Bick Posso confermare che la tua esperienza è uguale a tante altre, purtroppo. Diversi autori hanno rescisso i contratti negli ultimi tempi. La CE chiede un contributo economico per la recessione del contratto nel caso in cui l'editing sia già stato svolto (se si può chiamare editing una revisione svolta da un semplice lettore/autore). In quanto alle non-risposte: è la prassi.
  3. Dreamcatcher

    Le Mezzelane

    La cancellazione è stata richiesta dalla CE, quando si è resa conto che non era in grado di replicare. Per qualche tempo la direttrice editoriale ha creato un account fake in cui rispondeva fingendo di essere una dipendente, ma è durato poco. Come se non bastasse, in quel periodo, sul gruppo autori intimavano a tutti di cancellarsi dal WD e minacciavano di rescindere i contratti editoriali a tutti gli autori che non erano ancora entrati in editing, anche se non c'entravano con il WD. Questo perché, non essendo in grado di identificare i responsabili delle testimonianze, pensavano di potersi rivalere su tutti, indistintamente. Comunque, da parte loro è molto raro riceve risposte anche quando si è un loro autore o un collaboratore.
  4. Dreamcatcher

    Le Mezzelane

    Ho avuto esperienza con questa casa editrice come editor. Cercherò di parlarne nel modo più neutrale possibile, limitandomi ai fatti, in modo che ognuno possa farsi un’idea senza essere influenzato da quella che io ho già. In qualità di editor ho fatto parte su Facebook sia del gruppo editor sia di quello autori. Nei primi tempi, in quest’ultimo si vedevano approdare molto spesso nuovi scrittori contrattualizzati. Quasi ogni giorno ce n’era almeno uno nuovo. Premetto che non sono un professionista e questo era chiaro già dal mio curriculum che mi è stato richiesto (probabilmente per formalità). Tuttavia, per verificare se potessi collaborare con loro mi è stato sottoposto un test, come a tutti gli altri membri del team. Il test consisteva nel migliorare due stralci non editati di due libri da loro già pubblicati. Devo dire che la pessima qualità dei testi era sconcertante, mi domandavo come fosse possibile che libri scritti così male avessero superato la selezione. La risposta è arrivata poco dopo: anche i testi di scarsa qualità venivano accettati, per poi essere quasi completamente riscritti dagli “editor”. La direttrice editoriale diceva di dare più importanza alla storia che alla forma. Peccato che, molte volte, nemmeno le storie che ci venivano sottoposte fossero così notevoli. Altre volte, la risposta era “perché vende”. Devo precisare che nessun editor (o quasi) del loro staff è qualificato. Alcune persone sono più preparate di altre ma i casi di veri professionisti che hanno lavorato per loro sono molto rari. L’editing infatti viene svolto da persone che semplicemente sanno padroneggiare bene la scrittura o che hanno un buon occhio per la correttezza e la scorrevolezza delle frasi, requisiti che di solito dovrebbe avere un autore per superare la selezione dei manoscritti. La capo editor ha una conoscenza abbastanza approfondita, ma spesso impone il suo giudizio forzando i testi a modifiche con cui l’autore non è d’accordo e a volte inutili (per esempio: usare una parola piuttosto che un’altra, anche quando il significato non cambia). La capo editor è, inoltre, per sua stessa ammissione, disgrafica. Lo ricorda spesso agli autori e agli altri editor. Peccato che questo suo problema si traduca nell’inserimento di refusi a profusione sui testi ripuliti che l’editor e l’autore le sottopongono per un’ultima revisione. Per cui, dopo la sua revisione, che sempre contiene molte modifiche non evidenziate, bisogna rileggere parola per parola l’intero testo per scovare gli errori di battitura aggiunti dalla capo editor. Se poi l’autore si lamenta dopo la pubblicazione, magari per refusi sfuggiti durante questa fase, la colpa è dell’autore perché ha dato il “visto si stampi”. Sono stati fatti post minacciosi rivolti agli autori che segnalavano errori post pubblicazione. Nel gruppo editor, nato con l’intento di sottoporre ai colleghi i propri dubbi, molto spesso si deridevano gli autori per frasi contenute nei loro testi, e a volte li si offendevano. Un problema molto comune in questa CE è l’attesa infinita per vedere la propria opera pubblicata. Molti autori hanno rescisso i contratti dopo anni di inutile attesa. La CE dice che l’attesa è dovuta al fatto che fa le cose per bene e che i suoi “professionisti” lavorano con attenzione. Inoltre, i rallentamenti sono spesso imputati agli autori che chiedono informazioni sui propri testi. Purtroppo non è così. I tempi lunghissimi sono in realtà dovuti al fatto che molti “editor”, sostanzialmente, lavorano quando ne hanno voglia (e ne hanno diritto, visto che non percepiscono un compenso sicuro ma una percentuale sulle future vendite dei libri, sperando che avvengano) su testi spesso improponibili e poco interessanti su cui è necessario svolgere un intervento pesantissimo. Gli autori, ovviamente, non si aspettano di vedere i loro testi stravolti o di doverli addirittura riscrivere, per cui nascono liti e malumori che contribuiscono a rendere ostile l’ambiente della CE. Anche la notevole quantità di libri accettati contribuiva al rallentamento, gli editor dovevano occuparsi di più libri per volta. Negli ultimi tempi il numero di opere accettate era però diminuito. Ci sono anche autori davvero meritevoli nel loro catalogo, per carità, purtroppo però sono una minoranza, almeno da quel che ho potuto vedere nel tempo in cui ho collaborato con loro. Non ricevo i report di vendite ogni tre mesi come da contratto, così come non li ricevono gli autori. Questo però è un problema comune, non uno dei più gravi. Riterrei soltanto più corretto se nel contratto fosse scritto che viene inviato una volta all’anno, visto che mantenere scadenze così brevi risulta pressoché impossibile. Di recente hanno pubblicato un video in cui a un certo punto inveiscono contro gli autori che chiedono i report. La CE partecipava (prima del covid) a molte fiere del settore ed era spesso in giro per l’Italia. Questo è un punto a loro favore, anche se poi le effettive vendite alle fiere erano irrisorie, soprattutto se l’autore non poteva essere presente. Questa è la mia esperienza diretta e interna. Purtroppo, non è facile intuire cosa c’è “dietro le quinte” di case editrici che a prima vista sembrano promettenti, ritengo quindi giusto che altri conoscano questi fatti prima di decidere se vale la pena di entrare nella loro realtà.
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