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Game of Thrones: il gioco è finito 1

Game of Thrones: il gioco è finito

Winter has come. E il risultato non è stato dei migliori.

ATTENZIONE: SPOILER DELL’OTTAVA STAGIONE E DELLA SEASON FINALE!

Voi certamente direte “Federica, ma sei impazzita? GOT è la serie migliore di tutti i tempi!”
E questo è vero… anzi, era vero fino alla stagione 6. Dalla settima, invece, siamo entrati in una fase discendente che ha portato ad un’ultima, terribile e impensabile ottava stagione.
Mi sento di partire subito in quarta perché io ho adorato questa serie, l’ho elevata sopra tutte le altre (e io ne vedo a palate, il binge watching è uno stile di vita per me!) e il processo evolutivo della serie è stato altamente deludente.

Prima di occuparci di quest’ultima delusione, volgiamo lo sguardo indietro alle prime, impareggiabili stagioni: eccole lì, si ergono come una torre luminosa che rischiara il mondo delle series.
Da quando è andata in scena la prima puntata (ormai nel lontano 17 aprile 2011) il panorama seriale è stato travolto da un uragano mediatico e da uno storytelling degno di questo nome. La HBO non solo ha creato una serie che entrerà a pieno diritto nella storia, ma è stata anche la prima a creare un prodotto pari (o, spesso, superiore) a quelli cinematografici.
L’ambientazione di Westeros è – per modo di dire – comune: un mondo medievaleggiante, signorotti locali sotto il comando del re, intrighi e tradimenti. Eppure… eppure non ti aspetti che i personaggi principali, quelli che di solito se la cavano sempre perché sono i buoni, i giusti, i valorosi, muoiano. GOT fin da subito ci mostra un mondo in cui chiunque può morire: non importa che tu sia il caro Ned Stark o la povera (e incinta) Talisa, se devi morire, muori.
Inoltre, i colpi di scena hanno da sempre contraddistinto la serie mostrandoci, tra le altre cose, l’amore incestuoso tra fratelli gemelli, una ragazza che diviene la madre dei draghi (tre!) e un bastardo che ritorna in vita dopo essere stato ucciso con diverse pugnalate.

La narrazione è magnifica e la serie all’inizio è molto fedele ai libri perché, non dimentichiamolo, la miniera di idee non è certo di D&D – David Benioff e D.B. Weiss – ma del caro vecchio zio Martin che ha scritto le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco nel lontano 1991 (ben 28 anni fa!). Entrambe le realtà ci mostrano un regno che si poggia su una pace precaria: Robert Baratheon ha scacciato via i Targaryen per difendere l’onore della sua promessa sposa Lyanna Stark, rapita e stuprata dal principe Rhaegar (sì, crediamoci), e alla fine della guerra è nominato re. Fin qui sembra tutto ok, e invece… i due piccoli principi figli del re folle Aerys II sono riusciti a fuggire e quindi potrebbero tornare per reclamare il trono.
Ma la minaccia imminente non è rappresentata dai Targaryen: in molti tramano affinché Robert muoia e i Lannister salgano al potere.
Ovviamente potrei continuare per un bel po’, raccontandovi libri e serie, ma la cosa diverrebbe assai lunga – e d’altronde, se siete qui, probabilmente avete già visto tutto.

Differenze sostanziali

La serie, all’inizio, è davvero ben fatta e le differenze con i romanzi sono ancora piuttosto trascurabili. Però, come tutte le cose belle, anche GOT comincia la sua lenta discesa verso il baratro delle inesattezze. Di esempi ce ne sarebbero a iosa, ma uno che mi viene subito in mente risale alla terza stagione, sia quando Robb sposa una certa Talisa, inventata su due piedi dagli sceneggiatori, sia quando Catelyn Stark muore. Questo accade anche nei libri, certo, ma c’è un piccolo particolare: la donna verrà riportata in vita come è successo per Beric Dondarrion e Jon… D&D invece se ne dimenticano e tutta la storyline di Lady Stoneheart va a farsi benedire.

Continuiamo, poi, con la quarta stagione: Jaime entra nella sala in cui è composto il cadavere del figlio Joffrey per parlare con Cersei. Fin qui sembra tutto normale, ma quando il cavaliere si avvicina alla regina madre per baciarla e giacere con lei, Cersei lo respinge e lui… la stupra.
COSA?
Nel telefilm la scena è molto cruda, la violenza è purissima e innegabile.
Nei libri la donna ama suo fratello, lo scosta leggermente per ragioni futili e poi lo accoglie con gratitudine.

Lo baciò. Un bacio leggero, solo un contatto di labbra. Ma quando Jaime le passò le braccia attorno alla vita, poté percepire che Cersei stava tremando. «Senza di te la mia vita è vuota.» Non ci fu tenerezza nel bacio che lui le restituì, ci fu solamente voracità. La bocca di lei si dischiuse ad accogliere la sua lingua. «No…» disse Cersei quando le labbra di Jaime le scivolarono lungo la gola «non qui. I septon…» «Che gli Estranei se li portino alla dannazione.» Jaime la baciò di nuovo, la baciò in silenzio, fino a farla gemere. Scaraventò a terra le candele, la issò di forza sull’altare della Madre, le alzò le gonne, sollevò la seta che aveva sotto. Cersei tempestò di deboli pugni il suo torace. Gli mormorò dei rischi, dei pericoli, di loro padre, dei septon, della collera degli dèi. Jaime non udì una sola parola. Si aprì le brache, montò su di lei, le divaricò le gambe bianche. Fece scivolare la mano sinistra su per la coscia di sua sorella, fin sotto l’intimo. Lo strappò via. Sentì che era fradicio del sangue del suo ciclo di luna. Questo non fece alcuna differenza per Jaime Lannister. «Presto» ora Cersei stava sussurrando «fai presto, adesso, sì. Jaime Jaime Jaime.» Le sue mani lo guidarono dentro di sé. «Sì, fratello… dolce fratello…» questo disse mentre lui la prendeva. «Sì, adesso sei a casa, a casa .» Gli baciò l’orecchio, infilò le dita fra i suoi corti capelli. Jaime si perse nella sua carne. Poteva sentire il cuore di Cersei battere assieme al proprio, i fluidi del sangue e del seme che si mescolavano l’uno nell’altro, l’uno dentro l’altro.

Dalle parole di Martin si nota chiaramente come l’amplesso sia voluto da entrambi, eppure D&D mescolano le carte in tavola, rovinando l’evoluzione che Jaime sta avendo.
Ovviamente non è finita qui.

Sansa è data in sposa (o meglio, venduta) a Ramsey; peccato che questo fato spetterebbe in realtà alla sua dama di compagnia. Questo sì che è un GRANDE problema. Dalla quinta stagione in poi Sansa ha un’enorme evoluzione proprio grazie al suo matrimonio con l’abietto Bolton e agli “insegnamenti” ricevuti da Ditocorto. La ragazza sarà fondamentale ai fini della trama e della vittoria per riprendersi Grande Inverno, divenendone la Lady e provocando la morte di Lord Bealish stesso. Per gli amanti dei libri e della coerenza di trama questa è davvero un’alterazione senza pari.
Una menzione spetta anche a Dorne, la cui storia finisce senza capo né piedi, come se nei libri non fosse mai esistita.
Oppure quando Stannis immola sua figlia alla causa, facendola bruciare viva.
Ma quello che ha davvero sconvolto i fan, anche se c’era da aspettarselo, è la mancata attuazione della profezia riguardante Cersei. Nei libri la nostra futura regina, ancora in tenera età, si presenta dalla strega Maggy la Rana per conoscere il proprio futuro; le sono concesse solo tre domande a cui riceverà altrettante risposte, anche se non sono di certo quelle che si aspettava di sentire.

«Ti prego» implora Melara. «Dicci qual è il nostro futuro, così poi ce ne andiamo.» […] «Venite allora, se non volete andare via. Razza di stupide. Venite qui. Devo assaggiare il vostro sangue.» […] «Qua» sussurra la strega. «Da’ qua.» Cersei porge la mano e la megera succhia il sangue appoggiando le gengive soffici come quelle di un neonato.
La regina ricordava ancora la strana sensazione di allora e il gelo di quella bocca.
«Potete fare tre domande» dice la vecchia, dopo essersi saziata. «Le mie risposte non vi piaceranno. Chiedete, e poi sparite.» […]
«Quando sposerò il principe?» chiede la giovane Cersei.
«Mai. Tu sposerai il re.»
Sotto i riccioli dorati, il visetto della ragazza si contorce per la perplessità. In seguito, per molti anni, Cersei aveva continuato a credere che quelle parole significassero che non avrebbe sposato Rhaegar fino a quando suo padre Aerys non fosse morto.
«Ma sarò regina?» chiede la giovane Cersei.
«Aye.» La malignità fiammeggia negli occhi gialli di Maggy la Rana. «Sarai regina… fino a quando non verrà un’altra regina, più giovane e più bella di te, a distruggerti e a portarti via ciò che avrai di più caro.»
La rabbia altera i lineamenti ancora infantili della giovane Cersei. «Se ci proverà, dirò a mio fratello di ucciderla.» Ma neppure allora si ferma, quella fanciulla testarda. Ha ancora una domanda per la strega, un ultimo sguardo alla vita futura. «Il re e io avremo figli?» chiede.
«Oh, aye. Sedici lui e tu tre.»
La cosa per la giovane Cersei non ha alcun senso. Il pollice batte nel punto il cui l’ha tagliato, il sangue cola sul tappeto. “Com’è possibile?” vorrebbe chiedere, ma ha esaurito le domande.
È la vecchia però che non ha ancora finito con lei. «D’oro saranno le loro corone e d’oro i loro sudari» dice. «E quando sarai annegata nelle tue stesse lacrime, il valonqar chiuderà le mani attorno alla tua gola bianca e stringerà finché non sopraggiungerà la morte.»
«E che cos’è questo valonqar? Una sorta di mostro?» Alla ragazza dorata quella predizione non piace affatto.

Nel telefilm invece, precisamente nella prima puntata della quinta stagione, si vede che a Cersei viene predetta soltanto la prima parte della profezia, senza che venga nemmeno nominato il valonqar che la ucciderà. Questa mancanza è stata fondamentale: nella penultima puntata dell’ultima stagione noi vediamo la regina uccisa da… delle rocce crollate sopra la sua testa.
Sconcertante.
La grande Cersei Lannister uccisa da un mucchio di rocce mentre, piangendo disperata, il fratello gemello la stringe tra le braccia.
Jaime che, dopo la magnifica evoluzione che aveva avuto, dopo essersi allontanato da lei e aver trovato in un’altra donna un amore sano, corre ad Approdo del Re come un cagnolino.
Si potrebbe obiettare che il cavaliere sia sempre stato così, disperatamente innamorato della gemella e completamente disinteressato verso altri, come D&D fanno espressamente dire al Jaime telefilmico. Eppure io, e penso anche voi, ho visto un personaggio completamente differente, un uomo che viene meno al suo giuramento solo per non far bruciare viva tutta la popolazione innocente, che salva una donna dallo stupro, che mantiene fede ai propri propositi e che abbandona la sorella quando capisce che non c’è davvero nulla di buono in lei. Speravo la uccidesse lui. “Avevo una speranza. Mio Dio, io vivo di speranze.”**

Dato che zio George ha per ora deciso di non pubblicare gli ultimi due libri non ci resta che dedicarci all’ultima stagione della serie.

Cinque punti per cinque episodi

  • Tyrion: uno dei personaggi più arguti, interessanti e di spessore di tutta la narrazione adesso è letteralmente INUTILE. Si fa trasportare dalla corrente, segue come un cieco Dany e non capisce che ormai tutto gli è sfuggito di mano, che la regina a cui si era affidato non è altro che un’ennesima folle assetata di potere (anche se questo, a essere sinceri, non se lo aspettava quasi nessuno);
  • Daenerys: la sua ascesa alla follia familiare è assurda. Se tutto questo (e intendo il dare alle fiamme un’intera città che si era arresa mentre il suo capo dell’esercito attacca degli uomini che avevano gettato via le armi – Verme Grigio, pure tu…) fosse avvenuto nel corso di un’altra o meglio di altre due stagioni, lo avrei anche accettato; tutte le perdite e il dolore subiti dalla Targaryen avrebbero fatto impazzire chiunque… ma in 5 episodi NO, GRAZIE;
  • Varys: l’uomo che ha sempre difeso il regno viene accusato di tradimento e immediatamente fatto fuori. Bruciato vivo. No, vedendo la quarta puntata non ci saremmo mai aspettati la sua dipartita, proprio no;
  • Jon: mettendo da parte il fatto che lui sia (era?) il mio personaggio preferito, dobbiamo certamente dire che non sa niente davvero, anzi, non capisce niente! Essendo ormai venuto a conoscenza della sua reale dinastia (e, modestamente, devo dirvi che io l’avevo capito sin dal primo libro/prima stagione) cosa fa? Quello che fa SEMPRE: dice di no al ruolo che gli spetta. Ci potrebbe persino stare, se solo Daenerys non fosse diventata la degna figlia di suo padre. A discolpa di Jon possiamo dire che nella quinta puntata se ne rende finalmente conto – o almeno così pare;
  • Night King: l’unica cosa che mi viene in mente è “MA DAVVERO?”. Il cattivo più cattivo, colui che avrebbe dovuto portare la lunga notte e spazzare via ogni essere sulla faccia della terra, viene ucciso da Arya con una pugnalata. Come quella che abbiamo ricevuto noi fan nel mezzo della schiena, direi.

    E la profezia su Azor Ahai? Per chi non lo ricordasse ecco una rinfrescatina dai romanzi:

    Negli antichi libri di Asshai sta scritto che verrà il giorno, dopo la lunga estate, in cui le stelle sanguineranno e il respiro gelido delle tenebre scenderà a incomberà sul mondo. In questa ora terribile, un guerriero estrarrà dal fuoco una spada fiammeggiante. Quella spada sarà la Portatrice di Luce, la Spada Rossa degli Eroi, e colui il quale la impugnerà sarà Azor Ahai reincarnato. E di fronte a lei le tenebre fuggiranno.

    E poi ancora, sempre per bocca di Melisandre:

    Prego di avere un’apparizione di Azor Ahai, e R’hllor mi mostra solo Snow.
  • Punto Bonus (perché non merita di avere uno spazio nel titolo): l’arrivo del cavallo /magico/ su cui Arya salta in groppa e si avvia verso l’orizzonte, alla fine della quinta puntata. Seriamente? Stanno morendo letteralmente tutti e lei non solo si salva dall’essere arsa viva MA trova anche un passaggio per scappare via. Sconcerto puro.
    In più, vogliamo parlare del fatto che Arya non sarebbe scappata di fronte alla morte e avrebbe invece trucidato Cersei per poi morire, finalmente appagata dalla vendetta? No, meglio non parlarne.

L’ultimo episodio

Jon uccide Dany a metà puntata e lei muore pugnalata come il Night King, senza una parola, senza un fiato, senza niente.
Ok.
Bran viene eletto re dei SEI regni (e questo ci può anche stare, essendo colui che vede la storia – ma poi quanto è stato inutile quest’uomo? Non ha fatto letteralmente nulla)
Ok.
Sansa diviene regina del nord. Sì, lo ammetto, qui mi sono venuti i brividi. No, non volevo andasse così.
Ok.
Arya che va da sola in giro per il nulla (?).
Ok.
Jon #maiunagioia mandato di nuovo oltre la barriera. L’unico vero erede al trono, colui che è tornato dalla morte, ha visto il NK e ha provato a sconfiggerlo, ha imbastito una guerra contro i Bolton per riprendersi la sua casa, si è inginocchiato di fronte a una regina che non conosceva SOLO per fare la cosa giusta, l’unico che è riuscito a uccidere Daenerys pur amandola… riceve un bel calcio nel culo e un addio insensato. Nessuno pensa di dire che lui è Aegon Targaryen, quando ormai lo sanno cani e porci.
Ok.
Il trono è stato fuso perché Drogon è evidentemente intelligentissimo e capisce che è tutta colpa di quel pezzo di ferro, e manco ci prova a bruciacchiare Jon.
Ok.

…Ma anche NO.
Abbiamo toccato il fondo con questa conclusione insulsa e insipida. Si meritavano tutti – tutti – di meglio. Per non parlare di quei quattro tipi che si ritrovano a governare i sei regni (mi viene difficile persino scriverlo quel sei!) e la scenetta finale che cerca di essere umoristica. C’avete poco da ridere, c’avete.

Non riesco a esprimere la delusione, dopo tanti anni da fan non mi aspettavo un finale del genere. Piccole, e uniche, menzioni d’onore:

  • Tyrion che ritrova il corpo dei fratelli e che poi getta via la spilla da mano della regina;
  • Drogon che cerca di svegliare la sua mamma a musate;
  • Brienne che scrive la storia di Jaime;
  • Il momento di congedo tra Jon e Arya.

Ultime battute

Beh, ormai è tutto finito.
O forse no, se il caro Martin si dà una mossa e finisce quel che deve finire….

E dato che ormai si è fatta ‘na certa e io devo ancora riprendermi dall’episodio finale, vi lascio con alcune domande che mi premono molto:

  • I libri seguiranno la serie tv o saranno diversi?
  • La profezia di Azor Ahai si avvererà?
  • Il Night King sarà davvero pericoloso o lo si potrà ammazzare con un pugnaletto?
  • Chi siederà realmente sul trono?
  • E, a questo punto, resterà un trono su cui sedersi?

D’altronde il gioco non è ancora davvero finito.

**E se non avete capito da dove viene la citazione (Il Diavolo veste Prada) SHAME!

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