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elena cavallone ha cambiato la sua immagine del profilo
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Emma Saponaro ha cambiato la sua immagine del profilo
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La barca oltre la vita - Capitolo 3
PierpaoloR ha risposto a PierpaoloR nella discussione Racconti a capitoli
Grazie del suggerimento. Mi alzo, sgranchisco il collo, cancello gli scarabocchi dalla lavagna. Se aumentiamo la velocità angolare… No, troppa instabilità. Se ridistribuiamo il carico… Stringo il pennarello. Merda, cosa mi sfugge? Resto fermo, le mani sui fianchi, senza distogliere lo sguardo dalle formule. Si è fatto tardi e non concludo nulla. Spengo la luce, meglio andarsene, o rischio di impazzire. Salgo le scale e supero il pianerottolo del terzo piano in punta di piedi, sperando di passare inosservato. -
Linda ha cambiato la sua immagine del profilo
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Romina Piazza ha cambiato la sua immagine del profilo
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La barca oltre la vita - Capitolo 4
Russotto ha risposto a PierpaoloR nella discussione Racconti a capitoli
Questo passaggio mi pare un po' mesto, opaco... ebbene sì, ce l'ho anch'io , l'ho riconosciuta subito! Secondo me c'è un grave sbilanciamento. E non tra rotore e statore, ma tra la parte del colloquio e tutte le altre. Sei stato ipersbrigativo in tutto il testo (cosa che non è necessariamente da considerarsi un errore) e nella parte del colloquio sei sceso in dettagli tecnici che, se letti da qualcuno che non sa la differenza tra Volt e Ampère, potrebbero rivelarsi molto noiosi. Passo al quinto capitolo. -
La barca oltre la vita - Capitolo 3
Russotto ha risposto a PierpaoloR nella discussione Racconti a capitoli
Io, in questi casi, faccio un'operazione molto banale ma pratica: un capoversdo in più, separo il paragrafo da quello precedente. Al massimo puoi indicare a parole che il tempo è passato: "Ho passato l'intera giornata qui dentro, ora si è fatto tardi..." -
Donatella Rodighiero ha cambiato la sua immagine del profilo
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Edison ha incominciato a seguire Editoria indipendente: un allarme, una campagna
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Editoria indipendente: un allarme, una campagna
Edison ha risposto a NinoB nella discussione sUPporto Editoria
Ciao a tutti Una considerazione spassionata. Si legge poco perchè l'offerta è enorme. Se iniziassi a leggere oggi quello che c'è in una qualunque libreria, penso che finirei tra trecento anni. A meno che la gente non abbia un cervello da computer e il portafoglio da milionario, comprerà solo pochi testi e magari di un autore che conosce. E' logico che molti libri, seppur meritevoli, non abbiano successo perchè la loro presenza è stemperata in un mare di carta. Ed è altrettanto logico che, se si fanno le statistiche, ogni pubblicazione raccoglierà solo pochi frutti. Uno dei pochi metodi che conosco (se non l'unico a parere mio efficace) è quello di svolgere eventi come firmacopie presso fiere e librerie. Il successo non è garantito, ma saranno quelle due o tre copie che si riescono a piazzare a fare marameo ai grandi gruppi editoriali. Alla prossima Edison -
Dipende dal tipo di storia. Sicuramente un tempo certe usanze erano più radicate, ma credo dipenda da tante cose, il contesto geografico, per esempio. Ricordo una volta che per inoltrare una denuncia notai che durante l'attesa i carabinieri parlavano tra di loro con una certa familiarità, ma nel momento formale - l'atto della denuncia vero e proprio - si rivolgevano l'un l'altro con grado e cognome. In bocca al lupo. Prova a dare un'occhiata anche a questa sere di articoli, li avevo letti tempo fa per motivi simili ai tuoi e mi erano stati utili. Qui si parla di indagini in generale, quindi non solo di carabinieri ma anche di polizia. https://pennablu.it/narrativa-poliziesca-1/
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Taylor Blackfyre ha cambiato la sua immagine del profilo
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No, il mio personaggio chiama i sottoposti in modi diversi a seconda della familiarità che ha con loro. Per dire a uno lo chiama Giovanni, un'altro lo chiama Roma (diminutivo del cognome), un altro lo chiama solo col cognome, e i suoi sottoposti si rivolgono a lui dandogli del lei tranne in un caso, in cui gli dà del tu, ma non come mancanza di rispetto, bensì per tutta una serie di disavventure che hanno passato insieme. Quella che ho nel mio libro è una situazione decisamente al limite, i personaggi sono stati mandati in una zona mezza sperduta d'Italia e questo ha creato dei legami tra loro, per cui la formalità c'è ma fino a un certo punto. Infatti a me interessavano le modalità di dare/ricevere ordini quando poi si passa a una situazione di pericolo in cui (secondo me) è proprio necessaria la formalità. Il sito dei carabinieri ce l'ho praticamente sempre aperto, ma parlare con un vero rappresentante delle forze dell'ordine secondo me è molto più utile, perché ti fornisce la risposta immediata a quella domanda. Considerate che mio suocero era brigadiere capo dei carabinieri e quando veniva chiamato rispondeva sempre Comandi signor maresciallo, e anche se gli chiedevano un bicchiere d'acqua la sua risposta era sempre Comandi e non, ad esempio, signorsì. Questo modo di porsi è troppo formale? O datato? O si usa ancora?
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Lorenzo ha incominciato a seguire Senza Titolo 14
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nidi di merli tra le siepi vanno e vengono smuovono le foglie lieve e pesante tu che passi e lasci ogni speranza
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BJK ha incominciato a seguire Pathos Edizioni
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Contratto pervenuto entro i tempi stabiliti, con richiesta di acquisto copie da parte dell'autore (clausola contrattuale, non facoltativa). Pertanto, per mia esperienza, trattasi di EAP e non di ibrido.
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Desy Icardi ha incominciato a seguire Aiuto in questioni da CARABINIERI
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Occhio al livello di ambientazione. Un conto è la caserma, un altro la stazione locale dove probabilmente i rapporti sono meno formali. Il chiamarsi con il grado più il cognomi è sicuramente usuale ma un maresciallo che chiama il sottoposto "appuntato Rossi", magari in un momento informale, può fare un po' l'effetto retrò in stile "pane amore e fantasia" (che magari è l'effetto che cerchi). Ti do un consiglio molto banale ma credo utile, che è quello di consultare il sito dei carabinieri con particolare riferimento alle pagine di comunicazione e stampa, così puoi testare da solo qual è il loro "stile ufficiale" di comunicazione https://www.carabinieri.it/
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Maria Cordoni ha cambiato la sua immagine del profilo
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Tu non sai quanto mi hai illuminato la giornata! Ti ringrazio infinitamente!
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AlexMai ha cambiato la sua immagine del profilo
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Dato che si tratta di una situazione limite, potresti pensare di stravolgere tutte le convenzioni. Per quanto riguarda i rapporti tra esercito e carabinieri, in genere sono orientati al rispetto, ma non credo che tra di loro si adottino rigidi formalismi. È chiaro che se un carabiniere incontra un generale dell'esercito si mette sull'attenti, ma, per il resto, dipende dai casi. Mi è capitato, quando ero ufficiale, di essere fermato da una pattuglia di carabinieri: ero in borghese, ma ho esibito il tesserino militare; pur essendo, nei fatti, un loro superiore, non hanno usato con me alcun formalismo (né io l'avrei preteso). Ricorda, comunque, che il saluto militare va dato solo se chi è tenuto al saluto (il sottoposto) è in divisa; altrimenti basta un semplice ed educato saluto. Nella caserma dove prestavo servizio c'era proprio un sergente maggiore simpaticissimo, benvoluto da tutti e ci si dava, tra lui e gli ufficiali, tranquillamente del tu anche in pubblico. Quindi, sì, se un sergente maggiore come quello facesse da testimone di nozze a un capitano nessuno griderebbe allo scandalo. Se un sottoposto (in divisa) incontra un superiore normalmente saluta militarmente, ma se succede dieci volte in cinque minuti è l'ufficiale stesso che in genere dice "comodo; basta che saluti una volta". Considera che l'ambiente militare è frequentemente falso e ipocrita; potresti quindi ipotizzare una differenziazione tra sfera pubblica e sfera privata: in pubblico rispetto dei formalismi e in privato convivialità.
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La situazione è da Fine Del Mondo, in cui tra loro (ovvero sopravvissuti) si conoscono e addirittura ho deciso – e qui correggimi se ho fatto un errore – che un brigadiere con cui il capitano si conosce da molto tempo, gli dia del tu, in base a una serie di cose che sono successe a entrambi. Gli altri gli danno del lei. E poi (dato che ti ho trovato ne approfitto alla grande, quindi ecco qui la sciorinata di domande): – tra carabinieri ed esercito come funziona? Un amico stretto del capitano, che è sergente maggiore dell'esercito, può dargli del tu considerando che ci troviamo, ripeto, in una situazione alla Fine Del Mondo e che il sergente maggiore sopracitato è stato per un periodo cognato del capitano? – È possibile che tra un capitano dell'esercito e un sergente maggiore ci sia amicizia tale che il secondo faccia da testimone di nozze al primo? – Ogni volta che passa 'sto povero capitano, la gente si alza sempre e fa il saluto? Come funziona nello specifico? (considera sempre la FineDelMondo). Grazie mille se rispondi, ho pensato di informarmi nei forum sui carabinieri ma ho paura di disturbare gente che lavora per cose di scrittura.
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NinoB ha incominciato a seguire Aiuto in questioni da CARABINIERI
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Guarda, da ufficiale di complemento dell'esercito, dato che i Carabinieri sono militari a tutti gli effetti, ti dico: dipende... Nella mia città c'è la scuola allievi Carabinieri e so che sono rigidissimi: gli allievi sono tenuti d'occhio anche in libera uscita e guai se sgarrano sulla forma, sull'abbigliamento, sulla condotta... Normalmente, sì, se un superiore si rivolge a te, rispondi "Comandi!" e ti metti sull'attenti e al comando rispondi "Signorsì!" (in Marina invece, si usava Sissignore, ma non so se è ancora così). Nelle realtà locali, nelle piccole stazioni periferiche, la situazione potrebbe cambiare, in base al grado di confidenza tra i vari componenti. È vero che, generalmente, i Carabinieri tengono sempre e comunque alla forma e alla gerarchia, ma potresti valutare se descrivere una situazione insolita, in cui la forma lasci il posto alla familiarità...
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neostar67 ha incominciato a seguire Santelli editore
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Linda ha incominciato a seguire Aiuto in questioni da CARABINIERI
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Salve a tutti! Come da titolo, ho bisogno di aiuto su questioni riguardanti l'Arma dei carabinieri, in particolare il modo in cui ci si saluta/congeda tra capitano e sottoposti e capitano e superiori. Il mio personaggio principale è un capitano dei carabinieri. Se chiama qualcuno, ad esempio il maresciallo, quello come risponde? Esiste ancora il Comandi capitano? Ed è solo questo, solo "comandi capitano"? E quando congeda il maresciallo, l'appuntato, il brigadiere eccetera (avete capito), come risponde il sottoposto? Agli ordini? Sissignore? Signorsì? Va bene ciao? Per favore, aiutatemi a capire come scrivere bene queste scene
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Apocalisse tascabileLa veranda era in penombra, la voce dell'albero vibrava nell'aria serale ribadendo messaggi antichi, che nessuno era più in grado di intendere ma, tant'è, lui non si arrendeva continuando instancabile a modulare fruscii nel vento.Luna era sovrappensiero quando un bagliore nel cielo violetto la sorpresa, un grande flash come se il creatore, da lassù, avesse scattato una fotografia alla Terra per serbarne un ultimo ricordo.“Ma cosa diavolo è...”Le parole le avvizzirono in gola e un caldo inimmaginabile l’avvolse.“Ti chiedi che cosa sia?”, crepitò l'albero in tono un po’ polemico, “È da quando sei nata che cerco di prepararti a questo momento, ma in fondo non ha importanza, tanto non avresti potuto fare nulla a riguardo. Sai che ti dico? Probabilmente è stato meglio così, almeno ti sei goduta i tuoi vent’anni. Avrebbero potuto essere di più, è logico, ma anche molti di meno”.Luna voltò lo sguardo verso l'albero la cui chioma era circonfusa da un’aureola di fiamme.“Ma tu…”, esalò piano, mentre l’aria incandescente già s’insinuava nei giovani polmoni.“Ah, adesso mi senti, signorinella?”, sospirò l'albero, “Talvolta accade, negli ultimi istanti”.
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NinoB ha incominciato a seguire L'odiatore di spiegoni
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Interessante presentazione davvero. Condivido anch'io l'odio per spiegoni, cloni e stereotipi. Per le descrizioni, invece, non sarei così categorico come @Russotto. In determinate situazioni, un luogo può assurgere al ruolo di personaggio, possedendo quasi un'anima; in tali casi, la descrizione minuziosa, se ben costruita, può rendere più realistica l'ambientazione, trasportando il lettore sulla scena. In tanti romanzi storici, per esempio, le descrizioni abbondano. Di recente ho avuto esperienza con le opere di Josika, un grande autore ungherese dell'Ottocento, purtroppo poco conosciuto in Italia: nei suoi romanzi, le descrizioni dei luoghi, delle situazioni e perfino dell'abbigliamento dei personaggi giunge ai limiti dell'esasperazione. Una tale esagerazione può non piacere, è vero, ma non per questo le sue opere non sono valide.
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La barca oltre la vita - Capitolo 3
PierpaoloR ha risposto a PierpaoloR nella discussione Racconti a capitoli
Ti ringrazio. L'unico modo che conosco per far trascorrere il tempo, è costruire scene. Ma se la scena non ha conflitto, o non porta avanti la storia, è da tagliare. Allora mi resta solo di raccontarlo: Si è fatto tardi, la giornata è passata veloce, e non riesco a concludere più niente. Meglio andarsene, o rischio di impazzire. Suggerimenti? -
Francesca Giacomello si è unito alla community
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La barca oltre la vita - Capitolo 2
PierpaoloR ha risposto a PierpaoloR nella discussione Racconti a capitoli
Giusta osservazione, grazie. Socchiude gli occhi. Lo scuoto. «Sergio,» grido. Ha uno scatto improvviso, gli occhi vagano nel vuoto. «In lontananza, si intravedevano le sagome scure di colline, delineate appena dalla luce residua del giorno.» Trattiene il fiato, lo rilascia in un soffio. «Mi raggiungerai. E saremo insieme sulla nostra barca. Lontani da tutti, lontani da qui.» La stretta della mano si fa più debole. Dà un battito di ciglia. «Un giorno... sarò lì, ad aspettarti. Verrai da me? Lo prometti?» «No, aspetta. Non adesso.» Chiude gli occhi. Un sorriso appena accennato gli increspa le labbra. Gli accarezzo i capelli. «Sei arrivato, amore,» sussurro. «Te lo prometto, aspettami.» Lui non risponde. Il respiro si affievolisce, si spezza. Un tremore gli attraversa il petto. Più nulla. Appoggio la fronte alla sua, il volto si rilassa, gli occhi si spengono, opachi, Le sue dita scivolano dalle mie. L’elettrocardiogramma emette un lungo suono piatto. La porta si spalanca, nella stanza arriva l’infermiera. «Vada fuori,» urla. Tutto intorno a me si dissolve. Sergio non c’è più. Che ne dici? -
La barca oltre la vita - Capitolo 1
PierpaoloR ha risposto a PierpaoloR nella discussione Racconti a capitoli
Grazie, seguirò i tuoi consigli. -
La barca oltre la vita - Capitolo 3
Russotto ha risposto a PierpaoloR nella discussione Racconti a capitoli
Dopo i due punti avrei usato il virgolettato. Ma non era in ufficio? Le porte si saltano? Descrivi il passaggio del tempo, due righe sopra era mattino e il protagonista è appena arrivato in ufficio. -
La barca oltre la vita - Capitolo 2
Russotto ha risposto a PierpaoloR nella discussione Racconti a capitoli
Qui è un po' difficiel capire chi dice queste battute, anche se penso che sia sempre Sergio. Alla fine se ne va. Ma hai creato più tensione nel momento in cui sono entrati i dottori che in questo in cui, alla fine, non ce la fa. Anche la reazione del protagonista è molto diversa. Qui sopraggiunge, con eccessiva fretta, una rassegnazione che prima sarebbe stata impensabile. -
La barca oltre la vita - Capitolo 1
Russotto ha risposto a PierpaoloR nella discussione Racconti a capitoli
Attento, lo fai alzare due volte. Io metterei anche l'articolo "la" con l'iniziale maiuscola. Parere molto personale. Io cambierei in "Possiamo licenziarla? Ti prego." Questo capitolo mi sembra interessante, forse la scrittura è un po' frettolosa ma è una caratteristica che rientra in una storia breve. -
Ciao @Alatriste, complimenti per la presentazione e benvenuto. Io odio anche gli spiegoni in mezzo al racconto; per esempio quando descrivono un luogo in ogni millimetro quadrato che lo compone o quando gli autori si dilungano nello spiegare com'è vestito un personaggio.
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Ciao @Michael No, benritrovato. Anche se non sarai molto presente, è comunque bello che tu sia qui.
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Ciao @Linda, benvenuta. Non smettere mai di sognare. Riapri quel cassetto e tira fuori tutto quello che vi era rimasto chiuso dentro. Non so se si può vivere di scrittura (probabilmente ci riesce chi scrive di sfumature dei vari colori) ma, di certo, so che scrivere fa bene. E meglio ancora ci fa stare la consapevolezza che qualcuno legge (e apprezza o disprezza) ciò che scriviamo. Quindi, continua, continua a scrivere. E a sognare.